venerdì 2 ottobre 2009

Psico-setta truffava adepti promettendo la guarigione: 10 rinvii a giudizio a Bari

Costringevano a partecipare a seminari con costi sino a 15mila euro. Obbligati a travestirsi e chiedere l'elemosina





LATINA (1 ottobre) - Proponevano metodi alternativi per risolvere gravi problemi di salute, addirittura per guarire da tumori e Aids. Si facevano chiamare "maestri" e organizzavano in tutta Italia numerosi seminari a pagamento per diffondere il "metodo Arkeon", grossolanamente ispirato alle filosofie orientali del Reiki. Secondo la Procura di Bari il gruppo ha messo in piedi, in dieci anni, una colossale truffa ai danni di persone deboli, disposte a tutto per uscire da una crisi. Ora però si apre la strada del processo a carico dei responsabili: il gup del tribunale di Bari Marco Guida ha infatti rinviato a giudizio dieci delle undici persone coinvolte nell'inchiesta. La posizione dell'undicesimo indagato è stata stralciata e verrà trattata a dicembre.

Le accuse. La Procura contesta, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008, durante il quale la setta ha raccolto circa 10.000 adepti. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Non sono mancati casi estremi come quello di una coppia del Nord Italia che, tentando di risolvere la propria crisi matrimoniale, ha raccontato di aver pagato 100.000 euro.

I maestri. Rinviati a giudizio Vito Carlo Moccia (considerato il capo della setta), Francesco Morello, Gabriella Fabbri, Antonio Turi, Isa Calabrese, Piero Mazza, Massimo Vavalle, Quirino Salerno, Grazia Bozzo, Francesco Giuseppe Locatelli mentre la posizione di Francesco Ferrara è stata stralciata e sarà discussa dal giudice a dicembre. Solo un punto del capo di imputazione è caduto, mentre tutte le altre contestazioni restano in piedi e saranno vagliate dai giudici del collegio penale di Bari: il processo inizierà nel gennaio 2010.

I seminari. Secondo l'accusa la setta truffava gli adepti costringendoli a partecipare a costosi seminari, convincendoli che solo in questo modo sarebbero guariti da tumori, aids, infertilità, disagi di qualsiasi genere oppure da problemi spirituali. Secondo il sostituto procuratore Francesco Bretone, a capo dell'associazione criminale c'era Vito Carlo Moccia, 57 anni, di Noicattaro (Bari) il quale si presentava come psicologo senza averne i titoli. E' stato lui ad aver ideato il metodo "Arkeon" che i vari complici diffondevano in tutta Italia a suon di costosi corsi "miracolosi". In alcuni casi gli adepti venivano convinti di aver subito una violenza sessuale nell'infanzia da cui si dovevano "liberare" attraverso i corsi a pagamento. «Siamo soddisfatti - spiega l'avvocato di parte civile, Tania Rizzo - anche perché è stata riconosciuta la fondatezza dell'accusa di associazione per delinquere». Nel processo si sono costituite come parti civili le associazioni Codacons, Favis e CeSAP oltre ad alcune vittime della setta.

I testimoni
Gli ex adepti della setta hanno raccontato di aver partecipato a una serie di pratiche. Tra gli "esercizi" richiesti c'era quello di travestirsi e andare a chiedere l'elemosina per strada o sottoporsi a «no limits», durante il quale, sempre secondo le denunce presentate, alcune vittime sarebbero state indotte a credere di avere subito abusi sessuali quando erano minorenni.

Denunce in Tv Il caso Arkeon ha avuta una forte eco anche grazie ai racconti degli ex adepti alle trasmissioni televisive "Tutte le mattine" di Maurizio Costanzo e "Mi manda Raitre" condotta da Andrea Vianello. Anche "Striscia la notizia" ha realizzato una serie di servizi, occupandosi di Padre Caltalamessa, conduttore del programma "A sua immagine", che per promuovere le attività di Arkeon le dedicò una puntata raccontando come avesse aiutato tra l'altro a uscire dalla condizione di omosessualità un ragazzo di nome Luca. In un'intervista-confessione Luca raccontò la sua esperienza di ragazzo gay che, "grazie ad Arkeon", si era sposato con una donna da cui ha avuto anche un figlio. Alcuni sostengono che la canzone di Povia "Luca era gay" sia nata proprio da quella testimonianza.
di
Marco Cusumano



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