BARI - Sedicenti psicologi e santoni. Fior di quattrini per partecipare ai seminari estorti a giovani, psicolabili e malati di cancro. L’inchiesta coordinata dal pm Francesco Bretone e condotta dagli investigatori della Digos guidati dal dottor Stanislao Schimera sui «maestri» della presunta psico-setta «Arkeon» è culminata nel rinvio a giudizio, deciso dal gup Marco Guida, di dieci persone.
Associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza i reati contestati. Gli indagati si facevano chiamare maestri e guidavano i loro allievi lungo un percorso di sviluppo e conoscenza che li avrebbe guariti, a loro dire «dalle sofferenze dello spirito e del corpo». Tutto, ovviamente a pagamento.
Guru del metodo «Arkeon », secondo l’accusa, Vito Carlo Moccia, 55 anni, nato a Milano, ex dipendente della Case di cura riunite di Bari. È stato rinviato a giudizio insieme a Francesco Antonio Morello, Gabriella Fabri, Antonio Turi, Isa Calabrese, Grazia Bozzo, Piero Mazza, Massimo Vavalle, Francesco Giuseppe Locatelli, Saverio Quirino.
Stralciata la posizione dell’undicesimo indagato Francesca Ferrara.
Gli inquirenti sostengono che il gruppo di maestri del «Sentiero sacro» avrebbe fatto credere a persone in crisi, affette da problemi psichici, oppure gravemente ammalate di poter risolvere i loro problemi attraverso i corsi del metodo «Arkeon». [l.nat.]
La Gazzetta del Mezzogiorno