mercoledì 16 novembre 2011
L'illusione comunitaria. La costruzione delle "comunità artificiali"
L’illusione comunitaria
La costruzione moderna delle “comunità artificiali”
Mario Di Fiorino - Moretti & Vitali, Bergamo 1998
L’illusione della modernità è il sogno di costruire “comunità artificiali” per cambiare la realtà e creare l’uomo nuovo. Ciò ha prodotto tanto spinte utopiche quanto isolamenti ideologici e nicchie settarie. Le comunità di cui si parla sono tanto i manicomi quanto le “comuni” antipsichiatriche e le sette religiose.
Autore di questo saggio è Mario Di Fiorino, Primario di Psichiatria dell'Ospedale di Viareggio, direttore e fondatore della rivista "Psichiatria e Territorio".
Il testo si fonda su una felice intuizione: quella, cioè, di tracciare per la prima volta un parallelismo, corredato di richiami storici, tra i movimenti settari religiosi e i modelli psichiatrici di comunità.
Muovendo da questi ultimi, l'Autore esamina dapprima il modello dell'"Asilo psichiatrico", ovvero il Manicomio, diffusosi nella seconda metà del secolo scorso, definito "cimitero dell'intelligenza".
Abolito in tempi recenti dalla nota legge 180, in quanto considerato luogo di segregazione più che di cura, è oggi di fatto sostituito dalle "Comunità Terapeutiche".
Di Fiorino approfondisce, secondo un filo logico che sostiene l'intera trama normativa, l'empatia che nasce tra operatori e pazienti nel microcosmo della comunità terapeutica, tale da generare in alcuni casi la sindrome della Montagna Incantata (dall'omonimo romanzo di Thomas Mann), in cui la comunità diviene un accogliente rifugio dal mondo esterno, percepito duro ed ostile.
L'Autore rivolge poi l'attenzione all'analisi delle tecniche di manipolazione mentale, talora utilizzate nei campi di prigionia, in alcune sperimentazioni psicologiche e in alcune comunità di culto. In queste ultime, il "brain washing" prende inizio con l'allontanamento progressivo del neofita dalla famiglia, dai legami sociali e dallo stile di vita abituale, attraverso ritiri in luoghi isolati con una intensa vita comunitaria volta alla privazione dello spazio personale.
La suggestionabilità dell'individuo viene potenziata dall'utilizzo di tecniche di affaticamento con lunghe ore di seminari, con veglie e con restrizioni dietetiche.
Una volta allontanatosi dai valori e dai legami precedenti, l'adepto trova riferimento unicamente nel gruppo e nel suo pensiero.
Di Fiorino fa quindi seguire, tenendo conto delle premesse di natura psichiatrica, la descrizione di alcune comunità religiose. Troviamo dapprima la comunità Amish, presente principalmente negli Stati Uniti, espressione radicale della religione anabattista, che si fonda sulla rigida osservanza di anacronistiche regole di vita rurale e che contrappone all'individualismo americano una interpretazione altruistica dei rapporti sociali.
Gli Amish si differenziano tuttavia da altre comunità settarie per l'assenza di proselitismo.
Diversamente gli Hare Krisna, anch'essi oggetto di attenzione da parte dell'Autore, che nel campo delle esperienze religiose che vanno proponendo cercano di operare una conversione del mondo occidentale ai valori induisti.
Di particolare interesse, infine, l'analisi del fenomeno "Scientology".
Fondata sulla dottrina Dianetica, che costituisce la prima fase del pensiero del suo fondatore Hubbard, Scientology coniuga, secondo l'Autore, un aspetto scientifico all'ispirazione religiosa, configurando una sorta di "buddismo tecnologico", in grado di potenziare le facoltà mentali dell'individuo.
Nella descrizione che l'Autore propone della selezione e dell'iter formativo dei neofiti all'interno di Scientology ritroviamo le tecniche di suggestione e manipolazione già analizzate nella prima parte del testo, che determinano "dissonanze cognitive" e abolizione del senso critico.
Di Fiorino pone inoltre l'accento sull'utilizzo, all'interno di questa comunità, di un linguaggio speciale, ricchissimo di neologismi. A questo proposito risulta illuminante la citazione di Orwell che, in "1984", attribuisce alla neolingua l'ostacolo principale all'espressione di un concetto diverso da quelli propugnati, per il venir meno dei corrispondenti verbali.
Vengono così aboliti i mezzi espressivi per considerazioni alternative.
La difficoltà di comprensione genera nel neofita un senso di inferiorità psicologica e i concetti nuovi, espressi con una nuova semantica, scardinano i punti di riferimento accrescendo la suggestionabilità. Troviamo ancora una analogia con le psicopatie: nella schizofrenia la disorganizzazione delle idee e del linguaggio, caratteristiche di questa patologia, si accompagnano alla destrutturazione della personalità.
Secondo l'Autore, Scientology promette la guarigione da vari tipi di disturbi fisici e psichici facendoli risalire a traumi subiti durante la vita fetale. Non riconosce la scienza medica e psichiatrica e scoraggia il ricorso ad esse, sottoponendo gli adepti a "pratiche terapeutiche" i cui effetti non sono noti né dimostrati, somministrate da persone sprovviste di qualificazione professionale.
Appare evidente il grave nocumento che può derivarne per la salute di coloro che si avvicinano a questa comunità, in special modo per gli individui più vulnerabili o addirittura affetti da disturbi mentali.
Pur rispettando la libertà individuale di aderire ad una "religione" non conformista, sulla cui definizione, com'è noto, si sono susseguite sentenze di difforme tenore, non solo in Italia, si avverte comunque la necessità di tutelare la salute mentale e fisica dei soggetti esposti a manipolazioni psichiche, attraverso una analisi medico/psichiatrica del fenomeno.
Concludendo, Di Fiorino legge nell'adesione alle comunità settarie il bisogno di costruire "un'isola felice". La perdita di tradizioni e di valori che caratterizza la società contemporanea rende prevedibile l'accrescersi di questa tendenza.
Il fenomeno settario dunque, per la sua tendenza espansiva, il suo radicale distacco dal mondo esterno, la rigida autoregolamentazione, i rischi per la salute fisica e psichica degli adepti costituisce un potenziale di pericolosità sociale, che, pur senza operare generalizzazioni, deve essere oggetto di costante attenzione.