Il racconto di Chiara, ragazza romana per vent'anni nella setta Re Maya, il cui guru, Danilo Speranza, oggi è in carcere con varie accuse tra le quali violenza sessuale. "Ti costruiscono intorno una finta famiglia, decine di persone che si vogliono bene, escono sempre insieme... Poi comincia il lavaggio del cervello"
ROMA - A suo modo era "posseduta". Lo è stata per vent'anni. Da quando è entrata nella setta Re Maya fino a tre anni fa quando è riuscita a venirne fuori. Ha cinquant'anni, vive a Roma e oggi dice: "Sono entrata che non avevo un lavoro e sono uscita come, anzi peggio di prima. Distrutta nella mente, allontanata da tutto". La chiameremo Chiara. La sua storia comincia all'inizio degli anni Ottanta. "Il mio insegnante di yoga un giorno mi dice: ti faccio conoscere il mio maestro...". Il "maestro" era Danilo Speranza il guru a capo della setta Re Maya oggi in carcere con l'accusa di violenza sessuale (anche ai danni di minorenni). "Un genio del male, una mente pazzesca ma che alla fine ti prosciuga, ti annienta". Chiara ricorda l'ingresso nella setta che nella sola Roma - dice - poteva contare su uno zoccolo duro di almeno 500 persone.
"Mi hanno riempito di affetto. Ti costruiscono intorno una finta famiglia: decine di persone che si vogliono bene, che escono sempre insieme. Poi è iniziato il lavaggio del cervello...". Speranza convince Chiara a girare le spalle a familiari e amici. "Dicevano che era gente poco spirituale". Il capo la riempie di attenzioni. "Mi chiese di raccontargli la mia storia, la mia infanzia, i miei problemi. Faceva così con tutti. A quel punto è come se tu gli consegnassi la chiave... Mi spiegò i testi di buddismo e induismo. All'inizio sembrava anche una cosa seria, interessante. Lui non appariva come un cialtrone o un cretino. Ma col tempo iniziò a gestire la mia vita, a sfruttare me e tutti gli altri, a farci lavorare per lui. Ero diventata come un pupazzo. Scoppia il caso delle violenze sessuali. Chiara - dice - non ha mai subito abusi sessuali. "Ma tra di noi le voci giravano. Eppure eravamo tutti talmente succubi che nessuno voleva credere a quelle accuse. Io oggi ho capito che avevo aderito a un progetto malato. Che ne sono stata vittima. Ma sono sicura che ancora oggi molti sono pronti a difendere Speranza a spada tratta. Solo perché ne temono i poteri o lo vedono ancora come un dio". (p. b.)
venerdì 15 luglio 2011
Non solo Scientology Più di 1000 sette in Italia
1000
Sono più di mille i gruppi settari in tutta Italia. Si va da sparuti gruppi da poche decine di affiliati fino a movimenti che abbracciano decine di migliaia di seguaci. E generano un volume di affari di milioni di euro
620
Il Cesnur (Centro studi nuove religioni) censisce 620 "nuove religioni" attive nel nostro paese. La classificazione tiene conto, tra gli altri, di ramificazioni e scissioni delle religioni tradizionali e anche di movimenti occultisti, spiritisti, orientaleggianti e del "potenziale umano"
1,5 milioni
Sono oltre un milione e mezzo gli italiani che frequentano sette e movimenti di "nuove religioni". Molti diventano vittime dei guru e dei "maestri". Plagio, condizionamenti della libertà, soprusi e violenze sessuali sono i fenomeni più diffusi.
3,5 milioni
Se si calcolano anche gli immigrati che vivono nel nostro paese il numero dei seguaci delle sette sale fino a raggiungere i 3,5 milioni. Molte religioni vengono importate da paesi stranieri e poi si incardinano con culti italiani
64%
Il 64 per cento di chi aderisce a sette o movimenti neoreligiosi è costituito da adulti dei quali il 64 per cento sono donne. Molte quelle coinvolte in sette dove i santoni praticano la magia sessuale
15%
Ci sono anche adolescenti e bambini tra coloro che vengono inglobati dalle sette. In questi anni si sono moltiplicate le segnalazioni di abusi psicologici e fisici arrivate al Telefono azzurro
40%
Le sette e i gruppi religiosi di matrice cristiana sono il 40% del totale. Tra quest
i ci sono anche formazioni scissioniste della nostra religione che vivono e operano in aperta contrapposizione alla Chiesa cattolica.
60%
Nel restante 60 per cento troviamo gruppi esoterici e occultisti (30%) e i gruppi del cosiddetto "potenziale umano" tra i quali si può ascrivere i colosso internazionale Scientology
fonte: Devra Davis, epidemiologa, ha fondato l'Environmental Health Trust, e autrice di " Disconnect"
Sono più di mille i gruppi settari in tutta Italia. Si va da sparuti gruppi da poche decine di affiliati fino a movimenti che abbracciano decine di migliaia di seguaci. E generano un volume di affari di milioni di euro
620
Il Cesnur (Centro studi nuove religioni) censisce 620 "nuove religioni" attive nel nostro paese. La classificazione tiene conto, tra gli altri, di ramificazioni e scissioni delle religioni tradizionali e anche di movimenti occultisti, spiritisti, orientaleggianti e del "potenziale umano"
1,5 milioni
Sono oltre un milione e mezzo gli italiani che frequentano sette e movimenti di "nuove religioni". Molti diventano vittime dei guru e dei "maestri". Plagio, condizionamenti della libertà, soprusi e violenze sessuali sono i fenomeni più diffusi.
3,5 milioni
Se si calcolano anche gli immigrati che vivono nel nostro paese il numero dei seguaci delle sette sale fino a raggiungere i 3,5 milioni. Molte religioni vengono importate da paesi stranieri e poi si incardinano con culti italiani
64%
Il 64 per cento di chi aderisce a sette o movimenti neoreligiosi è costituito da adulti dei quali il 64 per cento sono donne. Molte quelle coinvolte in sette dove i santoni praticano la magia sessuale
15%
Ci sono anche adolescenti e bambini tra coloro che vengono inglobati dalle sette. In questi anni si sono moltiplicate le segnalazioni di abusi psicologici e fisici arrivate al Telefono azzurro
40%
Le sette e i gruppi religiosi di matrice cristiana sono il 40% del totale. Tra quest
i ci sono anche formazioni scissioniste della nostra religione che vivono e operano in aperta contrapposizione alla Chiesa cattolica.
60%
Nel restante 60 per cento troviamo gruppi esoterici e occultisti (30%) e i gruppi del cosiddetto "potenziale umano" tra i quali si può ascrivere i colosso internazionale Scientology
fonte: Devra Davis, epidemiologa, ha fondato l'Environmental Health Trust, e autrice di " Disconnect"
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Il Video
IL VIDEO di FABIO TONACCI
Test di personalità e corsi post laurea
Così si reclutano nuovi adepti
Le minoranze religiose contano nelle proprie fila un milione 178mila italiani. Il "proselitismo" si fa in strada o all'Università. Nei gruppi più "stretti" si entra solo per conoscenza. Lo racconta la psicologa Raffaella Di Marzio della Società Italiana di psicologia della religione
Test di personalità e corsi post laurea
Così si reclutano nuovi adepti
Le minoranze religiose contano nelle proprie fila un milione 178mila italiani. Il "proselitismo" si fa in strada o all'Università. Nei gruppi più "stretti" si entra solo per conoscenza. Lo racconta la psicologa Raffaella Di Marzio della Società Italiana di psicologia della religione
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Le sette che agiscono in Italia e le loro vittime più indifese
“Per togliergli il demone il bimbo deve mangiare vomito ed escrementi”
“Per togliere il demone dai bambini, la “Santona della porta accanto” (si chiama proprio così) li costringeva alla terapia degli “spilli”: doccia fredda con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto d’acqua. Poi si passava al pranzo: vomito e escrementi. I loro o quelli dei maiali. Che nella provincia di Brescia — dove la setta della “madre” Tersilia Tanghetti aveva ben cinque succursali — abbondano: comincia così l’articolo di Paolo Berizzi su Repubblica che racconta del proliferare delle sette in Italia, e delle nuove strategie per reclutare adepti:
Roma, alle mamme e alle bambine della setta Re Maya non andava meglio: il guru Omar Danilo Speranza, ora in carcere Roma (ma da qualche giorno ricoverato in ospedale dove lotta tra la vita e la morte, con un quadro clinico di diabete e ipertensione aggravato da un lungo sciopero della fame), le violentava. «Lo facevo per modificare il karma negativo delle bimbe» ha spiegato «dovevo trasmettere loro il mio Dna sano e curativo». Terapia religiosa con stupro. Come quella praticata da Antonio Morello, il capo di The sacred path (Il sacro sentiero), 10mila adepti da Bolzano a Catania. Condannato a sei anni di carcere, Morello faceva credere alle seguaci di essere state stuprate da piccole, e per liberarsi da questo trauma le convinceva a fare sesso con lui. Decine e decine di casi. Tra proselitismo subdolo, rituali mistici, circonvenzioni e soprusi sessuali. E droghe. Mischiate a suggestioni religiose per lo più orientaleggianti. Storie di adepti e di “maestri”, di seguaci ridotti in schiavitù e di santoni e ciarlatani dal conto a sei zeri.
