martedì 26 maggio 2009

I nuovi meeting della psico-setta il pm insiste: 'Bisogna arrestarli'

Padova, dal 25 al 27 novembre. è solo una delle date già fissate, nelle prossime settimane, per i seminari di Arkeon, il cui fondatore, il "maestro" barese Carlo Alberto Moccia e i suoi cinque collaboratori sono ora accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e ad altri reati. La psicosetta, attiva in tutta Italia, è stata scoperta dagli agenti della Digos di Bari che, su ordine del gip Vito Fanizzi giovedì mattina hanno notificato i sei avvisi di garanzia, sequestrato la sede legale dell' associazione "The sacred path" in via Amendola a Bari e oscurato i cinque siti Internet, sui quali se ne pubblicizzavano le attività. Secondo l' accusa, i sei avrebbero messo in piedi un' organizzazione che induceva le numerose vittime (circa diecimila) in stati tali di prostrazione e dipendenza psicologica da ottenere da loro qualsiasi cosa, persino di andare a chiedere l' elemosina. Boccia, raccontano le denunce, avrebbe promesso loro di guarire da malanni fisici e psicologici di ogni tipo, incluso infertilità (reale o presunta), tumori e Aids. Il gip Fanizzi, al quale il pm Francesco Bretone aveva chiesto di sottoporre i sei agli arresti domiciliari, ha ritenuto invece che il sequestro e l' oscuramento fossero necessari a bloccare l' attività fraudolenta, e che di conseguenza non vi fosse il pericolo di reiterazione del reato. Per il pm, invece, le cose non stanno così e per questo ha fatto appello contro la decisione del giudice. Il difensore di Moccia, l' avvocato Francesco Paolo Sisto, invece, attende di visionare la documentazione a carico del suo assistito e annuncia che metterà a disposizione degli inquirenti tutto quello che potrà risultare utile. La tesi sostenuta dall' accusa, relativa al pericolo che la setta faccia ancora proseliti, troverebbe conferma nell' alto numero di forum che ospitano opinioni accorate sul metodo Arkeon, inventato da Moccia ed esportato, tramite i suoi referenti (da lui promossi "maestri"), in tutta Italia. I prossimi seminari, già fissati in alberghi cittadini e per ora non annullati, sarebbero un ulteriore elemento a sostegno delle obiezioni di Bretone. I costi sostenuti per ogni seminario vanno dai 260 euro del primo livello ai dodicimila del terzo e ultimo, nel quale il nuovo adepto viene promosso "maestro". Una sorta di passaparola ufficializzato dalla setta che, a quanto pare, non si ferma con l' intervento della polizia né con le continue prese di posizione del Cesap, il Centro studi sugli abusi psicologici, che da dieci anni raccoglie le segnalazioni di chi dal metodo Arkeon è uscito a pezzi.
- MARA CHIARELLI


Repubblica — 13 ottobre 2007 pagina 7 sezione: BARI

Ecco i nomi dei coinvolti

il Centro — 31 gennaio 2009 pagina 15 sezione: CRONACA

PESCARA. Sono undici le persone che sono state iscritte sul registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Bari per la vicenda «Arkeon». Secondo l’accusa, a capo dell’associazione c’era Vito Carlo Moccia , di 57 anni, di Noicattaro (Bari), residente a Milano, il quale si presentava alla gente come psicologo. Le altre persone per le quali il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Bretone ha chiesto il rinvio a giudizio sono Antonio Turi , di 52 anni, Francesco Morello , di 59 anni, Gabriella Fabbri di 61 anni, Quirino Salerno di 40 anni, Isa Calabrese di 39 anni, Massimo Vavalle di 40 anni, Francesco Ferrara di 41 anni, Grazia Bozzo di 43 anni, Piero Mazza di 47 anni e Francesco Giuseppe Locatelli di 43 anni. Nell’indagine della Procura della Repubblica di Bari vengono contestati agli indagati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. Secondo gli investigatori, tutti gli indagati facevano parte di una sorta di psico-setta che avrebbe operato in tutta Italia.

lunedì 25 maggio 2009

«Chi ha subìto violenze racconti tutto»

PESCARA. «Spero che chi ha subìto le mie stesse violenze e pressioni trovi il coraggio di parlare e di raccontare tutto, superando la vergogna per essere caduto nella trappola». La pescarese Anita (nome di fantasia), la testimone-chiave che ha fatto scattare l’inchiesta sul metodo del gruppo Arkeon, per cui la Procura di Bari vuole processare 11 persone, fa un appello agli altri adepti incappati nelle sedute a pagamento per ritrovare la fiducia in se stessi che si trasformavano in veri e propri «lavaggi del cervello». Il Cesap (www.cesap.net), centro nazionale di studi sugli abusi psicologici, ha creato un pool difensivo. «Spero che la notizia del processo più vicino porti le altre persone che sono state costrette a subire il mio stesso trattamento a venire allo scoperto, a trovare coraggio e a raccontare senza paura la loro esperienza e, soprattutto, quello che avveniva in quei seminari», aggiunge la vittima che, attraverso il suo legale Lucio Massignani , ha intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento. «Il Cesap si è fatto carico di creare un pool di avvocati in grado di assistere tutte le vittime di questo raggiro. Sicuramente c’erano altre persone provenienti dal Pescarese che sono finite in questa trappola. Del resto, gli incontri avvenivano anche a Montesilvano». Il gruppo Arkeon, fino al 2006, ha svolto i seminari affittando le sale di alcuni grandi alberghi. Il gruppo poteva godere di numerosi appoggi sul territorio, specialmente nella zona tra Città Sant’Angelo e Roseto degli Abruzzi, dove c’erano alcune persone che erano incaricate di fornire le informazioni sui corsi, di raccogliere le prenotazioni e di raccordarsi con i sedicenti maestri che guidavano i seminari. Si tratta di adepti al primo livello, i quali cominciavano così la loro «carriera» che, in prospettiva, li avrebbe visti diventare a loro volta «maestri». Tra le persone che maggiormente si sono battute contro la setta c’è la psicologa Lorita Tinelli presidente del Cesap. «Il sentiero sacro di Arkeon porta dritto in tribunale», scrive la studiosa in una nota. «Per la prima volta in Italia, il gruppo con oltre 10mila adepti finirà in un’aula di giustizia. Questo gruppo ha agito indisturbato da oltre 10 anni su tutto il territorio nazionale. È la prima volta che in Italia un’organizzazione così numerosa finisce in tribunale con accuse così pesanti». Il pm Francesco Bretone contesta a vario titolo, agli 11 indagati, i reati di associazione per delinquere finalizzata a truffa, abuso della professione medica, psicologica e psicoterapica, violenza privata, maltrattamento su minori, incapacità procurata da violenza. L’indagine è scaturita dopo che alcune vittime si erano rivolte al Cesap e avevano portato la propria testimonianza in trasmissioni televisive. Arkeon aveva reagito rifacendosi contro le vittime e la stessa presidente del Cesap con un fiume di denunce e di richieste di risarcimento per 4 milioni di euro. In particolare, dopo la trasmissione di Maurizio Costanzo «Tutte le mattine» dell’aprile 2006, un centinaio di affiliati (tra maestri e allievi) del gruppo Arkeon, nell’arco di una settimana, depositarono una serie di denunce per diffamazione in diverse Procure d’Italia contro la presidente del Cesap e i partecipanti alla trasmissione. Ora, mentre la Procura di Bari chiede il processo per i seguaci del barese Vito Carlo Moccia , cominciano ad arrivare le prime sentenze che scagionano i fuoriusciti dal gruppo dalle accuse di calunnia e diffamazione. I seminari per accrescere il proprio «potere personale» costavano migliaia di euro. Qualcuno ne ha sborsati fino a 100mila. Secondo l’accusa, il gruppo induceva i propri adepti a credere di aver subìto abusi in età infantile ad opera di pedofili, spesso individuati nell’ambito della propria famiglia, e successivamente proponeva di curarli con esercizi a sfondo sessuale al fine di liberarsi dal trauma subìto. Anche alcuni minori sarebbero stati sottoposti a sconvolgenti «condivisioni». Il metodo veniva proposto anche come «cura» per l’omosessualità. Da più parti d’Italia continuano ad arrivare al Cesap altre testimonianze. Gli ex adepti hanno raccontato pressioni psicologiche, promesse di guarigioni, teorie sui pedofili e su abusi sessuali che si intrecciano in un meccanismo di corsi a pagamento diffuso in tutta Italia. Al gruppo, e ad alcune società collegate, sono stati anche sequestrati locali, documenti e siti Internet.
Enrico Nardecchia
il Centro — 01 febbraio 2009 pagina 20 sezione: CRONACA

sabato 23 maggio 2009

In attesa di novità, a sud niente di serio

a proposito di serietà, da questo blog, apprendo che finalmente è partita a Bari l'indagine sull'associazione Il Sentiero Sacro., presunta psyco-setta che grazie al suo discusso metodo Arkeon. avrebbe plagiato numerose persone che ad essa si erano rivolte per problemi spirituali, affettivi, matrimoniali o perchè psicologicamente prostrate da mali incurabili quali AIDS o tumori. Così, dopo averne favorito l'ingresso, i "maestri" avrebbero reso i seminari sempre più costosi (fino a 15.000 euro), sottoponendo i propri adepti a vessazioni psicologiche ma anche fisiche, secondo quanto raccontato dalle vittime. Sedute volte alla spersonalizzazione, durante le quali i malcapitati sarebbero stati indotti a credere di aver subito violenza da bambini, ragazzini costretti ad assistere a scene non certo edificanti, quali ad esempio osservare la propria madre picchiare il convivente, esercizi con i quali si imponeva agli adepti di travestirsi e chiedere l'elemosina. Insomma, le accuse sono tante e, se venissero accertate, l'associazione e il suo presidente, il 57enne Vito Carlo Moccia, rischierebbero davvero grosso.
In attesa di novità, a sud niente di serio.

