sabato 30 gennaio 2010

La crescita del fenomeno delle sette in Italia

Le sette crescono in Italia in maniera preoccupante. Non è facile censirle, in quanto spesso cambiano nome o agiscono nell’ombra. I bambini sono le prime vittime di questa realtà
Andrea Sartori (Insegnante)

Le più diffuse sono le psicosette, ovvero gruppi motivazionali che promettono di ampliare le potenzialità psichiche dei loro adepti. La loro diffusione è dovuta al fatto che promettono facili successi. Questo è ciò che si nasconde dietro il fenomeno delle sette, fenomeno sempre più in crescita in Italia.

Secondo il rapporto del Dipartimento di Sicurezza e le stime delle associazioni anti-setta riportate dal quotidiano torinese La Stampa, le organizzazioni settarie in Italia si sono moltiplicate non poco in questi anni: se nel 1998 le sette erano solo 152, di cui solo il 10 per cento psicosette, nel 2009 le sette sono arrivate a toccare il migliaio, delle quali il 40 per cento sono psicosette. Gli adepti sono passati da 92 mila a un milione. Nell’articolo di Elena Lisa apparso su La Stampa di Torino il 21 gennaio si parla della setta Arkeon, la quale, da sola, controllava diecimila persone cui ha sottratto, negli anni, milioni di euro. Gli undici leader di questa setta sono ora sotto processo a Bari.

Un capitolo terroficante, toccato da Elena Lisa, è quello dei bambini nel contesto delle sette. Il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, dice a tal proposito: “Non ci sono soltanto i bambini trascinati nella setta dai genitori o da qualche pedofilo travestito da guru. Ci sono anche quelli che nascono dentro la comunità. Sono più fortunati degli altri: avendo pochi contatti con il mondo esterno non devono sottoporsi a continui ‘riti di purificazione’. Ma di loro si hanno poche, debolissime tracce. Spesso non sono neppure registrati all’anagrafe”.

E’ estremamente difficile censire questo fenomeno, in quanto spesso cambiano nome, e comunque agiscono in una zona d’ombra. L’ultimo elenco semiufficiale risale al 1998, ed è un rapport del Dipartimento di Pubblica Sicurezza dal titolo “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia”, che dava la cifra di 137 gruppi settari in Italia, dei quali 76 erano religiosi e 61 magici.

Mala tipologia di setta più diffuso non è quello a carattere satanico (che però ha conosciuto un preoccupante incremento) né quello a sfondo New Age. La tipologia più diffusa è quella della psicosetta. Come spiega Maurizio Alessandrini, presidente dell’associazione familiari delle vittome Favis, al quotidiano La Stampa tali psicosette sarebbero “gruppi ‘motivazionali’ che agganciano i più giovani e promettono risultati sorprendenti a scuola, nello sport, con gli amici”. Negli ultimi anni le psicosette si sarrerebbero “moltiplicate a dismisura entrando anche nelle scuole”.

Perché tutto questo? Si sa, quando muore la religione fiorisce la superstizione. Come diceva Gilbert Keith Chesterton: “Non è vero che chi non crede in Dio non crede in niente, perché è disposto a credere in tutto”. Basti vedere i Greci e iRomani del Basso Impero, che deridevano i cristiani per l aloro “stramba” fede nella Resurrezione (cfr. la reazione degli ateniesi al discorso di San Paolo all’Areopago) ma superstiziosi fino al ridicolo e anch’essi pronti a gettarsi in ogni tipo di setta (Mitra, Iside, culti misterici…).

Il benessere ha portato alla perdita della Fede. La perdita della Fede, alimentata ad arte da un certo anticristianesimo endemico, ha fatto sì che molti si gettassero tra le braccia di questi manipolatori di menti.

Ma c’è anche un’altra ragione per cui proliferano questi orrori. Ancora lo spiega Alessandrini: “L’Italia è uno dei pochi Paesiin Europa dove non c’è una legge ad hoc è nemmeno è punito il reato di ‘manipolazione mentale”.

