martedì 3 luglio 2012

Al termine il processo ‘Arkeon’: lunedì la sentenza?

I giudici della Seconda Sezione Penale decidono sulla presunta psicosetta di Carlo Moccia




Alle battute conclusive, ormai, il dibattimento in corso davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari alla presunta psicosetta denominata ‘Arkeon’. Nel corso delle ultime udienze sono sfilati gli ultimi testimoni a discarico citati dagli avvocati difensori di Carlo Moccia e degli altri imputati, poi nell’aula sono risuonate la requisitoria del pubblico ministero Bretone (che ha chiesto la condanna dell’imputato principale Moccia a tre anni) e le arringhe difensive. Tra le testimonianze che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collegio, il mese scorso, quella resa dal dottor Antonino Caruso, medico chirurgo palermitano anche lui per diec’anni membro dell’associazione guidata da Moccia e da alcuni suoi stretti collaboratori. Il medico siciliano ha confermato d’aver partecipato ai corsi di tutti i livelli, con la propria famiglia, a partire dal ’97 e fino al 2007, allo scopo di approfondire il metodo ‘Reiki’ applicato da Arkeon. Lo scopo, come ha dichiarato sotto giuramento ai giudici, era quello di capire se era vero che c’erano casi di auto-guarigione dalle malattie, per spiegare infine che nel corso delle riunioni c’era una grande forza di rilassamento tra i partecipanti e che, in ogni caso, non si parlava mai nei termini convenzionali di guarigione. Il medico ha partecipato alle riunioni ‘Arkeon’ per libera scelta, come del resto i suoi famigliari, senza aver mai subito costrizioni di sorta, anzi, ha visto donne che rifiutavano di partecipare, per esempio quando si trattava di chiedere elemosine in pubblico. Ma il teste ha anche spiegato di non aver mai assistito a maltrattamenti di alcun genere, precisando che i costi in capo agli associati partivano da un minimo di 100 mila lire (trasformati poi in 100 euro) fino al doppio a seduta, a seconda dei livelli. Ma in aula nel tribunale di Bari ha deposto anche la psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’essa interessata in passato al caso Arkeon. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi, era proprio quello di evitare “condizionamenti” basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati. In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non ha mai presentato le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti – ha precisato l’esperta in aula durante una delle ultime udienze – ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata, anzi inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, invece, Arkeon sarebbe una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere addirittura 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Dopo l’indagine serrata della procura di Bari, infatti, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Sul banco degli imputati c'e’ Vito Carlo Moccia, che diceva di essere psicologo, ma non ne aveva i titoli, anche se nessuno dei testi sfilati a Bari l’ha mai sentito millantare questi titoli. Il processo, come detto all’inizio, è giunto alla conclusione: lunedì o comunque entro la prossima settimana potrebbe già arrivare la sentenza.








Francesco De Martino





(16 Giu 2012)

http://www.quotidianodibari.it/articoli/cronaca/al-termine-il-processo-arkeon-lunedi-la-sentenza/

Violentava pazienti per "curarle" 4 anni e mezzo a pseudo-maestro

Antonio Morello avrebbe stuprato due donne, convincendole a sottoporsi a una terapia per superare traumi infantili inesistenti


Milano, 25 maggio 2012 - Pena ridotta di un anno e mezzo per Antonio Morello, pseudo-curatore accusato di aver violentato due donne convincendole che fosse una terapia necessaria. La decisione è dei giudici della prima Corte d'Appello. Il 70enne tra il 1999 e il 2002 avrebbe violentato due donne, inducendole a credere che l'unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da piccole fosse quello di sottoporsi a una terapia individuale con lui in veste di "maestro" della psico-setta "The sacred path". La corte presieduta dal giudice Malacarne ha confermato la condanna per violenza sessuale, ma ha ridotto da 6 anni a 4 anni e mezzo la pena inflitta il 24 maggio 2011 all'imputato, concedendogli le attenuanti generiche.




Secondo l'avvocato Patrizia De Natale le due presunte vittime, in buonafede, potevano essersi suggestionate dopo aver avuto con il suo assistito rapporti sessuali consenzienti e aveva chiesto quindi l'assoluzione di Morello. All'esito del processo di primo grado il collegio della quinta sezione penale presieduto dal giudice Annamaria Gatto aveva disposto 5mila euro di risarcimento per l'unica donna che si era costituita parte civile, assistita dall'avvocato Marco Marzari. L'altra donna, che si non era costituita parte civile, fu sentita come testimone aveva parlato di "quattro anni di angoscia" prima di rendersi conto dell'accaduto, ma di non aver mai voluto denunciare per dimenticare.



Morello è coinvolto in un altro processo in corso a Bari, dove con altre persone è accusato di aver organizzato in tutta Italia numerosi seminari a pagamento, facendo credere ai partecipanti affetti da cancro o Aids di poter risolvere i loro problemi con il metodo Arkeon ideato da Vito Moccia. La sentenza di primo grado per il procedimento pugliese, di cui quello appena conclusosi a Milano in secondo grado non è che uno stralcio, è attesa per il 18 giugno.


http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/05/25/718618-violentava_pazienti_curarle.shtml



Conferma condanna Maestro di Arkeon in secondo grado

Venerdì 25 Maggio 2012 15:02
Stamattina 25 maggio 2012 si è celebrata l'udienza di Appello  presso la Corte d'Appello di
Milano. La Corte ha confermato la sentenza di primo grado, ovvero  la responsabilità del
maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello circa gli episodi di violenza sessuale e il
risarcimento alla parte civile costituita, difesa dall'Avvocato Marco Marzari. La Corte ha solo
stabilito una diminuizione della pena inflitta, da 6 a 4 anni e mezzo, in virtù della concessione di
attenuanti generiche.