mercoledì 15 dicembre 2010

La ‘psicosetta’ torna in tribunale a Bari tra pochi giorni: Il capo di ‘Arkeon’ si oppone all’archiviazione


Se ne parla spesso in convegni, seminari e in tv, ma sempre più spesso sono persone reali a cadere nella rete tesa dalle temibili psicosette

. Quelle che, approfittando dello stato di debolezza di quelle stesse persone afflitte da problemi famigliari o psicolologici, finiscono per credere a fanatici, santoni e finti salvatori. E tra pochi giorni, precisamente Il 16 dicembre prossimo, nelle aule del Tribunale Penale di Bari si parla d’una setta fondata proprio a Bari, almeno inizialmente, prima di mettere radici anche a Milano e altrove. Infatti in via Nazariantz si celebrerà un’ulteriore udienza (dinanzi al giudice dell’udienza preliminare Marco Guida) per discutere dell’archiviazione del procedimento penale a carico di alcune persone che avevano denunciato uno dei capi di ‘Arkeon’, il barese Vito Moccia. Già imputato anche per il reato di calunnia, avendo denunciato alcuni fuorusciti dal gruppo, Moccia ha impugnato l'archiviazione della sua denuncia per diffamazione già disposta dal giudice dell’indagine preliminare. Sempre a Bari, ma tra tre mesi esatti, riprende l’altro processo ad ‘Arkeon’. Sul banco degli imputati una decina di persone accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto circa tre anni fa a Bari dopo le denunce di alcune persone truffate con un metodo che ricopiava malamente alcune tecniche indiane Nelle ultime due udienze celebrate a giugno e ottobre dinanzi ai giudici della Seconda Sezione Penale (Pres. Forleo), il Collegio ha ammesso alcune parte civili per il risarcimento dei danni: la dottoressa Lorita Tinelli come parte lesa, ma anche come rappresentante del centro studi contro gli abusi psicologici. La Tinelli, a causa delle sue denunce, è anche una delle persone già prosciolte nel procedimento che riprenderà a metà dicembre. Carlo Moccia nel processo in corso dinanzi al Tribunale di Bari è accusato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale e tornerà in aula il 4 marzo per l’escussione dei primi testimoni. I giudici baresi, come i colleghi milanesi dove sono in corso altri procedimenti giudiziari, dovranno accertare se le tecniche usate dagli adepti del ‘metodo Arkeon’ fossero in effetti indirizzate a persone fragili, pronte ad aggrapparsi a qualsiasi speranza per stare meglio in cambio di denaro: persone affette da tumori, Aids o anche coppie sterili. L’introspezione della psicosetta barese, secondo l’impostazione accusatoria, si traduceva in incontri e seminari, naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi a strani atteggiamenti di libertà, fisica e verbale. La rete ‘Arkeon’ copriva tutto lo stivale, da Palermo a Roma, fino a Milano, dove è tuttora in corso un altro dibattimento contro lo stesso metodo Arkeon. A Bari molti invece, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Bretone, avrebbero partecipato solo ad alcune lezioni, ma altri sono arrivati a sborsare fino a 15mila euro, finendo intrappolati in vere e proprie truffe. (fdm)

“Io, perseguitata e minacciata da Arkeon”

Parla la psicologa che ha denunciato la psicosetta di Carlo Moccia, sotto processo a Bari


Lorita Tinelli è una psicologa iscritta all’ordine dal 1998 e si interessa di culti distruttivi, organizzazioni devianti e leader carismatici da oltre quindici anni, oltre ad essere anche consigliere nazionale del GRIS (Gruppo di ricerca socio religiosa, riconosciuto dalla CEI) fondando, assieme ad altri studiosi del fenomeno, il CeSAP, Centro studi per gli Abusi Psicologici, dal 2005 convenzionato anche con due Università italiane (Bari e Chieti). Nel suo percorso di studio e ricerca dei fenomeni fenomeni da lei studiati, la dottoressa Tinelli è entrata in contatto con diverse persone che le chiedevano aiuto a causa dell’ingresso dei propri cari nel cosidetto ‘lavoro’ di Vito Carlo Moccia. Tutti, indistintamente, pur non conoscendosi tra di loro, riportavano le stesse esperienze di brusco allontanamento dei propri cari dopo aver frequentato alcuni seminari del Moccia. I genitori riferivano che quest’allontanamento da parte dei figli era successivo alla loro disperata confessione di aver ricordato una esperienza di abuso durante l’infanzia, perpetrata da uno dei genitori o da altri parenti o amici col consenso di uno dei due genitori. Altri riferivano che il proprio compagno o compagna, o amico, dopo aver tentato un avvicinamento al gruppo del proprio partner, al chiaro rifiuto, interrompeva i rapporti, ritenuti inutili e un ostacolo nel percorrere il “Sentiero Sacro” proposto da Vito Carlo Moccia. Ed ora quest’ultimo è sotto processo col suo metodo ‘Arkeon’ a Bari e altre città proprio dopo le accuse e denunce di Lorita Tinelli.


Allora, dottoressa, quando inizia il caso “Arkeon”?

“Arkeon viene alla ribalta mediatica quando una delle vittime - che, oltre a riferire di aver subito una vera e propria violenza di gruppo, ci ha rimesso il progetto di vita familiare in Arkeon, in quanto il suo compagno fu indotto ad una ‘trasgressione creativa ’ dal suo maestro di riferimento – raccontò la sua esperienza in TV nella nota trasmissione di Maurizio Costanzo, “Tutte le mattine”. A gennaio di quattro anni or sono Maurizio Costanzo, interessato a questo fenomeno, dedicò tre puntate all’approfondimento, invitando anche la sottoscritta nell’ultima puntata, a riferire quanto conosceva in base alle storie raccolte e agli studi scientifici effettuati. Ebbene, un mese dopo la partecipazione televisiva, Moccia e i rappresentanti di alcune società e associazioni da lui stesso fondate e aventi prevalentemente sede legale in via Amendola, in Bari (Tribe Human Consulting, Tribe Human Communication, Terre d’Incontro, Kidokai), inviarono alla sottoscritta sia in qualità di professionista che in qualità di presidente del CeSAP e a soli due fuorusciti che avevano partecipato a quella trasmissione di Costanzo (malgrado anche altri fossero presenti, incluso lo stesso Costanzo, avessero espresso giudizi molto più forti dei nostri) un atto di citazione per diffamazione con richiesta di danni di oltre 4 milioni di euro. Dopo circa un altro mese lo stesso Vito Carlo Moccia deposita una richiesta urgente per la chiusura del sito del CeSAP, dove diverse persone iniziavano ad avere il coraggio di raccontare la loro devastante esperienza nel percorso Arkeon. Nello stesso anno, ad aprile, un centinaio di membri di Arkeon a vario titolo, incluso Moccia, sottoscrivono un kit di denuncia, appositamente predisposto dagli avvocati del Moccia e ritrovato con gli allegati, durante le indagini. Insieme al kit è stata ritrovata anche una email dell’avvocato di Moccia che, incoraggiando a sottoscrivere tale denuncia in massa, si esprime in termini denigratori circa le affermazioni riportate dal CeSAP, palesando un atteggiamento probabilmente non in linea con la professionalità sancita dall’Ordine degli Avvocati. Quest’altra denuncia è stata depositata da ogni adepto di Arkeon in ogni parte d’Italia, evidentemente per rendere ancora più dispendiosa e faticosa l’azione di difesa dei querelati”.

Cosa è accaduto dopo?

“Quest’evidente lite temeraria ha finito per suscitare un grande interesse presso la Procura di Bari, che ha effettuato le indagini che hanno portato ai risultati che oggi conosciamo, ovvero l’apertura di un procedimento penale nei confronti di 11 membri di Arkeon, incluso il fondatore e la sua stessa moglie. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere, abuso della professione medica e psicologica, incapacità derivata da violenza, maltrattamento di minori e calunnia. A Milano è stato stralciato il reato di violenza sessuale contestato ad uno degli 11 imputati presso il Tribunale di Bari, ma che avrebbe consumato il reato in Lombardia”.


E a Bari, invece, qual è stato l’esito dei contenziosi legali?

“A settembre 2006 il Giudice Michele Salvatore, del Tribunale Ordinario di Bari, ha deciso in merito al provvedimento urgente di chiusura del sito del CeSAP da parte di Moccia, sostenendo che in virtù della libertà di espressione ciò non potesse essere possibile. Lo stesso Giudice esprime un giudizio di merito riferendo che l’attività del CeSAP fosse meritoria nella tutela delle vittime di false psicoterapie. La causa civile promossa con la richiesta di oltre 4 milioni di euro è ancora in corso a Bari, con prossima udienza il 13 aprile, data in cui sarà interrogato lo stesso Vito Carlo Moccia. Diverse procure d’Italia hanno archiviato le varie denunce penali depositate presso di loro dai vari membri di ‘Arkeon’ e i primi quarantasei di loro sono ancora indagati, presso la Procura di Bari, per concorso in calunnia, per aver cioè denunciato le solite tre persone (la sottoscritta e i due fuorusciti di Arkeon) sapendole innocenti”.

Scusi, dottoressa Tinelli, ma in cosa consistono le minacce e molestie di Arkeon?

“Subito dopo le trasmissioni di Costanzo ci sono stati resi noti dei messaggi, firmati da membri di Arkeon, in cui si minacciavano azioni di militanza a difesa di Vito Carlo Moccia, contro i suoi critici. A ottobre del 2007 la procura di Bari ha emesso un’ordinanza con richiesta di misure cautelari nei confronti dei primi 6 membri di Arkeon indagati, tra cui il Moccia. Oltre a questo sigilla i locali della sede legale di Arkeon e ne chiude tutti i siti, al fine di evitare che il gruppo continuasse le proprie attività nonché a promuoversi. Nonostante le precise disposizioni della Procura barese, un’ottantina di membri di ‘Arkeon’ organizzano a febbraio 2008 un incontro presso un hotel romano con una studiosa di religione, con richiesta di aiutarli a riabilitare la credibilità dello stesso Arkeon. In quest’incontro, immortalato in alcuni filmati, la studiosa sembra offrire precise indicazioni al gruppo su come raggirare le disposizioni della procura e su come riabilitare l’immagine di ‘Arkeon’ al grande pubblico mediante siti creati ad hoc e migliori definizioni del percorso mistico. I poliziotti della Digos interrompe l’incontro, interroga alcuni dei presenti, tra cui un sacerdote, una suora e un noto attore del piccolo schermo, e sequestra tutto il materiale presente. Nonostante questo, la studiosa interpellata da ‘Arkeon’ apre un forum nel proprio sito e, come sostiene una relazione della stessa Digos presente negli atti del processo, permette ai membri di riorganizzarsi e di promuoversi, ma anche sembra indurre alcuni testimoni a ritrattare le dichiarazioni già rese durante le indagini alla Digos. Immediatamente il forum viene bloccato dalla Procura con una ordinanza di sequestro preventivo, visto l’ostacolo che tale situazione poteva provocare all’indagine che intanto proseguiva. La studiosa di religioni viene indagata per abuso della professione e associazione a delinquere e la sua posizione è ancora pendente presso la Procura di Bari. Beh, da quel preciso istante alcuni membri di ‘Arkeon’, insieme alla stessa studiosa e ad altre tre persone dello stesso entourage della studiosa hanno iniziato un sistematico progetto diffamatorio contro la sottoscritta e altri testimoni del processo, nonché vittime di ‘Arkeon’. Insieme hanno creato una quindicina di blog a me dedicati in cui hanno tentato con ogni mezzo di minare la mia credibilità professionale. Mi hanno anche diffamata presso i miei contatti professionali e presso il l’Ordine degli Psicologi, nonché presso associazioni italiane ed estere con cui ho collaborato per anni. E’ stato addirittura più volte contattato, per telefono e per lettera, il Ministero di Giustizia col quale il CeSAP ha collaborato in passato. E non è finita…”


Che altro è accaduto?

