venerdì 15 luglio 2011

Le sette che agiscono in Italia e le loro vittime più indifese

“Per togliergli il demone il bimbo deve mangiare vomito ed escrementi”

“Per togliere il demone dai bambini, la “Santona della porta accanto” (si chiama proprio così) li costringeva alla terapia degli “spilli”: doccia fredda con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto d’acqua. Poi si passava al pranzo: vomito e escrementi. I loro o quelli dei maiali. Che nella provincia di Brescia — dove la setta della “madre” Tersilia Tanghetti aveva ben cinque succursali — abbondano: comincia così l’articolo di Paolo Berizzi su Repubblica che racconta del proliferare delle sette in Italia, e delle nuove strategie per reclutare adepti:

Roma, alle mamme e alle bambine della setta Re Maya non andava meglio: il guru Omar Danilo Speranza, ora in carcere Roma (ma da qualche giorno ricoverato in ospedale dove lotta tra la vita e la morte, con un quadro clinico di diabete e ipertensione aggravato da un lungo sciopero della fame), le violentava. «Lo facevo per modificare il karma negativo delle bimbe» ha spiegato «dovevo trasmettere loro il mio Dna sano e curativo». Terapia religiosa con stupro. Come quella praticata da Antonio Morello, il capo di The sacred path (Il sacro sentiero), 10mila adepti da Bolzano a Catania. Condannato a sei anni di carcere, Morello faceva credere alle seguaci di essere state stuprate da piccole, e per liberarsi da questo trauma le convinceva a fare sesso con lui. Decine e decine di casi. Tra proselitismo subdolo, rituali mistici, circonvenzioni e soprusi sessuali. E droghe. Mischiate a suggestioni religiose per lo più orientaleggianti. Storie di adepti e di “maestri”, di seguaci ridotti in schiavitù e di santoni e ciarlatani dal conto a sei zeri.

Il giro d’affari delle “nuove religioni” è quantificato in milioni di euro: