martedì 29 novembre 2011

Wanna Marchi e l'imprenditoria magica moderna

di Patrice Makabu


Firenze. Il 3 maggio 2009, a Milano, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a nove anni e sei mesi per truffa a carico della televenditrice Wanna Marchi e a nove anni e quattro mesi per la figlia Stefania. Il 7 ottobre 2011, Wanna Marchi torna in semi libertà, oggi lavora nel bar di proprietà del fidanzato della figlia, anche lei quasi libera. Quando si tratta di finire in carcere in Italia è sempre tempo di saldi, vuoi per la buona condotta, per l'indulto che fino a qualche anno fa è stato una manna dal cielo (come in questo caso), vuoi perchè chi davvero secondo l'opinione pubblica avrebbe bisogno di un confortevole soggiorno di lunga durata in una suite due per tre di solito ha sempre la fortuna di farla franca in qualche modo abbreviando (e non di poco) il periodo di reclusione. Per la giustizia Wanna Marchi ha scontato la sua pena quasi del tutto, oggi ha solo l'obbligo di pernottamento in uno dei tanti mini alloggi adiacenti alla struttura carceraria.

Mamma Ebe, all'anagrafe Maria Gigliola Giorgini (classe 1934), condannata definitivamente a sei anni proprio ieri per truffa, esercizio abusivo della professione medica, associazione a delinquere; reati commessi prima del 2000 vicino Cesena dove riceveva chi si affidava alle sue cure. A causa delle cagionevoli condizioni di salute sconterà la pena ai domiciliari, condizione però che già una volta non le ha impedito di continuare imperterrita la sua attività di guaritrice e santona.

Due storie molto diverse tra loro, Wanna Marchi arrivava a carpire, in modo incredibile, la fiducia delle sue vittime attraverso il mezzo televisivo, sfruttando la credibilità che questo media purtroppo ha ancora oggi ("se lo dice la tv è vero") e facendo leva sulle debolezze, ma io direi spesso anche sull'ingenuità della gente che sperava in un'immediata vincita al lotto che risolvesse ogni problema di ogni sorta, e proprio grazie a questi problemi le vittime venivano arpionate.

A partire dal primo contatto i malcapitati facevano il primo passo all'interno di una fitta e resistente ragnatela da cui era difficile liberarsi, visti i cocktail di minacce accompagnati dal menu del giorno: una serie di ipotetiche disgrazie che si sarebbero verificate qualora non si accettassero i vari rituali prescritti dal "maestro di vita" mago Do Nascimento, figura su cui si incentrava tutto il business spinto da madre e figlia attraverso la società di televendite Asciè. Per anni il gioco ha funzionato.

Mamma Ebe: niente tv, niente giornali, niente urla e strepiti e niente capelli ossigenati che bucano lo schermo insieme ad una voce riconoscibile e mal sopportata persino da un animale domestico, Mamma Ebe è diversa in tutto e per tutto. Appare come un'anziana signora dimessa, dalle buone maniere, dalla voce pacata e dallo sguardo profondo, indagatore, uno sguardo che va oltre quello che dice, che marchia a fuoco. Mamma Ebe veste come una normalissima borghese senza eccessi ma con un certo buon gusto, è arrivata grazie a questa sua immagine tutt'altro che "sospetta" al cuore di chi si è fidato di lei, e dal cuore mano a mano si è spinta fino alla gola di chi nelle sue mani ha poi messo tutte le proprie ricchezze, perchè quale sedicente tramite di Dio a suo dire non avrebbe potuto trasmettere energia positiva ed influssi benefici se dall'altro lato ci fosse stato anche il benchè minimo interesse per la ricchezza.