“Anche alcuni testimoni e vittime di ‘Arkeon’ sono stati derisi e denigrati negli spazi virtuali appositamente creati e sono state condotte “indagini”, da parte del medesimo gruppo di militanti, anche nei confronti di alcuni collaboratori del CeSAP, nonché di prossimi testimoni al processo. Dai documenti processuali emerge che alcuni adepti avevano preparato persino un ‘dossier’ sulla sottoscritta, poi sparito miracolosamente dal pc dell’autore. Guardi, io stessa vengo costantemente inseguita in ogni spazio della rete informatica cui ho accesso e le mie conversazioni ricopiate e inserite in altri contesti, al fine di offrire al pubblico una immagine deturpata della sottoscritta. E’ stata persino ritoccata e stravolta una mia fotografia al fine di deridermi personalmente e professionalmente. L’autrice di quest’azione, di cui conosco nome e cognome, ha immesso tale foto nella rete, sbeffeggiandomi con testi offensivi e irriverenti, facendola rimbalzare di blog in blog, con l’appoggio dei membri di Arkeon. L’estate dell’anno scorso un altro messaggio ‘anonimo’ avvertiva che si stava programmando una spedizione punitiva”.

Ma di cosa l’accusano gli adepti di questa psicosetta?

“La colpa principale che mi viene attribuita da questo gruppuscolo di militanti è l’aver manipolato la stampa e la magistratura. In realtà sono stata semplicemente una persona informata sui fatti e nel procedimento penale sarò una delle testimoni del PM, nonché parte lesa e parte civile per alcuni dei reati contestati agli imputati. Le diro’: quest’attività molesta protratta ormai da oltre due anni sta producendo dei seri effetti. Per quanto mi riguarda ho dovuto fare sostanziali modifiche nella mia vita per evitare, quanto possibile, gli effetti devastanti di qualche squilibrato esaltato. Anche i miei pazienti e gli utenti del CeSAP risentono di tale clima. Ma soprattutto le vittime di Arkeon che dovranno anche testimoniare nell’ambito del procedimento penale”.

Già, il processo a Moccia riprende fra tre mesi, a Bari…

“Sì, ci sono stati un paio di rinvii, ma soprattutto già ci sono state defezioni nella prima fase del procedimento civile. Alcuni testimoni hanno parenti ancora vincolati a Moccia. Altri temono che prima o poi la macchina della ritorsione attraverso denunce e diffamazione possa travolgere anche loro e non posso permettersi di perdere lavori e di vivere ancora in uno stato di forte stress, oltre a quello già vissuto. Altri ancora hanno ricevuto minacce. Ricordo che alcune delle persone in prima linea nel progetto di diffamazione e di molestia sono indagate e agiscono noncuranti delle disposizioni della Magistratura”.


Francesco De Martino

Il Quotidiano di Bari

venerdì 19 novembre 2010

Riempire il vuoto normativo per contrastare il fenomeno delle sette, ripristinando il reato di plagio

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07078

presentata da
MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO
mercoledì 5 maggio 2010, seduta n.317

MASTROMAURO, LOSACCO, SERVODIO e BELLANOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno.-
Per sapere - premesso che:

nella provincia di Bari sono state rinviate a giudizio 10 persone (la posizione dell'undicesimo indagato è stata stralciata) coinvolte nell'inchiesta della psico-setta Arkeon,

l'indagine ha preso spunto dalla trasmissione Mi manda rai3 del 2006 e più recentemente anche da differenti servizi di Striscia la notizia;
la setta, con sede amministrativa a Bari, liberamente ispirata alle filosofie orientali del genere Reiki, secondo gli investigatori sarebbe riuscita in dieci anni di attività a raccogliere e truffare oltre 10 mila adepti in tutta Italia, obbligandoli a partecipare a costosi seminari per poter guarire da malattie gravi, tumori e AIDS;

a capo della setta sarebbe Vito Carlo Moccia, di 57 anni di Noicattaro (Bari) il quale si dichiarava psicologo senza possederne il titolo;

attraverso la testimonianza di molti membri della predetta setta è stata riscontrata, tra l'altro, la pratica dell'abuso sessuale e della violenza di gruppo anche su minori, spingendo le vittime a credere che l'abuso sessuale fosse stato praticato nel corso dell'infanzia dal 95 per cento dei genitori sui propri figli;
tali ricordi, rimossi secondo la setta andavano recuperati attraverso l'abuso sessuale da parte dei maestri; tali fatti pare risalgano al periodo dal 1998 al 2008, nel corso del quale si sono accertati anche due suicidi collegati alle attività di Arkeon;

i maestri proponevano percorsi graduali di affiliazione all'organizzazione risultati essere vere e proprie manipolazioni, attraverso la partecipazione a seminari pagati dai partecipanti intorno ai 260 euro per il primo livello e fino ai 15 mila euro per i livelli successivi;

è stato inoltre riscontrato attraverso le testimonianze di alcune vittime che alcune coppie per risolvere la loro crisi coniugale sono arrivate a pagare fino a 100 mila euro;

dopo che la Corte Costituzionale, con una sentenza del 1981, ha cancellato il reato di plagio, l'attività lobbistica delle sette è molto più forte, non esistono al momento misure di contrasto efficaci contro queste organizzazioni, nonostante i numerosi arresti effettuati dalle Forze dell'ordine negli ultimi anni, ad esempio quello di Danilo Speranza, guru della setta Re Maya avvenuto a Roma;

la procura di Bari ha contestato ai dirigenti della setta Arkeon i reati per associazione a delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza; il processo è iniziato la settimana scorsa -:

se si intendano adottare iniziative per riempire il vuoto normativo in materia di contrasto del fenomeno delle sette, ripristinando il reato di plagio;

se si intendano assumere e/o intensificare, soprattutto nelle zone più colpite dal fenomeno, i necessari interventi di ordine pubblico per reprimere il fenomeno;

se si ritenga opportuno promuovere una campagna di sensibilizzazione, in particolare nelle zone disagiate e colpite già in passato dall'attività delle sette, affinché fenomeni di questo tipo non proliferino, attivando strumenti culturali atti a prevenirli tramite la sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
(4-07078)

martedì 9 novembre 2010

Arkeon: a Milano parte il processo al "Santone" della psico-setta degli stupri

E' un articolo trovato in rete....
Risale al maggio di quest'anno, ma lo trovo comunque interessante ed a completamento sulla rassegna stampa degli articoli usciti sull'agomento

In Puglia la base operativa dell’organizzazione che prometteva guarigioni a malati di cancro e aids. 11 rinviati a...



Milano - Organizzavano seminari a pagamento in tutta Italia, vere e proprie adunate di folla in cui facevano credere ai partecipanti affetti da cancro e aids di poter guarire con il metodo “Arkeon”, ideato da Vito Moccia, di Noicattaro (Ba) ma residente a Milano. Il 12 maggio scorso nel capoluogo lombardo è cominciato il processo a carico di Antonio Morello, il “Santone” della psico-setta con base operativa in Puglia. Morello, secondo le accuse, tra il 1999 e il 2002, avrebbe violentato due donne con la scusa di aiutarle a superare i disturbi derivati da presunte molestie sessuali subite da piccole. Le due vittime si sono costituite parte civile insieme alla dott.ssa Lorita Tinelli, presidente del Cesap (Centro Studi abusi psicologici), che con la sua denuncia ha fatto partire l’inchiesta di Bari con 11 imputati rinviati a giudizio.



Le mega adunate della psico-setta. Il processo di Milano è solo l’ultimo anello di una lunga catena di abusi a danno degli adepti che partecipavano agli incontri della psico-setta. Il fondatore Vito Moccia è infatti accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, esercizio abusivo delle professioni di psicologo e medico, violenza privata e maltrattamenti ai danni di minori. Moccia promuoveva il suo metodo attraverso filmati promozionali e volantini diffusi in libreria. La promessa era quella di una guarigione psicologica a chi era in difficoltà e cercava conforto. Per tale ragione organizzava seminari, incontri che davano vita ad un giro d’affari milionario andato avanti per anni sulla pelle dei più deboli. Oltre 10 mila i casi denunciati dalle vittime, alcune disposte a sborsare fino a 100 mila euro per le terapie indicate dal santone.



Le confessioni degli ex adepti. Nel Gennaio del 2006 fu Maurizio Costanzo a raccontare l’esperienza di alcuni ex adepti vittime di abusi, assieme alla testimonianza della dott.ssa Tinelli. Gli ex adepti hanno poi preso parte ad altri programmi televisivi in cui hanno commentato i filmati dei seminari di Arkeon, commissionati dallo stesso Moccia, il fondatore che era riuscito persino a farsi intervistare nel 2004 nell’ambito della trasmissione di Rai Uno “A sua immagine” dell’allora conduttore del programma Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della casa pontificia. Sempre secondo le testimonianze degli ex adepti, anche un sacerdote avrebbe preso parte agli incontri di Arkeon, pronto ad inginocchiarsi davanti al maestro “Moccia” e ringraziarlo nel nome del Signore.

sabato 23 ottobre 2010

Slitta ancora il processo alla psicosetta



L’introspezione si traduceva in incontri, studi e seminari, naturalmente a pagamento. I giudici della II Sezione Penale rinviano a febbraio 2011 i primi testi, mentre incombe la prescrizione


Era già stato rinviato all’altro ieri e cioè a metà ottobre, dopo un’udienza durata l’intera mattinata prima della pausa stiva, il processo alla psicosetta barese ‘Arkeon’

E mercoledì c’ha pensato l’altro maxiprocesso denominato ‘Farmatruffa’ a costringere il presidente del collegio giudicante a farlo slittare nuovamente di altri quattro mesi, questo dibattimento contro una decina di persone accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto anche a Bari dopo le denunce su metodi che ricopiavano malamente alcune tecniche indiane.

Nell’udienza del 22 giugno, dunque, celebrata dinanzi ai giudici della Seconda Sezione Penale (Pres. Forleo) presso il Tribunale di Bari, dopo una lunga camera di consiglio il collegio ammise alcune parte civili per il risarcimento dei danni nella persona della dottoressa Lorita Tinelli come parte lesa, ma anche come rappresentante del centro studi contro gli abusi psicologici e infine l’ordine degli psicologi, mentre fu esclusa l’Arcigay e un’associazione a tutela dei consumatori.

A giugno l’avvocata difensore di Vito Carlo Moccia, principale accusato per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale, prese la parola per precisare alcuni aspetti procedurali, in particolare la genericità di alcuni capi d’imputazione, ma il collegio, dopo la replica del Pubblico Ministero Francesco Bretone, ha preferito prima rinviare il processo al 13 ottobre e poi ancora al 3 febbraio dell’anno venturo, per cominciare a escutere i testimoni chiamati dallo stesso Pubblico Ministero.

E proprio alcuni di essi, presenti l’altra mattina nell’Aula dove si sarebbe dovuto svolgere il processo, hanno avuto modo di esprimere tutta la loro rabbia e disagio per l’ennesimo rinvio, segnale anticipatore d’una prescrizione che aleggia sempre più pesantemente. E che potrebbe cancellare la lunga scia di reati contestati dalla Pubblica Accusa con un brutto, bruttissimo colpo di spugna. Ciò anche in considerazione del lungo elenco presentato dalla difesa degli imputati, probabilmente allo scopo di allungare a dismisura i tempi processuali, sperando, appunto, nella prescrizione per evitare ulteriori accertamenti dibattimentali o condanne. I giudici baresi, infatti, dovranno accertare se le tecniche usate dagli adepti del ‘metodo Arkeon’ fossero in effetti indirizzate a persone fragili, pronte ad aggrapparsi a qualsiasi speranza per stare meglio in cambio di denaro: persone affette da tumori, Aids o anche coppie sterili. L’introspezione della psicosetta barese, secondo l’impostazione accusatoria, si traduceva in incontri e seminari, naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi a strani atteggiamenti di libertà, fisica e verbale.