POVIA: STRISCIA, "LUCA ERA GAY"

La canzone "Luca era gay", presentata all'ultimo Festival di Sanremo da Povia, e' tutt'ora al centro di polemiche per il modo 'particolare' con il quale e' stato affrontato il tema dell'omosessualita'. Striscia la Notizia ha 'rivelato' nella puntata andata in onda questa sera in quale contesto Povia e' venuto a conoscenza della storia di Luca, da cui poi avrebbe tratto ispirazione per la sua canzone. Nell'ottobre del 2007 Striscia si e' occupata di Arkeon, un' associazione in cui, alcuni ex adepti avevano segnalato al tg satirico che i leader del gruppo millantavano di poter curare gravi malattie e ne denunciavano anche i metodi coercitivi e violenti. Padre Caltalamessa, conduttore del programma "A sua immagine", ha promosso le attivita' di Arkeon dedicandole una puntata e raccontando come avesse aiutato un ragazzo a uscire dalla condizione di omosessualita'. Il nome del ragazzo era proprio Luca. In un'intervista-confessione Luca racconta la sua esperienza di ragazzo gay che, grazie ad Arkeon, e' ora sposato con una donna da cui ha avuto anche un figlio. Nelle parole di Luca, spiega Striscia la Notizia, e' possibile ritrovare le strofe della canzone presentata a Sanremo da Povia. Un'inchiesta sul metodo Arkeon, meno di un mese fa, ha visto la Procura di Bari chiedere il rinvio a giudizio per undici persone. Nell'indagine sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacita' procurata di violenza.
(24 febbraio 2009)
www.repubblica.it

venerdì 22 maggio 2009

Povia - Luca era gay - Ecco Luca (Striscia la Notizia 24/2/2009)


Trovato su you tube :

non penso che l’omosessualità nasca dal dolore e dall’infanzia come dice il luca intervistato

ho riconosciuto la voce di vito in sottofondo nell'intervista






Preferisco “Quando I bambini fanno ahò”

Francè sei Grande !!!

giovedì 21 maggio 2009

La setta: ora sdraiatevi nella bara

il Centro — 19 febbraio 2009 pagina 16 sezione: CRONACA

PESCARA. Da Pescara ad Ancona, passando per Colonnella, San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno. Si allarga il giro della psico-setta del metodo «Arkeon» per cui il pm di Bari Francesco Bretone ha chiesto il processo a carico di 11 persone. I seguaci del fondatore, il sedicente maestro Vito Carlo Moccia , avevano messo radici tra Abruzzo e Marche, dove qualcuno dei «maestri» continua a operare sotto diversa denominazione. La denuncia della pescarese testimone-chiave, che con le sue dichiarazioni sui «trattamenti» a sfondo sessuale ha dato il via all’inchiesta, ha fatto venir fuori altre storie di persone che hanno partecipato ai seminari «per ritrovare fiducia e stare meglio con se stessi e con gli altri». Da lì sono uscite senza soldi e con mille problemi. L’ESERCITO DEI TRUFFATI. Non tutti i partecipanti ai seminari, oltre 10mila persone in tutta Italia, hanno subìto violenze fisiche. Molti sono usciti dalla setta quando si sono accorti che i soldi spesi in cambio di promesse di miglioramento spirituale erano stati gettati al vento. Tra le ipotesi di reato anche truffa ed esercizio abusivo della professione medica. Tra l’altro, la maggior parte dei seminari non veniva fatturata e i testimoni hanno raccontato che di solito veniva emessa fattura solo al primo seminario e poi più nulla. Insomma, una colossale evasione fiscale. LA MAPPA DELLA SETTA. I «maestri» attivi nel 2006/2007 in Abruzzo erano 3 (una coppia e un singolo). I seminari di due giorni effettuati ogni mese da ciascun maestro erano da 2 a 4. Altrettanti quelli intensivi all’anno per ogni maestro. Le presenze medie a seminario erano di 20/30 persone. Per i maestri più affermati e il fondatore si arrivava a oltre 100 persone. I centri interessati sono Pescara, Montesilvano, Città Sant’Angelo, Alba Adriatica, Colonnella, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Senigallia, Ancona e Pesaro. Tra Abruzzo e Marche risiedono numerosi ex adepti, come la pescarese che si è ribellata alle violenze, oltre ad alcuni «maestri». L’associazione poteva contare, fino al 2006, su persone incaricate di reclutare corsisti e aggregarli nelle sedute ai grandi alberghi di Montesilvano. LE TARIFFE DEL MAESTRO. Costo del primo seminario 260 euro; ripetizione seminario 130 euro; seminario secondo livello 750 euro; ripetizione 130 euro; premaster 900 euro, master 12mila euro. Questo il «tariffario» del percorso formativo Arkeon «The sacred path», che comprendeva anche il seminario intensivo da 1100 euro (tra cui uno sulla morte) e la formazione per aziende da 1800 euro per tre giorni. Per entrare nel gruppo Arkeon bastava partecipare a un seminario di primo livello tenuto dai «maestri» dell’associazione, che andava ripetuto più volte prima di poter accedere al secondo livello. Il terzo livello costava 12mila euro ma ne venivano fatturati solo 3mila «perché», dice un fuoriuscito, «secondo il grande maestro, il terzo livello è un dono e lo scambio economico è irrisorio se paragonato al valore effettivo di quest’iniziazione». «SDRAIATI NELLA BARA». Tra gli argomenti dei seminari c’erano «Spirito della Terra», «Esplorazione della relazione con le radici dell’identità del maschile e del femminile»; «Lavoro sul potere personale» (prerequisito per la partecipazione agli altri); «Lavoro sulla relazione con l’energia creativa, il denaro, la prosperità» (il «seminario sui soldi» per diventare persone di successo); «Vivo onorando la mia morte», recupero del valore della morte «riportata alla coscienza come strumento per riscoprire il valore della vita». Secondo alcuni, nel corso di questo «intensivo» gli adepti «venivano fatti sdraiare nella bara e dovevano scrivere l’epitaffio». I SOLDI SEPPELLITI. Un altro corso imponeva ai partecipanti di vestirsi da barboni e chiedere l’elemosina per strada. «Il maestro», dice un altro partecipante, «faceva seppellire a ognuno i suoi soldi scavando per terra e poi faceva scambiare le buche. C’è chi ha seppellito 800 euro e, ritrovando i soldi di un altro, ne ha riavuti solo 50. Chi trova tanti soldi è sulla buona strada. Il commento del maestro? Tu non muovi l’energia giusta per diventare ricco!!!». (e.n.)

mercoledì 20 maggio 2009

Setta truffa i suoi adepti, indagate undici persone

Undici avvisi di conclusione delle indagini al termine dell'inchiesta sul 'metodo Arkeon'. Si tratta - secondo gli investigatori - di una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere 10.000 adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Nell'indagine della procura di Bari vengono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro.
Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Secondo l'accusa, a capo dell'associazione criminale c'era Vito Carlo Moccia, di 57 anni, di Noicattaro (Bari) e residente a Milano, che diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli.

09 settembre 2008 16:09

Caso Arkeon

Caso setta, blitz romano della polizia

Ottanta adepti di "The sacred path" sorpresi in un albergo della capitale: anche un prete
L'attività della presunte setta "the Sacred Path" continuerebbe, almeno apparentemente. Lo dimostrerebbe il blitz, compiuto dalla polizia di Rom, in un alberho della capitale. Gli agenti hanno trovato il presunto santone, Vito Carlo Moccia, 55 anni, barese, insieme con un'ottantina di persone, impegnate a partecipare a una riunione più o meno rituale, con tanto di candele. Fra loro, anche un sacerdote e uno psicologo.
Gli agenti hanno interrotto l'incontro, hanno generalizzato i partecipanti e sequestrato alcuni documenti e le stesse candele utilizzate. L'incartamento investigativo è stato poi trasmesso al pubblico ministero inquirente, il sostituto barese Francesco Bretone. Stando alle indagini sfociate nella notifica di alcune informazioni di garanzia a ottobre scorso, il "gruppo dirigente" della presunta setta avrebbe diffuso - con un certo consenso e una popolarità anche televisiva - il metodo psicologico innovativo " Arkeon". La sede di "The Sacred Path" è a Bari.

La gazzetta del Mezzogiorno, 15 Febbraio 2008

lunedì 18 maggio 2009

Cervelli lavati, trasmissione Terra!!




Manipolamente – Cervelli lavati
Canale Cinque - Terra - Trasmissione del 14-10-2007

hanno trattato l'argomento psicosette e nello specifico anche arkeon

http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=tg5&data=2007/10/14&id=20379&from=aggregatore_search


riguardandola ora colgo più aspetti interessanti rispetto a quando la vidi per caso in diretta..



Al centro della puntata di domenica 14 ottobre 2007 - sull'onda del caso di Vito Carlo Moccia, sorta di guru spirituale a capo della scuola The Sacred Path e inventore del metodo Arkeon - il tema delle sette e degli abusi psicologici che spesso le caratterizzano. Ampi reportage realizzati dagli inviati del programma, ne illustrano peculiarità e rischi.

A tal proposito, Sandro Provvisionato si è recato a Bari, dove è nata l'inchiesta che ha messo in luce le attività del maestro Moccia, secondo la Polizia nient'altro che un truffatore a capo di una psicosetta, attualmente indagato per associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo di una professione, nonchè della commissione in concorso dei reati di truffa aggravata, violenza sessuale, violenza privata e calunnia.

Apre Marco Corrias, che ha incontrato vittime e i parenti di questi guru e raccolto le loro inquietanti testimonianze ed ha intervistato la psicologa Lorita Tinelli, presidente del Cesap (Centro studi sugli Abusi Psicologici), una delle massime esperte italiane di psicosette.

Maria Luisa Sgobba, invece, ha parlato con il capo della Digos di Bari, Stanislao Schimera, e con il legale di Moccia, Francesco Paolo Sisto, con i quali ha fatto il punto della situazione sulla vicenda.

Prosegue Sabina Fedeli, che ha documentato la terribile esperienza di una ragazza malata di anoressia, caduta nella trappola di un sedicente medico esponente di una psicosetta, oggi fortunatamente libera dal giogo psicologico in cui era caduta.
Chiude Anna Migotto, che racconta questa vicenda da un altro punto di vista, ovvero, dando voce ad uno di questi gruppi spirituali.

Terra! è un programma del Tg5, a cura di Toni Capuozzo e Sandro Provvisionato. In redazione, Marco Corrias, Sabina Fedeli, Anna Migotto. Produzione esecutiva di Monica Ferraro.

domenica 17 maggio 2009

Percorso spirituale o terapia abusiva?

La visione di questa puntata messa in onda il 13/10/2006 di
"Mi manda rai tre"
su arkeon è molto interessante per capire il caso arkeon.
Ci sono ex partecipanti che raccontano la propria esperienza, l'ideatore del metodo Vito Carlo Moccia e alcuni dei vertici del sistema arkeon compreso un "animatore spirituale" tal Padre Angelo De Simone non dispensato dal suo vescovo; il Presidente dell'ordine degli Psicologi Giuseppe Luigi Palma , il Professor Ruffolo e il sempre più bravo Andrea Vianello

Ad ognuno le proprie riflessioni..