Questo è evidente in un ambito non strettamente collegato alle sette. Quello dei maghi imbroglioni che spesso succhiano letteralmente il sangue a gente disperata. Bsta solfeggiare col telecomandosu canali privati per accorgersi della loro presenza. Ci sarebbe, come strumento contro questo pericoloso dilagare di ciarlatani e falsi guru opportunisti, il reato di “abuso di credulità popolare”.

Ma questa sarebbe solo la punta dell’iceberg. Il vero problema è la mancanza di punti fermi nella società contemporanea. Sulle macerie dei valori dei quali si è voluto far strame,si è creata solo insicurezza e infelicità. Che le menti più deboli cercano di riempire aderendo a queste pericolosissime realtà in crescita. Il risultato sono minacce, schiavitù, lavaggio del cervello.

venerdì 22 gennaio 2010

I bambini fantasma delle sette d’Italia

Trascinati dai genitori o vittime di «guru» pedofili

Al centro una «figura carismatica». Attorno una casta di «eletti». Più in basso, gli «adepti»: uomini, donne. E i loro figli, anche piccoli: «bambini fantasma» dei quali si sa pochissimo, vittime indifese di violenze psicologiche e fisiche in nome di una pseudo-religione o di «credo» mascherati.

«In Italia succede sempre più spesso», è la drammatica denuncia di Telefono Azzurro. Ma quanti sono i bambini coinvolti? Non esistono cifre ufficiali, ma è ragionevole ipotizzare una stima di diverse centinaia, visto che il numero complessivo di «adepti» italiani, secondo le associazioni che riuniscono i parenti delle vittime, supera abbondantemente il milione. Una sola setta, la «Arkeon», controllava diecimila persone cui ha sottratto negli anni milioni di euro: contro i suoi undici leader è in corso un processo a Bari in cui per la prima volta è stata riconosciuta l’accusa di «associazione a delinquere». E tra i numerosi capi di imputazione, compare anche il «maltrattamento di minori».

Dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: «Non ci sono soltanto i bambini trascinati nella setta dai genitori o da qualche pedofilo travestito da guru. Ci sono anche quelli che nascono dentro la comunità. Sono più fortunati degli altri: avendo avuto pochi contatti con il mondo esterno non devono sottoporsi a continui “riti di purificazione”. Ma di loro si hanno poche, debolissime tracce. Spesso non sono neppure registrati all’anagrafe».

Il quadro che emerge dai racconti dei seguaci in fuga e dalle denunce raccolte da polizia e carabinieri è terribile. Figli piccolissimi «regalati» dai genitori al capo-setta o a tutta la comunità. Confessioni «aperte» sulle pratiche sessuali, alle quali i bambini sono costretti ad assistere. Violenze quando vengono sorpresi a disubbidire - dove disubbidire significa anche solo parlare con la mamma - scariche elettriche, ustioni, droghe e psicofarmaci. Per «purificare lo spirito» è proibito piangere: i piccoli che lo fanno sono chiusi in stanze buie, minacciati o costretti al digiuno, umiliati «pubblicamente, davanti ai coetanei, per imprigionarli nell’insicurezza e tenerli legati.

«Riceviamo decine di segnalazioni ogni giorno - spiega Lorita Tinelli, presidente del Cesap, il Centro studi sugli abusi psicologici - e non è un azzardo ritenere che le sette “abusanti” in Italia siano circa un migliaio. Censirle non è facile: agiscono nell’ombra, e una volta scoperte si ricostituiscono in breve tempo sotto un altro nome».

L’ultimo elenco «ufficiale» delle congregazioni in Italia è vecchissimo, addirittura del ‘98. A produrlo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza in un rapporto dal titolo «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia» che calcolava 137 gruppi settari: 76 religiosi e 61 magici. Già allora le più diffuse erano le psicosette. «Gruppi “motivaziona- li” che agganciano i più giovani e promettono risultati sorprendenti a scuola, nello sport, con gli amici - spiega Maurizio Alessandrini, presidente della Favis, l’associazione dei familiari delle vittime -. Negli ultimi anni le psicosette si sono moltiplicate a dismisura entrando anche nelle scuole. Del resto, l’Italia è tra i pochi Paesi in Europa dove non c’è una legge ad hoc e nemmeno è punito il reato di “manipola- zione mentale per fini illeciti”».

