mercoledì 15 dicembre 2010

La ‘psicosetta’ torna in tribunale a Bari tra pochi giorni: Il capo di ‘Arkeon’ si oppone all’archiviazione


Se ne parla spesso in convegni, seminari e in tv, ma sempre più spesso sono persone reali a cadere nella rete tesa dalle temibili psicosette

. Quelle che, approfittando dello stato di debolezza di quelle stesse persone afflitte da problemi famigliari o psicolologici, finiscono per credere a fanatici, santoni e finti salvatori. E tra pochi giorni, precisamente Il 16 dicembre prossimo, nelle aule del Tribunale Penale di Bari si parla d’una setta fondata proprio a Bari, almeno inizialmente, prima di mettere radici anche a Milano e altrove. Infatti in via Nazariantz si celebrerà un’ulteriore udienza (dinanzi al giudice dell’udienza preliminare Marco Guida) per discutere dell’archiviazione del procedimento penale a carico di alcune persone che avevano denunciato uno dei capi di ‘Arkeon’, il barese Vito Moccia. Già imputato anche per il reato di calunnia, avendo denunciato alcuni fuorusciti dal gruppo, Moccia ha impugnato l'archiviazione della sua denuncia per diffamazione già disposta dal giudice dell’indagine preliminare. Sempre a Bari, ma tra tre mesi esatti, riprende l’altro processo ad ‘Arkeon’. Sul banco degli imputati una decina di persone accusate d’un vasto giro di truffe e raggiri scoperto circa tre anni fa a Bari dopo le denunce di alcune persone truffate con un metodo che ricopiava malamente alcune tecniche indiane Nelle ultime due udienze celebrate a giugno e ottobre dinanzi ai giudici della Seconda Sezione Penale (Pres. Forleo), il Collegio ha ammesso alcune parte civili per il risarcimento dei danni: la dottoressa Lorita Tinelli come parte lesa, ma anche come rappresentante del centro studi contro gli abusi psicologici. La Tinelli, a causa delle sue denunce, è anche una delle persone già prosciolte nel procedimento che riprenderà a metà dicembre. Carlo Moccia nel processo in corso dinanzi al Tribunale di Bari è accusato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale e tornerà in aula il 4 marzo per l’escussione dei primi testimoni. I giudici baresi, come i colleghi milanesi dove sono in corso altri procedimenti giudiziari, dovranno accertare se le tecniche usate dagli adepti del ‘metodo Arkeon’ fossero in effetti indirizzate a persone fragili, pronte ad aggrapparsi a qualsiasi speranza per stare meglio in cambio di denaro: persone affette da tumori, Aids o anche coppie sterili. L’introspezione della psicosetta barese, secondo l’impostazione accusatoria, si traduceva in incontri e seminari, naturalmente a pagamento, durante i quali i partecipanti venivano bendati, mentre il ‘Maestro’ chiedeva loro di abbandonarsi a strani atteggiamenti di libertà, fisica e verbale. La rete ‘Arkeon’ copriva tutto lo stivale, da Palermo a Roma, fino a Milano, dove è tuttora in corso un altro dibattimento contro lo stesso metodo Arkeon. A Bari molti invece, secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Bretone, avrebbero partecipato solo ad alcune lezioni, ma altri sono arrivati a sborsare fino a 15mila euro, finendo intrappolati in vere e proprie truffe. (fdm)

“Io, perseguitata e minacciata da Arkeon”

Parla la psicologa che ha denunciato la psicosetta di Carlo Moccia, sotto processo a Bari


Lorita Tinelli è una psicologa iscritta all’ordine dal 1998 e si interessa di culti distruttivi, organizzazioni devianti e leader carismatici da oltre quindici anni, oltre ad essere anche consigliere nazionale del GRIS (Gruppo di ricerca socio religiosa, riconosciuto dalla CEI) fondando, assieme ad altri studiosi del fenomeno, il CeSAP, Centro studi per gli Abusi Psicologici, dal 2005 convenzionato anche con due Università italiane (Bari e Chieti). Nel suo percorso di studio e ricerca dei fenomeni fenomeni da lei studiati, la dottoressa Tinelli è entrata in contatto con diverse persone che le chiedevano aiuto a causa dell’ingresso dei propri cari nel cosidetto ‘lavoro’ di Vito Carlo Moccia. Tutti, indistintamente, pur non conoscendosi tra di loro, riportavano le stesse esperienze di brusco allontanamento dei propri cari dopo aver frequentato alcuni seminari del Moccia. I genitori riferivano che quest’allontanamento da parte dei figli era successivo alla loro disperata confessione di aver ricordato una esperienza di abuso durante l’infanzia, perpetrata da uno dei genitori o da altri parenti o amici col consenso di uno dei due genitori. Altri riferivano che il proprio compagno o compagna, o amico, dopo aver tentato un avvicinamento al gruppo del proprio partner, al chiaro rifiuto, interrompeva i rapporti, ritenuti inutili e un ostacolo nel percorrere il “Sentiero Sacro” proposto da Vito Carlo Moccia. Ed ora quest’ultimo è sotto processo col suo metodo ‘Arkeon’ a Bari e altre città proprio dopo le accuse e denunce di Lorita Tinelli.