Antiplagio news: la psicosetta reiki di Moccia era nota alle autorita' da 12 anni. Perche' non e' stata smantellata prima?

TELEFONO ANTIPLAGIO 338.8385999 - COMUNICATO STAMPA
Ancora una volta siamo costretti a segnalare che la psico-setta
fermata il 10 ottobre 2007 dalla Polizia di Stato a Bari ed in altre
città d'Italia era gia' stata denunciata da Telefono Antiplagio e da
alcuni cittadini 12 ANNI FA.
Come per i casi Wanna Marchi, Magic Star ecc. non si capisce perche'
le autorita' preposte siano intervenute cosi' tardi, dopo che il capo-
setta, Vito Carlo Moccia, segnalato da Telefono Antiplagio nel 1996
anche all'Ordine degli Psicologi ed alla Seat Pagine Gialle, perche'
inserito nella categoria ''psicologi'', ha continuato ad abusare
impunemente di migliaia di persone indifese ed a creare seguaci
dappertutto, come la dott.ssa Leda Moro, residente a Roma, che nel sito
www.brazilsystem.com/moro.htm vanta ancora adesso il primo e secondo
livello Arkeon e Reiki ''Sacred Path'' di Vito Carlo Moccia.
Riportiamo il testo della lettera FIRMATA che in data 11/7/96 era
stata recapitata a Telefono Antiplagio e immediatamente trasmessa alle
autorita' competenti.

''Gentile signor Panunzio Giovanni, mi creda, ma per lettera non
riesco proprio ad esprimermi. Comunque lei e' la mia ultima speranza.
E' un anno che giro e mi sento davvero defraudata, anzi e' poco tale
espressione. Sappi che mi sono rivolta ad uno dei migliori legali
penalisti di Bari, ad un politico ecc. Ci sono presso la procura della
repubblica di Bari in mano ad un certo... (omissis) moltissime denunce,
ma il discorso non va avanti. Anche l'ordine dei psicologi, presidente
Gualtieri Rita tel... (omissis) ha aperto denuncia nei confronti di
questo Moccia Vito. Gli allego a questo mio scritto una relazione di
gente che e' stata in questo posto. Ma mi creda che la cosa e' molto
piu' grave di cio' che possiamo leggere fra queste righe. I ragazzi
vengono storditi, ipnotizzati, portati all'esasperazione, urlano, si
spogliano, hanno rapporti promiscui e di gruppo e chi si rifiuta ha la
peggio. Spero che al piu' presto possa venire a contatto con qualcuno
che mi possa fare da guida perche' io sono decisa a tutto. Come
d'accordo per telefono mi sono recata dall'avv... (omissis), persona
molto dolce, facente parte del gris, questa e' gente molto semplice
ex... (omissis). Nella new age la cosa e' piu' perversa. La gente e'
colta, e' di un certo ambiente ed e' protetta. Per cui ho bisogno di
gente preparata e pronta a tutto. Non mi abbandoni, non abbandoni
questi ragazzi. Bari''.

E' la prima volta che Telefono Antiplagio pubblica la lettera di un
cittadino che denuncia gli abusi di un santone. Poiche' le autorita'
non ne hanno tenuto conto, Telefono Antiplagio e' pronto a mettere a
disposizione dei ''media'' interessati il documento originale, compresa
la relazione (citata nella lettera) di una persona che ha frequentato
la setta, che non pubblichiamo qui per brevita'.

Prove no limits e soldi estorti agli adepti salgono a 11 gli indagati della psico-setta

Organizzava seminari in tutta Italia e ai partecipanti, gente con problemi psichici e di salute, faceva credere di essere in grado di risolvere i loro problemi. Era una vera e propria psico-setta, secondo l' accusa, quella ideata da Vito Carlo Moccia, 57 anni, una villa in un quartiere residenziale a Noicattaro e un passato di sedicente psicologo. All' uomo è stato notificato un avviso di conclusione dell' indagine. E con lui sono finiti nei guai altri dieci componenti dell' organizzazione. Il sostituto procuratore Francesco Bretone ha chiuso l' inchiesta che nell' ottobre scorso ha fatto luce sulla psico-setta. Oltre a Vito Carlo Moccia, l' accusa di associazione a delinquere viene contestata anche ad Antonio Turi, di 52 anni, di Palermo, Francesco Morello di 59 e Gabriella Fabbri di 61, entrambi di Milano, Quirino Salerno di 40, di Latina, Isa Calabrese di 39 e Massimo Vavalle di 40, di Noicattaro, Francesco Ferrara di 41, di Roma, Grazia Bozzo e Francesco Locatelli, entrambi di 43 anni, di Latina e Piero Mazza di 47, di Bologna. Secondo la ricostruzione dell' accusa, Vito Moccia sarebbe stato il promotore del metodo "Arkeon". Si faceva chiamare maestro e si spacciava per un affermato psicologo. Con l' aiuto dei suoi collaboratori, organizzava corsi e seminari. Girava per l' Italia, facendo credere di essere in grado di risolvere problemi gravi e di guarire malattie gravissime. Partecipare alle lezioni aveva un costo: dai 260 euro del corso di primo livello ai 12mila per chi aspirava a diventare un maestro del metodo "Arkeon". Un coppia che al gruppo di Vito Moccia si era rivolta dopo una crisi matrimoniale agli agenti della Digos ha raccontato di aver pagato 100 mila euro. Diecimila gli adepti in tutta Italia. E sono stati proprio alcuni di loro, sicuri di essere stati truffati, a chiedere alla magistratura di indagare sulla psico-setta. A tre giovani fu fatto credere di aver subito, durante l' infanzia, abusi sessuali. Ad un altro, invece, di essere il responsabile, insieme alla madre, dell' omicidio del padre e di poter guarire da una lesione al ginocchio, grazie ai seminari. Una bambina di dieci anni, invece, ha ricostruito l' accusa, fu costretta ad assistere «ad un rituale di forte impatto emotivo», a vedere la madre mentre picchiava il proprio convivente. Il metodo "Arkeon" comprendeva anche esercizi terapeutici: un bambino di 14 anni, sarebbe stato sottoposto «a tecniche manipolatorie della mente», una donna, durante un corso "no limits", invece, raccontano gli investigatori, è stata immobilizzata. Ora gli undici componenti di quella che la procura ritiene sia una vera e propria organizzazione rischiano il processo. Vito Moccia ha sempre respinto ogni accusa. (g.d.m.)

Repubblica — 10 settembre 2008 pagina 7 sezione: BARI

La setta dei guaritori indagato un imprenditore

Anche a Palermo il maestro della psico-setta di Bari, Vito Carlo Moccia, aveva il suo fidato. Maestro (presunto tale) pure lui. Era Antonio Turi, «sociologo della formazione umana e consulente di direzione», come si definiva sul sito Internet «www.lifetraining.it», che è stato oscurato per ordine della Procura pugliese. I magistrati hanno delegato alla Digos di Palermo la perquisizione nell' abitazione di Turi, in via Libertà: gli investigatori hanno sequestrato un computer, che potrebbe contenere i nomi di altri adepti, o delle vittime. L' inchiesta della Digos di Bari è andata avanti per mesi, dopo le denunce di alcune persone contro l' associazione "The sacred path". Vito Carlo Moccia e la sua rete avrebbero promesso guarigioni (anche dai tumori o dall' infertilità): bisognava frequentare dei corsi, per apprendere il fantomatico «metodo Arkeon», e naturalmente pagare. Il «primo livello» delle lezioni costava 250 euro. «L' intensivo», 1100. Il «terzo livello», 12.000. Il sostituto procuratore Francesco Bretone contesta a Moccia e ad altre cinque persone, fra cui Turi (indicato fra i «promotori» dell' organizzazione), l' associazione a delinquere finalizzata a vari reati. L' elenco delle accuse spazia dall' esercizio abusivo della professione di psicologo alla truffa aggravata, dalla violenza privata alla violenza sessuale, alla calunnia. Per tutti, la Procura aveva chiesto l' arresto, ma il gip ha ritenuto che l' oscuramento dei siti Internet fosse sufficiente. L' accusa insiste con il carcere, e ha già annunciato la presentazione dell' appello. Le accuse, così come ricostruite dalla polizia, sono davvero pesanti. La setta avrebbe ridotto gli adepti a uno stato di estrema dipendenza psicologica. Quello che segue è il drammatico racconto di una coppia che dopo anni di umiliazioni e 15.000 euro, ha trovato il coraggio di denunciare: «Pur consapevole che il mio era un problema di natura fisico - racconta una donna che non poteva avere figli - il mio stato di sudditanza mi faceva sperare che seguendo il metodo Arkeon potessi riuscire nel mio intento. Peraltro, già in precedenti circostanze, Turi, che conosceva il mio desiderio di maternità, mi ha più volte portato come esempio altri allievi che grazie al sistema Arkeon avevano potuto concepire dei figli». Poi, un giorno, la coppia trovò la forza di troncare quel rapporto con i cattivi maestri: «Trovammo una scusa banale per non andare più ai seminari - racconta ancora lei - ma Turi insistette affinché noi continuassimo. Durante una conversazione telefonica, credo nel 2004, Turi mi disse che se non fossi andata al seminario non sarei potuta diventare madre. Questa cosa mi turbò moltissimo». I seminari della psico-setta avevano già un effetto devastante sulla donna. Ha raccontato il marito: «Non ho trovato alcun beneficio a frequentare i corsi, ma ho continuato a farlo: mia moglie mi disse che se non avessi partecipato non potevamo stare insieme». Il maestro Turi cercava di entrare ancora di più nella vita dei suoi adepti: «Nacque anche un rapporto di amicizia con la famiglia di Turi», ha spiegato ancora alla polizia la donna che sperava di avere figli con il metodo Arkeon: «I coniugi Turi sono stati nostri ospiti nella casa di Giardini Naxos, per dei periodi di vacanza, a nostro totale carico. La nostra cieca fiducia in quello che facevano i maestri non ci aveva permesso di guardare la realtà delle cose».

