venerdì 18 giugno 2010

Santone-adepto: un rapporto di dipendenza

Dott.ssa Lorita Tinelli, lei è psicologa e presidente del Cesap, Centro studi Abusi psicologici. Cos’è il Cesap?«Lavoriamo da anni su diversi casi a carattere nazionale. Uno di questi ha riguardato il caso Arkeon, una sorta di organizzazione psicosettaria, operante in tutta l’Italia di cui 11 membri sono imputati a vario titolo per reati quali associazione a delinquere finalizzata a truffa, abuso della professione, maltrattamento di minori, violenza privata, violenza sessuale e calunnia».

Quali dinamiche psicologiche riscontrate nelle esperienze di proselitismo e plagio?«Una delle dinamiche più ricorrenti è il rapporto di dipendenza che viene a crearsi tra il santone e il suo adepto, pericoloso come quello verso una sostanza. Il santone mette, attraverso tecniche sottili, il proprio adepto nelle condizioni di fare tutto quello che lui gli dice, di seguirlo, di non obiettare su nulla di quello che gli viene raccontato. Solitamente questo rapporto si basa anche su ricatti non molto palesati o su induzioni di sensi di colpa. In alcuni gruppi i vari organizzatori dei seminari o degli incontri lasciano intendere ai neofiti che smettere di frequentarli farà sì che potranno sviluppare malattie o fare esperienze devastanti».

Che significato "estensivo" attribuite al termine "setta"?«Il termine setta deriva dal latino sequor (seguire) o secare (separare). Quando un gruppo è chiuso, si separa dal restante contesto sociale, anche solo inducendo ideologie particolari nei propri adepti, modificando la loro vita al punto da portarli a vedere il mondo in termini di bianco e nero, dentro e fuori, da portarli a rompere i rapporti con chi non condivide il loro nuovo stile di vita, allora ci troviamo di fronte ad un gruppo settario. Vi sono molti adepti che finiscono per suicidarsi o per adottare comportamenti lesivi anche contro altri, oppure che smettono di prendersi cura dei propri figli, coinvolgendoli anche in attività più cruente del gruppo stesso».

Casi particolari e/o esemplari che avete affrontato e risolto?«Spesse volte ci chiamano genitori disperati che non vedono più i loro figli da tempo in quanto “spariti” in qualche organizzazione settaria. Ci confrontiamo quindi molto spesso col dolore delle famiglie distrutte, con la disperazione di amici e con quella di persone che ci chiedono una mano per venire fuori dalle situazioni abusanti. Diversi i casi difficili da risolvere, ma altrettanti i casi in cui siamo riusciti a rendere le persone “libere” di scegliere. In un caso singolare io stessa, dopo essere stata denunciata da adepti, su richiesta del loro maestro, mi sono vista contattare da alcuni di questi querelanti che mi chiedevano scusa e che mi ringraziavano per aver permesso loro di uscire dalla trappola mentale in cui erano».

Chi si rivolge a voi e come intervenite subito dopo una drammatica segnalazione?«A noi si rivolgono prevalentemente familiari e amici di persone che sono intrappolate in una organizzazione settaria. Solitamente perché hanno ravvisato comportamenti strani o molto preoccupanti nel proprio caro. A volte sono fuorusciti da esperienze settarie che ci chiedono aiuto per il superamento dell’esperienza ed una consulenza legale per verificare la loro attuale posizione nei confronti del gruppo stesso. Noi offriamo prima assistenza e ascolto psicologico e giuridico gratuito. Se poi c’è necessità di interventi specifici, ci affidiamo ai professionisti convenzionati e presenti in tutta Italia».