Il giro d’affari delle “nuove religioni” è quantificato in milioni di euro:
“Per togliere il demone dai bambini, la “Santona della porta accanto” (si chiama proprio così) li costringeva alla terapia degli “spilli”: doccia fredda con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto d’acqua. Poi si passava al pranzo: vomito e escrementi. I loro o quelli dei maiali. Che nella provincia di Brescia — dove la setta della “madre” Tersilia Tanghetti aveva ben cinque succursali — abbondano: comincia così l’articolo di Paolo Berizzi su Repubblica che racconta del proliferare delle sette in Italia, e delle nuove strategie per reclutare adepti:
Roma, alle mamme e alle bambine della setta Re Maya non andava meglio: il guru Omar Danilo Speranza, ora in carcere Roma (ma da qualche giorno ricoverato in ospedale dove lotta tra la vita e la morte, con un quadro clinico di diabete e ipertensione aggravato da un lungo sciopero della fame), le violentava. «Lo facevo per modificare il karma negativo delle bimbe» ha spiegato «dovevo trasmettere loro il mio Dna sano e curativo». Terapia religiosa con stupro. Come quella praticata da Antonio Morello, il capo di The sacred path (Il sacro sentiero), 10mila adepti da Bolzano a Catania. Condannato a sei anni di carcere, Morello faceva credere alle seguaci di essere state stuprate da piccole, e per liberarsi da questo trauma le convinceva a fare sesso con lui. Decine e decine di casi. Tra proselitismo subdolo, rituali mistici, circonvenzioni e soprusi sessuali. E droghe. Mischiate a suggestioni religiose per lo più orientaleggianti. Storie di adepti e di “maestri”, di seguaci ridotti in schiavitù e di santoni e ciarlatani dal conto a sei zeri.
Il giro d’affari delle “nuove religioni” è quantificato in milioni di euro:
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L'ALLARME SOCIALE
Da Repubblica..
IL GURU DELLA PORTA ACCANTO
Oltre un milione e mezzo di italiani si legano ad associazioni o sette che coinvolgono la dimensione spirituale. Per molti è solo una normale adesione a una minoranza religiosa, ma altri finiscono "imprigionati" in strutture che puntano ai soldi, al sesso o al potere. E per alcuni comincia un incubo...
di PAOLO BERIZZI
Da Re Maya alla Santa Muerte Ecco l'Italia delle mille sette
Quelle censite sono 620 ma la cifra raddoppia se si calcola il "sommerso". Più di un milione e mezzo di italiani le frequentano ma si sale a oltre tre milioni contando gli immigrati. E ce ne sono per tutti i gusti: da quelle innocue a quelle che puntano allo sfruttamento economico degli adepti, a quelle che li sottopongono a veri e propri abusi
ROMA - Per togliere il demone dai bambini la "Santona della porta accanto" (si chiama proprio così) li costringeva alla terapia degli "spilli": doccia fredda con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto d' acqua. Poi si passava al pranzo: vomito e escrementi. I loro o quelli dei maiali. Che nella provincia di Brescia - dove la setta della "madre" Tersilia Tanghetti aveva ben cinque succursali - abbondano. A Roma alle mamme e alle bambine della setta Re Maya non andava meglio: il guru Omar Danilo Speranza, ora in carcere, le violentava. "Lo facevo per modificare il karma negativo delle bimbe - ha spiegato - dovevo trasmettere loro il mio dna sano e curativo". Terapia religiosa con stupro. Come quella praticata da Antonio Morello, il capo di The sacred path ("Il sacro sentiero"), 10 mila adepti da Bolzano a Catania. Condannato a sei anni di carcere, Morello faceva credere alle seguaci di essere state stuprate da piccole, e per liberarsi da questo trauma le convinceva a fare sesso con lui. Decine e decine di casi. Tra proselitismo subdolo, rituali mistici, circonvenzioni e soprusi sessuali. E droghe. Mischiate a suggestioni religiose per lo più orientaleggianti. Storie di adepti e di "maestri", di seguaci ridotti in schiavitù e di santoni e ciarlatani dal conto a sei zeri.