SALVO PALAZZOLO


Repubblica — 14 ottobre 2007 pagina 6 sezione: PALERMO

venerdì 15 maggio 2009

L' istruttore di Reiki Antonio Turi si difende: 'Con me centinaia di professionisti della Palermo bene e nessuna denuncia' il caso

Repubblica — 16 ottobre 2007 pagina 6 sezione: PALERMO

La Procura di Bari l' accusa di aver favorito a Palermo la diffusione di un falso «metodo del benessere», incassando laute parcelle: lui, Antonio Turi, il maestro di Reiki, si difende e rilancia. «Molte persone hanno già chiamato per ribadirmi la loro stima. In centinaia frequentavano i seminari che ho tenuto dal 1999 al 2004, fra Palermo e Messina. C' erano medici, avvocati e professionisti di un ceto sociale alto, persone che certo non potevano essere condizionate psicologicamente. Nessuno di loro ha mai presentato denuncia». La settimana scorsa, Turi si è visto arrivare a casa gli agenti della Digos, incaricati dai magistrati di una perquisizione. «Non ho nulla da nascondere - dice lui - dal 2003 ho cominciato a distaccarmi da quel gruppo creato dal maestro di Bari Vito Carlo Moccia, animatore di Arkeon. Il mio sito Internet "Lifetraining", che è stato sequestrato, era ormai inattivo da tempo. Sono del tutto fuori da quel mondo. Anche se resto maestro di Reiki. Ma quello è come il titolo di studio: io sono laureato in Sociologia. Il titolo resta». Antonio Turi ha già chiesto al suo legale, Fausto Amato, di contattare i magistrati di Bari: «Sono disponibile a farmi interrogare subito. Non ho nulla da nascondere». Turi tiene a ribattere soprattutto alle accuse che arrivano da una donna: «Mi disse che senza i suoi seminari non sarei diventata madre». Il maestro nega: «Innanzitutto, quella donna e suo marito non sono mai stati fra i miei allievi. Fu un maestro di Milano a indirizzarli da me, per qualche incontro». Loro l' hanno accusato anche di aver approfittato dell' ospitalità a Giardini Naxos, per fare vacanze gratis: «Non è vero - ribatte il maestro - mi regalarono soltanto una immersione, perché era il mio compleanno. Ma, poi, io offrii la cena a tutti». Il maestro Turi ricorda i suoi corsi: «Li organizzavo in alberghi o palestre. Erano gli anni del boom della new age. C' era davvero tanta gente. Si iscrisse pure un parcheggiatore abusivo». Anche lui cercava un po' di pace interiore. In cambio, solo, di 300 euro. s. p.

Repubblica.it

giovedì 14 maggio 2009

Psico-sette e dintorni: il caso Arkeon, Scientology e John Sweeney

Qualche tempo fa avevo scritto su 02blog un post in cui raccontavo di questo incontro avuto con una fuoriuscita da Arkeon, una presunta psico-setta. Apriti cielo, si scatenò il finimondo. Centinaia di commenti, insulti, interminabili discussioni che non arrivavano mai a nulla. Ecco quello che era successo e cos’era Arkeon:
Nell’ottobre 2007, Vito Carlo Moccia, insieme ad altri cinque maestri di Arkeon, vengono indagati per vari reati (esercizio abusivo della professione, truffa aggravata, violenza sessuale, violenza privata e calunnia) secondo la stampa che non precisa a chi sono attribuiti i vari reati.
Le indagini sono condotte dalla Digos per conto della Procura di Bari. Tutti i siti legati ad Arkeon vengono sottoposti a sequestro preventivo. Dopo una conferenza stampa, la notizia viene ripresa dai telegiornali e alcuni quotidiani prevalentemente online. In seguito all’apertura delle indagini, le attività di Arkeon risulterebbero interrotte.
Trovate tutto quanto su wikipedia, in una voce, che, a mio modesto giudizio, non è proprio da inserire tra i migliori esempi di neutralità della nota enciclopedia online. Ma è solo la mia opinione. In fondo anche la Digos di Bari la pensava un pò diversamente.
Quello delle psico-sette - o supposte tali - è un fenomeno strano, dove trovano spazio sia persone che desiderano intraprendere un percorso di vita (e vogliono onestamente cancellare il passato per iniziare una vita nuova) sia soggetti deboli facilmente plagiabili.
Ma dov’è la differenza tra una psico-setta e una religione? Dove sono i confini? Dove finisce la fede e inizia il plagio. Sono domande a cui dare una risposta è tutt’altro che facile. Anche perchè, se ben ricordo il reato di plagio non esiste più dai primi anni ottanta. Di sicuro, nel caso di Arkeon, c’erano indagini e filmati, che hanno portato ad arresti. Poi ci saranno i processi, per carità, e tutti restano innocenti fino a prova contraria, chiaro: però le premesse non sono buone, anzi.
Varia tutto molto a seconda del paese in cui ci si trova: per esempio in Germania Scientology non è esattamente benvoluta, anzi. In Italia, ha una sede da multinazionale dalle parti di via Farini. A proposito del credo hubbardiano, date un’occhiata di cosa sono capaci di fare, fedeli al verbo “attack the attacker” propugnato dal fondatore nei confronti di chi si azzarda a criticare il movimento a sfondo religioso. Della vicenda di John Sweeney, reporter della BBC che aveva seguito nel 2007 Scientology:
mentre stavamo girando il nostro documentario, sono stato sgridato, spiato; il mio hotel è stato invaso nel cuore della notte; sono stato indicato come bigotto dalle star scientologhe, ho subito un lavaggio del cervello - è così che mi sono sentito - in un mock-up di una stanza delle torture nazi-style e inseguito da sinistri figuri per le strade di Los Angeles”. In definitiva Sweeney racconta di essere stato pedinato e importunato durante tutto il periodo delle riprese, di essere stato provocato oltre il tollerabile e di essere platealmente esploso.
Non male no? Qui sotto c’è il video in cui il nostro esplode.
http://www.youtube.com/watch?v=hxqR5NPhtLI&translated=1
Torniamo a noi Ma allora quando si può parlare di plagio? Sul sito del Cesap, il Centro Studi sugli Abusi Psicologici, presieduto dalla Dr.ssa Lorita Tinelli, lo si spiega abbastanza bene.
Interessanti anche altri casi, magari più vicini alla creduloneria popolare, ma comunque esemplari: una volta seguito il link al sito del Cesap li trovate nella barra a sinistra.


crimeblog.it
martedì 29 aprile 2008 - gabriele ferraresi

mercoledì 13 maggio 2009

Canale 5 parla di sette, …e arrivano denunce per diffamazione

Otto miliardi delle vecchie lire. E’ la cifra chiesta a titolo di risarcimento danni per presunte diffamazioni, subite da associazioni e società a vario titolo collegate al movimento Arkeon, nel corso del programma “Tutte le mattine” del 20, 23 e 27 gennaio 2006, condotto da Maurizio Costanzo su Canale 5. Alcuni aderenti hanno inoltre presentato, a titolo personale, numerose denunce per diffamazione nei confronti dei fuorisciuti che durante la trasmissione hanno raccontato le loro esperienze nel gruppo, e nei confronti della psicologa e criminologa Lorita Tinelli, anch’essa ospite in qualità di presidente del Centro Studi Abusi Psicologici (CeSAP), che dal 1999 offre assistenza alle vittime di sette e gruppi totalitari. La prima udienza si dovrebbe tenere il 17 luglio prossimo presso il Tribunale Civile di Bari, ma il fondatore di Arkeon, Vito Carlo Moccia, aveva chiesto anche un provvedimento cautelare urgente per inibire la diffusione di tutti gli articoli e gli scritti relativi al gruppo Arkeon, contenuti nel sito web www.cesap.net Ieri il giudice avrebbe dovuto prendere in considerazione tale richiesta cautelare, ma pare che abbia ritenuto di non dover procedere con urgenza, rimandando la decisione al 10 luglio. Arkeon è un metodo presentato nel sito web dell’Associazione The Sacred Path (www.arkeon.org). E’ la prima volta che in Italia si verifica un caso simile, con una richiesta di risarcimento così alta. Proprio tale richiesta suscita curiosità sui retroscena commerciali di Arkeon. E’ un business che vale 4 milioni di euro?

http://www.assotutor.it

giovedì 7 maggio 2009

Il giudice respinge la richiesta del gruppo spirituale Arkeon e riconosce i meriti del Centro studi abusi psicologici

"Il sito del Cesap non dev’essere oscurato"

