giovedì 11 giugno 2009

Le ragioni di Cantalamessa


Dopo i servizi di Striscia la Notizia sul gruppo spirituale Arkeon e Padre Raniero Cantalamessa, questi ha ribattuto spiegando le sue ragioni sia nel corso della rubrica “Le ragioni della speranza” (commento al Vangelo nel programma “A Sua Immagine” di Rai Uno), sia attraverso le pagine del suo sito web.
Pur non avendo citato l’Associazione Tutor, ci sentiamo chiamati in causa da Cantalamessa perché noi per primi abbiamo sollevato il caso. Avvertiamo pertanto il dovere di rendere chiari i fatti ai nostri lettori. Pubblichiamo la nota del presidente dell’Associazione Tutor e vi invitiamo a leggere gli articoli precedenti, per poter comprendere l’antefatto.


Desidero spiegare le ragioni di Assotutor. Punto per punto poche parole, perchè una risposta è d’obbligo. Padre Cantalamessa scrive:
“Il mio dispiacere più grande in tutta questa vicenda è il male immenso fatto alla povera famiglia intervistata che ha visto la propria immagine usata e abusata senza nessun rispetto della loro dignità e sensibilità.”
Le stesse immagini della “povera famiglia intervistata” sono state usate prima da Arkeon, poi da Cantalamessa, infine da Striscia per disapprovare i primi due. A volte neppure i toni pacati e i buoni intenti sono sufficienti a garantire il rispetto dei protagonisti. Sull’uso di quelle immagini e sul rispetto della sensibilità ridirò al termine. Poi scrive: “Personalmente io non sono venuto a conoscenza di nessun abuso, che altrimenti sarei stato il primo a condannare e denunciare.” Il problema non è questo. Nella trasmissione Mi Manda Rai Tre del 13 Ottobre 2006 tutti hanno potuto sentire le testimonianze di abusi e danni subiti da tre fuoriusciti.
Padre Cantalamessa ha confermato di aver visto la trasmissione. Quindi conosce. Ciò nonostante, ancora oggi mette in dubbio le accuse rivolte ad Arkeon, definendole “voci”. Quale rispetto ha Padre Raniero Cantalamessa per i fuoriusciti che hanno raccontato a Mi Manda Rai Tre e ancor prima a Maurizio Costanzo gli abusi subiti? Quale rispetto ha per Stefano, il giovane che con grande coraggio ha voluto testimoniare in diretta, a viso aperto, le violenze subite nel gruppo Arkeon? Alcune di quelle persone avevano già subito tentativi di screditamento ricevendo da Arkeon denunce per diffamazione, ma proprio coloro che hanno denunciato ora sono indagati per calunnia dalla magistratura (grave reato che si contesta quando la denuncia è artificiosa e infondata). E scrive:
“Ma nel presentare tale testimonianza io evitai volutamente di fare il nome di Arkeon, limitandomi a dire che la coppia era stata aiutata da “un gruppo di sostegno”. Sarebbe come dire che chi in TV parla di caffé fa per ciò stesso propaganda di Lavazza. Chi, tra gli ascoltatori, poteva sapere che il “gruppo di sostegno” si riferiva ad Arkeon e come ha fatto chi sostiene tale accusa a scoprirlo, se non indagando sui rapporti intrattenuti dalle persone fuori della trasmissione, violando quindi la loro privacy? Sono essi, non io, che hanno tirato in ballo Arkeon, a proposito del mio programma. Qualcuno dovrà spiegare un giorno perché l’ha fatto e con quale autorizzazione.” Un'altra denuncia? Queste ultime parole hanno un tono quasi intimidatorio. E' tuttavia giusto dare una risposta e svelare qui il segreto. L’appartenenza di quelle persone ad Arkeon non era riservata e loro stesse l’avevano già resa pubblica.
Era nota a centinaia, anzi migliaia di persone, e spiego il perché: le immagini trasmesse da Rai Uno e commentate da Padre Cantalamessa sono contenute in un video promozionale di Arkeon.
Preciso meglio: l’intervista commentata da Cantalamessa su Rai Uno è contenuta in un Dvd realizzato e diffuso prima ancora da Arkeon, in cui molti seguaci raccontano con entusiasmo la loro esperienza nel gruppo.
Non è un video amatoriale ad uso privato, sia chiaro, bensì un vero e proprio documentario intitolato “La via del padre”, realizzato dalla Tribe Communication, con tanto di sigla iniziale, colonna sonora e titoli con i nomi dei tecnici e del regista. La diffusione del Dvd è stata ampia, sia all’interno di Arkeon (che ha quindicimila aderenti) sia inevitabilmente all’esterno. Ecco, così è stato svelato il segreto… di Pulcinella. Ma cose da scoprire ce ne sono pure altre.
Ad esempio il backstage di quel video.
Cantalamessa scrive: “…due persone da me intervistate”.
Ma a dire il vero non sono state intervistate da lui. E qui vogliamo svelare un sorprendente retroscena. Nella versione originale del filmato non si vede ma si sente bene chi intervista quelle due persone: è la voce inconfondibile del caposcuola di Arkeon, Vito Carlo Moccia. E si parla ovviamente di Arkeon, in particolare dei cambiamenti di vita avvenuti dopo l’esperienza nel gruppo.
Perché, dunque, dovrebbe essere riservata l’appartenenza all’associazione se i seguaci ne hanno fatto pubblicamente sfoggio? Non stiamo parlando di Alcolisti Anonimi. E neppure di un istituto terapeutico, anche se Cantalamessa il 19 Febbraio 2006, a Milano, nella Chiesa di S. Eustorgio affermò che in Arkeon si seguono due percorsi distinti: uno psicologico e/o di guarigione, l’altro di fede. Infine, quando Cantalamessa lancia accuse di violazione della privacy si arriva al paradosso. In verità una violazione c’è stata e non lo diciamo noi: lo afferma l’Autorità Garante della Privacy. Un’Autorità, appunto. E riguarda proprio il modo in cui quelle immagini sono state usate.
Ma da chi? Da Striscia? Niente affatto.
Dino Potenza