lunedì 1 giugno 2009

Truffati in 10mila dalla psico-setta Arkeon

BARI (9 settembre) - Soffrivano di tumori, aids, infertilità, oppure avevano problemi spirituali, affettivi, matrimoniali. Così, si rivolgevano ad "Arkeon". Le prime volte, per partecipare ai seminari, pagavano intorno ai 260 euro. Man mano che si passava di livello, però, gli adepti arrivavano a pagare cifre sui 15 mila euro. Una coppia del Nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha sostenuto, di fronte alla polizia, di aver pagato 100 mila euro, stessa cifra versata all'associazione da una donna che credeva di aver subito una violenza sessuale in passato.

Arkeon. Così "Arkeon", una psico-setta che utilizzava tecniche vagamente ispirate alla filosofia orientale del Reiki, è riuscita a truffare circa 10 mila suoi adepti in tutta Italia, creando nelle vittime una dipendenza psicologica e inducendole a partecipare in maniera costante ai suoi seminari. In questi seminari Vito Carlo Moccia, considerato dall'accusa a capo dell'organizzazione, faceva fare esercizi terapici che portavano alla spersonalizzazione e all'accettazione di qualsiasi indicazione venisse dal maestro.

Gli esercizi che Moccia richiedeva ai suoi adepti comprendevano quello di travestirsi e andare a chiedere l'elemosina per strada, oppure il "no limits", durante il quale, secondo le denunce presentate, alcune vittime sarebbero state indotte a credere di avere subito abusi sessuali quando erano minorenni. Alcuni ragazzini venivano costretti ad assistere a episodi di forte impatto emotivo: un bambino di dieci anni ha visto la mamma picchiare l'ex convivente, un diciassettenne ha conosciuto i particolari della vita sessuale del padre.

Gli indagati al termine dell'inchiesta sul "metodo Arkeon" sono undici. Oltre a quellla di Vito Carlo Moccia (57 anni, di Noicattaro, residente a Milano), due anni di indagini hanno portato alla messa in stato di accusa di Antonio Turi di 52 anni, Francesco Morello di 59, Gabriella Fabbri di 61, Quirino Salerno di 40, Isa Calabrese di 39 e Massimo Vavalle di 40, considerati promotori dell'organizzazione. Alla quale partecipavano anche Francesco Ferrara di 41 anni, Grazia Bozzo di 43, Piero Mazza di 47 e Francesco Locatelli di 43. Vengono loro contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008.

Le indagini erano scattate quando alcuni ex seguaci del gruppo avevano partecipato a trasmissioni televisive, denunciando le attività illecite di "Arkeon".


Il Messaggero 9-9-2008