lunedì 25 maggio 2009

«Chi ha subìto violenze racconti tutto»

PESCARA. «Spero che chi ha subìto le mie stesse violenze e pressioni trovi il coraggio di parlare e di raccontare tutto, superando la vergogna per essere caduto nella trappola». La pescarese Anita (nome di fantasia), la testimone-chiave che ha fatto scattare l’inchiesta sul metodo del gruppo Arkeon, per cui la Procura di Bari vuole processare 11 persone, fa un appello agli altri adepti incappati nelle sedute a pagamento per ritrovare la fiducia in se stessi che si trasformavano in veri e propri «lavaggi del cervello». Il Cesap (www.cesap.net), centro nazionale di studi sugli abusi psicologici, ha creato un pool difensivo. «Spero che la notizia del processo più vicino porti le altre persone che sono state costrette a subire il mio stesso trattamento a venire allo scoperto, a trovare coraggio e a raccontare senza paura la loro esperienza e, soprattutto, quello che avveniva in quei seminari», aggiunge la vittima che, attraverso il suo legale Lucio Massignani , ha intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento. «Il Cesap si è fatto carico di creare un pool di avvocati in grado di assistere tutte le vittime di questo raggiro. Sicuramente c’erano altre persone provenienti dal Pescarese che sono finite in questa trappola. Del resto, gli incontri avvenivano anche a Montesilvano». Il gruppo Arkeon, fino al 2006, ha svolto i seminari affittando le sale di alcuni grandi alberghi. Il gruppo poteva godere di numerosi appoggi sul territorio, specialmente nella zona tra Città Sant’Angelo e Roseto degli Abruzzi, dove c’erano alcune persone che erano incaricate di fornire le informazioni sui corsi, di raccogliere le prenotazioni e di raccordarsi con i sedicenti maestri che guidavano i seminari. Si tratta di adepti al primo livello, i quali cominciavano così la loro «carriera» che, in prospettiva, li avrebbe visti diventare a loro volta «maestri». Tra le persone che maggiormente si sono battute contro la setta c’è la psicologa Lorita Tinelli presidente del Cesap. «Il sentiero sacro di Arkeon porta dritto in tribunale», scrive la studiosa in una nota. «Per la prima volta in Italia, il gruppo con oltre 10mila adepti finirà in un’aula di giustizia. Questo gruppo ha agito indisturbato da oltre 10 anni su tutto il territorio nazionale. È la prima volta che in Italia un’organizzazione così numerosa finisce in tribunale con accuse così pesanti». Il pm Francesco Bretone contesta a vario titolo, agli 11 indagati, i reati di associazione per delinquere finalizzata a truffa, abuso della professione medica, psicologica e psicoterapica, violenza privata, maltrattamento su minori, incapacità procurata da violenza. L’indagine è scaturita dopo che alcune vittime si erano rivolte al Cesap e avevano portato la propria testimonianza in trasmissioni televisive. Arkeon aveva reagito rifacendosi contro le vittime e la stessa presidente del Cesap con un fiume di denunce e di richieste di risarcimento per 4 milioni di euro. In particolare, dopo la trasmissione di Maurizio Costanzo «Tutte le mattine» dell’aprile 2006, un centinaio di affiliati (tra maestri e allievi) del gruppo Arkeon, nell’arco di una settimana, depositarono una serie di denunce per diffamazione in diverse Procure d’Italia contro la presidente del Cesap e i partecipanti alla trasmissione. Ora, mentre la Procura di Bari chiede il processo per i seguaci del barese Vito Carlo Moccia , cominciano ad arrivare le prime sentenze che scagionano i fuoriusciti dal gruppo dalle accuse di calunnia e diffamazione. I seminari per accrescere il proprio «potere personale» costavano migliaia di euro. Qualcuno ne ha sborsati fino a 100mila. Secondo l’accusa, il gruppo induceva i propri adepti a credere di aver subìto abusi in età infantile ad opera di pedofili, spesso individuati nell’ambito della propria famiglia, e successivamente proponeva di curarli con esercizi a sfondo sessuale al fine di liberarsi dal trauma subìto. Anche alcuni minori sarebbero stati sottoposti a sconvolgenti «condivisioni». Il metodo veniva proposto anche come «cura» per l’omosessualità. Da più parti d’Italia continuano ad arrivare al Cesap altre testimonianze. Gli ex adepti hanno raccontato pressioni psicologiche, promesse di guarigioni, teorie sui pedofili e su abusi sessuali che si intrecciano in un meccanismo di corsi a pagamento diffuso in tutta Italia. Al gruppo, e ad alcune società collegate, sono stati anche sequestrati locali, documenti e siti Internet.
Enrico Nardecchia
il Centro — 01 febbraio 2009 pagina 20 sezione: CRONACA