La rete ‘Arkeon’ copriva tutto lo stivale, da Palermo a Roma, fino a Milano, dove è tuttora in corso un altro dibattimento contro lo stesso metodo Arkeon. A Bari molti invece, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Bretone, avrebbero partecipato solo ad alcune lezioni, ma altri sono arrivati a sborsare fino a 15mila euro, finendo intrappolati in vere e proprie truffe. Ma ecco una testimonianza di chi ha provato il metodo ‘Arkeon’, quella di Carlo ‘…ridotto ad uno straccio arrivato anche a tentare due volte il suicidio con tanto di ricovero in ospedale reparto psichiatrico per disturbi della personalità nella disperazione’. Carlo, dopo la fine di Arkeon, è stato lasciato dalla moglie, ‘…dicendo che non mi aveva mai amato e che era stata con me solo per il fatto di far parte di Arkeon. Io sono caduto in una depressione fortissima e in quei momenti di depressione ho preso l'hiv con dei rapporti omosessuali non protetti perché, prima di essere convinto del contrario da Moccia, io ero omosessuale, scrivo non per cercare una via di fuga dalle mie eventuali responsabilità legali ma per offrire un' altra testimonianza su come certi metodi possono essere realmente devastanti.

Io come maestro di Arkeon ho semplicemente ubbidito a quello che mi veniva detto e ho sempre creduto che il metodo che portavo avanti non avesse niente a che fare con la psicologia. non mi sono mai permesso di essere critico perchè chi lo faceva era tacciato e poi allontanato dal gruppo’. Ora si attende che queste e tante altre storie siano ripetute a partire dal 3 febbraio 2011 in un’aula di tribunale, a Bari, per comprendere cos’era in realtà ‘Arkeon’. Sperando che non arrivi prima il colpo di spugna di cui sopra…


Francesco De Martino


www.quotidianodibari.it

giovedì 16 settembre 2010

FORUM NAZIONALE ANTIPLAGIO: CONTRO LA MANIPOLAZIONE MENTALE E GLI ABUSI PSICOLOGICI


“Si sono costituiti oggi, a Palazzo Marini, il primo
Forum Nazionale Antiplagio e l’Osservatorio Nazionale sulle sette abusanti
,
composto da singoli cittadini e dalle associazioni onlus SOS Antiplagio,
ARIS Toscana, ARIS Veneto, Antiplagio Volontario, CESAP, Telefono
Antiplagio, FAVIS, Giù Le Mani Dai Bambini, European Consumers, Comitato
Romano Vittime delle Sette”
. Così l’On. Scilipoti (IDV), in riferimento al
Forum nato per contrastare il fenomeno settario dei culti pseudo-religiosi,
pseudo-spirituali, commerciali, del rafforzamento del potenziale umano e
della crescita personale. “Questi culti sono raffinatamente abusanti, in
quanto utilizzano collaudate e subdole tecniche di condizionamento
psicologico, per assoggettare la persona alla volontà del leader della
setta, o dell’elite dominante”. Continua il deputato di Italia dei Valori:
“L’intento è quello di contrastare questi culti che, dietro la maschera
della spiritualità o della crescita della personalità, portano il proprio
adepto alla incondizionata adorazione del leader, a donazioni patrimoniali,
a prestazioni sessuali e a lavorare gratuitamente. Lo rendono totalmente
schiavo del suo volere, depersonalizzandolo fino all’annullamento dello
spirito critico, attraverso l’uso di sottili tecniche di manipolazione
somministrate all’insaputa del soggetto e che aggirano la sua
consapevolezza”. Conclude l’On. Scilipoti (IDV): “E’ necessario impedire e
contrastare, in ogni modo, tutte quelle forme di manipolazione operate dalle
psico-sette, attraverso l’informazione, la prevenzione, l’aiuto alle
vittime”.Roma, 14/09/2010

Dott. Giuseppe Cuschera

Ufficio Stampa

On. Dott. Domenico Scilipoti

sabato 4 settembre 2010

La lettera di Saviano per la salvezza di Sakineh.

"Lap­i­darla sig­ni­ficherebbe lan­ciare un sasso con­tro ogni donna. Può sem­brare retorico, scon­tato, persino falso, per­ché in fondo le donne da altre parti del mondo vivono come vogliono e forse nem­meno sanno chi è lei.

Ma poiché queste sono parole è com­pito nos­tro trasfor­marle in sassi, colpendo chi l’ha con­dan­nata. In modo da rius­cire ad essere in molti — e deter­mi­nanti — nel dire, nel pre­tendere: “Nes­suno levi la mano con­tro Sakineh”.

Roberto Saviano"

http://www.repubblica.it/esteri/2010/08/30/news/la_lettera_di_saviano-6618405/?ref=HRER2-1

Qui invece potete sentire l'audio:

http://tv.repubblica.it/copertina/saviano-per-sakineh-lapidarla-e-lanciare-un-sasso-contro-ogni-donna/52354?video&ref=HRER2-1

venerdì 3 settembre 2010

Interrogazione Parlamentare sulle Psicosette del 30-7-2010

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03344
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 362 del 30/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: MANCUSO GIANNI
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 30/07/2010
Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELL'INTERNO
MINISTERO DELLA SALUTE
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 30/07/2010
Stato iter: IN CORSO
Fasi iter:
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/07/2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-03344
presentata da
GIANNI MANCUSO
venerdì 30 luglio 2010, seduta n.362

MANCUSO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che:

si va diffondendo il fenomeno delle psico-sette, cioè quei gruppi che promuovono lo sviluppo della personalità, di fatto schiavizzando la mente degli adepti e devastandone la vita;

questi gruppi si rivolgono soprattutto ai giovani e persone con personalità fragili, promuovendo dei corsi, apparentemente innocui, di sviluppo della memoria, favoriti dalla vacatio normativa;

i docenti, millantando titoli accademici inesistenti e attingendo a teorie psicologiche infarcite di suggestioni orientaleggianti, cercano di rendere succubi le loro «prede», senza che queste se ne rendano conto;

l'obiettivo è sempre quello di ottenere le risorse economiche degli «allievi» e delle rispettive famiglie, nonché di sfruttarli come manodopera a costo zero -:

quali iniziative di recupero intenda adottare il Governo nei confronti delle vittime di queste sette che, dopo aver rotto i rapporti con le rispettive famiglie, hanno la necessità di ricostruire la propria vita, analogamente a quanto accade ai tossicodipendenti e alle persone vittime di altre dipendenza;

quali iniziative volte a reintrodurre norme di carattere sanzionatorio intenda adottare il Governo nei confronti di questi manipolatori di carriera, a 30 anni dall'abolizione del reato di plagio. (5-03344)

Interrogazione parlamentare sulle psico-sette del 19 -7-2010

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08062
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 354 del 19/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: DONADI MASSIMO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/07/2010
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/07/2010
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08062
presentata da
MASSIMO DONADI
lunedì 19 luglio 2010, seduta n.354

DONADI. - Al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che:

in questi ultimi anni è esponenziale la crescita di truffe esercitate sia tramite i mezzi di comunicazione che con il passaparola, per contrastare questo fenomeno molto viene fatto dalle Forze dell'ordine e altrettanto da associazione create ad uopo;

tra i vari fenomeni truffaldini esiste quello delle psico-sette che sta diventando un vero fenomeno sociale;

ne è un esempio ciò che viene esposto in un articolo del Corriere Mercantile del 30 maggio 2010, nel quale la
dottoressa Lorita Tinelli, psicologa del Cesap (centro studi psicologici)
lancia un allarme concreto contro quei gruppi di persone che promuovono lo sviluppo della personalità, schiavizzano la mente di adepti e devastando loro la vita, con l'unico fine di estorcere rilevanti somme economiche alle vittime;

nel 1981 venne abolito il reato di plagio dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 96 dell'8 giugno 1981, che rilevò un contrasto tra l'articolo 603 del codice penale e gli articoli 21 e 25 della Costituzione;

dal 1981 ad oggi si è creato un vuoto legislativo nel quale operano i «manipolatori della mente» e proliferano organizzazioni, comunità, leader carismatici capaci di sfruttare tutti i meccanismi persuasivi capaci di scardinare ogni forma di difesa da parte di persone attirate in una trappola di suggestioni e promesse;

spesso tali personaggi non hanno nemmeno titoli accademici atti all'esercizio di qualsiasi professione inerente la loro truffa;

per convincere le vittime adotterebbero suggestioni di massa, ma ancora peggio la tecnica del PNL (programmazione neuro linguistica) tecnica che dovrebbe essere riservata agli psicologi;

nelle scorse legislature sono state molte le proposte di legge in merito al reato di plagio o manipolazione mentale, presentate in entrambe i rami del Parlamento che non hanno visto la fine del loro percorso legislativo;

in questa legislatura sono molteplici le proposte di legge sempre inerenti il tema, già presentate senza avere ancora iniziato il loro iter -:

se il Ministro, vista la situazione contingente di crisi economica e sociale che sta coinvolgendo il nostro Paese, che amplifica le incertezze, le insicurezze e le paure generazionali, non ritenga di approntare un'iniziativa normativa atta a colmare questo vuoto legislativo, tenendo conto, se lo riterrà opportuno, delle indicazioni che emergono dalle proposte di legge già assegnate in commissione giustizia. (4-08062)

giovedì 2 settembre 2010

Interrogazione parlamentare sulle psico-sette del 14 -7-2010

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 352 del 14/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: SCILIPOTI DOMENICO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/07/2010
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
GIOVENTU'
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/07/2010
Stato iter: IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08036
presentata da
DOMENICO SCILIPOTI
mercoledì 14 luglio 2010, seduta n.352

SCILIPOTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della gioventù.- Per sapere - premesso che:

in Italia vengono attivati corsi di memoria, lettura veloce e crescita personale, basati sulla programmazione neuro linguistica (PNL); si tratta di una tecnica psicologica, la cui valenza scientifica è ancora da assodare, che teorizza la possibilità di influire sugli schemi comportamentali di soggetti attraverso la manipolazione di processi neurologici messi in atto tramite l'uso del linguaggio; la teoria della PNL è che i pensieri, i gesti e le parole dell'individuo interagirebbero tra loro nel creare la percezione del mondo. Modificando la «mappa del mondo», cioè il sistema di credenze relativo a ciò che è la realtà esterna e a ciò che è la realtà interna, la persona può potenziare le proprie percezioni, migliorare le proprie azioni e le proprie prestazioni; applicando opportune tecniche di cambiamento, sia la percezione del mondo che la risposta ad esso, si possono modificare; dietro questi corsi si celano vere e proprie psico-sette;

il comitato di volontariato Telefono antiplagio ed il consorzio di associazioni European Consumers, promotori del «Progetto Antiplagio» per la regione Lazio, sono stati contattati dai familiari di quattro giovani vittime che hanno frequentato in regioni diverse la stessa società, Your Trainers Groups & High Consulting, cambiando radicalmente la loro vita;

nessuno dei membri di questa società è laureato in psicologia, pedagogia, scienze della formazione e medicina (psichiatria), e quindi abuserebbe della professione;

per convincere le vittime, soprattutto giovani, verrebbero usate suggestioni di massa; ma ancor peggio, viene utilizzata la tecnica della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), che dovrebbe essere riservata agli psicologi;

tutto ciò avverrebbe attraverso una persuasione sottile, che modifica il carattere e le abitudini dell'individuo, come: dormire poco, avere sempre meno tempo per la vita privata, abbandonare le amicizie, distaccarsi;

nel nostro Paese sono nate tante imprese analoghe a quella menzionata, collegate tra loro, che aprono e chiudono dopo un anno o due e che riescono, con l'espediente di aver trovato lavoro agli adepti, a passarseli di mano, convincendoli che si tratta del loro futuro e sfruttandoli -:

se e quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere, promuovendo iniziative normative, affinché tale inaccettabile comportamento venga sanzionato e non sia consentito ai responsabili della società in questione e di altre società analoghe di attivare e pubblicizzare corsi che hanno a che fare con la salute, in particolare con la mente umana;

se i Ministri interrogati non ritengano opportuno informare, urgentemente, l'opinione pubblica e far allertare le scuole e le università, dove i nostri giovani vengono irretiti più facilmente, con riferimento a tali corsi. (4-08036)

giovedì 19 agosto 2010

Nel 1981 cancellato il reato di plagio Ora una legge contro la «bomba d' amore»

Dinamica Il meccanismo manipolatorio è lo stesso che convince al martirio i kamikaze La vittima viene inondata di attenzioni per carpirne fiducia e fedeltà

clicca qui per leggere l'articolo del Corriere della Sera

venerdì 23 luglio 2010

Come Mi Vuoi ..



