venerdì 27 maggio 2011

“Io violentata da Arkeon”


Processo alla psico-setta di Carlo Moccia, in aula i primi testimoni. Un “maestro” già condannato a 6 anni di reclusione per violenza carnale



« Fui violentata da un maestro di Arkeon, il pretesto: un rito per riportare alla mente un ricordo d'infanzia; l'attimo in cui, da piccola, sarei stata abusata sessualmente da un pedofilo ». Emergono ormai sconcertanti le testimonianze nelle aule al neon di via Nazariantz; che ieri ha aperto il sipario a quello che prende forma come il processo più importante, di certo il più sconvolgente dell'anno giudiziario barese. Tremano gli imputati: per primo Carlo Moccia, il fondatore della psico-setta (che ha deciso di non comparire in aula), e poi i “maestri” di Arkeon le cui trame si svelano nelle parole tremanti d'emozione e rabbia dei testimoni. « Non c'era nessun pedofilo; erano solo pretesti per estorcermi denaro, usarmi in tutti i modi... anche come oggetto sessuale!”. La pratica era sempre la stessa, lo dimostrano le testimonianze finora raccolte. Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “mestri”; si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l'infanzia. « Non te lo ricordi perché eri tropo piccola – cantilenavano i “maestri” – ma di certo hai subito una violenza carnale... l'hanno subita tutti da bambini: questa è la causa dei mali che affliggono la tua vita! ». Il “lavaggio del cervello” condizionava a tal punto gli individui che alcuni hanno persino denunciato alla magistratura, per violenza carnale, ignari genitori, zii e amici. « Durante le cerimonie – racconta una testimone – alcuni vomitavano. Allora il maestro si compiaceva: “Brava! Quello che hai appena rimesso non è vomito, ma lo sperma del pedofilo che ti ha violentato!” ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro di purificazione”, come veniva definito dai maestri di Arkeon, che consisteva in tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimone racconta il suo percorso nella setta prima e dopo l'utilizzo corrente dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “guru” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona – racconta una testimone – anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». La setta aveva aperto sedi in tutta Italia, anche con l'appoggio di alcuni membri della Chiesa, gli adepti erano migliaia: è facile immaginare, quindi, che gli introiti di Moccia & Co. fossero a parecchi zeri. I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti; solo l'intervento di alcune associazioni, che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (una fra tutte, il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l'intervento della stampa, le acque intorno al caso hanno incominciato a smuoversi. « Ne abbiamo passate di tutti i colori – continua – è difficile pensare che le forze dell'ordine, coloro i quali hanno il compito di difendere i cittadini, siano stati i primi a voltarci le spalle ». Ora i ricordi spiacevoli fanno posto alla speranza. « Abbiamo fiducia nell'operato dei giudici, ed invitiamo tutti coloro che hanno mantenuto il riserbo per tanti di anni di uscire allo scoperto e di unirsi a noi in questa lotta! Sappiamo che a Bari ci sono molti ex adepti della setta, è ora che escano dall'ombra e facciano sentire la propria voce... ». Il processo che si tiene in questi giorni a Bari fa parte di un filone che si estende per tutto lo Stivale. Nei giorni scorsi sì è concluso il processo gemello di primo grado a Milano, che riguarda uno degli imputati del processo di Bari, il maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello (il “maestro” citato nelle testimonianze). Morello è stato condannato a Milano a 6 anni di reclusione e 5 mila euro di risarcimento, per aver abusato sessualmente di due sue allieve che frequentavano i suoi seminari. Facendo leva sulle loro debolezze e sul ruolo da lui rivestito, le ha indotte a pratiche sessuali che, secondo lui, sarebbero servite a far riemergere il ricordo di un presunto abuso sessuale vissuto nell'infanzia. A Bari Morello è imputato per i reati di associazione a delinquere finalizzati a truffa, abuso della professione, violenza privata. È inoltre indagato per calunnia, insieme ad altri 46 membri di Arkeon che hanno denunciato due fuorusciti della setta e la presidente del CeSAP, la psicologa Lorita Tinelli.

Mirko Misceo

giovedì 26 maggio 2011

Milano, santone accusato di molestie Lui: "Le violenze erano una terapia"

Era accusato di aver abusato di due donne convincendole che le violenze fossero l'unica "terapia", dopo avergli anche fatto credere di essere state vittime da bambine di molestie sessuali, in realtà inesistenti.