Allora, dottoressa, quando inizia il caso “Arkeon”?

“Arkeon viene alla ribalta mediatica quando una delle vittime - che, oltre a riferire di aver subito una vera e propria violenza di gruppo, ci ha rimesso il progetto di vita familiare in Arkeon, in quanto il suo compagno fu indotto ad una ‘trasgressione creativa ’ dal suo maestro di riferimento – raccontò la sua esperienza in TV nella nota trasmissione di Maurizio Costanzo, “Tutte le mattine”. A gennaio di quattro anni or sono Maurizio Costanzo, interessato a questo fenomeno, dedicò tre puntate all’approfondimento, invitando anche la sottoscritta nell’ultima puntata, a riferire quanto conosceva in base alle storie raccolte e agli studi scientifici effettuati. Ebbene, un mese dopo la partecipazione televisiva, Moccia e i rappresentanti di alcune società e associazioni da lui stesso fondate e aventi prevalentemente sede legale in via Amendola, in Bari (Tribe Human Consulting, Tribe Human Communication, Terre d’Incontro, Kidokai), inviarono alla sottoscritta sia in qualità di professionista che in qualità di presidente del CeSAP e a soli due fuorusciti che avevano partecipato a quella trasmissione di Costanzo (malgrado anche altri fossero presenti, incluso lo stesso Costanzo, avessero espresso giudizi molto più forti dei nostri) un atto di citazione per diffamazione con richiesta di danni di oltre 4 milioni di euro. Dopo circa un altro mese lo stesso Vito Carlo Moccia deposita una richiesta urgente per la chiusura del sito del CeSAP, dove diverse persone iniziavano ad avere il coraggio di raccontare la loro devastante esperienza nel percorso Arkeon. Nello stesso anno, ad aprile, un centinaio di membri di Arkeon a vario titolo, incluso Moccia, sottoscrivono un kit di denuncia, appositamente predisposto dagli avvocati del Moccia e ritrovato con gli allegati, durante le indagini. Insieme al kit è stata ritrovata anche una email dell’avvocato di Moccia che, incoraggiando a sottoscrivere tale denuncia in massa, si esprime in termini denigratori circa le affermazioni riportate dal CeSAP, palesando un atteggiamento probabilmente non in linea con la professionalità sancita dall’Ordine degli Avvocati. Quest’altra denuncia è stata depositata da ogni adepto di Arkeon in ogni parte d’Italia, evidentemente per rendere ancora più dispendiosa e faticosa l’azione di difesa dei querelati”.

Cosa è accaduto dopo?

“Quest’evidente lite temeraria ha finito per suscitare un grande interesse presso la Procura di Bari, che ha effettuato le indagini che hanno portato ai risultati che oggi conosciamo, ovvero l’apertura di un procedimento penale nei confronti di 11 membri di Arkeon, incluso il fondatore e la sua stessa moglie. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere, abuso della professione medica e psicologica, incapacità derivata da violenza, maltrattamento di minori e calunnia. A Milano è stato stralciato il reato di violenza sessuale contestato ad uno degli 11 imputati presso il Tribunale di Bari, ma che avrebbe consumato il reato in Lombardia”.


E a Bari, invece, qual è stato l’esito dei contenziosi legali?

“A settembre 2006 il Giudice Michele Salvatore, del Tribunale Ordinario di Bari, ha deciso in merito al provvedimento urgente di chiusura del sito del CeSAP da parte di Moccia, sostenendo che in virtù della libertà di espressione ciò non potesse essere possibile. Lo stesso Giudice esprime un giudizio di merito riferendo che l’attività del CeSAP fosse meritoria nella tutela delle vittime di false psicoterapie. La causa civile promossa con la richiesta di oltre 4 milioni di euro è ancora in corso a Bari, con prossima udienza il 13 aprile, data in cui sarà interrogato lo stesso Vito Carlo Moccia. Diverse procure d’Italia hanno archiviato le varie denunce penali depositate presso di loro dai vari membri di ‘Arkeon’ e i primi quarantasei di loro sono ancora indagati, presso la Procura di Bari, per concorso in calunnia, per aver cioè denunciato le solite tre persone (la sottoscritta e i due fuorusciti di Arkeon) sapendole innocenti”.

Scusi, dottoressa Tinelli, ma in cosa consistono le minacce e molestie di Arkeon?