Robin Stern - Come Mi Vuoi Imparare a Difendersi Dalla Manipolazione Emotiva

Descrizione :
Se ritenete che qualcuno vi spinge a fare qualcosa che sapete di non dover fare, oppure vi persuade a credere l'incredibile, probabilmente siete vittime della manipolazione. Vostro marito esagera nel flirtare con un'altra donna e, quando lo affrontate, vi dice di smetterla di essere così sospettose? Dopo una lunga discussione, vi scusate per averlo accusato. Il vostro capo vi ha appoggiato su un progetto durante un colloquio in privato, ma durante la riunione del personale, alla quale sono presenti anche i vostri collaboratori, di colpo cambia tono e vi critica pubblicamente? Vostra madre vi critica su ogni cosa: l'abbigliamento, il lavoro, gli amici e il partner? Voi, invece di reagire, sostenete che spesso lei ha ragione. Può succedervi o, forse, vi è già successo. Ma come ci si comporta in simili circostanze? Quali sono gli errori che è necessario evitare? Lo dice, in questo manuale, Robin Stern, terapista, che spiega come capire se una relazione si sta incrinando e se voi stessi siete responsabili della manipolazione in atto. La manipolazione psicologica è un'insidiosa forma di abuso emotivo: è difficile riconoscerla ed è ancora più difficile liberarsene perché gioca su una delle peggiori paure, quella dell'abbandono, e su molti dei bisogni più profondi: quello di essere capiti, apprezzati e amati. Robin Stern insegna a individuarla, a decidere quali relazioni possono essere salvate e quali devono essere troncate, e a rendere la vita immune alla manipolazione. manipolazione psicologica

venerdì 16 luglio 2010

Un milione e mezzo di vittime in Italia

Scomparsi.
Il presidente dell' associazione famigliari: ogni anno spariscono decine di persone. Ipnosi I sedicenti guru ricorrono talvolta all' induzione ipnotica o alla somministrazione di stupefacenti. Circa 500 le sette religiose, in maggioranza al Nord Le tecniche per fare cadere l' adepto nella rete

E' un articolo del marzo di quest'anno apparso sul Corriere della Sera (per leggerlo cliccaci sopra..)

giovedì 8 luglio 2010

Il circolo degli dei



Titolo: Il circolo degli dei

Autore: Daniela Lovera
Contenuti: Gettata dalla fine del suo matrimonio in un vortice di sofferenza, Danila scambia i discorsi manipolatori di un gruppo di sedicenti “maestri” per la via della saggezza e della salvezza dal dolore. Inizia così la sua vita da sola lungo un percorso ambiguo in cui nulla è come sembra e maschere dorate nascondono il vero volto di coloro che a lei paiono dei. Mentre percorre innocente una strada senza via d’uscita, orbitano intorno a lei gli amori, la famiglia, gli amici, i compagni di questa disavventura durata dieci anni, fino alla dolorosa presa di coscienza. Alla truffa che gli sottrae anche beni materiali si sovrappone un secondo abuso: la costrizione al silenzio dettata dalla paura delle ritorsioni e dei giudizi altrui, delle facili conclusioni a cui può giungere chi affronta in modo superficiale argomenti così delicati.

Grazie al lavoro e alla sensibilità di due cacciatori di storie che si appassionano alla sua vicenda e la sostengono, il messaggio di Danila esce dal bozzolo dell’immobilità per volare in alto e ben visibile, per denunciare e mettere in guardia, per dimostrare la forza acquisita da chi agisce in buona fede.
Una vicenda vera, vissuta in prima persona e profondamente da una donna che ora sa affrontare con cuore sereno il tempo a venire.

Edizioni Neos

http://www.youtube.com/watch?v=y3N2IZGD02Y

domenica 4 luglio 2010

CHI MANIPOLA LA TUA MENTE? - VECCHI E NUOVI PERSUASORI.




Riconoscerli per difendersi.

Persuasori occulti, manipolatori di professione, studiano la psicologia collettiva per tenerla sotto controllo e sfruttarla, condizionando i comportamenti delle masse. Nell'era della comunicazione globale, essi dispongono di un corpus di conoscenze molto vasto in ambito sociopsicologico e di tecnologie sofisticate e penetranti. Gli interventi di questi esperti sugli individui, i gruppi, le comunità e le masse sono scientifici e sistematici. Per convincere e conquistare non hanno bisogno di ricorrere ai metodi autoritari di un tempo, alle minacce o alla violenza, le loro armi sono la seduzione, la persuasione e la suggestione

Editore: GIUNTI EDITORE
Collana: SAGGI GIUNTI
Pubblicazione: 04/2009
Numero di pagine: 156
PREZZO: € 12,00


Anna Oliverio Ferraris

Chi manipola la tua mente?
Vecchi e nuovi persuasori. Riconoscerli per difendersi.

Non possiamo fidarci ciecamente dei gestori dell’informazione né abbandonarci fiduciosi alle emozioni preconfezionate delle fiction. Ben più efficaci delle minacce e della violenza sono oggi le raffinate tecniche di manipolazione che spingono verso scelte inconsapevoli.
È arrivato il tempo di riacquistare la nostra autonomia nei confronti dei media e dei persuasori di professione. Come? Svelando i trucchi del mestiere. Diventando esperti quanto loro.

Imitazione, bisogno di affidarsi, condivisione delle emozioni, rispecchiamento di sé negli altri, sono esigenze psicologiche alla base della socialità, dell’aggregazione con i propri simili, della comprensione dei rapporti umani.
Questi utili meccanismi hanno funzionato per millenni senza grandi problemi, anche se già i filosofi greci ne intravedevano le possibili trappole. Oggi queste strade che ci mettono in rapida comunicazione gli uni con gli altri, che ci emozionano, ci suggestionano e convincono, sono sempre più battute a causa di un traffico incessante di messaggi mediatici, di immagini, di persuasioni palesi e occulte.

Anna Oliverio Ferraris dal 1980 è Ordinario di Psicologia dello sviluppo presso l'Università "Sapienza" di Roma. Psicologa e psicoterapeuta, è autrice di numerosi saggi e articoli scientifici in cui affronta, tra l'altro, i temi della comunicazione in contesti diversi, del rapporto con TV e nuovi media, delle dinamiche identitarie nella società contemporanea. Dirige la rivista "Psicologia contemporanea" e collabora da anni con le riviste: "Prometeo", "Vita Scolastica", "La scuola dell'infanzia", "Vita dell'infanzia". È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale di Bioetica.


La buona e la cattiva comunicazione
I nuovi persuasori
clicca qui :
Intervista a Anna Oliverio Ferraris di Ermanno Detti

venerdì 2 luglio 2010

Arkeon: proseguono i guai per Moccia ed i “soci” della psico-setta

Il 23 giugno si è tenuta la seconda udienza nei confronti degli 11 imputati di Arkeon.

Gli avvocati di Moccia e di Morello, hanno mosso delle eccezioni nei confronti dei soggetti che si sono costituiti parte civile nell’udienza scorsa.
Il collegio giudicante si è espresso con una ordinanza. Rimangono confermati il CeSAP e l’Ordine degli psicologi come parte civile, mentre sono stati esclusi il Codacons, il Favis e l’Arcigay, in quanto non avrebbero nello statuto la giusta motivazione per potersi costituire parte civile.
Le associazioni estromesse ricorreranno a tale disposizione.

Nella medesima udienza gli avvocati di Moccia e di Morello hanno eccepito sull’esistenza di reati che non sembrano essere stati contestualizzati. Gli avvocati hanno richiesto in quali seminari si sono svolti gli abusi, datosi che nell’ordinanza del PM non sono state indicate date precise.
Il PM ha controbattuto a tali eccezioni affermando che egli contesta l’intero metodo Arkeon che era, sempre secondo il PM, pedissequamente applicato da diversi maestri in tutti i seminari.
Il Collegio giudicante si è riservato di rispondere agli argomenti sollevati, alla prossima udienza del 13 ottobre 2010.

Fonti mi comunicano che si stanno svolgendo diverse altre indagini su alcuni membri di Arkeon che sembra a vario titolo si siano macchiati di diversi reati. Inoltre è stata fatta richiesta di rinvio a giudizio per 47 soci di Arkeon, accusati di concorso in calunnia.

Gianni Leone

mercoledì 30 giugno 2010

'Metodo Arkeon': Oggi in aula per la psico-setta barese

Notizia del 23 giugno 2010

Riprende questa mattina dinanzi ai giudici della Seconda Sezione Penale presso il Tribunale di Bari il processo alla psicosetta barese ‘Arkeon’.




Sul banco degli imputati una decina di persone accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto dalla Digos nell’autunno di tre anni fa, dopo una denuncia di alcune persone truffate. Arkeon, guidata dal sedicente psicologo Vito Carlo Moccia accusato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale, aveva sede in via Amendola, non lontano dal centro di Bari.Il tutto si basava sulla filosofia orientale Reiki, un percorso di sviluppo e conoscenza individuale attraverso la tecnica dell’introspezione. Ma nel concreto, era indirizzata a persone fragili, pronte a tutto, ad aggrapparsi a qualsiasi speranza: persone affette da tumori, Aids o anche coppie sterili. L’introspezione si traduceva in incontri e seminari, naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi ad atteggiamenti di libertà, fisica e verbale. Sembrerebbe infatti che li invitasse anche ad avere rapporti sessuali tra loro. Questo il ‘No limits’. Ma cosa ancora più grave, sembrerebbe che a questi incontri partecipassero anche dei minorenni, 4 ragazzi dai 12 ai 18 anni, anche se però non si sa ancora bene se i rapporti sessuali abbiano coinvolto anche loro. La rete non era limitata al capoluogo pugliese, ma copriva tutto lo stivale: da Palermo a Latina, da Roma a Milano. Più di 15mila coloro che si sarebbero affidati al metodo Arkeon: tre, secondo gli accertamenti degli inquirenti baresi, i livelli di apprendimento, naturalmente a pagamento; il ‘primo livello’ delle lezioni costava 250 euro, ‘l' intensivo’ 1.100, il ‘terzo livello’ circa 12mila. Molti, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, parteciparono solo a poche lezioni, ma altri, sfortunati, come ad esempio una coppia milanese che non riusciva ad avere figli, arrivarono a sborsare fino a 15mila euro. Obiettivo comunque della Sacred Path, questo il nome della setta, era espandersi a macchia d’olio in tutta Italia, anche se per ora sotto processo, assieme a Moccia, sono finiti Saverio Quirino, Isa Calabrese, Antonio Turi, Pietro Mazza, Massimo Vavalle, Gabriella Fabri, Grazia Bozzo, Francesco Locatelli e Francesco Morello, Saverio Quirino. Nella sede legale di via Amendola, a Bari, c’erano i server, poi sequestrati, di ben quattro siti internet, appunto per creare, sempre secondo l’impostazione accusatoria, una sorta di franchising nazionale, attraverso meeting organizzati in strutture alberghiere. La setta si estendeva per tutto lo stivale da ben dieci anni, anche se il processo che riprende stamani con l’ascolto dei primi testimoni, dopo la costituzione delle parti civili per il risarcimento dei danni, servirà proprio a chiarire i contorni d’una ‘psicosetta’ molto radicata e pericolosa.

