giovedì 13 ottobre 2011

Arkeon, il capo si difende: ‘Non ho colpe’


BARI – Ha negato tutte le imputazioni a suo carico il fondatore del metodo Arkeon, Vito Carlo Moccia, accusato dal pm Francesco Bretone di associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione di psicologo, truffa, maltrattamento su minori, violenza privata, violenza sessuale di gruppo e calunnia.
Moccia ha deposto davanti al tribunale collegiale fino a tarda mattinata, spiegando le varie teorie alla base del metodo Arkeon, applicata negli incontri dell’associazione ‘Sacred path’, da lui fondata. Secondo Moccia non ci sarebbero mai state violenze sessuali negli incontri e le varie teorie, come quella del pedofilo, avrebbero una base scientifica.
Dall’indagine, però, sarebbe emerso “un lavoro di condizionamento” volto a “ingenerare la convinzione che tutti i disagi di natura psicologica e fisica possono essere riconducibili ad abusi sessuali subiti durante l’infanzia”. Queste le conclusioni della Procura, secondo cui ci sarebbe stata “un’abilità nel far credere a persone che attraversavano momenti difficili o affette da problemi psichici o di natura fisica (tumori, Aids, infertilità) di poter risolvere i loro problemi attraverso i corsi (…) di Moccia”.
I frequentatori pagavano da un minimo 260 euro a corso, per il livello più basso, fino a 12.000 per chi voleva diventare ‘maestro’. Per chi decideva di abbandonare, invece, ci sarebbe stato lo strumento della pressione psicologica. Dice una delle presunte vittime al pm: “Trovammo una scusa banale per non andarci più (…) In un colloquio telefonico (…) mi dissero che se non fossi andata al seminario non sarei potuta diventare madre. Questa cosa mi turbò moltissimo anche perché io ci tenevo tantissimo ad avere dei figli, in quanto avevo avuto gravi disturbi che non mi avevano permesso il concepimento”.
Anche dei minori sarebbero stati tra le vittime di ‘Sacred path’. È il caso di un quattordicenne “sottoposto – scrive il pm negli atti – a maltrattamenti consistiti nella manipolazione della mente. Il ragazzino partecipò all’età di 10-11 anni a cinque seminari conseguendo il primo livello, poi partecipò ad un seminario tenuto da Moccia in un hotel della catena ‘Jolly’, vicino Bologna, dove fu coinvolto in una introspezione psicologica che aveva portato la madre ad ammettere pubblicamente di aver giocato con i genitali del figlio per farlo addormentare”. Si parla anche di violenze sessuali. Agli atti c’è il racconto di una delle vittime, la quale, descrivendo le sedute del ‘metodo Arkeon’, afferma: “Si ho avuto veri e propri traumi sessuali, sensazioni di essere stuprati, abusati, violati e forzati”.
Ivan Cimmarusti