Il giudice respinge la richiesta del gruppo spirituale Arkeon e riconosce i meriti del Centro studi abusi psicologici. Entra nel vivo il processo iniziato dopo le testimonianze a Canale 5. Tra i convenuti, Emilio Fede ed RTI Spa. Codacons parte civile. E’ il primo caso in Italia.
Roma, 15 Settembre 2006 Una causa civile e circa settanta denunce penali per presunte diffamazioni. Così il gruppo Arkeon, che promuove un metodo per la crescita personale e spirituale, reagisce alle critiche del Centro studi abusi psicologici (Cesap) e alle testimonianze di alcuni fuoriusciti fatte nel corso del programma “Tutte le mattine”, su Canale 5.
Ma l'azione legale avviata quattro mesi fa da Vito Carlo Moccia, leader di Arkeon, e da molti suoi seguaci, potrebbe diventare un boomerang: il Tribunale Civile di Bari ha infatti rigettato il ricorso proposto in via d’urgenza da Moccia e da alcune società e associazioni riconducibili al gruppo Arkeon che chiedevano l’oscuramento del sito www.cesap.net . Arkeon riteneva lesive le opinioni espresse nel forum del sito, dove i fuoriusciti raccontano le esperienze fatte nel gruppo, criticando il metodo e i maestri. Descrivono come gli affiliati vengono separati da famiglia e amici, esercizi simili a psicoterapie, consegne di simboli segreti, ‘’poteri’’ taumaturgici o per influenzare e modificare gli eventi, ed altri racconti sconcertanti.
Il Tribunale Civile di Bari ha rigettato la domanda cautelare accogliendo le eccezioni sollevate dalla difesa del Cesap, rappresentata dagli avvocati Francesco De Gennaro e Alessandro Lanzi dello studio legale Traverso & Associati, ribadendo il principio di rango costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero e della stampa. Secondo il giudice, “gli interessi che il Cesap promuove sono certamente meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento giuridico” e l’informazione resa è “altamente meritoria in questo idonea a prevenire gli effetti di un’impropria attività psicoterapeutica svolta da operatori privi di qualificazione professionale”. A conclusione dell’ordinanza, il giudice ha riconosciuto l’importanza dell’intervento del Codacons, l’associazione nazionale per la tutela dei consumatori e degli utenti che si è costituita parte civile per sostenere il Cesap.
Tale procedimento cautelare rappresenta il primo passo nell’ambito del giudizio civile promosso dal ‘’maestro’’ Moccia e dalle società afferenti ad Arkeon, che hanno chiesto un risarcimento di quattro milioni di euro ritenendo diffamanti le dichiarazioni rese da Lorita Tinelli, presidente del Cesap, da un ex-maestro di Arkeon e da una fuoriuscita, durante tre puntate del talk-show di Maurizio Costanzo, “Tutte le mattine”, andate in onda a gennaio. Costanzo, che ha sostenuto apertamente l’attività divulgativa del Cesap, è uno dei pochi giornalisti ad aver mostrato sensibilità nei confronti delle vittime delle sette, affrontando più volte il tema. Nel processo sono convenuti, a vario titolo, anche il direttore del TG4, Emilio Fede, ed RTI S.p.A., la società di Cologno Monzese che ha la licenza per le concessioni televisive di Mediaset.
E' la prima volta che, in Italia, un gruppo simile promuove un'azione giudiziaria per tentare di contrastare l'opinione e l'operato dei critici, cercando di legittimare le proprie attività a suon di querele. Oltre al procedimento civile, infatti, sono circa settanta le denunce penali per presunta diffamazione presentate nelle Procure di tutta Italia dai seguaci di Arkeon, a titolo personale, contro il presidente del Cesap e gli altri ospiti della trasmissione televisiva. Dalla prima ordinanza del Tribunale di Bari, invece, già si evince chiaramente l'orientamento del giudice, ed anche altre associazioni hanno manifestato l'intento di costituirsi parte civile nei numerosi procedimenti in fase di avvio.
Per maggiori informazioni: Codacons Tel. 0832 342690 (Lecce) – 080 5214974 (Bari) - 06 3725809 (Roma) Studio legale Traverso & Associati (Francesco De Gennaro e Alessandro Lanzi) Tel. 06 42011391 CeSAP (Lorita Tinelli) Tel. 338 2396939 – 333 4965750 – 329 6167564
Sul Cesap: L’attività del Cesap, senza fini di lucro, consiste nello studio delle varie forme di abuso psicologico sull'individuo. Dal 1999 il Cesap offre assistenza alle vittime di sette e gruppi totalitari che subiscono plagio mentale, e attraverso il sito internet realizza attività d'informazione con il patrocinio del Ministero della Giustizia. www.cesap.net Su Lorita Tinelli: Lorita Tinelli, presidente del Cesap, è una psicologa formata in Criminologia Giudiziaria presso l'Università di Bari, dove attualmente insegna presso il corso di Alta Formazione Ricorrente in Criminologia Generale Applicata e Penitenziaria, come docente esperta di culti, sette sataniche e manipolazioni mentali. www.loritatinelli.it
Su Arkeon e Vito Carlo Moccia: Arkeon nasce dall’esperienza del signor Vito Carlo Moccia, che dopo vent'anni di ‘’ricerca interiore’’ ritiene di aver acquisito gli strumenti per fungere da “guida”. Arkeon viene proposto come ‘’percorso di crescita personale, un viaggio nei territori della propria anima, un ritorno a Se stessi’’. In Italia è presente ovunque, con una rete di maestri che organizzano - dietro pagamento di ingenti somme - seminari per le migliaia di seguaci e incontri gratuiti per reclutare nuovi aderenti. Secondo i maestri, Arkeon sarebbe un metodo efficace per favorire l'espressione del proprio potere creativo e dei propri talenti e rafforzare la responsabilità per la propria vita. Nella ‘’Carta dei Valori’’ di Arkeon è scritto: "Crediamo nello spirito della tribù che ci unisce come fratelli in un cammino sacro che è la vita. Crediamo (…) al potere del fuoco che brucia perennemente al centro di questo cerchio a rappresentare lo Spirito e gli Antenati". E ancora: "Crediamo nell'un-animità dei Maestri di Arkeon ovvero nella loro condivisione di una stessa anima, prima ancora che di una stessa forma. In questo, ogni Maestro porta la propria essenza e la propria energia all'interno della Maestria di Arkeon". "Crediamo che chi ha l'onere e l'onore della Maestria debba rappresentare in ogni circostanza un'autorità responsabile e consapevole, con finalità di guida, di orientamento e di servizio al bene individuale e collettivo." www.arkeon.org


Comunicato stampa del: 15/09/2006
Codacons Lecce

Tutti i nodi verranno al pettine




Il mio pensiero è che tutti i nodi verranno al pettine e chi ha la coscienza pulta non deve assulutamente temere.

L’adepta di una psico-setta si racconta

Per anni a Milano, in un prestigioso hotel sui Navigli, si sono tenuti seminari e incontri di Arkeon, una presunta psico-setta sgominata nei giorni scorsi dalla Digos di Bari. Dimenticavo, il link qui sopra è stato giustamente bloccato; trovate una copia cache qui.
Le accuse formulate dal Sostituto Procuratore della Repubblica del capoluogo pugliese, Francesco Bretone, contro sei esponenti del gruppo, sono pesantucce; associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di professione medica, truffa aggravata, violenza sessuale, violenza privata, calunnia. Abbiamo incontrato Silvia, una che questa storia la conosce bene. Già, perché lei in quella che secondo gli investigatori era una psico-setta, ci ha buttato cinque anni della sua vita, riuscendo poi faticosamente ad uscirne.
«Si entra in queste psicosette tramite il passaparola, in maniera casuale – racconta - una volta c’era la promozione tramite volantini, o spesso tramite amici. Vedi tutte queste apparentemente felicissime, che sprizzano gioia da tutti i pori, e quindi ti incuriosisci. Alla fine ho passato cinque anni dentro ad Arkeon».
Poi però le cose cambiano. E i guru più che alla salvezza delle anime, pensano all’estratto conto, visto che, come accertato durante le indagini, i seguaci dei corsi e dei seminari versavano cifre dai 250 ai 15mila euro. «Reati? Indubbiamente l’abuso della professione medica, a partire dall’ideatore di questo metodo, millantava delle lauree, quasi certamente fasulle». E poi altro, come violenze su minori, molestie sessuali da parte di alcuni sedicenti maestri del metodo:«C’erano persone, erano senza titolo di psicologo, era gente che magari faceva l’idraulico, il portinaio, e che si trovavano a manipolare la salute mentale della gente. Bisogna ricordarsi che nessuno è immune dall’ingresso in queste sette. Ci sono persone di tutti i ceti sociali, tutti ci possono cascare».
Per saperne di più, doveroso link al Ce.S.A.P. - il Centro Studi sugli Abusi Psicologici che da anni si batte contro ciarlatani, guaritori, e affini.

18 ottobre 2007/cronaca fatti e misfatti
Gabriele Ferraresi

mercoledì 6 maggio 2009

Caterina Boschetti – il libro nero delle sette in Italia



PREFAZIONE
a cura di
Francesco Bruno


Chi non ha mai perso la testa per amore? Chi non è mai stato disposto a tutto pur di assecondare la persona che ama? Quanti litigi in famiglia, quante discussioni per far “trionfare” un’unione che appare assolutamente perfetta! Ognuno di noi, nella propria vita, ha vissuto, almeno una volta, quest’esperienza. Abbiamo avuto un coraggio da leoni, ci siamo ribellati alle regole, abbiamo dimostrato che la libertà significa seguire una strada anche se tortuosa, credendoci pienamente. In fondo, ci diciamo, ne valeva la pena. Ora, però, alla luce della ragione, di un distacco da quello che è accaduto in passato, da una razionalità ritrovata, potremmo dire di essere stati, in quel periodo, plagiati? È questo il plagio, ovvero essere indotti a compiere azioni o ad avere atteggiamenti che normalmente non avremmo mai? In effetti sì. Ma nessuno certo punisce o porta in un’aula di tribunale due innamorati un po’ sprovveduti, uno “condizionato” dall’altro. Come sarebbe possibile? Stiamo parlando di amore, del sentimento più prezioso e pulito che l’essere umano possa nutrire, ovvero, in altre parole, del motore immobile che muove il mondo da migliaia di anni. Chi si sognerebbe mai di incolpare Cupido, Eros, il dio che fa nascere i bambini, che fa celebrare i matrimoni, che spinge madri a buttarsi nel fuoco e che fa compiere atti di un altruismo e di una compassione straordinari? Eppure la verità è che proprio questo desiderio di amore e di felicità, che conduce l’uomo alla ricerca di Dio, di una famiglia (di sangue o meno), di un appagamento personale, è diventato oggi un businnes da milioni di euro. Nel 1981, quando il reato di plagio è stato abrogato e, quindi, cancellato dal nostro Codice Penale, si parlò di un concetto eccessivamente indeterminato, che sarebbe andato a ledere la libertà dell’uomo e in particolare quella di culto, vigente nel nostro paese. Si è detto che possiamo essere condizionati dalla pubblicità, dai media, dai libri e così via; si è parlato dell’esistenza di altri reati perseguibili, come la riduzione in schiavitù (il plagium latino significava proprio questo), la circonvenzione di incapace, la violenza in genere, la truffa, l’estorsione. E così la società ci ha messo una pietra sopra, ha sostenuto che, in questo modo, era stata fatta chiarezza e soprattutto giustizia, perché gli uomini, si disse, «Sono tutti uguali». L’essere tutti uguali è un concetto di alta democrazia, non c’è che dire, condivisibile pienamente da chiunque; eppure l’avere i medesimi diritti, perché è questo che intendiamo, dovrebbe spingerci a compiere un passo in più. Ognuno di noi dovrebbe avere l’opportunità di rimanere se stesso. E se invece, anche solo un singolo uomo, viene portato ad essere così condizionato, nel suo pensiero e nel suo agire, da diventare qualcun altro, da non essere più riconoscibile, da trasformarsi in un manichino da boutique da vestire e svestire a comando o, addirittura da essere plasmato come un robot per compiere azioni a lui estranee, possiamo davvero ritenerlo uguale agli altri? Possiamo sostenere, obbiettivamente e con piena coscienza, che sia stata rispettata la sua libertà? Oggi, in Italia, ci troviamo di fronte a questa realtà, ovvero a migliaia di persone private del loro diritto di essere uomini, donne e, purtroppo, bambini, il tutto “grazie” a tecniche di condizionamento mentale e psicologico ormai conosciute e conclamate da anni. Si tratta di strumenti rubati alle stesse psichiatria e psicologia, come ad esempio l’ipnosi, applicate da individui senza scrupoli in modo sconsiderato, al solo fine di carpire la fiducia e la “fede” degli altri, riducendoli a mere pedine di una scacchiera. Non stiamo parlando di persone incapaci di intendere e di volere; chi si sognerebbe di definire tali un attore miliardario, un docente universitario, un giudice, un imprenditore di successo, che sono ai vertici nella società? La questione non è solo bianca o nera, bensì ha un’infinità di sfumature ed è per questo che il vuoto normativo italiano, in tema di manipolazione mentale, è quanto mai grave. Tali tecniche sono rintracciabili ovunque, anche sul web, e chiunque può studiarle e applicarle senza remore. Non c’è un copyright da rispettare, non vi sono password di accesso, non si tratta di codici criptati in mano solo a personale fidato. Il santone di turno, il guru della verità rivelata, il leader spirituale della porta accanto, ma anche la grande organizzazione internazionale o le religioni più riconoscibili lo sanno bene e ne fanno uso a loro piacimento. Se allora siamo tutti uguali e, quindi, a ognuno dovrebbe essere offerta l’opportunità di far sentire la propria voce, per quale motivo le vittime di questi movimenti abusanti, delle finte associazioni no profit, delle nuove fedi che non fanno male a nessuno, non vengono ascoltate mai? Perché allora la libertà di culto, tanto osannata e assolutamente legittima, non implica anche il poter uscire appunto “liberamente”, senza ritorsioni, intimidazioni e devastazioni della psiche, da esso? La risposta è soltanto una: l’assenza di una cultura in proposito. Questo termine, “cultura”, in epoca contemporanea ha assunto un significato molto riduttivo, almeno nel senso più conosciuto dalla gente comune. Esso racchiude, infatti, tutto l’insieme di materiale letterario, artistico, scientifico e tecnologico che rende una persona depositaria di conoscenza. In realtà, ritengo che sia indispensabile tornare alla sua vera e primitiva origine, anch’essa di derivazione classica, ovvero “coltivare”. In un primo momento, infatti, tale concetto era legato al mondo dell’agricoltura e alla pratica della coltivazione della terra, come bene indispensabile per la sopravvivenza della specie. Da qui è scaturito il senso più allargato, che io amo molto: prendersi cura di se stessi e, nel caso di “culto”, avere a cuore gli dei. In fondo la paidéia di Platone e Aristotele e la humanitas di Cicerone racchiudevano proprio tale assunto, ovvero l’idea di un uomo totalmente realizzato grazie all’educazione e alla formazione. Gli antichi hanno ancora molto da insegnarci, come, appunto questo binomio, che conduce al prendersi cura della nostra libertà tramite la conoscenza. Occorre, quindi, garantire a ogni cittadino e in particolare alle nuove generazioni un’informazione capillare sul fenomeno dei gruppi abusanti (religiosi o meno), tramite una sensibilizzazione radicale e senza menzogne resa efficace non solo dalla voce di esperti e professionisti che si occupano dell’argomento, come psichiatri, giuristi e rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, bensì grazie anche dal grido dei familiari, dei fuoriusciti e di coloro che ogni giorno vivono sulla propria pelle questa ferita che la società si è auto-inferta. Creiamo un tavolo di lavoro comune, un’opera di sinergia che permetta di studiare e analizzare tale sistema sotteraneo e micidiale, consentendo in questo modo di fornire le chiavi di lettura adeguate ai nostri politici. Il libro di Caterina Boschetti racchiude in sé tale progetto, in una coralità di opinioni e di testimonianze rivolte nella medesima direzione: raccontare bene tutto quello di cui si parla di solito in modo frettoloso e superficiale, magari solo sensazionalistico, ma senza alcun desiderio di effettiva conoscenza. Questo libro tiene invece in massimo conto proprio la conoscenza ovvero la coltivazione, la cura di noi stessi, perché solo in questo modo tutti vedremo rispettato il diritto a essere davvero liberi.