Francesco De Martino

Udienza Arkeon 23 giugno 2010

Comunicato circa l'udienza.


Il giorno 23 Giugno 2010 si è tenuta la seconda udienza del processo Arkeon presso il Tribunale di Bari.
Il Collegio giudicante ascoltate tutte le eccezioni degli avvocati degli imputati ha confermato nel processo la presenza del CeSAP e dell'Ordine degli Psicologi come Parti C ivili, oltre che di tutte le altri parti lese.
Non è stata accettata la richiesta di costituzione come parte civile della Favis, del Codacons e dell'Arcigay.
Gli avvocati di queste ultime associazioni, intendono ricorrere a tale ordinanza.
La prossima udienza si terrà il 13 ottobre 2010.
Contemporaneamente diverse altre indagini sono partite coinvolgendo a vario titolo altri membri di Arkeon.
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The second hearing for the Arkeon trial was held in Bari, at the local Court of Law on June 23, 2010.

After examining all the objections of the counsel for the defence, the court confirmed the Centre of Studies on Psychological Abuse (Ce.S.A.P.) and the Association of Chartered Psychologists as plaintiffs in the proceedings, besides all other injured parties.

The claims of FAVIS, CODACONS and ARCIGAY were rejected. The counsel for the defence of these associations intend to appeal against the decision.

The next hearing will be held on 13 October 2010.

Meanwhile, new investigations are started on other members of Arkeon for various offenses.

venerdì 18 giugno 2010

"Cercavo la felicità, ho trovato l'inferno"

Il papà di Maria (nome immaginario, ndr.) non sta molto bene da un po’ di tempo, si esprime con una voce bassissima, eppure i suoi suoni flebili, da cripta dei ricordi più mesti, ti penetrano dentro come lame, perché ci tiene a precisare che lui, vecchio professore di scuola, scafato e combattivo, ha fatto di tutto per tirar fuori dai pasticci la figlia, che avvertiva un sentore di precipizio quando lei frequentava quei “seminari”, che alla fine si è sentito in dovere di iscriversi pure lui, pagando, sprecando parte della pensione, per vedere coi propri occhi chi ci andava, per sentire con le proprie orecchie quel “vangelo” che stregava, catturava, sbilanciava le emozioni più vere di una ragazza come tante, bisognosa d’amore come tutti, ma a rischio del plagio e dell’altrui profitto, proprio no. Doveva evitarlo, ci è andato pure lui, e alla fine il peggio è stato scongiurato, anche grazie alla sua affettuosa presenza, oltre che alla lucidità e al temperamento della stessa Maria che nelle spirali del lavaggio dell’anima, nella manipolazione piena e totale delle sue scelte e dei suoi valori è riuscita a non cadere. Arkeon, il “vertice dell’essere”, il “sacro percorso” proposto a migliaia di persone dal barese Vito Carlo Moccia, era diventato nel tempo una comunità cospicua di persone che non si riuniva – come l’immaginario detterebbe – nel sottobosco di cappucci e clandestinità, candele che brillano nella notte e messe nere. Tutto avveniva alla luce del sole. O quasi. Ma sempre in un’atmosfera di setta e di condizionamento psicologico profondo a fini di lucro che criminologi e clinici conoscono molto bene. Un’idea di positività assoluta, riti di iniziazione, un leader carismatico, la colpevolizzazione sul passato e la “vittoria” fatta intravedere nel futuro, l’insegnamento e l’obbedienza, la paura di fallire e la velocità nel pagare: ed ecco servito il piatto venefico di una realtà parallela da cui è difficile uscire se non facendo davvero patti terribili col più accanito dei diavoli, il sé trasformato, alienato nel credo di un seduttore delle coscienze che più ti fa sentire piccolo e inadeguato dentro, più chiede denaro per insegnarti a sviluppare la tua persona. Adesso una indagine della Digos di Bari, con il contributo decisivo del Cesap (vedi box), ha portato al rinvio a giudizio di Moccia e di altre dieci persone. I reati contestati dal pm di Bari Francesco Bretone (ma il processo ha uno stralcio anche a Milano) sono: associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’esercizio abusivo della professione medica e psicologica. Oltre che, a vario titolo, violenza privata, maltrattamenti su minori, incapacità procurata da violenza e violenza sessuale. Molti maledicono l’ingerenza della giustizia nelle “liberatorie” e pseudo-filosofiche attività del guru Moccia. Molti si sentono semplicemente dei salvati. Come Maria.

Maria, come sei entrata nelle file di Arkeon?
«Ho conosciuto Arkeon agli inizi degli anni ‘90 grazie a un fidanzato ventenne che mi parlava di questo percorso di crescita personale per migliorare se stesso, i rapporti familiari e che mi fece conoscere questo maestro, Vito Carlo Moccia, che - diceva - gli aveva cambiato la vita, lo faceva stare benissimo. Un mese dopo quando lo incontrai mi resi conto che le frasi che mi avevano fatto innamorare erano la perfetta fotocopia di parole, di modi d’essere e di atteggiamenti del maestro. Per 250mila lire pensai di fare la cosa giusta, e mi iscrissi per non intaccare il nostro rapporto. Il maestro chiamava questi seminari reiki, terapia di guarigione naturale con le mani sul genere della medicina orientale, ma intrisa di psicologia spicciola tratta da Freud e spiegazione di malattie psicosomatiche. Attraverso iniziazioni con occhi chiusi e mani sulle ginocchia, il maestro da dietro faceva gesti per aprire i “canali” e fare uscire energia che poi ognuno avrebbe potuto usare per convogliarla su organi malati. Cominciai a vedere tutti che si tenevano per mano e lui li faceva andare indietro con i ricordi, gli intimava di “entrare in processo”, cioè di buttare fuori rabbia e dolore represso per superare il dolore ed essere felici. Tutte queste persone comandate piangevano, urlavano, si dibattevano, con la bava alla bocca, sembravano pazzi, allora presi e me ne scappai. Mi dissero che col “canale” aperto era pericoloso, e allora tornai per evitare chissà quali conseguenze».

La tua storia d’amore ha avuto però un esito tragico.«Il mio fidanzato frequentò tutti i seminari, ognuno dei quali costava almeno un milione di lire, più i cosiddetti “intensivi”; prendeva soldi dai genitori che pur di non vederlo drogato glieli davano, ma all’atto pratico sempre di una cosa tossica si trattava. Alla fine, con altri venti milioni di lire, diventò maestro con facoltà di fare seminari. Si vendette un appartamento e un terreno e costrinse i genitori a iscriversi anch’essi. Ma siccome Arkeon diceva che per uscire dai problemi bisognava andare alle radici, gli stessi genitori, costretti a raccontare la verità, divorziarono perché ammisero che si tradivano. La madre uscì fuori di testa e la rinchiusero in psichiatria per qualche mese. Questo fu il danno psicologico alla famiglia. Lui invece, era diventato ingestibile: essendo maestro gli era stato detto che non doveva più lavorare ma essere imprenditore. Lo stesso Moccia con questi seminari diceva che si può diventare ricchi e fare la bella vita, e il mio ex diventò un fannullone che voleva solo guadagnare senza fare niente. Poi gli venne detto che per essere un vero maestro doveva entrare nella sua più grande paura, guardarla e superarla. La sua era quella del buco. E iniziò a bucarsi. Da maestro credeva di gestire l’eroina. Morì di overdose. Il primo ago se lo fece con la certezza che l’avrebbe superato perché i maestri sono onnipotenti. Veniva da me, si faceva, poi tornava dai suoi genitori e fingevano tutti di non capire. Lo stesso Moccia mi disse che non dovevo preoccuparmi, perche questo era il suo “processo” e lo avrebbe superato, ma intanto ai seminari lo cacciava perché era fatto. Morì in Svizzera, lo trovarono a mezzanotte a terra in stato di semi incoscienza da cui non si riprese più».

Il tuo personale condizionamento tocca, invece, la voglia di un compagno.«Chi frequentava Arkeon sembrava felice, mentre io avevo storie che finivano sistematicamente o con uomini che mi trattavano male. Facevo sempre il paragone rispetto ai bravi ragazzi di Arkeon. In una casa, faraonica, meravigliosa di Moccia, fatta con i soldi di tanti poveracci, conobbi tanti, tutti solari, fedeli, con bambini, famiglie del mulino bianco, un paese dei balocchi che lui creava, mentre io vivevo male nella realtà esterna. Ne ho conosciute tantissime di coppie così. Ti dici: meglio lì che fuori, e cominci a vivere in un mondo speciale».
Una felicità fatta di plagio però, come il concetto di “trasgressione creativa”.
«Sì, secondo la trasgressione creativa la donna deve obbedire all’uomo. Per Moccia la relazione funziona se è paternale, maschilista: la donna non deve lavorare e non si ribella all’uomo che porta i soldi a casa. Se qualche volta si ribella e si crea una crisi, il menage si può salvare in extremis con Moccia che stabilisce luogo e ora in cui il lui va a letto con un’altra donna, e la moglie il giorno dopo deve chiederle come è andato, e al marito offrire le sue scuse. Era Moccia che manovrava tutti quanti. Lui dà le ricette alle coppie per mantenerle. La coppia litigava, ma dei problemi non ne parlavano in privato, fra loro, ma ai seminari. Moccia era il terzo angolo di un triangolo di coppia, per così dire, senza esplicite interferenze. Prendeva un uomo e una donna durante le riunioni, persone che magari si ignoravano, li faceva avvicinare, gli diceva delle cose carine per unirli e nel giro di un fine settimana si mettevano insieme. Ma la scena più terribile e straziante l’ho vista a Padova: una donna che piangeva a dirotto perché aveva saputo che il suo uomo che seguiva i seminari aveva messo incinta un’altra donna, e lei doveva toccare la pancia dell’altra chiedendo scusa a lui e promettendogli che iniziando a frequentare i seminari non avrebbe più sbagliato nella vita».

Come consideri il suo carisma?
«La gente arriva a credere a lui perché è uno dei pochi che ha una grande capacità di capire la psicologia di chi ha di fronte: gli basta vedere come parla, come cammina l’attimo della condivisione, come pensa, magari gli ha confessato il suo più grande problema, ma a differenza di tanti maghetti, è un ciarlatano di livello nettamente superiore, cattura l’adepto facendogli il bene, gli fa risolvere le incomprensioni col figlio, col genitore, gli fa trovare il partner giusto, raggiungere le cose sempre sognate, con i primi 250 euro, dopo di che lo trattiene a vita facendogli frequentare i seminari. La persona sembra toccata da Dio, ma è solo la sua mano adulatrice e da impostore. Lui gode a manipolare le menti e a fare soldi».

Poi c’erano le guarigioni dall’omosessualità e dall’Aids.«Nelle riunioni cosiddette “No limits” appariva un gong stile impero romano e 80-100 persone di tutte le età e sessi che ad occhi chiusi camminavano e si dovevano incontrare tre volte per dieci minuti toccandosi o facendo quello che si voleva. Così si scoprivano le omosessualità latenti se si accettava di farsi sfiorare da persone dello stesso sesso. A una ragazza di venti anni, che aveva l’Aids da piccolina, era triste, disse: “Tu stai bene, non prendere medicine”. Smise di prendere medicine e stava fisicamente meglio. Moccia le diceva che non ne aveva bisogno. Incontrai in centro a Bari dopo qualche anno la mamma, mi fermò lei dicendo che era distrutta, che era morta la figlia, e che Moccia si era preso gioco di entrambe. Altre volte si usava il cosiddetto “Fuoco sacro” per buttare cose che ti hanno fatto stare male. Un omosessuale malato di Aids conclamato buttò le medicine dicendo: “Io non ho più l’Aids grazie al percorso”. Secondo Moccia, tra l’altro, l’omosessualità è dovuta alla vita che hai fatto da piccolino, al rapporto col maschile e il femminile insegnato dai genitori e diceva che si può guarire».


