Qualche tempo fa avevo scritto su 02blog un post in cui raccontavo di questo incontro avuto con una fuoriuscita da Arkeon, una presunta psico-setta. Apriti cielo, si scatenò il finimondo. Centinaia di commenti, insulti, interminabili discussioni che non arrivavano mai a nulla. Ecco quello che era successo e cos’era Arkeon:
Nell’ottobre 2007, Vito Carlo Moccia, insieme ad altri cinque maestri di Arkeon, vengono indagati per vari reati (esercizio abusivo della professione, truffa aggravata, violenza sessuale, violenza privata e calunnia) secondo la stampa che non precisa a chi sono attribuiti i vari reati.
Le indagini sono condotte dalla Digos per conto della Procura di Bari. Tutti i siti legati ad Arkeon vengono sottoposti a sequestro preventivo. Dopo una conferenza stampa, la notizia viene ripresa dai telegiornali e alcuni quotidiani prevalentemente online. In seguito all’apertura delle indagini, le attività di Arkeon risulterebbero interrotte.
Trovate tutto quanto su wikipedia, in una voce, che, a mio modesto giudizio, non è proprio da inserire tra i migliori esempi di neutralità della nota enciclopedia online. Ma è solo la mia opinione. In fondo anche la Digos di Bari la pensava un pò diversamente.
Quello delle psico-sette - o supposte tali - è un fenomeno strano, dove trovano spazio sia persone che desiderano intraprendere un percorso di vita (e vogliono onestamente cancellare il passato per iniziare una vita nuova) sia soggetti deboli facilmente plagiabili.
Ma dov’è la differenza tra una psico-setta e una religione? Dove sono i confini? Dove finisce la fede e inizia il plagio. Sono domande a cui dare una risposta è tutt’altro che facile. Anche perchè, se ben ricordo il reato di plagio non esiste più dai primi anni ottanta. Di sicuro, nel caso di Arkeon, c’erano indagini e filmati, che hanno portato ad arresti. Poi ci saranno i processi, per carità, e tutti restano innocenti fino a prova contraria, chiaro: però le premesse non sono buone, anzi.
Varia tutto molto a seconda del paese in cui ci si trova: per esempio in Germania Scientology non è esattamente benvoluta, anzi. In Italia, ha una sede da multinazionale dalle parti di via Farini. A proposito del credo hubbardiano, date un’occhiata di cosa sono capaci di fare, fedeli al verbo “attack the attacker” propugnato dal fondatore nei confronti di chi si azzarda a criticare il movimento a sfondo religioso. Della vicenda di John Sweeney, reporter della BBC che aveva seguito nel 2007 Scientology:
mentre stavamo girando il nostro documentario, sono stato sgridato, spiato; il mio hotel è stato invaso nel cuore della notte; sono stato indicato come bigotto dalle star scientologhe, ho subito un lavaggio del cervello - è così che mi sono sentito - in un mock-up di una stanza delle torture nazi-style e inseguito da sinistri figuri per le strade di Los Angeles”. In definitiva Sweeney racconta di essere stato pedinato e importunato durante tutto il periodo delle riprese, di essere stato provocato oltre il tollerabile e di essere platealmente esploso.
Non male no? Qui sotto c’è il video in cui il nostro esplode.
http://www.youtube.com/watch?v=hxqR5NPhtLI&translated=1
Torniamo a noi Ma allora quando si può parlare di plagio? Sul sito del Cesap, il Centro Studi sugli Abusi Psicologici, presieduto dalla Dr.ssa Lorita Tinelli, lo si spiega abbastanza bene.
Interessanti anche altri casi, magari più vicini alla creduloneria popolare, ma comunque esemplari: una volta seguito il link al sito del Cesap li trovate nella barra a sinistra.
crimeblog.it
martedì 29 aprile 2008 - gabriele ferraresi