Gentile Direttore,
come da Sua richiesta Le propongo le mie riflessioni a proposito delle affermazioni fatte dalla Sua lettrice.
Naturalmente la mia risposta non può non tenere conto dei fatti giuridici in corso, che vedono 11 membri del gruppo Arkeon rinviati a giudizio per diversi reati (il cui processo inizia il 18 marzio 2010) e altri 46 membri di Arkeon, a vario titolo, indagati per il reato di concorso in calunnia (e tra i quali sembrerebbe configurare anche il nome della Sua lettrice). Queste ultime indagini, concluse in prima istanza con l’elenco di 46 indagati, ma che sono ancora in corso, si riferiscono proprio all’attività organizzata da Arkeon e tesa, secondo l’accusa, a denunciare per diffamazione la sottoscritta e due fuorusciti dal gruppo, che avevano partecipato ad una trasmissione televisiva, sapendoci innocenti.
La Sua lettrice lamenta il diverso trattamento che Striscia avrebbe avuto nei confronti di coloro che si considerano vittime dei metodi utilizzati da maestri di Arkeon, rispetto a quello del fondatore stesso del gruppo.
Da quanto ho potuto verificare, nel corso degli anni di rapporti con la stampa, chiunque intervistato da un giornalista ha il diritto di chiedere che la propria immagine non venga resa riconoscibile.
Inoltre, lo stesso Garante per la protezione dei dati personali ha più volte ricordato ai giornalisti di non pubblicare dettagli che rendano identificabili le persone colpite da atti di violenza, anche se presunti. E’ per questo che diverse testate giornalistiche, nonchè contenitori televisivi, tendono a rendere irriconoscibili i testimoni di esperienze di questo genere. Questo però non significa che gli stessi giornalisti non facciano i loro riscontri in merito alle identità dei loro intervistati e alle loro storie.
Non mi assumo personalmente la responsabilità di come le testate giornalistiche propongono i propri articoli. Tengo però a precisare, anche in base alla mia esperienza, che esistono giornalisti preposti alla cronaca giudiziaria, che generalmente prima di intervistare qualcuno prendono le notizie necessarie direttamente dalle fonti dei tribunali o delle forze dell’ordine. Poi il taglio del montaggio dipende sempre dal messaggio che il giornale intende inviare ai propri utenti. Ed anche gli spazi dedicati alle interviste stesse.
Riguardo “agli insulti e agli sbeffeggiamenti vari rivolti a tutti i partecipanti di Arkeon” presenti sul sito del CeSAP cui fa riferimento la Sua lettrice, avrei necessità di ulteriori approfondimenti.
Quel che è vero è che il forum del CeSAP dedicato ad Arkeon è stato analizzato al dettaglio da PM, GIP e GUP diversi, presenti in diverse Procure d’Italia, che hanno ricevuto le centinaia di denunce fotocopia da parte di membri a vario titolo di Arkeon. Tali PM, GIP, GUP, hanno lavorato in piena autonomia e, ripeto, hanno riscontrato infondate le varie accuse che dai denuncianti sono state rivolte alla sottoscritta e a due fuorusciti dal gruppo Arkeon. Vi sono diverse archiviazioni e due sentenze di non luogo a procedere che chiariscono molto bene l’infondatezza dei reati che ci venivano contestati.
In un forum gli utenti che vi partecipano, nel momento in cui decidono di farlo, devono anche essere in grado di confrontarsi e portare avanti una conversazione. Chi entra in un forum per recitare un mantra pre-programmato e poi si sottrae dinnanzi ad eventuali altre sollecitazioni o riflessioni inerenti la discussione aperta, non può poi lamentarsi di essere stato “insultato” (e torno a ripetere che non mi risulta vi siano stati insulti di alcun tipo).
Contrariamente nell’arco degli ultimi 2 anni nella rete sono miracolosamente apparsi decine di blog creati contro la mia persona, che trovano la massima epressione proprio in prossimità delle varie udienze relative ad Arkeon. In tali spazi virtuali monotematici gestisti da membri di Arkeon (anche tra coloro che oggi devono rispondere per il reato di calunnia) e da loro audaci sostenitori, vengono rimestati e stralciati dai relativi contesti alcuni documenti, con l’intento ultimo di dimostrare cose differenti dalla realtà e di attribuirmi “crimini” inesistenti. Purtroppo ho già assistito a giochi di questo genere negli anni passati. Alcuni di coloro che oggi si danno più da fare nella creazione di blog, che vengono poi pubblicizzati e ricommentati dai membri di Arkeon nei loro rispettivi spazi della rete, hanno a loro volta creato simili strategie contro altri studiosi o gruppi nel passato lontano e più recente, nel perfetto stile hubbardiano del dead agenting (scavare nel passato del critico per cercare dei suoi “crimini” e se non ci sono, bisogna inventarseli). E in questo senso la fantasia sembra proprio non mancare!
Colgo l’occasione per augurarle buon lavoro
Dr.ssa Lorita Tinelli
Brava dottoressa!! Non se ne può più di leggere le eclatanti gesta eroiche ( a parole) di pochi paladini ancora seguaci in difesa del loro maestro..!E' ora di finirla con i falsi messaggi di gente che non ha visto niente