Di un fenomeno che dilaga si occupano associazioni laiche e religiose: «Riceviamo spesso chiamate da coniugi che si stanno separando - dice Don Aldo Buonaiuto, della comunità Papa Giovanni XXIII -. Non riescono più a vedere i figli e sospettano che siano finiti in una qualche comunità strana insieme all’altro genitore».

Le forze di polizia, che hanno formato squadre antisette con psichiatri e psicologi, confermano l’allarme. «Ho incontrato molti ragazzini irretiti da figure carismatiche, trascinati nelle sette all’insaputa della famiglia - dice Giorgio Manzi, comandante del reparto analisi criminologiche dei Carabinieri -. I genitori devono vigilare, cogliere ogni sfumatura di cambiamento nei figli. Il rischio, se non lo si fa, è perderli per sempre».
ELENA LISA

mercoledì 20 gennaio 2010

A Bari oggi in tribunale...



Oggi inizia la prima udienza del procedimento penale nei confronti di 11 membri della psicosetta Arkeon, già da tempo nota alle forze dell'ordine.

I reati contestati agli indagati sono: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, violenza privata, abuso della professione medica, psicologica e psicoterapica, molestie ai minori e calunnia.

Il procedimento penale vede coinvolte diverse parti lese e parti civili provenienti da varie parti d'Italia e si terrà presso il Tribunale Ordinario di Bari, alla via Via Nazariantz 1, primo piano.

domenica 17 gennaio 2010

"Le psicosette" di Maurizio Antonello - I movimenti del potenziale umano (VII)

GLI EFFETTI SULLA FAMIGLIA



La più colpita è sicuramente la famiglia. L'idea di una vita piena, senza tabù, limiti, doveri ed obblighi non può che essere attraente per tanti. Come avvieneper tutte le sètte, se entrambi i coniugi non si trovano a far parte dello stesso gruppo, con buona probabilità la famiglia si spezza.

Se un coniuge entra in una sètta, apporta unidirezionalmente dei cambiamenti che, di fatto, impone all'altro: orari, amicizie, ritmi, abitudini, educazione dei figli, interessi...
Spesso il coniuge adepto rimprovera all'altro di non accettarlo per quello che è, di non riuscire a capire quello che è diventato. L'altro diventa progressivamente un ostacolo, un estraneo o, al limite, un possibile amico.
Ciò avviene perchè il soggetto viene messo al centro del mondo, è importante per se stesso ed ha come fine la sua autorealizzazione. Non hanno importanza gli altri, le loro esigenze, i loro bisogni: essi possono essere tutt'al più uno strumento al servizio del proprio sviluppo personale, visto che si tratta sempre di un lavoro individuale di ricerca, di autopurifìcazione e di autorealizzazione.
Il soggetto è chiamato, immediatamente,a «nuova vita»: si manifesta imperante il bisogno di fare nuove e diverse esperienze, di viaggiare, di conoscere gente e posti nuovi, di avere anche altri affetti; di contro, diventa opprimente la routine casalinga, l'attività monotona del proprio lavoro. I familiari e gli amici diventano «le solite facce» che fanno «i soliti discorsi».
Di qui, il ritagliarsi sempre nuovi spazi e tempi personali che diventano sempre più consistenti, immancabilmente tolti alla famiglia.
Libero come pare sentirsi, il soggetto non ritiene di informare l'altro nè dei suoi orari, nè delle sue nuove amicizie nel gruppo, ne di quello che all'interno di esso avviene, ne delle spese che la sua frequentazione comporta, anzi, si indispettisce se gli viene chiesto qualcosa in merito, considerandolo come un attentato alla sua libertà. Alla fine, la separazione viene vista come l'unica soluzione possibile.

sabato 16 gennaio 2010

Reiki e Arkeon

Ho trovato in rete questo articolo critico su cos'è il reiki e su cosa faceva arkeon usando anche ..le tecniche del reiki


"In giapponese REIKI significa “energia divina” o “energia cosmica”e dovrebbe permettere di attivare la forza di vita universale.
Il sistema di energia REIKI si basa su otto simboli cosmici o universali che dovrebbero attivare l’energia-luce della vita globale.
Nel REIKI esistono 3 gradi :il primo dovrebbe permettere di agire solo sul corpo,il secondo su fenomeni mentali,e il terzo che è quello del maestro sui processi dell’anima.
Il REIKI negli ultimi anni ha avuto una larga diffusione in Europa ed in particolare nei Paesi dell’Est e in Italia.
Ognuno è libero di partecipare ai corsi che abilitano alla guarigione su se stessi e su gli altri e questo è pericoloso perché in molti casi, i cosiddetti MAESTRI, lo vogliono sostituire alla medicina con effetti a volte disastrosi.