Sono le sette di seconda generazione. Oltre mille gruppi in tutta Italia (il Centro studi nuove religioni ne censisce 620 ma secondo altri esperti le cifre raddoppiano se si tiene conto del enorme sommerso). Molte sette sono innocue, molte no. Più di un milione e mezzo di italiani (circa il 3 per cento della popolazione) le frequentano. Gli adepti salgono a 3,5 milioni con gli immigrati non ancora cittadini. Più della metà (64%) sono donne e adulti. Il 15% adolescenti e bambini. Si va da sparuti gruppi da poche decine di affiliati - che si muovono nell'ombra - e si arriva a movimenti che abbracciano decine di migliaia di seguaci. E generano un volume d' affari di milioni di euro. Ma come funzionano queste sette di "seconda generazione"? Come fanno proselitismo? Quali sono i casi in cui la credenza confina con il codice penale?
Decine e decine di casi. "Le sette tradizionali avevano struttura e dottrine precise e conservavano riferimenti a universi simbolici e religiosi tratti o dal cristianesimo o dalle religioni orientali - spiegano Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli del Cesnur - Nella seconda generazione di sette, di cui Re Maya è un esempio, tutto questo è sparito, sostituito dai soli rapporti personali con il capo e da vaghi sincretismi dove l'emozione sostituisce la dottrina. E così i rischi aumentano". Dimenticate le candele sugli altari, le tuniche, gli incensi. Sono riti obsoleti. Soppiantati da nuove pratiche. Meno plateali, più insidiose. Abili nel marketing, oggi i nuovi santoni agganciano i fedeli parlando di "lavaggi energetici emozionali", di "benessere spirituale low cost", di "purificazione alla portata di tutti": insomma quel "beneficio immediato" (genze rijaku) che è alla base delle religioni neobuddiste giapponesi. I gruppi religiosi che vanno per la maggiore: quelli del cosiddetto "potenziale umano". "Ti fanno credere che puoi sviluppare le tue capacità fino a diventare una persona straordinaria che vive nel benessere psicofisico - aggiunge Introvigne - Un benessere da bere tutto di un fiato. Come una bevanda energetica".
A proposito di bevande. Ad Assisi i riti collettivi del Santo Daime - detta anche "Dottrina della foresta" - hanno il momento topico nell'assunzione di un succo a base di ayahuasca, la radice allucinogena che Denis Tronchin e Emiliano Eva, i due italiani scomparsi il 6 agosto 2006 a Puyo, nella giungla dell'Ecuador, si erano sparati in abbondanza. Partiti per seguire le pratiche sciamaniche degli indiani Shuare, sono morti di overdose e poi sono stati fatti a pezzi.
Ci sono credenze che giungono in Italia coi flussi migratori. Alimentate dai loro adepti, a volte si incardinano su pratiche occulte locali. La Santeria cubana, la Candomblé e la Macumba brasiliane, il Vudù africano, la Santa Muerte (o Bambina Bianca). Un florilegio di culti alternativi. Che proliferano attirando curiosità e devozione. Il confine con l'illecito? A volte è sottilissimo. Associazione a delinquere, circonvenzione di incapace, violenza, minacce, truffa, raggiro, evasione fiscale i reati più comuni. È il lato B della medaglia. Patrizia Santovecchi, presidente dell'Osservatorio nazionale abusi psicologici, lo descrive così. "Ci sono diversi gradi di pericolosità. I piccoli gruppi sono caratterizzati da una pericolosità più "personale", cioè che grava più sul individuo. Le formazioni più grosse, da 300-350 mila seguaci, magari esercitano una pressione sociale e anche economica notevole, ma dall'altra - dovendo mantenere una facciata rispettabile - garantiscono di più il singolo soggetto e la sua incolumità".