L'uomo, Antonio Morello, 69 anni, che si definiva 'maestro' di una 'psico-setta' chiamata 'The sacred path', è stato condannato oggi a 6 anni di reclusione dal Tribunale di Milano. L'inchiesta del pm di Milano Giovanni Polizzi (aveva chiesto una condanna a 4 anni) a carico dell'uomo era nata come uno stralcio di un'indagine della Procura di Bari, dove il 'maestrò era imputato per altri reati insieme a una decina di componenti della 'psico-setta', che utilizza il cosiddetto 'metodo Arkeon', vagamente ispirato alle filosofie orientali. La setta in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere 10.000 adepti in tutta Italia e a truffare molte persone. La Procura di Milano, invece, contestava al 'maestro' due episodi di stupro che si sarebbero verificati nella sua abitazione milanese tra il 1999 e il 2002. Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe condizionato psicologicamente le due donne convincendole di essere state da bambine vittime di episodi di pedofilia. Le avrebbe indotte così a pensare di avere subito dei traumi che dovevano essere rimossi con una terapia basata su atti sessuali. La quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha anche condannato l'imputato a versare una provvisionale da 5 mila euro a una delle vittime, parte civile.

Martedì 24 maggio 2011 17.37

STUPRÒ DONNE PER 'CURARLE':CHIESTI 4 ANNI PER IL "MAESTRO"

MILANO - Chiesta la condanna a 4 anni di carcere per giudizio Antonio Morello, il 69enne che tra il 1999 e il 2002 avrebbe violentato due donne inducendole a credere che l'unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da piccole fosse quello di sottoporsi a una terapia individuale con lui in veste di «maestro» della psico-setta «The sacred path».

La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero Brunella Sardoni ai giudici della quinta sezione penale e a essa si è associato l'avvocato Marco Marzari, legale di una delle due presunte vittime che si è costituita parte civile. Il dibattimento, che potrebbe già concludersi nel pomeriggio con la sentenza, deriva dallo stralcio della posizione di una delle dieci persone a processo a Bari, dove la setta aveva la sede operativa, con l'accusa di aver organizzato in tutta Italia numerosi seminari a pagamento, facendo credere ai partecipanti affetti da cancro o Aids di poter risolvere i loro problemi con il metodo Arkeon ideato da Vito Moccia.

A Milano Morello è accusato di aver condizionato psicologicamente le vittime con la falsa autorità derivante dalla qualifica di «maestro» all'interno della setta, convincendole di essere state da bambine vittime di pedofilia e che per superare il trauma dovevano sottoporsi a una terapia particolare. Quindi, con l'aggravante di aver abusato della loro condizione di inferiorità fisica, le avrebbe costrette a subire atti sessuali nella propria abitazione. In un'altra occasione, si leggeva nella richiesta di custodia cautelare avanzata a suo tempo a Bari, si sarebbe reso responsabile anche di uno stupro di gruppo. Questa contestazione, però, non è stata trasmessa a Milano e figura nel procedimento barese come violenza privata.

Giustizia - Condannato «maestro» di psico-setta


Milano: abusi sessuali spacciati come «terapie».

Era accusato di aver abusato di due donne dopo averle convinte che le violenze fossero l'unica 'terapia' a presunti abusi sessuali subiti nell'infanzia. L'uomo, Antonio Morello, 69 anni, che si definiva 'maestro' di una psico-setta chiamata The sacred path, è stato condannato il 24 maggio a sei anni di reclusione dal tribunale di Milano.
L'inchiesta del pm di Milano, Giovanni Polizzi, che aveva chiesto una condanna a quattro anni, a carico dell'uomo era nata come uno stralcio di un'indagine della procura di Bari, dove Morello era imputato per altri reati insieme a una decina di componenti della psico-setta, che utilizza il cosiddetto metodo Arkeon, vagamente ispirato alle filosofie orientali.
10 MILA ADEPTI IN ITALIA. La setta in dieci anni di attività sarebbe riuscita a raccogliere 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone. La procura di Milano, invece, contestava all'uomo due episodi di stupro che si sarebbero verificati nella sua abitazione milanese tra il 1999 e il 2002.
Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe condizionato psicologicamente le due donne arrivando a convincerle di aver subìto, da bambine, episodi di violenza sessuale che, in realtà nessuna delle due ha mai patito. Quindi le avrebbe indotte a credere che quei traumi avrebbero potuto essere rimossi solo con una terapia basata su atti sessuali.
La quinta sezione penale del tribunale di Milano ha inoltre condannato l'imputato a versare una provvisionale da cinquemila euro a una delle vittime costituitasi parte civile.

Martedì, 24 Maggio 2011


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"Violentò due donne per curarle" sei anni al maestro della psico-setta

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Antonio Morello, 69 anni, è accusato di un doppio stupro: alle vittime, secondo l'accusa, faceva
credere che fosse l'unico modo per superare i disturbi da inesistenti molestie subite da piccole