venerdì 1 luglio 2011
Il “metodo Arkeon” nelle scuole e nelle aziende
Giovedì 30 Giugno 2011 16:48
Processo alla psicosetta di Carlo Moccia, continua la kermesse di testimoni.Associazioni fondate dai membri di Arkeon facevano proseliti tra i minori e gli impiegati
“Il “metodo arkeon” è entrato nelle scuole e nelle aziende”. Lo dichiarano i testimoni che ieri sono scesi in aula davanti ai giudici del tribunale penale di Bari per il processo alla famigerata psicosetta fondata da Vito Carlo Moccia. Per mezzo di alcune associazioni, istituite dagli stessi membri della congregazione, Arkeon e faceva proseliti al di fuori del la cerchia degli iscritti. E c'erano anche dei minori nel progetto che il Moccia eufemisticamente definiva come: “Aprirsi al mondo”. L'associazione “Terra d'incontro” (da non confondersi con “Terre d'incontro”), fondata da alcuni membri della psicosetta, infatti, avviava progetti di carattere pedagogico con gli alunni delle scuole. “Sono rimasta esterrefatta quando ho assistito alla visione di un filmato che metteva in parallelo le confessioni dei bambini, in merito alla propria vita privata ed al rapporto con i genitori, con un annuncio pubblicitario di Arkeon – ha rivelato ieri in aula una cofondatrice di “Terra d'incontro”, nonché ex membro della psicosetta – Il video dei bambini è stato poi messo in vendita per 5 euro a copia... è stato allora che ho capito quanto immorale fosse ciò che era stato fatto”. Nelle aziende, invece, si entrava per mezzo di un'associazione che organizzava degli stage di formazione di “cultura orientale”. “Pensavo di aver messo su un'associazione di arti marziali, io sono un maestro di quest'arte – ha confessato davanti ai giudici un altro testimone – invece mi ritrovavo presidente di un'associazione di cui non mi sentivo membro attivo, e che aveva voluto esplicitamente il Moccia”. Il metodo per convincere i propri “adepti”, ad aprire le sopracitate associazioni, si basava sullo stesso rapporto discepolo-maestro che sta alla base degli altri casi di violenza e sfruttamento documentati dai testimoni nelle precedenti tornate di udienze. “Moccia sapeva sapientemente sfruttare ogni debolezza psicologica che intravedeva nelle persone”, ha dichiarato una testimone nel difficile tentativo di spiegare, a chi mai avesse avuto un'esperienza di questo tipo, come possa un individuo abbandonarsi completamente nelle mani di un altro. Il “lavaggio del cervello” avveniva per mezzo di sedute di gruppo in cui ognuno rivelava agli altri le proprie esperienze personali, anche le più intime. Il “lavoro” – come veniva definito da Moccia il “percorso di guarigione” dai problemi che affliggevano la vita di ognuno – verteva sulla “Teoria del pedofilo”. Si tratta di giustificare con una presunta violenza carnale, da parte di un genitore o un parente, tutti i drammi che sconvolgono la vita di ogni persona. « Durante i seminari di Arkeon – racconta una testimone – alcuni vomitavano. Allora il maestro si compiaceva: “Brava! Quello che hai appena rimesso non è vomito, ma lo sperma del pedofilo che ti ha violentato!” ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro”, che si estendeva su tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimonianza si riferisce ad un periodo precedente e successivo all'entrata in vigore dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “maestri” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona – racconta una testimone – anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». Tra i membri della setta, oltre ad appartenenti alla piccola e media borghesia (ma vi erano anche partecipanti di altre classi sociali), l'attore Ettore Bassi (che testimonierà nelle prossime udienze convocato dagli avvocati della difesa) ed il sacerdote paolino don Angelo De Simone. Il rappresentante della Chiesa era, non solo adepto Arkeon, ma, per così dire, anche il sacerdote ufficiale della setta; celebrava matrimoni tra i discepoli, anche quando questi erano già sposati (come abbiamo documentato nei precedenti articoli pubblicati sul Quotidiano di Bari), o, come ha raccontando ieri in aula una testimone, battezzando i figli di pochi mesi dei membri. Il processo ripartirà il 20 settembre, quando verranno ascoltati altri otto testimoni chiamati in aula dal PM.
Mirko Misceo