Poi c’era il concetto della “madre perversa”.
«Quando una donna è felice la madre è perversa perché non vuole la sua felicità, in quanto non è riuscita a ottenere le stesse cose. Lui la mette in conflitto con la madre, a meno che non venga al seminario. Una volta una ragazza disse: “Io non casco nel gioco della mia madre perversa. Lei pur di farmi essere infelice si è buttata oggi dal balcone, ma io non andrò al suo funerale e sto qui con voi”. Un’affermazione agghiacciante. Molte madri hanno perso le figlie. Le famiglie, o le prende tutte nella sua logica, o se non vengono si separano».


Chi è più a rischio secondo te in questo tipo di meccanismi?
«Diciamo il 70% degli italiani possono caderci per problemi di salute, lutti, i malati terminali con i medici che ti tolgono le speranze e in quei pochi mesi di vita lui ti spilla tutti i soldi, quelli che hanno creduto nel matrimonio, poi l’amore finisce e quello che manca in famiglia lo si trova nella comunità, quelli che cercano amici che non hanno avuto perché sempre sfruttati. Nei seminari c’era struggente fratellanza, emozioni che nella realtà non avvengono. E poi era abilissimo nel meccanismo delle lacrime. Quando un adepto ha seguito tutto quello che ha detto lui, piangeva non di commozione ma di paternalismo. E tutti notavano quanto era umano e che nulla faceva per soldi. Ci cadono tutte le persone di cuore che hanno dei valori, poveri, ricchi, laureati o di ceto bassissimo. Che hanno bisogno d’amore. La persona il cui primo intento è materialismo potere e denaro non ci cade, o quelli con forte autostima. Il furbacchione si è letto tre libri di Freud, ha visto la società di oggi dove tutti vogliono soldi e sono tristi e si è inventato un sistema per agganciare le persone, stimolandole sulle cose che non hanno, rappresentando lui stesso un modello vincente con moglie, figli e ricchezza».

Credi che lui “predichi” ancora a tutt’oggi?«In case private sì. Non ci guadagna come prima i miliardi. Un corso intensivo valeva duemila euro. C’è gente che ci crede ancora, e si coalizza contro quelli che li stanno attaccando dicendo che loro non possono capire che esiste una via spirituale che salva le persone. Ma questi non hanno visto il male fatto a tanti».

Ma come si è scoperchiato questo sistema?
«Lui diceva che solo rivivendo l’esperienza dell’abuso sessuale che sicuramente hai vissuto nell’infanzia sarai felice. In una coppia c’era una lei impenetrabile. Le hanno voluto far rivivere il “trauma” anche se diceva di non averne subìti e l’hanno violentata davanti agli occhi del maestro. Comandando lui stesso a tre, quattro persone di farle violenza per il suo bene, per farle fare il salto. La donna poi ha denunciato. È stata la via che ha aperto».

Santone-adepto: un rapporto di dipendenza

Dott.ssa Lorita Tinelli, lei è psicologa e presidente del Cesap, Centro studi Abusi psicologici. Cos’è il Cesap?«Lavoriamo da anni su diversi casi a carattere nazionale. Uno di questi ha riguardato il caso Arkeon, una sorta di organizzazione psicosettaria, operante in tutta l’Italia di cui 11 membri sono imputati a vario titolo per reati quali associazione a delinquere finalizzata a truffa, abuso della professione, maltrattamento di minori, violenza privata, violenza sessuale e calunnia».

Quali dinamiche psicologiche riscontrate nelle esperienze di proselitismo e plagio?«Una delle dinamiche più ricorrenti è il rapporto di dipendenza che viene a crearsi tra il santone e il suo adepto, pericoloso come quello verso una sostanza. Il santone mette, attraverso tecniche sottili, il proprio adepto nelle condizioni di fare tutto quello che lui gli dice, di seguirlo, di non obiettare su nulla di quello che gli viene raccontato. Solitamente questo rapporto si basa anche su ricatti non molto palesati o su induzioni di sensi di colpa. In alcuni gruppi i vari organizzatori dei seminari o degli incontri lasciano intendere ai neofiti che smettere di frequentarli farà sì che potranno sviluppare malattie o fare esperienze devastanti».

Che significato "estensivo" attribuite al termine "setta"?«Il termine setta deriva dal latino sequor (seguire) o secare (separare). Quando un gruppo è chiuso, si separa dal restante contesto sociale, anche solo inducendo ideologie particolari nei propri adepti, modificando la loro vita al punto da portarli a vedere il mondo in termini di bianco e nero, dentro e fuori, da portarli a rompere i rapporti con chi non condivide il loro nuovo stile di vita, allora ci troviamo di fronte ad un gruppo settario. Vi sono molti adepti che finiscono per suicidarsi o per adottare comportamenti lesivi anche contro altri, oppure che smettono di prendersi cura dei propri figli, coinvolgendoli anche in attività più cruente del gruppo stesso».

Casi particolari e/o esemplari che avete affrontato e risolto?«Spesse volte ci chiamano genitori disperati che non vedono più i loro figli da tempo in quanto “spariti” in qualche organizzazione settaria. Ci confrontiamo quindi molto spesso col dolore delle famiglie distrutte, con la disperazione di amici e con quella di persone che ci chiedono una mano per venire fuori dalle situazioni abusanti. Diversi i casi difficili da risolvere, ma altrettanti i casi in cui siamo riusciti a rendere le persone “libere” di scegliere. In un caso singolare io stessa, dopo essere stata denunciata da adepti, su richiesta del loro maestro, mi sono vista contattare da alcuni di questi querelanti che mi chiedevano scusa e che mi ringraziavano per aver permesso loro di uscire dalla trappola mentale in cui erano».

Chi si rivolge a voi e come intervenite subito dopo una drammatica segnalazione?«A noi si rivolgono prevalentemente familiari e amici di persone che sono intrappolate in una organizzazione settaria. Solitamente perché hanno ravvisato comportamenti strani o molto preoccupanti nel proprio caro. A volte sono fuorusciti da esperienze settarie che ci chiedono aiuto per il superamento dell’esperienza ed una consulenza legale per verificare la loro attuale posizione nei confronti del gruppo stesso. Noi offriamo prima assistenza e ascolto psicologico e giuridico gratuito. Se poi c’è necessità di interventi specifici, ci affidiamo ai professionisti convenzionati e presenti in tutta Italia».

venerdì 28 maggio 2010

Arkeon un'esperienza al limite

Arkeon un'esperienza al limite

Cliccando il titolo potete rivedere la puntata andata in onda il 19 aprile 2010

dal sito Chi l'ha visto? Rai 3

Immagini inedite della vicenda che ha portato al rinvio a giudizio di
Vito Carlo Moccia e del suo metodo volto al benessere spirituale
denominato Arkeon.

mercoledì 26 maggio 2010

Arkeon: Stuprate per 'curarle' al via il processo a Milano

Milano, 12/05/2010 - Ha preso il via il processo a carico di Antonio Morello, il 67enne che tra il 1999 e il 2002 avrebbe violentato due donne inducendole a credere che l'unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da piccole fosse quello di sottoporsi a una terapia individuale con lui in veste di "maestro" della psico-setta "The sacred path". Nell'udienza di oggi, davanti al collegio della quinta sezione penale, le due presunte vittime si sono costituite parte civile insieme alla presidente del Cesap (Centro studi abusi psicologici), Lorita Tinelli, che con la sua denuncia aveva dato il via all'inchiesta che a Bari, dove la setta aveva la sede operativa, è costato il rinvio a giudizio di dieci persone. Avrebbero organizzato in tutta Italia numerosi seminari a pagamento, facendo credere ai partecipanti affetti da cancro o Aids di poter risolvere i loro problemi con il metodo Arkeon ideato da Vito Moccia, di Noicattaro ma residente a Milano. Sono accusati formalmente di associazione per delinquere finalizzata alla truffa,esercizio abusivo delle professioni di psicologo e medico, violenza privata, maltrattamenti ai danni minore. A Milano, invece, la Procura persegue per competenza territoriale due presunti episodi di stupro che si sarebbero verificati con le stesse modalità a casa di Morello tra il 1999 e il 2002. La deposizione delle parti civili è prevista per il 20 settembre.

sabato 8 maggio 2010

Arcigay Bari parte civile nel Processo Arkeon

Il Comitato provinciale Arcigay Bari "Liberi di Essere Liberi di Amare" ha presentato oggi l'istanza di costituzione a parte civile nel processo penale contro 11 persone accusate di associazione per delinquere, truffa ed esercizio abusivo delle professioni di psicologo, psicoterapeuta e medico, finalizzati all'applicazione ed alla diffusione del "metodo Arkeon", per
curare dall'omosessualità, dall'AIDS, da tumori terimali ecc..

Arkeon è stata definita dalla stampa una "psicosetta" che chiedeva denaro in cambio di promesse di guarigioni fuori dalla scienza.

Arcigay Bari ha nominato quale difensore di fiducia Enrico Fusco, avvocato ed ex presidente del Comitato Provinciale Arcigay Bari.

"E' la prima volta che l'associazione barese si costituisce parte civile in un giudizio: è un atto molto importante perché, con queste azioni, il Comitato barese può davvero svolgere a pieno il compito di tutela e promozione del benessere delle persone omosessuali del territorio", ha dichiarato Francesco Camasta, presidente del Comitato Provinciale Arcigay Bari.

La presenza di Arcigay Bari nelle aule del Tribunale Penale ha destato grande interesse nei media nazionali e locali.

Questo è il link al quale troverete tutte le notizie relative al processo:

http://www.gaynews.it/view.php?ID=84248&s=16

domenica 2 maggio 2010

Arkeon, un'attività finalizzata alla manipolazione delle coscienze. La psicoanalisi libera, loro isolavano. ..


La preghiera integralista causa dipendenza.
Un interessante servizio di Chi lo ha visto? ha riproposto con allarmante opportunità, il caso di Arkeon, la pseudo organizzazione psichiatrica che si prefiggeva, in teoria, la cura e la rinascita degli individui. Come é noto, Arkeon e il suo fondatore e guru, sono sotto processo penale. Di Arkeon ed in genere delle psico sette abbiamo parlato col professor Francesco Bruno, criminologo e psichiatra. Professor Bruno, quali sono i danni che determina Arkeon?: " io ho avuto pazienti che hanno cercato cura da me, dopo la infausta esperienza di Arkeon e molti di loro hanno vissuto fatti traumatizzanti e violenti. Questa autentica setta si prefiggeva la cura di patologie psichiatriche attraverso la tattica della manipolazione delle coscienze finalizzata a fini di lucro, ovviamente non per gli associati, ma per chi la dirigeva". Poi aggiunge: " certamente vi é l' esercizio abusivo della professione medica e arrivo a dire che i tarocchi e i maghi ...

... di strada sono molto meno dannosi di questi signori. I primi, indubbiamente ciarlatani, sono nella maggior parte dei casi, di scarso danno, costoro invece, traumatizzano le persone in modo talvolta irreversibile".

Possono essere definiti setta?: " hanno tutte le caratteristiche della setta. Mentre la psicoanalisi vera tende a liberare, Arkeon si prefiggeva in realtà di soggiogare le persone al dominio e alla volontà di una persona senza scrupoli".

Meraviglia il fatto che, secondo quanto accertato, abbia ottenuto parole di elogio da padre Cantalamessa: " non so come abbia fatto e non saprei dire se per innocenza o altro, ma bisogna approfondire, perché é una cosa inquietante e credo che in Italia come Arkeon ve ne siano altre di sette, per esempio a Bari".

