Come studiosa del fenomeno settario, mi sono imbattuta nel movimento Arkeon, mediante alcune richieste di aiuto, sin dal 1996. Il movimento in quel periodo aveva un altro nome e si muoveva con modalità molto diverse da quelle adottate negli ultimi tempi.
A quel tempo esso si ispirava al Reiki, una forma di “energia intelligente” di origine divina, che attraverso delle iniziazioni praticate dal Maestro durante i seminari, cominciava a fluire liberamente nelle mani degli iniziati. Tale energia si sosteneva che potesse guarire il corpo fisico, e il mondo emotivo, facendo emergere quelle emozioni represse che hanno causato la malattia. Il leader del gruppo, faceva risalire il suo lignaggio, direttamente al monaco USUI, scopritore di tale metodo.
Fino al 2000, i Maestri iniziati dal leader venivano chiamati tutti univocamente “Maestri di reiki” e solo successivamente, con la creazione dell’associazione denominata “The Sacred Path” sono stati inseriti due livelli di maestria: al primo corrispondono i “Maestri di Arkido” e al secondo i “maestri di Arkeon”.
Nel tempo, il fondatore, Vito Carlo Moccia, elabora una complessa teoria, cercando di conferire al proprio gruppo un alone di scientificità. La teoria si basa principalmente su un ‘corpus’ dinamico che si modifica negli anni, attingendo a varie scuole filosofiche e psicologiche più o meno riconosciute.
Il lavoro del gruppo si incentra principalmente sulle figure genitoriali e sulle emozioni represse (rabbia, ma anche paura e dolore emotivo) che si provano nei confronti dei propri genitori.
Attraverso l’utilizzazione di varie tecniche, le persone venivano portate, durante i seminari organizzati dal gruppo, in uno stato di grande eccitabilità emotiva e a quel punto (solitamente il secondo giorno del seminario di primo livello) venivano formati dei cerchi composti solitamente da 20 a 60 o più partecipanti, in cui le persone, che dovevano tenere gli occhi chiusi durante l’esercizio, venivano invitate, dalle parole del Maestro a ritornare ai tempi della loro infanzia ed immaginarsi piccoli, fra i 3 e i 6 anni circa, davanti ai propri genitori. A quel punto il maestro chiedeva di “guardare” chi c’era vicino a loro e come si sentivano davanti a quella persona. Chi vedeva il padre, chi la madre, chi nessuno e, secondo la predisposizione e la storia personale di ognuno, le persone si mettevano a piangere di dolore o urlare di rabbia di fronte a quei genitori che avevano sentiti lontani, da cui si erano sentiti non protetti ecc ecc, secondo la direzione verso cui la voce e le direttive del Maestro li portava.
I fuorusciti dal gruppo parlano di ‘spettacolo impressionante’ sia per chi frequentava quel seminario per la prima volta, sia per coloro che erano assidui frequentatori.
L’omosessualità latente è anche una delle teorie più gettonate dal gruppo. Essa è indotta dall’esperienza con una madre ‘perversa’ che riversa sul suo bambino la sua capacità erotica contemporaneamente si nega continuamente ai suoi bisogni. Oltre alla madre perversa c’è la teoria del padre ‘pedofilo’. Il Pedofilo, come funzione principale, ha quella si essere uno strumento nelle mani della madre, che lo utilizza per il suo fine, che è quello di tenere legati a sé i figli, impedendo loro di diventare adulti.
Il pedofilo che entra nella vita dei figli, il più delle volte è portato dalla madre (che è Colei che “consegna i figli al Pedofilo”) ma può essere portato anche da nonne o zie o sorelle che si prestano a sostituire la madre in questa funzione, sempre d’accordo con lei, però.
Senza scendere nei dettagli di teorie complesse e di tale portata, riassumo i risultati di tali esperienze, in base all’esperienza di studio fatta con tale gruppo.
Le prime richieste che mi sono giunte, erano di genitori che si erano visti rifiutati dai propri figli, perché vissuti come perversi. Diversi figli, prima di andare via di casa, avevano buttato addosso ai propri genitori tutta la loro angoscia per aver scoperto il desiderio sessuale dei genitori stessi nei loro confronti.
Naturalmente questi ricordi non corrispondevano alla realtà.
Successivamente le richieste di aiuto che ho ricevuto, si sono concentrate su quanto effettivamente avveniva nel gruppo stesso. Mediante una serie di esercizi realizzati durante i seminari (‘no limits’, esercizio delle sedie …), molte persone hanno riferito di aver fatto esperienze abusanti di tipo fisico e psicologico.