Francesco Bruno è neuropsichiatria e professore di criminologia e psicopatologia forense all’Università La Sapienza. È consulente dell’Onu, dell’Oms e della Comunità Europea, e i suoi studi sono da tempo preziosi per le istituzioni. Da anni svolge un’intensa attività di collaborazione con i media su tutti i casi di più rilevante interesse di cui si è occupato

martedì 5 maggio 2009

"Domani" artisti uniti per l'Abruzzo



UNA CANZONE E UN VIDEO
56 CANTANTI
PER L'ABRUZZO


Cinquantasei cantanti italiani uniti per l'Abruzzo: obiettivo devolvere i proventi di un cd singolo e di un video (durata 6' e 32'') alla ricostruzione e al restauro del conservatorio "Alfredo Casella" e della sede del teatro stabile d'Abruzzo de l'Aquila. A cantare "Domani 21/04/09", giorno in cui gli artisti si sono ritrovati tutti assieme alle Officine meccaniche di Milano per registrare il brano, sono fra gli altri Mauro Pagani, Jovanotti, Giuliano dei Negramaro, Ligabue, Gianna Nannini, Tiziano Ferro, Zucchero, Finardi, Vecchioni, Afterhours, Fabri Fibra, Giorgia, J Ax, Pelu', Giusi Ferreri, Caparezza, Malika Ayane, Massimo Ranieri, Battiato e Al Bano.
Il progetto, che porta la firma di Pagani, Jovanotti e Giuliano dei Negramaro, ha coinvolto in totale 56 artisti e il patrocinio della Sugar di Caterina Caselli. Il brano debutta in radio la notte del 6 maggio alle 3,30 e sara' in vendita dall'8 maggio in tutti gli store digitali e dal 15 maggio nei negozi di dischi. Questa versione contiene il brano, l'esecuzione strumentale e il video "E' stata una missione impossibile e per questo ancora piu' bella", ha commentato Caterina Caselli durante la presentazione del video nella leggendaria Sala A di via Asiago a Roma. "Sarebbe bello - ha poi detto Jovanotti se riuscissimo a vendere 1 milione di cd e altrettanti file". Un grande aiuto per la ricostruzione - ha aggiunto il Negramaro Giuliano - che durera' negli anni grazie ai diritti d'autore. In questa chiave il disco aiutera' molto piu' di un concerto".
Il disco e il video sono dedicati "a chi lavora per la ricostruzione". Lo ha ripetuto piu' volte Mauro Pagani: "Pagherei - ha aggiunto - per rimettere i quadretti al loro posto nelle case, per mettere di nuovo gli spazzolini nei loro bicchieri, per riporre i giochi dei bambini negli scatoloni". Un po' commosso ha chiarito: "Vorrei fare un rewind e tornare a un secondo prima del terremoto. Invece resta solo una certezza: gli anziani perderanno l'odore delle loro stanze".
Il disco ricorda Musicaitalia per l'Etiopia. Un progetto voluto da David Zard che nel 1985 riuni', sulla scia dell'americano "We are the World", Lucio Dalla e Fabrizio De Andre', Angelo Branduardi, Loredana Berte', Gianna Nannini, Vasco Rossi, il Banco.
Il 45 giri offriva una rilettura di "Volare", l'immortale canzone di Domenico Modugno. La differenza tra le due operazioni e' che per "Domani" gli artisti si sono ritrovato fisicamente a Milano mentre per "Volare" tutti i cantanti registrarono la propria parte che venne successivamente mixata.
Il disco "Domani 21/04.09 e' una iniziativa autonoma nell'ambito della campagna del Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali "Salviamo l'Arte in Abruzzo". Tutti i proventi discografici ed editoriali del disco saranno devoluti al conto corrente esentasse n. 95882221, IBAN: IT-85-X-07601-03200-00009588221 Codice BIC o SWIFT: BPPIITRRXXX - causale "Domani 21-04-09 " per la ricostruzione del Conservatorio "Alfredo Casella" e del Teatro Stabile dell'Aquila colpiti dal sisma.


Ho riportato questa notizia perchè è una lodevole iniziativa per non dimenticare e mi chiedo quanti di noi hanno fatto qualcosa per i nostri connazionali abruzzesi, se non avete fatto una donazione anche il solo aqcuisto di questo cd potrà contribuire alla ricostruzione

SETTE E OMOSESSUALITà

In Occidente la perdita verticale di autorevolezza da parte di una Chiesa romano-cattolica sempre meno credibile, dal punto di vista spirituale, con numerosi scandali e l'eccessiva intromissione nella politica, ha aperto un'enorme spazio a sette e nuovi culti.

In molti casi questi gruppi sono assai più radicali ed integralisti dal punto ideologico, della stessa Chiesa cattolica.

Il testo "Il libro nero delle sette" di Caterina Boschetti, getta finalmente luce sul fenomeno, ricostruendo un mondo, ben presente e radicato sul territorio italiano, dove sopraffazione, plagio, discriminazione e orrere sembrano farla da padrone.

Gli omosessuali sono sovente malvisti dai nuovi culti.

Sono, ad esempio, note le polemiche sul gruppo Dianetics e la Chiesa di scientology, che considerano, per inciso, l'omosessualità una perversione, e rimangono nella memoria comune alcuni scioccanti fatti di cronaca collegati a riti assai discutibili di alcune sette evangelicali degli Stati uniti, che hanno assunto un importante ruolo politico nella rielezione di George W. Bush con l'agitazione terroristica della loro contrarietà ai matrimoni gay.

Anche in America latina le sette angelicali vanno forte, nonostante gli scandali di natura finaziaria che sovente le investono.

Per quei gruppi il gay pride di San Paolo, diventa motivo, ogni anno, per un braccio di ferro tra i gay, quest'anno erano in tre milioni in piazza, e i religiosi, due milioni in piazza contro la perversione.

Tra sette cristologiche, satanismo ed ufologiche, forse solo queste ultime simpatetiche verso gli omosessuali, con i raeliani, spiccano per omofobia i Testimoni di Geova.

Grazie alle organizzazioni omosessuali abbiamo offerto sostegno a decine di ex-testimoni o a geova che con difficoltà cercavano di abbandonare il percorso intrapreso, magari anche involontariamente, come figli di testimoni.

Questi uomini sono stati oggetto di pressioni fortissime, cacciati e vilipesi e rappresentano, per il bizzarro culto, nientemeno che il diavolo.

Proprio i Testimoni hanno chiesto il riconsocimento come religione da parte dello Stato e il relativo accesso alla contribuzione dell'8 per mille.

Personalmente sono per una riforma radicale dell'8 per mille con la sua estensione a tutte le associazioni di volontariato esistenti nel Paese, e alla sopressione della contribuzione, per il non optato.

Sono però sinceramente contrario al riconoscimento da parte dello Stato di qualsivioglia culto che non garantisca la non discriminazione per le minorenze e in particolare verso donne e omosessuali. Anche i Patti lateranensi, in questo senso, diventerebbero carta straccia...

Tutte, o quasi, le sette, siano esse di carattere cristologico, che di altra natura, hanno in odio gli omosessuali, e li sottopongono a trattamenti di tortura psicologica, e nella peggior ipotesi fisica.