IL GURU DELLA PORTA ACCANTO
Oltre un milione e mezzo di italiani si legano ad associazioni o sette che coinvolgono la dimensione spirituale. Per molti è solo una normale adesione a una minoranza religiosa, ma altri finiscono "imprigionati" in strutture che puntano ai soldi, al sesso o al potere. E per alcuni comincia un incubo...
di PAOLO BERIZZI
Da Re Maya alla Santa Muerte Ecco l'Italia delle mille sette
Quelle censite sono 620 ma la cifra raddoppia se si calcola il "sommerso". Più di un milione e mezzo di italiani le frequentano ma si sale a oltre tre milioni contando gli immigrati. E ce ne sono per tutti i gusti: da quelle innocue a quelle che puntano allo sfruttamento economico degli adepti, a quelle che li sottopongono a veri e propri abusi
ROMA - Per togliere il demone dai bambini la "Santona della porta accanto" (si chiama proprio così) li costringeva alla terapia degli "spilli": doccia fredda con gli occhi sbarrati rivolti verso il getto d' acqua. Poi si passava al pranzo: vomito e escrementi. I loro o quelli dei maiali. Che nella provincia di Brescia - dove la setta della "madre" Tersilia Tanghetti aveva ben cinque succursali - abbondano. A Roma alle mamme e alle bambine della setta Re Maya non andava meglio: il guru Omar Danilo Speranza, ora in carcere, le violentava. "Lo facevo per modificare il karma negativo delle bimbe - ha spiegato - dovevo trasmettere loro il mio dna sano e curativo". Terapia religiosa con stupro. Come quella praticata da Antonio Morello, il capo di The sacred path ("Il sacro sentiero"), 10 mila adepti da Bolzano a Catania. Condannato a sei anni di carcere, Morello faceva credere alle seguaci di essere state stuprate da piccole, e per liberarsi da questo trauma le convinceva a fare sesso con lui. Decine e decine di casi. Tra proselitismo subdolo, rituali mistici, circonvenzioni e soprusi sessuali. E droghe. Mischiate a suggestioni religiose per lo più orientaleggianti. Storie di adepti e di "maestri", di seguaci ridotti in schiavitù e di santoni e ciarlatani dal conto a sei zeri.
Sono le sette di seconda generazione. Oltre mille gruppi in tutta Italia (il Centro studi nuove religioni ne censisce 620 ma secondo altri esperti le cifre raddoppiano se si tiene conto del enorme sommerso). Molte sette sono innocue, molte no. Più di un milione e mezzo di italiani (circa il 3 per cento della popolazione) le frequentano. Gli adepti salgono a 3,5 milioni con gli immigrati non ancora cittadini. Più della metà (64%) sono donne e adulti. Il 15% adolescenti e bambini. Si va da sparuti gruppi da poche decine di affiliati - che si muovono nell'ombra - e si arriva a movimenti che abbracciano decine di migliaia di seguaci. E generano un volume d' affari di milioni di euro. Ma come funzionano queste sette di "seconda generazione"? Come fanno proselitismo? Quali sono i casi in cui la credenza confina con il codice penale?
Decine e decine di casi. "Le sette tradizionali avevano struttura e dottrine precise e conservavano riferimenti a universi simbolici e religiosi tratti o dal cristianesimo o dalle religioni orientali - spiegano Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli del Cesnur - Nella seconda generazione di sette, di cui Re Maya è un esempio, tutto questo è sparito, sostituito dai soli rapporti personali con il capo e da vaghi sincretismi dove l'emozione sostituisce la dottrina. E così i rischi aumentano". Dimenticate le candele sugli altari, le tuniche, gli incensi. Sono riti obsoleti. Soppiantati da nuove pratiche. Meno plateali, più insidiose. Abili nel marketing, oggi i nuovi santoni agganciano i fedeli parlando di "lavaggi energetici emozionali", di "benessere spirituale low cost", di "purificazione alla portata di tutti": insomma quel "beneficio immediato" (genze rijaku) che è alla base delle religioni neobuddiste giapponesi. I gruppi religiosi che vanno per la maggiore: quelli del cosiddetto "potenziale umano". "Ti fanno credere che puoi sviluppare le tue capacità fino a diventare una persona straordinaria che vive nel benessere psicofisico - aggiunge Introvigne - Un benessere da bere tutto di un fiato. Come una bevanda energetica".