Poi fa un paragone: " la preghiera in sé stessa é una cosa buona e nobile e va incoraggiata. Ma se questa diventa non un fatto comunicativo, ma si trasforma in isolamento morboso, in integralismo settario, causa dipendenza, cose che avvengono, spiace dirlo, anche tra cattolici ed islamici.Tutte le forme aggregative che cercando la dipendenza e il numero chiuso sono tendenzialmente settarie, perché vogliono un isolamento al posto dell' apertura. Quest' Arkeon e i suoi guru meritano un giudizio attento, scrupoloso e severo per i danni arrecati".


Bruno Volpe

giovedì 29 aprile 2010

Arkeon, un'esperienza al limite

Chi l'ha visto? Rai Tre

Data messa in onda:19/04/2010

Vito Carlo Moccia diffondeva il suo metodo, denominato "Arkeon", attraverso filmati promozionali ma anche volantini diffusi in libreria. Prometteva una guarigione psicologica a chi era in difficoltà e cercava una via per uscirne. In molti, addirittura tra i 10 e i 20 mila, secondo lo stesso ideatore, fondatore e capo di "Arkeon", Vito Carlo Moccia, hanno seguito i suoi seminari, incontri per cui si pagavano centinaia e anche migliaia di euro. Un giro d'affari milionario andato avanti per anni, fino a quando, in una trasmissione di Maurizio Costanzo del gennaio 2006, alcuni degli ex adepti hanno denunciato di aver subito abusi. A ottobre dello stesso anno sarà "Mi Manda Rai Tre" a parlarne. Dopo le testimonianze in televisione è partita una indagine della Digos di Bari, che ha portato al rinvio a giudizio di Moccia e di altre dieci persone. I reati contestati dal pm di Bari Francesco Bretone (ma il processo ha uno stralcio anche a Milano) sono: associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'esercizio abusivo della professione medica e psicologica. Oltre che, a vario titolo, violenza privata, maltrattamenti su minori, incapacità procurata da violenza e violenza sessuale.
Due ex adepti di "Arkeon" hanno commentato con le loro testimonianze immagini inedite dei 'seminari' di "Arkeon", fatte filmare dallo stesso Moccia. Quest’ultimo è stato intervistato nel 2004 nella trasmissione di Rai Uno "A sua immagine" dall'allora conduttore del programma, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. Era presente anche un sacerdote che faceva parte dell'associazione, don Angelo De Simone. Il 19 febbraio 2006, padre Cantalamessa ha incontrato oltre 400 adepti di "Arkeon" nella chiesa di S.Eustorgio, a Milano. Anche in quell'occasione era presente don Angelo De Simone, che nelle immagini inedite dei seminari si vede mentre si inginocchia davanti al “maestro” Moccia e lo ringrazia "in nome di Dio". Sempre padre Cantalamessa, in una lettera del 24 marzo 2006 in possesso della magistratura, rispondeva così alle perplessità di un fedele su "Arkeon": “La conoscenza diretta di persone e testimonianze mi convince che, lungi dall’essere una forma alternativa al cristianesimo, sta riportando innumerevoli persone alla fede, ai sacramenti e alla Chiesa. Un sacerdote che li segue da tempo, Don Angelo De Simone, Paolino, può testimoniare quanti battesimi, prime comunioni e confessioni ha personalmente amministrato nel contesto dei seminari guidati da Vito (Carlo Moccia, Ndr)”.
La psicoterapeuta Lorita Tinelli ha raccontato delle denunce di abusi arrivate in questi anni al Cesap (Centro Studi Abusi Psicologici), mentre il dirigente della Digos di Bari, Stanislao Schimera, ha ricostruito le indagini che hanno portato al processo di Bari.

martedì 20 aprile 2010

TERRIBILE !!! PSICO -SETTA " ARKEON" - CHI L’HA VISTO?

Prima parte della trasmissione Chi l'ha visto? andata in onda il 19- 4 - 2010


BARI - La procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per undici persone coinvolte nellinchiesta sul 'metodo Arkeon'. Si tratta secondo gli investigatori di una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere 10.000 adepti in tutta Italia ea truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Nellindagine della procura di Bari vengono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Secondo l’accusa, a capo dellassociazione criminale c'era Vito Carlo Moccia, di 57 anni, di Noicattaro (Bari) residente a Milano, che diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli.

giovedì 15 aprile 2010

Pietro Bono, simpatizzante del metodo Arkeon, in polemica con Gianni Leone…

Il direttore di Mondoraro Magazine
Trascrive la lettera di Pietro Bono, che teoricamente è indirizzata alla sua persona, ma che lo stesso sig. Bono non gli ha mai inviato, nonostante conosca il suo indirizzo email e nonostante ci fosse stato nei giorni precedenti uno scambio di email. Strano… eppure è così facile scrivergli…

http://www.mondoraro.org/2009/11/15/pietro-bono-simpatizzante-del-metodo-arkeon-in-polemica-con-gianni-leone/

La fantomatica lettera contro Arkeon



tratto dal sito cesap (centro studi e abusi psicologici)

Ci viene comunicato che uno dei pochi membri attivi di Arkeon (indagato per concorso in calunnia) fantastica circa una fantomatica azione diffamatoria del CeSAP su delle strutture ricettive in cui si svolgevano seminari di Arkeon.

Pubblichiamo di seguito la lettera che fu spedita ad alcune delle strutture ricettive di cui ci fecero notizia fuorusciti di Arkeon e che erano presenti sui siti e sulle brochures dello stesso gruppo. Tale lettera fu allegata dai vari membri di Arkeon nelle varie denunce che presentarono alle tante Procure d'Italia, secondo il Kit che gli avvocati del fondatore di Arkeon predisposero opportunamente. I PM e i GIP di tali Procure ritennero tale prova, insieme ad altri documenti, assolutamente non diffamatoria (da qui le varie archiviazioni e le conseguenti azioni di denuncia per concorso in calunnia).

Pubblicando la presente chiediamo pubblicamente alle tante strutture ricettive, come non abbiamo sentito le urla provienienti dalle stanze in cui i membri di Arkeon saggiavano le loro dinamiche. Come qualcuno non abbia notato il passaggio di bare, come nessuno dei dipendenti non abbia notato che membri di Arkeon salivano su un pulmanino vestiti di stracci per andare a chiedere l'elemosina in paesi vicini. Ci chiediamo davvero come le strutture ricettive non abbiano notato nulla di strano.

Qualche anno fa un hotel di Bologna ci raccontava telefonicamente di grida e di movimenti strani e fortemente preoccupanti. Possibile che fosse l'unico?

Possibile che membri dell'Hotel dove si svolse l'ultimo blitz a Roma invece si facevano complici di un incontro a porte chiuse, dopo che i giornali avevano riportato la notizia dell'ordinanza della Procura che vietava le attività di Arkeon? Nei fascicoli del tribunale sono state depositate anche le email dei titolari di quell'hotel.


Riteniamo davvero grave che nessuna di queste struttute abbia sentito il dovere, se non civico, di informare le Forze dell'Ordine di cose strane, così come qualcuno di loro ha raccontato, che avvenivano in Arkeon.

Siamo fiduciosi che prima o poi si farà chiarezza anche su questo. E ci ripromettiamo di riportare tutte le novità sul caso che la nostra associazione continua a raccogliere quotidianamente, anche grazie a documenti che continuano a pervenirci da fuorusciti.

In ogni caso per chi voglia approfondire consigliamo il seguente link:

http://www.cesap.net/index.php?option=com_docman&task=cat_view&gid=256&Itemid=60

lunedì 12 aprile 2010

PERIZIA A PAGAMENTO

di Giovanni Maria Bellu

È una storia e delicata e complicata, converrà ancora una volta andare con ordine. E prima di tutto bisogna dire che padre Cantalamessa non è l’unico uomo di Chiesa ad aver sostenuto “Sacred path”. Ce n’è almeno un altro. Si chiama Angelo De Simone ed è un sacerdote paolino oltre che un teologo. Fu lui, nel 2004, il primo a dare risalto al metodo Arkeon con un articolo nel quale Vito Carlo Moccia, che tra l’altro è anche accusato di esercizio abusivo della professione, veniva presentato come un genio pluridisciplinare universalmente conosciuto e stimato. Eccone un passo. «Un tempo Vito Carlo era imprenditore nel campo della bioingegneria, realizzato economicamente e riconosciuto nel mondo. Anni fa anch’egli scendeva nel “proprio inferno” prendendo coscienza della solitudine esistenziale che lo investiva. Andò alla ricerca di risposte nelle vie intellettuali, si laureò in antropologia e psicologia, cercò nei percorsi psicanalitici e psicoterapeutici, nelle tradizioni orientali, nella pratica della meditazione, fino a scoprire la via del ritorno al padre». Un identikit che stride in modo sinistro con quanto si legge nel decreto di rinvio a giudizio: «Il Moccia si presentava come laureato alla Jolla University di San Diego e laureato in psicologia e pedagogia presso l’università statale di Fiume, titoli inesistenti e comunque non validi in Italia». Don Angelo De Simone partecipava ai sinistri rituali dell’associazione. Celebrava gli strani matrimoni che servivano a sancire la riconciliazione di coppie peraltro già sposate, predicava tra icone di Gesù Cristo e foto di Vito Carlo Moccia. Esiste in merito un’abbondantissima, e francamente penosa, documentazione di video e di foto che lo prova. Era, don De Simone, molto vicino a “Sacred path”. E quando apparve accanto al capo supremo in una puntata di “Mi manda Rai 3” del dicembre del 2006, i telespettatori, e anche il conduttore, ebbero la netta impressione che ne facesse parte. Per la veemenza con cui ne sosteneva le improbabili ragioni. Ma era anche molto legato a padre Cantalamessa. Assieme celebrarono, il 20 gennaio del 2006 (cioè dopo che Canale 5, con Maurizio Costanzo, aveva per la prima volta segnalato la pericolosità del metodo Arkeon) una messa nella chiesa milanese di S. Eustorgio (altra circostanza che padre Cantalamessa conferma nella sua lettera e che noi documentiamo con una nuova immagine dove è possibile riconoscere, accanto a Moccia e al predicatore apostolico che si abbracciano, il teologo paolino di Arkeon). Insomma, è davvero difficile fare stare assieme questo «non interessamento» verso ciò che accadeva «nell’Associazione e intorno all’Associazione», con la frequentazione di don De Simone. A meno che questi non abbia nascosto qualcosa. Chissà, Di sicuro, dai documenti, emerge che padre Cantalamessa era informato proprio da don De Simone dell’attività di Moccia e dei suoi seguaci. Ecco cosa scrisse (il 24 marzo del 2006) nella lettera di risposta a un signore che gli aveva segnalato una di quelle «specifiche tragedie familiari» di cui ora riconosce di aver avuto notizia: «Un sacerdote che li segue da tempo, don Angelo De Simone, paolino, che può contattare se vuole (seguiva il numero di cellulare, nda) può testimoniare di quanti battesimi, prime comunioni e confessioni ha personalmente amministrato nel contesto dei seminari guidati da Vito».

