Il Tribunale condanna i “guru” di Arkeon
Psico-Setta ARKEON – Per quasi 10 anni avrebbero raggirato migliaia di persone convincendole a partecipare a costosi corsi con la falsa promessa di riuscire a guarire damalattie quali tumori, Aids, depressioni e infertilità.
Si è concluso quindi con alcune condanne il primo processo controVito Carlo Moccia (fondatore) e gli altri “guru” per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica: due anni e otto mesi per Moccia, due anni (pena sospesa) per i cosiddetti “maestri della setta”, Francesco Antonio Morello, Gabriella Fabbri e Francesco Ferrara, un anno e 8 mesi (pena sospesa) per Quirino Salerno e Piero Mazza, un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per Massimo Vavalle e Francesco Locatelli. Assolti Antonio Turi, Isa Calabrese e Grazia Bozzo.
I giudici hanno anche riconosciuto il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro.
La psicologa Lorita Tinelli del Cesap, artefice dell’indagine che ha portato alla sbarra i vertici di ‘Arkeon’, si è detta soddisfatta per l’ottenimento di queste condanne ed il suo pensiero va al suo collega Carlo Fornisi che “ha sempre combattuto al mio fianco e che nel febbraio del 2011 si è suicidato perché non ce la faceva più a sostenere le spese degli avvocati per difendersi dagli attacchi legali di Arkeon e perché non ha retto alle continue denigrazioni. Oggi sarebbe felice anche lui di questa sentenza. Ora però non bisogna abbassare la guardia perché sappiamo che ci sono ‘maestri’ di Arkeon che continuano la loro attività. Perciò se c’è qualcuno in grado di testimoniare abusi subiti di recente o di fornire notizie utili prima che i reati cadano in prescrizione, lo faccia al più presto”.
Soddisfatto anche il presidente dell’Associazione “Giù le mani dai bambini” Aldo Verdecchia: «Avevo segnalato ufficialmente alle autorità l’attività di questa setta tra le province di Fermo e Ascoli, già più di dieci anni fa. Purtroppo non sono stato preso in considerazione subito e ora, dopo la sentenza di Bari, si capisce quanto fosse pericolosa. Ha rovinato un sacco di persone a Fermo, San Benedetto e nelle zone limitrofe, ma se si fosse agito prima forse i danni si sarebbero potuti limitare. Nel 2000, mi sono infiltrato personalmente nella setta e durante una riunione svoltasi nel Fermano ho potuto vedere con i miei occhi come manipolavano le vittime”.
Sono mancate le condanne per i reati più gravi ed infamanti ma SOLO per la sopraggiunta prescrizione. Chiarisce appunto la sentenza uno degli avvocati di parte civile, avvocato Marco Marzari:
Il giorno 16 luglio 2012 il Tribunale di Bari ha pronunciato una articolata sentenza in esito al processo contro Vito Carlo Moccia ed i suoi adepti e maestri, con lui associati a delinquere, imputati – appunto – del reato associativo (di cui Vito Carlo Moccia è stato riconosciuto promotore e fondatore) e di un’altra serie di reati satellite, consumati in occasione dei
vari seminari tenuti da “The sacred path”.
vari seminari tenuti da “The sacred path”.
A dispetto di dichiarazioni fuorvianti rilasciate nell’immediato dagli imputati, direttamente o tramite i propri difensori, và chiarito che il Tribunale ha assolto gli imputati solo con riferimento al reato di calunnia in danno di Lorita Tinelli e di G. M., mancando la prova della volontà di calunniare. Per tutti gli altri reati contestati, si è invece raggiunta la prova della loro sussistenza! Ed infatti, ferma restando la condanna per il reato di associazione a delinquere e per quello di esercizio abusivo della professione di psicologo, i reati di violenza privata (originariamente contestata come violenza sessuale di gruppo e poi derubricata) e di maltrattamenti sono stati ritenuti consumati, ma dichiarati prescritti (ovverosia è passato troppo tempo perché la pretesa punitiva dello Stato possa continuare ad essere coltivata).
Lo stesso dicasi per le molte truffe perpetrate dagli imputati, che sono state ritenute truffe semplici (senza aggravanti) e quindi perseguibili solo a querela, che nella fattispecie mancava.
Ma ciò che è chiaro, e che gli imputati fingono di ignorare, è che il presupposto per dichiarare l’improcedibilità per prescrizione o per mancanza di querela è l’accertamento della responsabilità, come infatti troveremo spiegato nelle motivazioni della sentenza.
Nessuna assoluzione, quindi, per Moccia ed i suoi associati (salvo che per la calunnia), ma conferma che tutti i gravi fatti denunciati erano veri e comprovati!
Avv. Marco Marzari
Legale delle parti civili del Processo
Consulente del CeSAP
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