A proposito di bevande. Ad Assisi i riti collettivi del Santo Daime - detta anche "Dottrina della foresta" - hanno il momento topico nell'assunzione di un succo a base di ayahuasca, la radice allucinogena che Denis Tronchin e Emiliano Eva, i due italiani scomparsi il 6 agosto 2006 a Puyo, nella giungla dell'Ecuador, si erano sparati in abbondanza. Partiti per seguire le pratiche sciamaniche degli indiani Shuare, sono morti di overdose e poi sono stati fatti a pezzi.
Ci sono credenze che giungono in Italia coi flussi migratori. Alimentate dai loro adepti, a volte si incardinano su pratiche occulte locali. La Santeria cubana, la Candomblé e la Macumba brasiliane, il Vudù africano, la Santa Muerte (o Bambina Bianca). Un florilegio di culti alternativi. Che proliferano attirando curiosità e devozione. Il confine con l'illecito? A volte è sottilissimo. Associazione a delinquere, circonvenzione di incapace, violenza, minacce, truffa, raggiro, evasione fiscale i reati più comuni. È il lato B della medaglia. Patrizia Santovecchi, presidente dell'Osservatorio nazionale abusi psicologici, lo descrive così. "Ci sono diversi gradi di pericolosità. I piccoli gruppi sono caratterizzati da una pericolosità più "personale", cioè che grava più sul individuo. Le formazioni più grosse, da 300-350 mila seguaci, magari esercitano una pressione sociale e anche economica notevole, ma dall'altra - dovendo mantenere una facciata rispettabile - garantiscono di più il singolo soggetto e la sua incolumità".
venerdì 1 luglio 2011
Il “metodo Arkeon” nelle scuole e nelle aziende
Giovedì 30 Giugno 2011 16:48
Processo alla psicosetta di Carlo Moccia, continua la kermesse di testimoni.Associazioni fondate dai membri di Arkeon facevano proseliti tra i minori e gli impiegati
“Il “metodo arkeon” è entrato nelle scuole e nelle aziende”. Lo dichiarano i testimoni che ieri sono scesi in aula davanti ai giudici del tribunale penale di Bari per il processo alla famigerata psicosetta fondata da Vito Carlo Moccia. Per mezzo di alcune associazioni, istituite dagli stessi membri della congregazione, Arkeon e faceva proseliti al di fuori del la cerchia degli iscritti. E c'erano anche dei minori nel progetto che il Moccia eufemisticamente definiva come: “Aprirsi al mondo”. L'associazione “Terra d'incontro” (da non confondersi con “Terre d'incontro”), fondata da alcuni membri della psicosetta, infatti, avviava progetti di carattere pedagogico con gli alunni delle scuole. “Sono rimasta esterrefatta quando ho assistito alla visione di un filmato che metteva in parallelo le confessioni dei bambini, in merito alla propria vita privata ed al rapporto con i genitori, con un annuncio pubblicitario di Arkeon – ha rivelato ieri in aula una cofondatrice di “Terra d'incontro”, nonché ex membro della psicosetta – Il video dei bambini è stato poi messo in vendita per 5 euro a copia... è stato allora che ho capito quanto immorale fosse ciò che era stato fatto”. Nelle aziende, invece, si entrava per mezzo di un'associazione che organizzava degli stage di formazione di “cultura orientale”. “Pensavo di aver messo su un'associazione di arti marziali, io sono un maestro di quest'arte – ha confessato davanti ai giudici un altro testimone – invece mi ritrovavo presidente di un'associazione di cui non mi sentivo membro attivo, e che aveva voluto esplicitamente il Moccia”. Il metodo per convincere i propri “adepti”, ad aprire le sopracitate associazioni, si basava sullo stesso rapporto discepolo-maestro che sta alla base degli altri casi di violenza e sfruttamento documentati dai testimoni nelle precedenti tornate di udienze. “Moccia sapeva sapientemente sfruttare ogni debolezza psicologica che intravedeva nelle persone”, ha dichiarato una testimone nel difficile tentativo di spiegare, a chi mai avesse avuto un'esperienza di questo tipo, come possa un individuo abbandonarsi completamente nelle mani di un altro. Il “lavaggio del cervello” avveniva per mezzo di sedute di gruppo in cui ognuno rivelava agli altri le proprie esperienze personali, anche le più intime. Il “lavoro” – come veniva definito da Moccia il “percorso di guarigione” dai problemi che affliggevano la vita di ognuno – verteva sulla “Teoria del pedofilo”. Si tratta di giustificare con una presunta violenza carnale, da parte di un genitore o un parente, tutti i drammi che sconvolgono la vita di ogni persona. « Durante i seminari di Arkeon – racconta una testimone – alcuni vomitavano. Allora il maestro si compiaceva: “Brava! Quello che hai appena rimesso non è vomito, ma lo sperma del pedofilo che ti ha violentato!” ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro”, che si estendeva su tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimonianza si riferisce ad un periodo precedente e successivo all'entrata in vigore dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “maestri” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona – racconta una testimone – anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». Tra i membri della setta, oltre ad appartenenti alla piccola e media borghesia (ma vi erano anche partecipanti di altre classi sociali), l'attore Ettore Bassi (che testimonierà nelle prossime udienze convocato dagli avvocati della difesa) ed il sacerdote paolino don Angelo De Simone. Il rappresentante della Chiesa era, non solo adepto Arkeon, ma, per così dire, anche il sacerdote ufficiale della setta; celebrava matrimoni tra i discepoli, anche quando questi erano già sposati (come abbiamo documentato nei precedenti articoli pubblicati sul Quotidiano di Bari), o, come ha raccontando ieri in aula una testimone, battezzando i figli di pochi mesi dei membri. Il processo ripartirà il 20 settembre, quando verranno ascoltati altri otto testimoni chiamati in aula dal PM.