“Subito dopo le trasmissioni di Costanzo ci sono stati resi noti dei messaggi, firmati da membri di Arkeon, in cui si minacciavano azioni di militanza a difesa di Vito Carlo Moccia, contro i suoi critici. A ottobre del 2007 la procura di Bari ha emesso un’ordinanza con richiesta di misure cautelari nei confronti dei primi 6 membri di Arkeon indagati, tra cui il Moccia. Oltre a questo sigilla i locali della sede legale di Arkeon e ne chiude tutti i siti, al fine di evitare che il gruppo continuasse le proprie attività nonché a promuoversi. Nonostante le precise disposizioni della Procura barese, un’ottantina di membri di ‘Arkeon’ organizzano a febbraio 2008 un incontro presso un hotel romano con una studiosa di religione, con richiesta di aiutarli a riabilitare la credibilità dello stesso Arkeon. In quest’incontro, immortalato in alcuni filmati, la studiosa sembra offrire precise indicazioni al gruppo su come raggirare le disposizioni della procura e su come riabilitare l’immagine di ‘Arkeon’ al grande pubblico mediante siti creati ad hoc e migliori definizioni del percorso mistico. I poliziotti della Digos interrompe l’incontro, interroga alcuni dei presenti, tra cui un sacerdote, una suora e un noto attore del piccolo schermo, e sequestra tutto il materiale presente. Nonostante questo, la studiosa interpellata da ‘Arkeon’ apre un forum nel proprio sito e, come sostiene una relazione della stessa Digos presente negli atti del processo, permette ai membri di riorganizzarsi e di promuoversi, ma anche sembra indurre alcuni testimoni a ritrattare le dichiarazioni già rese durante le indagini alla Digos. Immediatamente il forum viene bloccato dalla Procura con una ordinanza di sequestro preventivo, visto l’ostacolo che tale situazione poteva provocare all’indagine che intanto proseguiva. La studiosa di religioni viene indagata per abuso della professione e associazione a delinquere e la sua posizione è ancora pendente presso la Procura di Bari. Beh, da quel preciso istante alcuni membri di ‘Arkeon’, insieme alla stessa studiosa e ad altre tre persone dello stesso entourage della studiosa hanno iniziato un sistematico progetto diffamatorio contro la sottoscritta e altri testimoni del processo, nonché vittime di ‘Arkeon’. Insieme hanno creato una quindicina di blog a me dedicati in cui hanno tentato con ogni mezzo di minare la mia credibilità professionale. Mi hanno anche diffamata presso i miei contatti professionali e presso il l’Ordine degli Psicologi, nonché presso associazioni italiane ed estere con cui ho collaborato per anni. E’ stato addirittura più volte contattato, per telefono e per lettera, il Ministero di Giustizia col quale il CeSAP ha collaborato in passato. E non è finita…”


Che altro è accaduto?

“Anche alcuni testimoni e vittime di ‘Arkeon’ sono stati derisi e denigrati negli spazi virtuali appositamente creati e sono state condotte “indagini”, da parte del medesimo gruppo di militanti, anche nei confronti di alcuni collaboratori del CeSAP, nonché di prossimi testimoni al processo. Dai documenti processuali emerge che alcuni adepti avevano preparato persino un ‘dossier’ sulla sottoscritta, poi sparito miracolosamente dal pc dell’autore. Guardi, io stessa vengo costantemente inseguita in ogni spazio della rete informatica cui ho accesso e le mie conversazioni ricopiate e inserite in altri contesti, al fine di offrire al pubblico una immagine deturpata della sottoscritta. E’ stata persino ritoccata e stravolta una mia fotografia al fine di deridermi personalmente e professionalmente. L’autrice di quest’azione, di cui conosco nome e cognome, ha immesso tale foto nella rete, sbeffeggiandomi con testi offensivi e irriverenti, facendola rimbalzare di blog in blog, con l’appoggio dei membri di Arkeon. L’estate dell’anno scorso un altro messaggio ‘anonimo’ avvertiva che si stava programmando una spedizione punitiva”.

Ma di cosa l’accusano gli adepti di questa psicosetta?

“La colpa principale che mi viene attribuita da questo gruppuscolo di militanti è l’aver manipolato la stampa e la magistratura. In realtà sono stata semplicemente una persona informata sui fatti e nel procedimento penale sarò una delle testimoni del PM, nonché parte lesa e parte civile per alcuni dei reati contestati agli imputati. Le diro’: quest’attività molesta protratta ormai da oltre due anni sta producendo dei seri effetti. Per quanto mi riguarda ho dovuto fare sostanziali modifiche nella mia vita per evitare, quanto possibile, gli effetti devastanti di qualche squilibrato esaltato. Anche i miei pazienti e gli utenti del CeSAP risentono di tale clima. Ma soprattutto le vittime di Arkeon che dovranno anche testimoniare nell’ambito del procedimento penale”.

Già, il processo a Moccia riprende fra tre mesi, a Bari…

“Sì, ci sono stati un paio di rinvii, ma soprattutto già ci sono state defezioni nella prima fase del procedimento civile. Alcuni testimoni hanno parenti ancora vincolati a Moccia. Altri temono che prima o poi la macchina della ritorsione attraverso denunce e diffamazione possa travolgere anche loro e non posso permettersi di perdere lavori e di vivere ancora in uno stato di forte stress, oltre a quello già vissuto. Altri ancora hanno ricevuto minacce. Ricordo che alcune delle persone in prima linea nel progetto di diffamazione e di molestia sono indagate e agiscono noncuranti delle disposizioni della Magistratura”.


Francesco De Martino

Il Quotidiano di Bari