Le sette crescono in Italia in maniera preoccupante. Non è facile censirle, in quanto spesso cambiano nome o agiscono nell’ombra. I bambini sono le prime vittime di questa realtà
Andrea Sartori (Insegnante)
Le più diffuse sono le psicosette, ovvero gruppi motivazionali che promettono di ampliare le potenzialità psichiche dei loro adepti. La loro diffusione è dovuta al fatto che promettono facili successi. Questo è ciò che si nasconde dietro il fenomeno delle sette, fenomeno sempre più in crescita in Italia.
Secondo il rapporto del Dipartimento di Sicurezza e le stime delle associazioni anti-setta riportate dal quotidiano torinese La Stampa, le organizzazioni settarie in Italia si sono moltiplicate non poco in questi anni: se nel 1998 le sette erano solo 152, di cui solo il 10 per cento psicosette, nel 2009 le sette sono arrivate a toccare il migliaio, delle quali il 40 per cento sono psicosette. Gli adepti sono passati da 92 mila a un milione. Nell’articolo di Elena Lisa apparso su La Stampa di Torino il 21 gennaio si parla della setta Arkeon, la quale, da sola, controllava diecimila persone cui ha sottratto, negli anni, milioni di euro. Gli undici leader di questa setta sono ora sotto processo a Bari.
Un capitolo terroficante, toccato da Elena Lisa, è quello dei bambini nel contesto delle sette. Il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, dice a tal proposito: “Non ci sono soltanto i bambini trascinati nella setta dai genitori o da qualche pedofilo travestito da guru. Ci sono anche quelli che nascono dentro la comunità. Sono più fortunati degli altri: avendo pochi contatti con il mondo esterno non devono sottoporsi a continui ‘riti di purificazione’. Ma di loro si hanno poche, debolissime tracce. Spesso non sono neppure registrati all’anagrafe”.
E’ estremamente difficile censire questo fenomeno, in quanto spesso cambiano nome, e comunque agiscono in una zona d’ombra. L’ultimo elenco semiufficiale risale al 1998, ed è un rapport del Dipartimento di Pubblica Sicurezza dal titolo “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia”, che dava la cifra di 137 gruppi settari in Italia, dei quali 76 erano religiosi e 61 magici.
Mala tipologia di setta più diffuso non è quello a carattere satanico (che però ha conosciuto un preoccupante incremento) né quello a sfondo New Age. La tipologia più diffusa è quella della psicosetta. Come spiega Maurizio Alessandrini, presidente dell’associazione familiari delle vittome Favis, al quotidiano La Stampa tali psicosette sarebbero “gruppi ‘motivazionali’ che agganciano i più giovani e promettono risultati sorprendenti a scuola, nello sport, con gli amici”. Negli ultimi anni le psicosette si sarrerebbero “moltiplicate a dismisura entrando anche nelle scuole”.
Perché tutto questo? Si sa, quando muore la religione fiorisce la superstizione. Come diceva Gilbert Keith Chesterton: “Non è vero che chi non crede in Dio non crede in niente, perché è disposto a credere in tutto”. Basti vedere i Greci e iRomani del Basso Impero, che deridevano i cristiani per l aloro “stramba” fede nella Resurrezione (cfr. la reazione degli ateniesi al discorso di San Paolo all’Areopago) ma superstiziosi fino al ridicolo e anch’essi pronti a gettarsi in ogni tipo di setta (Mitra, Iside, culti misterici…).
Il benessere ha portato alla perdita della Fede. La perdita della Fede, alimentata ad arte da un certo anticristianesimo endemico, ha fatto sì che molti si gettassero tra le braccia di questi manipolatori di menti.
Ma c’è anche un’altra ragione per cui proliferano questi orrori. Ancora lo spiega Alessandrini: “L’Italia è uno dei pochi Paesiin Europa dove non c’è una legge ad hoc è nemmeno è punito il reato di ‘manipolazione mentale”.
Questo è evidente in un ambito non strettamente collegato alle sette. Quello dei maghi imbroglioni che spesso succhiano letteralmente il sangue a gente disperata. Bsta solfeggiare col telecomandosu canali privati per accorgersi della loro presenza. Ci sarebbe, come strumento contro questo pericoloso dilagare di ciarlatani e falsi guru opportunisti, il reato di “abuso di credulità popolare”.
Ma questa sarebbe solo la punta dell’iceberg. Il vero problema è la mancanza di punti fermi nella società contemporanea. Sulle macerie dei valori dei quali si è voluto far strame,si è creata solo insicurezza e infelicità. Che le menti più deboli cercano di riempire aderendo a queste pericolosissime realtà in crescita. Il risultato sono minacce, schiavitù, lavaggio del cervello.