Mirko Misceo
Riparte a fine giugno il processo alla psicosetta Arkeon
Sabato 11 Giugno 2011 19:26
Rinviati al 20 settembre i testimoni non ancora ascoltati: “Nessun rispetto per chi soffre!”
Riparte il 29 giugno il processo Arkeon, la psicosetta di Carlo Moccia sul banco degli imputati per violenza sessuale ed estorsione. Avanza con ritardo il processo penale; saranno infatti ascoltati il giorno 20 settembre sei degli otto testimoni che avrebbero dovuto esporre davanti ai giudici lo scorso 8 giugno. Il ritardo è dovuto ad un inizio dell'udienza sfalsato di ben tre ore. “Siamo sconcertati dal ritardo della Giustizia italiana – ha commentato una testimone – Non c'è rispetto per chi ha soffre!”. Solo due testi sono stati ascoltati dal collegio giudicante. Emergono, come nella scorsa udienza del 25 maggio, storie che parlano di abusi e violenze, perpetrate dai sedicenti “maestri” di Arkeon, ai danni di persone psicologicamente deboli; ma tra le vittime vi sono anche molti stimati professionisti (addirittura psicologi e psichiatri), a dimostrazione che nessuno è immune al condizionamento psicologico. Il processo, quindi, presta a trasformarsi in un vero e proprio banco di prova per la Giustizia italiana. Come giudicheranno i giudici gli imputati? Semplici “violentatori”, “truffatori” o inseriranno i delitti per cui sono accusati nella sfera della “manipolazione psicologica”? Qualunque sia l'esito, i processo è destinato a fare storia negli annali della giurisprudenza. « Fui violentata da un maestro di Arkeon, il pretesto: un rito per riportare alla mente un ricordo d'infanzia; l'attimo in cui, da piccola, sarei stata abusata sessualmente da un pedofilo ». Era emersa così, sconcertante, l'accusa della prima testimone ai danni degli imputati durante la prima udienza del 25 maggio. Durante il processo, un'altra donna, ascoltata per ben 3 ore, ha raccontando la sua triste storia della perdita del marito a causa di una trasgressione creativa voluta dal maestro Antonio Morello, dello stupro di gruppo che avrebbe subito durante una cerimonia-rito e di altri tentativi di violenza. Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “maestri”. Si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l'infanzia. « Non te lo ricordi perché eri troppo piccola – cantilenavano i “maestri” – ma di certo hai subito una violenza carnale... l'hanno subita tutti da bambini: questa è la causa dei mali che affliggono la tua vita! ». Il “lavaggio del cervello” condizionava a tal punto gli individui che alcuni hanno persino denunciato alla magistratura, per violenza carnale, ignari genitori, zii e amici. « Non c'era nessun pedofilo – ha dichiarato una testimone, tremante d'emozione e rabbia – erano solo pretesti per estorcermi denaro, usarmi in tutti i modi... anche come oggetto sessuale! ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro di purificazione”, come veniva definito dai maestri di Arkeon. Quest'ultimo consisteva in tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimone racconta il suo percorso nella setta prima e dopo l'utilizzo corrente dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “guru” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». La setta aveva aperto sedi in tutta Italia, anche con l'appoggio di alcuni membri della Chiesa, gli adepti erano migliaia: è facile immaginare, quindi, che gli introiti di Moccia & Co. fossero a parecchi zeri. I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti. Solo l'intervento di alcune associazioni, che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (una fra tutte, il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l'intervento della stampa, le acque intorno al caso hanno incominciato a smuoversi.I video dei seminari di Arkeon – gli stessi che i giudici hanno esaminato come prove – sono consultabili all'indirizzo internet: http://vimeo.com/arkeon/videos
Mirko Misceo
Rinviati al 20 settembre i testimoni non ancora ascoltati: “Nessun rispetto per chi soffre!”