E' tortura il tentativo di rendere eterosessuali gli omosessuali di Arkeon, guppo emergente che stiamo monitorando. Il processo pseudo terapeutico non fa che prolungare le sofferenze nell'accettazione dell'orientamento sessuale dell'individuo con conseguenze a volte irreparabili: depressione, sofferenza e suicidi.

Arkeon non è solo, ma in buona compagnia da non ben specificati percorsi di recupero dell'energia vitale, gruppi yoga che nascondono santoni e percorsi di ricongiungimento con gli astri e via credendo... nelle favole.

Per far fronte al fenomeno sette, nella passata legislatura si era discusso il ripristino della famigerata legislazione sul plagio.

Mi sono vivamente opposto al provvedimento, in sede di Commissione Giustizia, ricordando il caso Braibanti, un omosessuale, condannato per il presunto plagio di un suo amante maggiorenne.

Braibanti è stato riabilitato e lo stato italiano gli ha riconosciuto la legge Bacchelli.

La cosa è rilevante sotto il profilo simbolico primo perchè la condanna di Braibanti era evidentemente una condanna all'omosessualità.

Questo non significa che non sia necessario prendere provvedimenti.

Lo stato deve attuare un rigoroso controllo affinchè, fatta salva l'assoluta libertà di espressione dell'individiuo, le sette non compiano abusi, violenze, ladrocini e soppraffazioni.

Una eventuale legge in materia deve individuare il confine tra l'irrinunciabile libertà di espressione e di credo e la libertà di associazione e l'integrità dell'individuo.



Onorevole Franco Grillini

lunedì 4 maggio 2009

ARKEON: un caso esemplare di ‘psicosetta’ in Italia

Come studiosa del fenomeno settario, mi sono imbattuta nel movimento Arkeon, mediante alcune richieste di aiuto, sin dal 1996. Il movimento in quel periodo aveva un altro nome e si muoveva con modalità molto diverse da quelle adottate negli ultimi tempi.



A quel tempo esso si ispirava al Reiki, una forma di “energia intelligente” di origine divina, che attraverso delle iniziazioni praticate dal Maestro durante i seminari, cominciava a fluire liberamente nelle mani degli iniziati. Tale energia si sosteneva che potesse guarire il corpo fisico, e il mondo emotivo, facendo emergere quelle emozioni represse che hanno causato la malattia. Il leader del gruppo, faceva risalire il suo lignaggio, direttamente al monaco USUI, scopritore di tale metodo.



Fino al 2000, i Maestri iniziati dal leader venivano chiamati tutti univocamente “Maestri di reiki” e solo successivamente, con la creazione dell’associazione denominata “The Sacred Path” sono stati inseriti due livelli di maestria: al primo corrispondono i “Maestri di Arkido” e al secondo i “maestri di Arkeon”.



Nel tempo, il fondatore, Vito Carlo Moccia, elabora una complessa teoria, cercando di conferire al proprio gruppo un alone di scientificità. La teoria si basa principalmente su un ‘corpus’ dinamico che si modifica negli anni, attingendo a varie scuole filosofiche e psicologiche più o meno riconosciute.



Il lavoro del gruppo si incentra principalmente sulle figure genitoriali e sulle emozioni represse (rabbia, ma anche paura e dolore emotivo) che si provano nei confronti dei propri genitori.



Attraverso l’utilizzazione di varie tecniche, le persone venivano portate, durante i seminari organizzati dal gruppo, in uno stato di grande eccitabilità emotiva e a quel punto (solitamente il secondo giorno del seminario di primo livello) venivano formati dei cerchi composti solitamente da 20 a 60 o più partecipanti, in cui le persone, che dovevano tenere gli occhi chiusi durante l’esercizio, venivano invitate, dalle parole del Maestro a ritornare ai tempi della loro infanzia ed immaginarsi piccoli, fra i 3 e i 6 anni circa, davanti ai propri genitori. A quel punto il maestro chiedeva di “guardare” chi c’era vicino a loro e come si sentivano davanti a quella persona. Chi vedeva il padre, chi la madre, chi nessuno e, secondo la predisposizione e la storia personale di ognuno, le persone si mettevano a piangere di dolore o urlare di rabbia di fronte a quei genitori che avevano sentiti lontani, da cui si erano sentiti non protetti ecc ecc, secondo la direzione verso cui la voce e le direttive del Maestro li portava.



I fuorusciti dal gruppo parlano di ‘spettacolo impressionante’ sia per chi frequentava quel seminario per la prima volta, sia per coloro che erano assidui frequentatori.

L’omosessualità latente è anche una delle teorie più gettonate dal gruppo. Essa è indotta dall’esperienza con una madre ‘perversa’ che riversa sul suo bambino la sua capacità erotica contemporaneamente si nega continuamente ai suoi bisogni. Oltre alla madre perversa c’è la teoria del padre ‘pedofilo’. Il Pedofilo, come funzione principale, ha quella si essere uno strumento nelle mani della madre, che lo utilizza per il suo fine, che è quello di tenere legati a sé i figli, impedendo loro di diventare adulti.

Il pedofilo che entra nella vita dei figli, il più delle volte è portato dalla madre (che è Colei che “consegna i figli al Pedofilo”) ma può essere portato anche da nonne o zie o sorelle che si prestano a sostituire la madre in questa funzione, sempre d’accordo con lei, però.

Senza scendere nei dettagli di teorie complesse e di tale portata, riassumo i risultati di tali esperienze, in base all’esperienza di studio fatta con tale gruppo.

Le prime richieste che mi sono giunte, erano di genitori che si erano visti rifiutati dai propri figli, perché vissuti come perversi. Diversi figli, prima di andare via di casa, avevano buttato addosso ai propri genitori tutta la loro angoscia per aver scoperto il desiderio sessuale dei genitori stessi nei loro confronti.

Naturalmente questi ricordi non corrispondevano alla realtà.

Successivamente le richieste di aiuto che ho ricevuto, si sono concentrate su quanto effettivamente avveniva nel gruppo stesso. Mediante una serie di esercizi realizzati durante i seminari (‘no limits’, esercizio delle sedie …), molte persone hanno riferito di aver fatto esperienze abusanti di tipo fisico e psicologico.



Non potendo entrare nel merito della situazione, per via di una indagine penale in corso, nei confronti del gruppo Arkeon, mi limiterò a raccontarvi i fatti, che hanno visto protagonisti noi del CeSAP in questa storia.

Nel 2005, a seguito della denuncia di una ex adepta di Arkeon presso la Questura, la DIGOS stessa, mi fa esplicita richiesta di uno studio dettagliato sul gruppo Arkeon, con i dati da me raccolti sin dal 1996.

Nel gennaio 2006, assieme a due ex aderenti di Arkeon, vengo invitata in un programma televisivo di carattere nazionale, che dedica tre puntate al problema. A seguito di tale partecipazione, il leader del gruppo ci cita legalmente per diffamazione aggravata, chiedendoci un risarcimento di oltre 4 milioni di euro.[2]

Nel frattempo, nel nostro sito, nella sezione FORUM, diversi fuorusciti da Arkeon iniziano a raccontare le loro pluriennali esperienze nel gruppo, confermando quanto emerso già nella trasmissione televisiva.

Arkeon intanto chiede un provvedimento d’urgenza per la chiusura in primis del sito del CeSAP e in ultima analisi del FORUM stesso. Tali richieste giungono al CeSAP già nel Febbraio 2006.

Contemporaneamente, a detta di diversi fuorusciti, nell’Aprile del 2006, il leader del gruppo distribuisce ai suoi adepti, un kit per la realizzazione di una denuncia penale per diffamazione, sempre per la sottoscritta e due ex aderenti convenuti durante la prima trasmissione televisiva del gennaio 2006.

Sono giunte a nostro carico oltre 70 denunce, distribuite in diverse Procure d’Italia.
Nel Luglio 2006, il Giudice che si occupa del procedimento civile, ha respinto la richiesta urgente di chiusura del sito, motivandola non solo con il diritto alla libertà di espressione, ma anche con una dichiarazione di merito espressa verso l’attività del CeSAP nella tutela delle vittime da ‘false psicoterapie’.

Nell’Ottobre 2006, un’altra trasmissione (Mi Manda rai 3) della Rai Nazionale, si occupa del caso Arkeon, dando spazio sia alle vittime che ad alcuni esponenti del gruppo Arkeon, compreso il suo Leader. Durante la trasmissione, emerge che il leader e i suoi adepti non hanno i titoli necessari per le attività che vanno perpetuando nei seminari, e che inoltre il leader stesso ammette l’esperienza di abusi denunciati alle Forze dell’Ordine dalle vittime.

Dopo la trasmissione arrivano 9 richieste di remissione di querela, ma nello stesso tempo, molti aderenti al gruppo iniziano una campagna diffamatoria, tramite internet, nei confronti della sottoscritta e delle vittime che hanno denunciato.

Contemporaneamente inizia una indagine penale che nell’Ottobre 2007 si conclude con una ordinanza di sequestro dei siti di Arkeon e delle loro attività e con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di truffa, violenza sessuale, violenza privata, abuso sui minori, abuso della professione psicologica e medica, calunnia, per 6 dei membri di Arkeon, tra cui il leader.

Nello stesso tempo, continua per il CeSAP la causa civile, che, sino all’apertura di un procedimento penale nei confronti di Arkeon, non ha deciso sospensioni.

Nel percorso processuale il CeSAP ha ricevuto un fattivo sostegno da parte dell’Ordine degli Psicologi e del Codacons (associazione di difesa dei consumatori), entrambe costituitesi parte civile a fianco del CeSAP stesso.

Tale esperienza di collaborazione ci ha permesso di comprendere l’utilità di una rete di soggetti sensibili alle stesse tematiche, come punto di forza nella tutela degli attacchi, illegittimi, messi in atto dalle organizzazioni settarie.

La mia odierna proposta è proprio quella di far in modo che la stessa fecris, oltre che ad essere una rete di scambio di informazioni tra le associazioni membri che ne fanno parte, possa costituirsi come PUNTO DI FORZA per tutte le associazioni, che singolarmente si trovano a vivere esperienze come la nostra. Esperienze che dal punto di vista sia economico che di forze interne, tendono a bloccare le attività e a indebolire, se affrontate ciascuno nel proprio piccolo.

L’affiancamento di grosse istituzioni, durante i diversi processi, può portare a sicure vittorie, in attese di leggi più appropriate, e nel contempo a dimostrare una forza adeguata, alle stesse organizzazioni settarie, che basano tutte le proprie azioni, sulla consapevolezza di dover ‘combattere’ contro associazioni di volontariato.

