sabato 9 gennaio 2010

"Le psicosette" di Maurizio Antonello - I movimenti del potenziale umano (V)

Considerazioni di carattere generale e controindicazioni

Le tecniche e gli esercizi applicati durante il corso, tutte centrate sul Sè, finiscono indubbiamente per caratterizzare meglio l'individualità nella sua unicità e specificità e aumentare la fiducia in se stessi e quindi l'autostima, l'ottimismo, favorendo il miglior uso delle proprie doti e qualità.

In un'epoca in cui i rapporti sociali sono spesso solo formali, insinceri e strumentali, in cui la persona è solo unarotella - numerata - del Grande Ingranaggio che tutto macina/frantuma/dissolve, occorre che essa riaffermi la propria unicità, che ami, sia importante per qualcuno e per se stessa, e diventi un cosciente granello di sabbia che inceppi questo perverso meccanismo.

Ciascuno quindi sente, nel proprio intimo, l'esigenza diuscire dall'anonimato in cui è stato relegato, intrattenga rapporti sociali significativi, così come la sua vera natura richiede. In questo caso le sètte religiose, paradossalmente, assolvono esattamente a questo compito, diremmo quasi che sono funzionali, anche per questo aspetto, alla nostra attuale organizzazione sociale, obiettivamente disumanizzante, svolgendo un'indubbia funzione compensativa.

I gruppi del potenziale umano,oltre ad avere tutte le prerogative ed i pregi del piccolo gruppo, offrono delle reali motivazioni e dei tangibili significati, seppur orizzontali all'esistenza piena delle singole persone.

Inoltre, esperienze «forti» possono scuotere un particolare tipo di persone poco avvezze ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità nei riguardi di se stesse, della propria famiglia e della società in generale.

Non bisogna però sottacere le controindicazioni esistenti, avvertendo le persone sul possibili rischi che la frequentazione di questi gruppi ed di questi corsi comporta.

Generalmente le tecniche usate sono mutuate dalla psicoterapia, dallo yoga e dal training autogeno; esse sono però applicate in modo spurio e disordinato.
I possibili effetti e controeffetti prodotti da queste tecniche «mescolate» sono ancora ignoti, stante anche la carenza di dati statistici esaustivi e dì studi scientifici di vario genere effettuati sia su queste sia sul loro risultato.
Inoltre, tali tecniche sono spesso applicate in modo selvaggio, senza controllo alcuno, da persone che quasi mai hanno competenza in materia. Durante il corso non ci sono supervisori, ne i conduttori dei corsi se ne avvalgono. Al massimo si notano, come aiutanti, persone qualsiasi che hanno il solo merito di essere delle «veterane» di simili esperienze. Non deve far meraviglia quindi se, in qualche caso, questi «conduttori» perdono il controllo della situazione e che per molte persone ciò si riveli disastroso.
Le tecniche vengono applicate per se stesse e per gli effetti che possono produrre, sradicate dal contesto teorico che le giustifica. Ciò fa sì che spesso le variazioni che si introducono (leggi: sperimentazioni) si facciano direttamente sui corsisti, paganti e ignari.
Esse inoltre vengono applicate indistintamente ed in modo standardizzato su gruppi numerosi di persone (anche un centinaio): non ci sono spazi per le problematiche individuali, per le singole variabili. Il risultato poi, che gli organizzatori si promettono di raggiungere, deve essere ottenuto in un tempo brevissimo, tanto quanto dura il corso: non c'è quindi nessun rispetto per i tempi e le modalità specifiche del soggetto.
Molte di queste tecniche sono insegnate per essere usate dal soggetto solo quando questi lo ritiene opportuno, ad esempio per affrontare e risolvere una difficoltà, oppure semplicemente per rilassarsi, distendersi, soprattutto per superare momenti di particolare tensione. Per far ciò è sempre necessario che egli «entri nei livelli». Cosi afferma un manuale di un noto gruppo di sviluppo personale:

«Quando si è ben svegli, occupati in attività quotidiane quali il lavoro o i rapporti sociali, si è a «livello Beta»; quello della coscienza esteriore, secondo la terminologia del Mind Control. Quando si sonnecchia, o si sogna ad occhi aperti, o ci si sta per addormentare, ma ancora non si dorme, in questi casi si è in Alfa. Con i termini del Mind Control (comuni a molti gruppi di S.P., N.d.A.) si è a livello di «coscienza interiore». Quando si dorme si è in Alfa, Theta o Delta (...). Chi conosce il Mind Control sa entrare a livello Alfa a suo piacimento, pur restando pienamente cosciente» (11).

Si tratta di un particolare stato di coscienza, tipico della condizione pre-ipnotica, in cui il soggetto non è mai completamente presente a se stesso, e si ottiene attraverso la combinazione di tecniche di rilassamento con quelle di visualizzazione.

Purtroppo molti divengono dipendenti da questa tecnica-rifugio che permette loro di estraniarsi dalla realtà circostante o limitare il suo «essere in essa». Molte volte è capitato che «l'entrare ai livelli» è diventato così automatico da scattare automaticamente alla minima frustrazione o difficoltà. Il terzo gradino, in discesa, si raggiunge quando il soggetto non riesce più a comandare la tecnica, tanto che il divario tra realtà presente e realtà immaginata o presunta diventa sempre più sottile sfociando, in qualche circostanza, in forme psicotiche di tipo dissociativo.

(11) Da J.Silva-F. Miele, II metodo Silva Mind Control, ed. Omega, 1992, p. 23.

- continua -