Molti maestri di REIKI,in particolare quelli fatti di corsa qui in Italia, sono addirittura convinti che l’energia che invocano sia quella dello Spirito Santo ed affermano,non credo in buona fede,che l’energia luminosa è così benefica che può venire solo da Dio. L’inganno è nel pensare che se una cosa ti piace deve necessariamente fare bene.

Il VERO REIKI ha innegabilmente virtù benefiche ,ma………….da anni stanno sorgendo in Italia una miriade di sette e settucole che aggiungono al loro nome il nome Reiki,e che tutto fanno tranne praticare il vero Reiki ma lo usano per attirare le persone che poi si trovano intrappolate senza via d’uscita.

Basta andare su internet e digitare REIKI e si trovano moltissimi siti che dicono di praticare il vero Reiki ma che praticano tutt’altro.

Il caso più eclatante in Italia è quello della setta di ARKEON,fondata da un Signore certo Vito Carlo Moccia,che con la scusa del Reiki appunto,per 10 anni ha attirato nel gruppo Arkeon migliaia di persone che alle riunioni tutto facevano tranne praticare il Reiki,bensì riti strani con candele, pratiche a sfondo sessuale ecc.ecc.

Ora dopo anni di indagini Arkeon è stato chiuso dalla Polizia di Stato, il suo fondatore e tutti i cosidetti “maestri” sono stati rinviati a giudizio presso il tribunale di Bari.
Il processo che avrà inizio il 20 gennaio 2010 vede come parte civile un gran numero di fuoriusciti che hanno raccontato quello che succedeva durante le riunioni,quanti soldi sborsavano e non ultimo quante famiglie sono state rovinate. Uno dei capi d’accusa nel processo è appunto l’abuso sessuale.


Come questo esempio che io vi ho portato possiamo trovarne nel vasto panorama settario italiano decine,se non di più,sono tutti gruppi di falsi maestri che seguendo un fondatore che generalmente ha come unico scopo quello di riempirsi le tasche, intrappolano persone ed intere famiglie ignare e convinte di fare del VERO REIKI ,e questi gruppi vi accorgerete che spesso cambiano nome e indirizzo quando le forze dell’ordine si mettono sulle loro tracce.

Dato che negli ultimi due mesi dono stata contattata da molte persone che sono finite in questi gruppi, ho pensato che fosse bene avvisare chi mi legge,che se volete veramente accostarvi al Reiki che può essere una disciplina benefica se fatta da veri esperti, dovete stare attenti e rivolgervi ad uno dei CENTRI autorizzati a praticarlo,intendo quelli che hanno da anni lo stesso indirizzo e hanno delle licenze valide.

Dovete diffidare da tutti quei figuri che cercano di attrarvi dicendo che loro soli fanno questa pratica e che poi alla prima riunione vi chiedono soldi e praticano strani riti che nulla hanno a che fare con la disciplina alla quale pensavate di accostarvi.

Il mondo è pieno di questi ciarlatani che si inventano di tutto pur di fare soldi alle spalle di persone che molte volte si rivolgono a loro sperando in benefici che credetemi solo la medicina o in bravo psicologo possono dare."

martedì 12 gennaio 2010

"Le psicosette" di Maurizio Antonello - I movimenti del potenziale umano (VI)

GLI EFFETTI SULL'INDIVIDUO

L'esperienza professionale ci indica che tali tecniche sono da considerarsi proibitive per tutti i casi di psicosi e per gli stati limite, ma che sono pericolose anche per molte forme di nevrosi, le cui cause, slatentizzate, non vengono affatto affrontate e rielaborate, ma solo fatte emergere.