Ognuno doveva spogliarsi di tutto ciò che aveva (o di buona parte) per entrare davvero in contatto con il Signore attraverso di lei, sempre molto indaffarata a fare del bene, ma che nei giorni in cui aveva bisogno di "staccare la spina" però si concedeva il meritato relax all'interno suo yacht battezzato nientemeno che "Il gioco sapiente". Ville, pellicce, auto di lusso, gioielli di inestimabile valore, conti in banca, una società immobiliare ed una nautica, ma anche tonnellate di psicofarmaci "benedetti" in giacenza in un magazzino adiacente alla villa-studio di Carpineta, in attesa di essere somministrati ai suoi assistiti ed ottenuti grazie alla preziosa collaborazione del medico montianese Mario Martelli, (condannato a tre anni ed otto mesi). Le truffe dell'imprenditoria magica moderna sono una marcatissima piaga che si nutre della debolezza delle persone, della credulità popolare (per cui c'è anche un reato legato al suo abuso ai fini di truffa ed estorsione) e soprattutto della vergogna che sopravviene nello scoprirsi truffati.

Mamma Ebe e Wanna Marchi tuttavia sono solo la punta di un iceberg alto chilometri, in Italia l'Osservatorio antiplagio conta, nel rapporto annuale 2008/2009, ben 155 mila maghi e astrologi, 33 mila persone che ogni anno si rivolgono continuativamente a servizi di cartomanzia attraverso svariati canali, dal 1994 in 16 mila hanno sporto denunce per truffe e abusi di vario genere. Secondo le statistiche solo quattro cittadini su cento sporgono querela dopo essere stati truffati, per paura di ritorsioni.L'imprenditoria magica moderna non si ferma qui

Dilagante in Italia è anche il fenomeno delle sette e psicosette, molto diverse tra loro. Il 22 giugno 1999 il Consiglio europeo ha adottato all'unanimità la prima relazione ufficiale in materia di sette del Comitato per gli affari legali e i diritti umani. Già nel 1998 il Rapporto sulle sette redatto dal Dipartimento di Pubblica sicurezza elencava 137 gruppi settari operanti in Italia di cui 76 religiosi e 61 magici, con in totale circa 85 mila membri aderenti, la maggiore concentrazione nella regione Piemonte, seguita da Toscana, Valle D'Aosta ed Emilia Romagna tra le più fiorenti.

Le psicosette fanno girare i propri ingranaggi usando come lubrificante il plagio e la manipolazione mentale e sono un concetto "nuovo" per l'italia, importato dagli Stati Uniti dall'antropologa Cecilia Gatto Trocchi (1939-2005). Le psicosette si presentano molto spesso come centri spirituali, centri di preghiera e del miglioramento di sé, centri in cui ci si dovrebbe riappropriare di valori, ma nascondono invece tecniche assai raffinate e rodate di soggiogamento psicologico, mirando all'assoggettamento delle persone ed all'annullamento della loro autonomia e libertà intellettuale, questo avviene molto spesso facendo uso oltre che di psicofarmaci, della tecnica del Love bombing (bombardamento d'amore).
Il Love bombing è uno sforzo coordinato, generalmente su ordine del capo carismatico, per sommergere reclute e neofiti di lusinghe, seduzione verbale, contatti corporei, mai sessuali ma carichi di affetto, e molta attenzione verso qualsiasi osservazione venga fatta da ogni nuovo o vecchio membro del gruppo durante un confronto verbale. Un'offerta istantanea di compagnia in un momento di estremo sconforto è uno stratagemma ingannevole usato da numerosi reclutatori, è il punto d'inizio di una spirale decrescente che porterà dopo una fase di estrema socializzazione all'isolamento dal mondo esterno alla setta, la setta rappresenterà l'unica vera famiglia capace di comprendere, risolvere e soprattutto chiedere. Persone scomparse o bruschi allontanamenti dalla famiglia senza alcuna spiegazione, massacri senza apparente ragione, morti sospette, conti in banca prosciugati improvvisamente. A partire da questi eventi, si è giunti alla scoperta di raggruppamenti di questo genere e si sono svolte approfondite indagini da parte delle forze dell'ordine e della magistratura atte a debellare questa grigia devianza ideologica e culturale, che vede coinvolte famiglie intere per vie traverse, che oltre a subire danni di vario genere vengono spesso ridotte sul lastrico.