Non potendo entrare nel merito della situazione, per via di una indagine penale in corso, nei confronti del gruppo Arkeon, mi limiterò a raccontarvi i fatti, che hanno visto protagonisti noi del CeSAP in questa storia.
Nel 2005, a seguito della denuncia di una ex adepta di Arkeon presso la Questura, la DIGOS stessa, mi fa esplicita richiesta di uno studio dettagliato sul gruppo Arkeon, con i dati da me raccolti sin dal 1996.
Nel gennaio 2006, assieme a due ex aderenti di Arkeon, vengo invitata in un programma televisivo di carattere nazionale, che dedica tre puntate al problema. A seguito di tale partecipazione, il leader del gruppo ci cita legalmente per diffamazione aggravata, chiedendoci un risarcimento di oltre 4 milioni di euro.[2]
Nel frattempo, nel nostro sito, nella sezione FORUM, diversi fuorusciti da Arkeon iniziano a raccontare le loro pluriennali esperienze nel gruppo, confermando quanto emerso già nella trasmissione televisiva.
Arkeon intanto chiede un provvedimento d’urgenza per la chiusura in primis del sito del CeSAP e in ultima analisi del FORUM stesso. Tali richieste giungono al CeSAP già nel Febbraio 2006.
Contemporaneamente, a detta di diversi fuorusciti, nell’Aprile del 2006, il leader del gruppo distribuisce ai suoi adepti, un kit per la realizzazione di una denuncia penale per diffamazione, sempre per la sottoscritta e due ex aderenti convenuti durante la prima trasmissione televisiva del gennaio 2006.
Sono giunte a nostro carico oltre 70 denunce, distribuite in diverse Procure d’Italia.
Nel Luglio 2006, il Giudice che si occupa del procedimento civile, ha respinto la richiesta urgente di chiusura del sito, motivandola non solo con il diritto alla libertà di espressione, ma anche con una dichiarazione di merito espressa verso l’attività del CeSAP nella tutela delle vittime da ‘false psicoterapie’.
Nell’Ottobre 2006, un’altra trasmissione (Mi Manda rai 3) della Rai Nazionale, si occupa del caso Arkeon, dando spazio sia alle vittime che ad alcuni esponenti del gruppo Arkeon, compreso il suo Leader. Durante la trasmissione, emerge che il leader e i suoi adepti non hanno i titoli necessari per le attività che vanno perpetuando nei seminari, e che inoltre il leader stesso ammette l’esperienza di abusi denunciati alle Forze dell’Ordine dalle vittime.
Dopo la trasmissione arrivano 9 richieste di remissione di querela, ma nello stesso tempo, molti aderenti al gruppo iniziano una campagna diffamatoria, tramite internet, nei confronti della sottoscritta e delle vittime che hanno denunciato.
Contemporaneamente inizia una indagine penale che nell’Ottobre 2007 si conclude con una ordinanza di sequestro dei siti di Arkeon e delle loro attività e con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di truffa, violenza sessuale, violenza privata, abuso sui minori, abuso della professione psicologica e medica, calunnia, per 6 dei membri di Arkeon, tra cui il leader.
Nello stesso tempo, continua per il CeSAP la causa civile, che, sino all’apertura di un procedimento penale nei confronti di Arkeon, non ha deciso sospensioni.
Nel percorso processuale il CeSAP ha ricevuto un fattivo sostegno da parte dell’Ordine degli Psicologi e del Codacons (associazione di difesa dei consumatori), entrambe costituitesi parte civile a fianco del CeSAP stesso.
Tale esperienza di collaborazione ci ha permesso di comprendere l’utilità di una rete di soggetti sensibili alle stesse tematiche, come punto di forza nella tutela degli attacchi, illegittimi, messi in atto dalle organizzazioni settarie.
La mia odierna proposta è proprio quella di far in modo che la stessa fecris, oltre che ad essere una rete di scambio di informazioni tra le associazioni membri che ne fanno parte, possa costituirsi come PUNTO DI FORZA per tutte le associazioni, che singolarmente si trovano a vivere esperienze come la nostra. Esperienze che dal punto di vista sia economico che di forze interne, tendono a bloccare le attività e a indebolire, se affrontate ciascuno nel proprio piccolo.
L’affiancamento di grosse istituzioni, durante i diversi processi, può portare a sicure vittorie, in attese di leggi più appropriate, e nel contempo a dimostrare una forza adeguata, alle stesse organizzazioni settarie, che basano tutte le proprie azioni, sulla consapevolezza di dover ‘combattere’ contro associazioni di volontariato.
Lorita Tinelli
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