Inoltre, gli effetti che si riscontrano nella maggior parte delle persone che vi partecipano sono strettamente correlati all'ideologia portata avanti dal gruppo: nei giorni successivi al corso si nota un aumento, spropositato, della propria fiducia e autostima; inoltre possono emergere cospicui elementi narcisistici ed egocentristi. Il soggetto, ormai al centro del (suo) mondo, crede di essere il creatore del proprio destino (grazie a questo suo Io fatto crescere a dismisura) connotando, con atteggiamenti di onnipotenza e di invincibilità, ogni sua azione. Il Sè ideale, pertanto, viene sempre più assimilato al Sè percepito ed effettivo, nella versione dell'attualizzazione


II soggetto sembra perdere la misura delle proprie reali possibilità, dimenticando i limiti - anche costituzionali - che caratterizzano la condizione di ogni individuo. A mano a mano che procede con i corsi, egli crederà di possedere ed ampliare qualità o doti sovrannaturali (preveggenza, telepatia,...), confermando così, tra sè, la concezione superomistica insita nella filosofia di questi gruppi.

Tutto questo non farà altro che aumentare il divario esistente tra il soggetto ed i suoi familiari ed amici.

Quando invece il Sè ideale è una meta da raggiungere (nella versione della perfezione), egli sarà teso spasmodicamente ad esso, mal accettando le proprie debolezze e difetti; in altre parole, sarà in perenne conflitto con se stesso.

All'ipertrofia dell'Io corrisponde sempre un abbassamento della soglia dì frustrazione: il soggetto sarà paradossalmente meno capace di sopportare le normali difficoltà e contrattempi.Diventerà pertanto un soggetto a rischio, in quanto il non superamento di un problema ne minerà l'immagine di sè, creando inevitabili quanto devastanti sensi di colpa.

Una costante nel comportamento sembra essere la deresponsabilizzazione. Prima di ogni altra cosa viene il proprio sviluppo personale, la propria autorealizzazione. Ogni cosa che in qualche modo lo limiti viene vissuta come un ostacolo, sia esso il avoro, la famiglia, gli affetti.Vengono meno così anche i doveri verso le persone amate, in quanto la prima persona da amare è la propria.
Serpeggiando in questi gruppi le credenze nella reincarnazione e nel karma (destino), diventa d'obbligo un atteggiamento fatalista e rinunciatario.

Molto spesso queste tecniche alterano in vari modi la sfera del sentimento e degli affetti, rattrappendola ovvero amplificandola smisuratamente.

Riguardo al primo aspetto, ci sia permesso di riportare quanto il Giudice Istruttore, d.ssa Guicla Mulliri, ha emblematicamente scritto in proposito su [omissis]:

«II ricorrente cambiamento registrato dai congiunti delle persone entrate in contatto con l'associazione [omissis] viene di solito riferito a vari aspetti (sopraggiunto disinteresse per i soldi, abbandono del lavoro o degli studi precedenti, impiego di tutte le disponibilità per pagarsi i servizi forniti dall'associazione) ma ciò che ricorre, più assoluta di tutti, è la segnalazione da, parte dei familiari di un inaridimento affettivo del parente che viene riscontrato in diversi modi ma, da tutti, con costante, doloroso stupore. E, in effetti, sentendo ciò che viene riferito non si può mancare di osservare che in tali persone deve essere quantomeno sopraggiunta una allarmante inversione di valori perchè, di fronte all'interesse per [omissis] sembra che tutto passi in secondo piano, i figli, il coniuge, i genitori, gravi malattie dei familiari, il loro dolore» (12).

Altri gruppi invece danno grande importanza al sentimento o meglio alla sentimentalità, cioè inducono a un atteggiamento di disponibilità a provare sentimenti, spesso positivi, quali amore, comprensione, affetto. Molti altri privilegiano invece il «sentire»: la sensazione, l'emotività in tutte le sue espressioni, lo spontaneismo. In questo caso sono rese legittime anche le espressioni di sentimenti negativi, quali l'odio, l'antipatia, l'avversione, il risentimento.