10 aprile 2010

domenica 11 aprile 2010

VATICANO: P.CANTALAMESSA, HO FREQUENTATO MOCCIA SOLO SALTUARIAMENTE

(ASCA) - Roma, 10 apr - Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, ammette di aver avuto rapporti - ma solo in modo ''saltuario - con Vito Carlo Moccia, presidente dell'associazione 'Sacred Path', inventore del 'metodo Arkeon' e imputato per i reati di associazione a delinquere, truffa, violenza privata, maltrattamento di minori, come rivelato ieri dall'Unita'. In una lettera inviata al quotidiano, il frate cappuccino spiega di aver conosciuto Moccia nel 2004 ma nega di essere ''il piu' autorevole sostenitore'' della sua associazione. ''E' vero - scrive Cantalamessa - che qualche persona mi segnalo' sue specifiche tragedie familiari prodotte dal metodo Arkeon ma ricevetti anche tante dichiarazioni da persone che dicevano di essere state salvate da suddetta Associazione; io non appartengo a tale Associazione, non l'ho mai frequentata e Vito Carlo Moccia mi ha sempre dato l'impressione di una persona onesta, per cui ho cercato di incoraggiare queste persone, ritenendo che l'errore dei singoli 'maestri' non dovessero portare al giudizio negativo per tutta l'Associazione''. ''Personalmente - aggiunge il predicatore della Casa pontificia - non sono venuto a conoscenza di nessun abuso, che altrimenti sarei stato il primo a denunciare e condannare: non si denuncia se non si e' testimoni, non si denuncia solo per aver ricevuto due lettere e informai Moccia perche' accertasse la verita'. Da allora il mio rapporto, tra l'altro saltuario, con Vito Carlo Moccia si e' interrotto, in attesa che si pronunci la magistratura''.

http://www.asca.it/news-VATICANO__P_CANTALAMESSA__HO_FREQUENTATO_MOCCIA_SOLO_SALTUARIAMENTE-908420-ORA-.html

sabato 10 aprile 2010

Il predicatore: ho chiuso con Arkeon

di Giovanni Maria Bellu



Trentamila euro. Era la fine di dicembre del 2006. E i seguaci del “metodo Arkeon” decisero di investire la bella cifra per pagare uno studio su “Sacred path” - la loro associazione - al “Centro internazionale studi sulla famiglia”, il prestigioso istituto di ricerca cattolico dei padri paolini. Un tentativo estremo di riaccreditarsi come organizzazione virtuosa e riconosciuta dalla chiesa quando era già in pieno svolgimento l’inchiesta per associazione a delinquere, truffa, maltrattamenti di minori. I reati dei quali sono accusati il capo di "Sacred path", Vito Carlo Moccia e altri undici imputati nel processo in corso davanti al tribunale di Bari.

L’investimento degli arkeoniani per questo studio su se stessi risulta da un documento agli atti del processo ed è confermato dal fatto che davvero il Cisf, tra il dicembre del 2006 e il febbraio del 2007, condusse un’indagine su “alcuni aspetti dell’esperienza Arkeon”. Elaborò anche un “rapporto finale” cautamente favorevole all’associazione. Si tratta di dieci paginette precedute da un avvertimento che suona come un mettere le mani avanti: «Tutto il materiale è stato fornito da Arkeon o è stato realizzato con il suo supporto tecnico. La disponibilità e l’apertura totale dimostrate da tutte le persone di Arkeon implicate nella ricerca sono state pronte e totali, ed hanno consentito un lavoro rapido e, a noi pare, proficuo». Segue un’esposizione fredda del materiale esaminato e di quanto i ricercatori hanno potuto ricavare dalla partecipazione a due dei “seminari” per i discepoli del “primo livello”. La parte più rilevante (e forse l'unica ragione che spinse “Sacred path” a spendere trentamila euro) è nelle ultime righe. Si danno delle indicazioni su come andare avanti nel “lavoro di revisione”. In definitiva si riapre un credito condizionato. È stata poi la magistratura a impedirne l’utilizzo.

Il rapporto del Cisf conferma che l’associazione di Vito Carlo Moccia ha continuato ad avere protezioni importanti e autorevoli anche quando erano emerse pubblicamente notizie molto gravi. Come se, per i suoi sponsor all’interno della Chiesa, fosse impossibile un distacco netto e definitivo. Nella lettera che pubblichiamo in questa pagina, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, conferma integralmente le notizie che abbiamo riportato. Anche il fatto di aver ricevuto la segnalazione di “specifiche tragedie familiari” prodotte dal metodo Arkeon e di averle segnalate a Moccia, cioè al presunto responsabile delle menzionate tragedie. Aggiunge, padre Cantalamessa, di non essersi mai interessato «di quel che accadeva nell’Associazione e intorno all' Associazione». Purtroppo ancora una volta i documenti lo smentiscono. È una storia e delicata e complicata, converrà ancora una volta andare con ordine. E prima di tutto bisogna dire che padre Cantalamessa non è l’unico uomo di Chiesa ad aver sostenuto “Sacred path”. Ce n’è almeno un altro. Si chiama Angelo De Simone ed è un sacerdote paolino oltre che un teologo. Fu lui, nel 2004, il primo a dare risalto al metodo Arkeon con un articolo nel quale Vito Carlo Moccia, che tra l’altro è anche accusato di esercizio abusivo della professione, veniva presentato come un genio pluridisciplinare universalmente conosciuto e stimato. Eccone un passo. «Un tempo Vito Carlo era imprenditore nel campo della bioingegneria, realizzato economicamente e riconosciuto nel mondo. Anni fa anch’egli scendeva nel “proprio inferno” prendendo coscienza della solitudine esistenziale che lo investiva. Andò alla ricerca di risposte nelle vie intellettuali, si laureò in antropologia e psicologia, cercò nei percorsi psicanalitici e psicoterapeutici, nelle tradizioni orientali, nella pratica della meditazione, fino a scoprire la via del ritorno al padre».

Un identikitche stride in modo sinistro con quanto si legge nel decreto di rinvio a giudizio: «Il Moccia si presentava come laureato alla Jolla University di San Diego e laureato in psicologia e pedagogia presso l’università statale di Fiume, titoli inesistenti e comunque non validi in Italia». Don Angelo De Simone partecipava ai sinistri rituali dell’associazione. Celebrava gli strani matrimoni che servivano a sancire la riconciliazione di coppie peraltro già sposate, predicava tra icone di Gesù Cristo e foto di Vito Carlo Moccia. Esiste in merito un’abbondantissima, e francamente penosa, documentazione di video e di foto che lo prova. Era, don De Simone, molto vicino a “Sacred path”. E quando apparve accanto al capo supremo in una puntata di “Mi manda Rai 3” del dicembre del 2006, i telespettatori, e anche il conduttore, ebbero la netta impressione che ne facesse parte. Per la veemenza con cui ne sosteneva le improbabili ragioni. Ma era anche molto legato a padre Cantalamessa. Assieme celebrarono, il 20 gennaio del 2006 (cioè dopo che Canale 5, con Maurizio Costanzo, aveva per la prima volta segnalato la pericolosità del metodo Arkeon) una messa nella chiesa milanese di S. Eustorgio (altra circostanza che padre Cantalamessa conferma nella sua lettera e che noi documentiamo con una nuova immagine dove è possibile riconoscere, accanto a Moccia e al predicatore apostolico che si abbracciano, il teologo paolino di Arkeon).

Insomma, è davvero difficile fare stare assieme questo «non interessamento» verso ciò che accadeva «nell’Associazione e intorno all’Associazione», con la frequentazione di don De Simone. A meno che questi non abbia nascosto qualcosa. Chissà, Di sicuro, dai documenti, emerge che padre Cantalamessa era informato proprio da don De Simone dell’attività di Moccia e dei suoi seguaci. Ecco cosa scrisse (il 24 marzo del 2006) nella lettera di risposta a un signore che gli aveva segnalato una di quelle «specifiche tragedie familiari» di cui ora riconosce di aver avuto notizia: «Un sacerdote che li segue da tempo, don Angelo De Simone, paolino, che può contattare se vuole (seguiva il numero di cellulare, nda) può testimoniare di quanti battesimi, prime comunioni e confessioni ha personalmente amministrato nel contesto dei seminari guidati da Vito».

10 aprile 2010

http://www.unita.it/news/italia/97226/il_predicatore_ho_chiuso_con_arkeon


Non mi sembra che abbia proprio chiuso.... in fondo nella sua lettera al giornale l'Unità conferma tutto....e difende nuovamente Vito Carlo Moccia ... Mi chiedo : se era a conoscenza di famiglie che si erano rivolte a lui per segnalare i disagi e le conseguenze in arkeon ..perchè ha scritto a Moccia e non direttamente a quei famigliari danneggiati?

La lettera: padre Cantalamessa all'Unità

http://www.unita.it/news/italia/97228/la_lettera_padre_cantalamessa_allunit

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, a proposito dei suoi rapporti con l’associazione “Sacred path”.

Nel 2004 ho conosciuto Vito Carlo Moccia che partecipò ad una puntata della Rubrica televisiva “A sua immagine" e venni a conoscenza della Associazione da lui fondata. Mi sembrò che tale Associazione svolgesse un’opera molto bella, ma tutto finì lì, io non ho mai partecipato a nessun incontro, né mi sono mai interessato di quel che accadeva nell’Associazione e intorno all’Associazione. È vero che ad una mia Celebrazione a Milano, partecipò Vito Carlo Moccia e tanti suoi discepoli, ma non ero lì per loro, né erano stati invitati da me. Non avevo approfondito i dubbi che intanto sorgevano su questa Associazione e, comunque, non vedo cosa ci sia di negativo il salutarli in sacrestia... È vero che qualche persona mi segnalò sue specifiche tragedie familiari prodotte dal metodo Arkeon, ma ricevetti anche tante dichiarazioni da persone che dicevano di essere state salvate da suddetta Associazione; io non appartengo a tale Associazione, non l’ho mai frequentata e Vito Carlo Moccia mi ha sempre dato l’impressione di una persona onesta, per cui ho cercato di incoraggiare queste persone, ritenendo che l’errore di singoli “maestri” non dovessero portare al giudizio negativo per tutta l’Associazione.

Carissimo giornalista, sig. Bellu, questo non è un negare l’esistenza di fatti ed è la stessa cosa che riaffermo anche per quel che riguarda la Chiesa: il problema della pedofilia è reale e i sacerdoti che hanno sbagliato devono pagarne le conseguenze, ma non si può penalizzare tutta la grande massa di sacerdoti “sani e onesti” che danno la loro vita per il bene delle persone a loro affidate! Non può negare che numerose Associazioni, per i più svariati motivi, ricevono accuse e denuncie ed io pensavo che anche le accuse mosse ad Arkeon facessero parte di queste, proprio per questo motivo, avvisai Vito Carlo Moccia perché potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo all’interno della sua Fondazione. Era sorta in me la convinzione che qualcuno dei “maestri” avesse abusato della fiducia di Vito Carlo Moccia, ma non pensavo alla negatività dell’ Associazione, perciò, in un’altra puntata della Rubrica religiosa “A sua Immagine”, intervistai una persona che aveva ricevuto dei benefici da Arkeon, ma volutamente non feci cenno alla suddetta Associazione, non per dare l’impressione di non conoscerla, come si insinua nell’articolo, ma proprio perché a me interessava solo il messaggio religioso e non fare propaganda ad Arkeon.

Poi c’è stato il servizio di Striscia la notizia... ed anche ora io ripeto che personalmente non sono venuto a conoscenza di nessun abuso, che altrimenti sarei stato il primo a denunciare e condannare: non si denuncia, se non si è testimoni, non si denuncia solo per aver ricevuto due lettere e, ripeto, informai Vito Carlo Moccia perché accertasse la verità. Da allora il mio rapporto, tra l’altro saltuario, con Vito Carlo Moccia si è interrotto, in attesa che si pronunci la Magistratura. Un’ultima parola sulla frase «presa di distanze imbarazzata e tardiva, come le scuse alla comunità ebraica dopo la gaffe sull’antisemitismo»: le mie scuse ai fratelli Ebrei erano reali e convinte perché non intendevo offenderli, le mie intenzioni erano ben altre e, se essi, andranno a rileggere i miei passati interventi sull’Ebraismo, troveranno sempre e solo stima e amicizia, sentimenti che in me non sono mutati. Mi è sembrato doveroso chiarire questi punti perché è giusto che chi legge, sappia il parere di tutte le parti in causa, quel che mi dispiace è che in questo momento storico, ogni cosa serve per buttare fango sulla Chiesa, come in questo caso di Arkeon, solo perché ho il compito di Predicatore della Casa Pontificia.

10 aprile 2010