Lorita Tinelli



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domenica 3 maggio 2009

Non luogo a procedere

Non luogo a procedere, perchè il fatto non costituisce reato. Con queste parole il GUP di Ancona oggi, 5 Novembre 2008, si è espresso, dopo la prima udienza preliminare ordinaria che vedeva la Dr.ssa Tinelli e due fuorusciti dal gruppo Arkeon indagati per il presunto reato di diffamazione, a seguito della partecipazione alla trasmissione televisiva 'Tutte le mattine' di Maurizio Costanzo.
Dopo tale evento un numero ancora imprecisato di affiliati (tra maestri e allievi) del gruppo Arkeon, oltre un centinaio secondo fonti ufficiose, nell'arco di una settimana di Aprile del 2006, depositarono una serie di denunce per diffamazione in diverse Procure d'Italia contro la Presidente del CeSAP e i due convenuti alla stessa trasmissione.
Una prima importante archiviazione delle denunce presentare era avvenuta presso la Procura di Monza, che aveva ritenuto illegittima la denuncia presentata da un Maestro.
Nei mesi scorsi c'era stata un'altra archiviazione delle denunce presentate presso la Procura di Roma. Il PM Dr. Fabio Santoni, della Procura di Roma, richiedendo al GIP l'archiviazione asseriva che le dichiazioni fatte dai querelati in TV non erano in alcun modo lesive dell'onore e del decoro dei querelanti. Esse apparivano riportate con pacatezza. Inoltre il PM faceva notare che durante la trasmissione 'le accuse' dei tre indagati erano state rivolte per lo più agli insegnanti di Arkeon e non agli aderenti ed agli allievi che invece venivano considerati 'persone fragili psicologicamente' della cui fragilità si sarebbero avvalsi i maestri per 'plagiarli'. Ma anche gli stessi insegnanti, avendo una qualifica sprovvista di qualsiasi riferimento normativo nè potendo riportare documenti, scritti, relazioni, dai quali poter desumerne con ragionevole certezza la qualifica in oggetto, non risultavano possedere la legittimità giuridica per la querela fatta.
Il GIP, Dr. Marcello LIOTTA, riportandosi integralmente alle argomentazioni del PM e condividendole nel contenuto, riteneva quindi infondata la notizia di reato anche perchè gli elementi acquisiti non apparivano idonei a sostenere l'accusa di giudizio.
Alla stessa conclusione oggi il GUP anconetano giunge, definendo NON LUOGO A PROCEDERE per il reato di diffamazione, dopo avere attentamente letto le carte processuali e ascoltato le arringhe difensive e quelle delle parti civili, per la continenza dei fatti esposti dai tre indagati e per la pacatezza con cui essi sono stati raccontati.
Si da atto altresì che alcuni partecipanti di Arkeon avevano presentato atto di costituzione come parte civile nella madesima udienza preliminare, con richiesta di danni in ingenti somme di denaro. Lo stesso GUP ha rigettato la loro partecipazione a carico della Dr.ssa Tinelli e degli altri convenuti.
Tali successi raggiunti in varie parti d'Italia e con gradi di giudizio diversi offrono maggiore stimolo al CeSAP per operare con la serietà e la correttezza che l'hanno sempre contraddistinto nel tutelare e sostenre le vittime di abusi e i loro familiari.

Il testo della sentenza è da oggi reperibile tra i documenti scaricabili nella sezione 'Arkeon'del sito Cesap registrandosi


5/11/2008

sabato 2 maggio 2009

I nuovi meeting della psico-setta il pm insiste: 'Bisogna arrestarli'

Padova, dal 25 al 27 novembre. è solo una delle date già fissate, nelle prossime settimane, per i seminari di Arkeon, il cui fondatore, il "maestro" barese Carlo Alberto Moccia e i suoi cinque collaboratori sono ora accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e ad altri reati. La psicosetta, attiva in tutta Italia, è stata scoperta dagli agenti della Digos di Bari che, su ordine del gip Vito Fanizzi giovedì mattina hanno notificato i sei avvisi di garanzia, sequestrato la sede legale dell' associazione "The sacred path" in via Amendola a Bari e oscurato i cinque siti Internet, sui quali se ne pubblicizzavano le attività. Secondo l' accusa, i sei avrebbero messo in piedi un' organizzazione che induceva le numerose vittime (circa diecimila) in stati tali di prostrazione e dipendenza psicologica da ottenere da loro qualsiasi cosa, persino di andare a chiedere l' elemosina. Boccia, raccontano le denunce, avrebbe promesso loro di guarire da malanni fisici e psicologici di ogni tipo, incluso infertilità (reale o presunta), tumori e Aids. Il gip Fanizzi, al quale il pm Francesco Bretone aveva chiesto di sottoporre i sei agli arresti domiciliari, ha ritenuto invece che il sequestro e l' oscuramento fossero necessari a bloccare l' attività fraudolenta, e che di conseguenza non vi fosse il pericolo di reiterazione del reato. Per il pm, invece, le cose non stanno così e per questo ha fatto appello contro la decisione del giudice. Il difensore di Moccia, l' avvocato Francesco Paolo Sisto, invece, attende di visionare la documentazione a carico del suo assistito e annuncia che metterà a disposizione degli inquirenti tutto quello che potrà risultare utile. La tesi sostenuta dall' accusa, relativa al pericolo che la setta faccia ancora proseliti, troverebbe conferma nell' alto numero di forum che ospitano opinioni accorate sul metodo Arkeon, inventato da Moccia ed esportato, tramite i suoi referenti (da lui promossi "maestri"), in tutta Italia. I prossimi seminari, già fissati in alberghi cittadini e per ora non annullati, sarebbero un ulteriore elemento a sostegno delle obiezioni di Bretone. I costi sostenuti per ogni seminario vanno dai 260 euro del primo livello ai dodicimila del terzo e ultimo, nel quale il nuovo adepto viene promosso "maestro". Una sorta di passaparola ufficializzato dalla setta che, a quanto pare, non si ferma con l' intervento della polizia né con le continue prese di posizione del Cesap, il Centro studi sugli abusi psicologici, che da dieci anni raccoglie le segnalazioni di chi dal metodo Arkeon è uscito a pezzi.
MARA CHIARELLI


Repubblica — 13 ottobre 2007 pagina 7 sezione: BARI

venerdì 1 maggio 2009

Il mondo che vorrei



Grazie Vasco, sei unico!!

''Il 1 maggio mi offre la possibilita' di restituire un po' di quello che ho avuto e' il momento della solidarieta''' dice Vasco Rossi. Domani sara' la star del concerto di piazza San Giovanni: suonera' per 50 minuti,ed e' il testimonial della campagna della raccolta di fondi destinati a borse di studio per gli orfani dei morti sul lavoro. 'La beneficenza e' una cosa che si fa privatamente, ma ho deciso di rendere pubblica la mia offerta (100mila euro) per stimolare la gente a partecipare'.
(ANSA) - ROMA, 30 APR

Barese raggira per 10 anni 10mila persone con una psico-setta per le auto-guarigioni

Il 55enne si faceva chiamare ‘maestro’.
Ogni corso costava dai 250 ai 15mila €
BARI - Dieci anni di raggiri denunciati in Tv, seminari in giro per l’Italia e centinaia di migliaia di euro spillati a più di 10mila persone. Vito Antonio Moccia, 55enne barese, era il ‘Maestro’ di una psico-setta che ispirandosi ad alcune credenze del Reiki, una filosofia orientale, si spacciava per guaritore e psicologo. Con il metodo ‘Arkeon’ ha organizzato meeting in strutture alberghiere di tutta Italia: 250 euro la tariffa base per prendere parte a questi incontri (che duravano da mezz’ora a un’ora e mezza), ma ci sono persone che hanno sborsato 15mila euro o come accaduto a una coppia milanese, 200 milioni di vecchie lire, nella speranza di guarire da tumori, Aids e infertilità. Le indagini partite nel 2006 dopo le denunce televisive di alcuni adepti fuoriusciti dal gruppo hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale. L’ultimo capo di imputazione si giustifica con le testimonianze delle persone truffate, le quali negli incontri venivano bendate e invitate dal Maestro a lasciarsi andare nei comportamenti e nel linguaggio, fino ad abusare sessualmente, soprattutto delle donne. Gli inquirenti hanno rivelato che agli incontri hanno partecipato anche minori, almeno quattro ragazzi dai 12 ai 18 anni ma non c’è al momento alcuna certezza che questi siano stati oggetto di violenza: 50 le denunce sulle quali la Digos di Bari ha lavorato di concerto con le sezioni di Roma, Milano, Palermo e Latina. L’indagine ha Bari come epicentro, precisamente due vani in Via Amendola dove la ‘Sacred Path’ (questo il nome della setta) aveva sede legale con i server dei quattro siti internet (oscurati con la collaborazione della Polizia Postale) che pubblicizzavano i meeting. L’organizzazione era ramificata in 4 regioni e operava attraverso siti internet e passa parola. Sotto inchiesta altre cinque persone, due a Bari e altre nel resto d’Italia, perché il Santone aveva creato una sorta di franchising per diffondere meglio il suo metodo di circonvenzione delle persone, vendendolo a chi volesse acquisire la qualifica di Maestro. I corsi prevedevano la possibilità di ‘avanzamento’: dal primo livello (260 euro), al secondo livello (750 euro), all’intensivo (1100 euro), al premaster (900 euro) e infine al terzo livello per chi voleva diventare maestro (12.000 euro). Corsi che spesso venivano ripetuti a costi inferiori per un totale complessivo di 20.000 euro per allievo. Nei seminari esercizi terapici che portavano alla spersonalizzazione e all’accettazione di qualsiasi indicazione venisse dal Maestro. Ai corsi partecipavano persone con malattie gravi (anche professionisti) convinti di potersi autoguarire. Tra gli esercizi richiesti c’era quello di travestirsi e andare a chiedere l’elemosina per strada. Le indagini di Francesco Bretone del Tribunale di Bari continuano: non è escluso che il Giudice per le indagini preliminari Vito Fanizzi possa disporre nuovi provvedimenti nei confronti degli inquisiti. Per il momento è stata respinta la richiesta di arresto, essendo il sequestro della sede legale già una misura cautelare. Oltre al barese Moccia di seguito gli altri cinque indagati: Morello Francesco Antonio, Fabbri Gabriella, Turi Antonio, Ferrara Francesco, Salerno Quirino. (Altri serv. a pag. 3)

Isabella Maselli

Articolo di del 12/10/2007