Arkeon. La prossima settimana riprende la sfilata dei testimoni dinanzi al collegio
Tornerà in aula dinanzi ai giudici che formano il collegio giudicante della Seconda Sezione Penale presso il Tribunale di Bari il processo alla psicosetta denominata ‘Arkeon’, mentre già prima della pausa estiva sono emerse le prime testimonianze nelle aule di via Nazariantz. Dove s’è alzato il sipario a quello che prende forma uno dei processo più importanti, di certo il più sconvolgenti, dell'anno giudiziario barese. Tremano gli imputati: per primo Carlo Moccia, il fondatore della psico-setta (che ha deciso di non comparire in aula), e poi i “maestri” di Arkeon le cui trame si svelano nelle parole tremanti d'emozione e rabbia dei testimoni. La pratica era sempre la stessa, lo dimostrano le testimonianze finora raccolte. Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “maestri”; si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l'infanzia. « Non te lo ricordi perché eri tropo piccola – cantilenavano i “maestri” – ma di certo hai subito una violenza carnale... l'hanno subita tutti da bambini: questa è la causa dei mali che affliggono la tua vita! ». Il “lavaggio del cervello” condizionava a tal punto gli individui che alcuni hanno persino denunciato alla magistratura, per violenza carnale, ignari genitori, zii e amici. « Durante le cerimonie – racconta una testimone – alcuni vomitavano. Allora il maestro si compiaceva: “Brava! Quello che hai appena rimesso non è vomito, ma lo sperma del pedofilo che ti ha violentato!” ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro di purificazione”, come veniva definito dai maestri di Arkeon, che consisteva in tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimone racconta il suo percorso nella setta prima e dopo l'utilizzo corrente dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “guru” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona – racconta una testimone – anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». La setta aveva aperto sedi in tutta Italia, anche con l'appoggio di alcuni membri della Chiesa, gli adepti erano migliaia: è facile immaginare, quindi, che gli introiti di Moccia & Co. fossero a parecchi zeri. I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti; solo l'intervento di alcune associazioni, che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (una fra tutte, il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l'intervento della stampa, le acque intorno al caso hanno incominciato a muoversi. Il processo che riprende martedi’ prossimo fa parte di un filone che si estende per tutto lo Stivale. Nei giorni scorsi sì è concluso il processo gemello di primo grado a Milano, che riguarda uno degli imputati del processo di Bari, il maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello (il “maestro” citato nelle testimonianze). Morello è stato condannato a Milano a 6 anni di reclusione e 5 mila euro di risarcimento, per aver abusato sessualmente di due sue allieve che frequentavano i suoi seminari. Facendo leva sulle loro debolezze e sul ruolo da lui rivestito, le ha indotte a pratiche sessuali che, secondo lui, sarebbero servite a far riemergere il ricordo di un presunto abuso sessuale vissuto nell'infanzia. A Bari Morello è imputato per i reati di associazione a delinquere finalizzati a truffa, abuso della professione, violenza privata. È inoltre indagato per calunnia, insieme ad altri 46 membri di Arkeon che hanno denunciato due fuorusciti della setta e la presidente del CeSAP, la psicologa Lorita Tinelli. (m.m.)
Domenica 18 Settembre 2011 17:56