Grazie alla convinzione che l'espressionedi tali sentimenti negativi possa neutralizzarne gli effetti distruttivi, alcuni gruppi organizzano vere e proprie «session» con questi scopi (si pensi agli Encounter negli Arancioni).
II liberare tali espressioni è giustificato sia dalla necessità di avere consapevolezza dei propri sentimenti, positivi o negativi che siano, sia dall'esigenza di essere se stessi, senza tanti condizionamenti, come lo sono i bambini. Di qui l'invito ad imitarli, ovvero a riscoprire il «bambino che è in noi». Ancora una volta vengono privilegiate l'istintualità e lo spontaneismo rispetto ad atteggiamenti più adulti, quali la ponderatezza e la riflessività.

Come accennato, viene data molta importanza al sentire. Il soggetto, nell'impegno di essere in armonia col circostante, si sforza di recepire, nell'ambiente che gli sta intorno, le sensazioni e le emozioni che esso gli da. Ma anche queste sono oggetto del «processo di coscientizzazione». Ciò comporta un notevole lavoro di autoascolto e di successiva elaborazione. In tanti casi ciò ha significato quasi una paralisi della normale attività del soggetto, troppo occupato ad auscultarsi interiormente per rendere cosciente ogni sua, pur impercettibile, emozione.
A questo proposito, in tanti gruppi è raccomandata la stesura dell' Autoanalisi, cioè la scrittura quotidiana di fatti e accadimenti, a metà strada tra il diario intimo e la confessione scritta. La consegna è quella di descrivere le emozioni e le sensazioni provate durante la giornata, gli stati d'animo, i fatti strani o vissuti come importanti, gli eventi. A volte viene richiesto di fare il «diario onirico», dove il soggetto riporta i suoi sogni.
Gli scopi di queste attività sono due: il primo è ancora l'avere perfetta coscienza di quello che si trova fuori e dentro di sè, dei fatti esterni - spesso vissuti magicamente come «segno» -come di quelli interni (sentimenti, emozioni, paure, ecc.). Il secondo scopo è quello di cercare una spiegazione, visto che «nulla succede a caso».

(12) Ufficio Istruzione del Tribunale di Milano, «Ordinanza di Rinvio a Giudizio contro Segalla + 136», p. 534.

-continua-

sabato 9 gennaio 2010

Arkeon: confermato il rinvio a giudizio dell’undicesimo indagato

Si complica la posizione per la pisco-setta Arkeon…

Nella giornata di ieri il GUP, Dr. Marco Guida della Procura di Bari, nei confronti dell’unidicesimo indagato del gruppo Arkeon, il sig. F.F. di Latina si espresso favorevole al rinvio a giudizio per i reati contestati.

La posizione di F.F. era stata stralciata durante l’udienza preliminare del 19 settembre per un difetto di notifica.

Il GUP, ascoltate le accuse, le parti civili e la difesa, si è espresso per un rinvio a giudizio per i reati contestati quali: associazione a associazione a delinquere, truffa, abuso della professione, maltrattamento di minori, violenza privata, calunnia.

www.mondoraro.org

"Le psicosette" di Maurizio Antonello - I movimenti del potenziale umano (V)

Considerazioni di carattere generale e controindicazioni

Le tecniche e gli esercizi applicati durante il corso, tutte centrate sul Sè, finiscono indubbiamente per caratterizzare meglio l'individualità nella sua unicità e specificità e aumentare la fiducia in se stessi e quindi l'autostima, l'ottimismo, favorendo il miglior uso delle proprie doti e qualità.

In un'epoca in cui i rapporti sociali sono spesso solo formali, insinceri e strumentali, in cui la persona è solo unarotella - numerata - del Grande Ingranaggio che tutto macina/frantuma/dissolve, occorre che essa riaffermi la propria unicità, che ami, sia importante per qualcuno e per se stessa, e diventi un cosciente granello di sabbia che inceppi questo perverso meccanismo.

Ciascuno quindi sente, nel proprio intimo, l'esigenza diuscire dall'anonimato in cui è stato relegato, intrattenga rapporti sociali significativi, così come la sua vera natura richiede. In questo caso le sètte religiose, paradossalmente, assolvono esattamente a questo compito, diremmo quasi che sono funzionali, anche per questo aspetto, alla nostra attuale organizzazione sociale, obiettivamente disumanizzante, svolgendo un'indubbia funzione compensativa.

I gruppi del potenziale umano,oltre ad avere tutte le prerogative ed i pregi del piccolo gruppo, offrono delle reali motivazioni e dei tangibili significati, seppur orizzontali all'esistenza piena delle singole persone.

Inoltre, esperienze «forti» possono scuotere un particolare tipo di persone poco avvezze ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità nei riguardi di se stesse, della propria famiglia e della società in generale.

Non bisogna però sottacere le controindicazioni esistenti, avvertendo le persone sul possibili rischi che la frequentazione di questi gruppi ed di questi corsi comporta.

Generalmente le tecniche usate sono mutuate dalla psicoterapia, dallo yoga e dal training autogeno; esse sono però applicate in modo spurio e disordinato.
I possibili effetti e controeffetti prodotti da queste tecniche «mescolate» sono ancora ignoti, stante anche la carenza di dati statistici esaustivi e dì studi scientifici di vario genere effettuati sia su queste sia sul loro risultato.
Inoltre, tali tecniche sono spesso applicate in modo selvaggio, senza controllo alcuno, da persone che quasi mai hanno competenza in materia. Durante il corso non ci sono supervisori, ne i conduttori dei corsi se ne avvalgono. Al massimo si notano, come aiutanti, persone qualsiasi che hanno il solo merito di essere delle «veterane» di simili esperienze. Non deve far meraviglia quindi se, in qualche caso, questi «conduttori» perdono il controllo della situazione e che per molte persone ciò si riveli disastroso.
Le tecniche vengono applicate per se stesse e per gli effetti che possono produrre, sradicate dal contesto teorico che le giustifica. Ciò fa sì che spesso le variazioni che si introducono (leggi: sperimentazioni) si facciano direttamente sui corsisti, paganti e ignari.
Esse inoltre vengono applicate indistintamente ed in modo standardizzato su gruppi numerosi di persone (anche un centinaio): non ci sono spazi per le problematiche individuali, per le singole variabili. Il risultato poi, che gli organizzatori si promettono di raggiungere, deve essere ottenuto in un tempo brevissimo, tanto quanto dura il corso: non c'è quindi nessun rispetto per i tempi e le modalità specifiche del soggetto.
Molte di queste tecniche sono insegnate per essere usate dal soggetto solo quando questi lo ritiene opportuno, ad esempio per affrontare e risolvere una difficoltà, oppure semplicemente per rilassarsi, distendersi, soprattutto per superare momenti di particolare tensione. Per far ciò è sempre necessario che egli «entri nei livelli». Cosi afferma un manuale di un noto gruppo di sviluppo personale:

«Quando si è ben svegli, occupati in attività quotidiane quali il lavoro o i rapporti sociali, si è a «livello Beta»; quello della coscienza esteriore, secondo la terminologia del Mind Control. Quando si sonnecchia, o si sogna ad occhi aperti, o ci si sta per addormentare, ma ancora non si dorme, in questi casi si è in Alfa. Con i termini del Mind Control (comuni a molti gruppi di S.P., N.d.A.) si è a livello di «coscienza interiore». Quando si dorme si è in Alfa, Theta o Delta (...). Chi conosce il Mind Control sa entrare a livello Alfa a suo piacimento, pur restando pienamente cosciente» (11).

Si tratta di un particolare stato di coscienza, tipico della condizione pre-ipnotica, in cui il soggetto non è mai completamente presente a se stesso, e si ottiene attraverso la combinazione di tecniche di rilassamento con quelle di visualizzazione.

Purtroppo molti divengono dipendenti da questa tecnica-rifugio che permette loro di estraniarsi dalla realtà circostante o limitare il suo «essere in essa». Molte volte è capitato che «l'entrare ai livelli» è diventato così automatico da scattare automaticamente alla minima frustrazione o difficoltà. Il terzo gradino, in discesa, si raggiunge quando il soggetto non riesce più a comandare la tecnica, tanto che il divario tra realtà presente e realtà immaginata o presunta diventa sempre più sottile sfociando, in qualche circostanza, in forme psicotiche di tipo dissociativo.

(11) Da J.Silva-F. Miele, II metodo Silva Mind Control, ed. Omega, 1992, p. 23.

- continua -