Riparte il 29 giugno il processo Arkeon, la psicosetta di Carlo Moccia sul banco degli imputati per violenza sessuale ed estorsione. Avanza con ritardo il processo penale; saranno infatti ascoltati il giorno 20 settembre sei degli otto testimoni che avrebbero dovuto esporre davanti ai giudici lo scorso 8 giugno. Il ritardo è dovuto ad un inizio dell'udienza sfalsato di ben tre ore. “Siamo sconcertati dal ritardo della Giustizia italiana – ha commentato una testimone – Non c'è rispetto per chi ha soffre!”. Solo due testi sono stati ascoltati dal collegio giudicante. Emergono, come nella scorsa udienza del 25 maggio, storie che parlano di abusi e violenze, perpetrate dai sedicenti “maestri” di Arkeon, ai danni di persone psicologicamente deboli; ma tra le vittime vi sono anche molti stimati professionisti (addirittura psicologi e psichiatri), a dimostrazione che nessuno è immune al condizionamento psicologico. Il processo, quindi, presta a trasformarsi in un vero e proprio banco di prova per la Giustizia italiana. Come giudicheranno i giudici gli imputati? Semplici “violentatori”, “truffatori” o inseriranno i delitti per cui sono accusati nella sfera della “manipolazione psicologica”? Qualunque sia l'esito, i processo è destinato a fare storia negli annali della giurisprudenza. « Fui violentata da un maestro di Arkeon, il pretesto: un rito per riportare alla mente un ricordo d'infanzia; l'attimo in cui, da piccola, sarei stata abusata sessualmente da un pedofilo ». Era emersa così, sconcertante, l'accusa della prima testimone ai danni degli imputati durante la prima udienza del 25 maggio. Durante il processo, un'altra donna, ascoltata per ben 3 ore, ha raccontando la sua triste storia della perdita del marito a causa di una trasgressione creativa voluta dal maestro Antonio Morello, dello stupro di gruppo che avrebbe subito durante una cerimonia-rito e di altri tentativi di violenza. Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “maestri”. Si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l'infanzia. « Non te lo ricordi perché eri troppo piccola – cantilenavano i “maestri” – ma di certo hai subito una violenza carnale... l'hanno subita tutti da bambini: questa è la causa dei mali che affliggono la tua vita! ». Il “lavaggio del cervello” condizionava a tal punto gli individui che alcuni hanno persino denunciato alla magistratura, per violenza carnale, ignari genitori, zii e amici. « Non c'era nessun pedofilo – ha dichiarato una testimone, tremante d'emozione e rabbia – erano solo pretesti per estorcermi denaro, usarmi in tutti i modi... anche come oggetto sessuale! ». Più ci si liberava della “presenza del pedofilo”, più si avanzava nel “lavoro di purificazione”, come veniva definito dai maestri di Arkeon. Quest'ultimo consisteva in tre livelli: il primo dal costo di circa 400 mila delle vecchie lire, il secondo di circa 800 mila lire ed il terzo (la testimone racconta il suo percorso nella setta prima e dopo l'utilizzo corrente dell'Euro) di circa 12 mila euro. Una bella cifra, che finiva dritta dritta nelle tasche dei “guru” della setta. E già, perché il risvolto economico di questa vicenda è un elemento da non sottovalutare. « Mi facevano firmare assegni intestati alla mia persona anche se i maestri preferivano consegnassi denaro contante, è più conveniente per degli scambi a nero. In questo modo ho posto nelle loro mani più di 15 mila euro ». La setta aveva aperto sedi in tutta Italia, anche con l'appoggio di alcuni membri della Chiesa, gli adepti erano migliaia: è facile immaginare, quindi, che gli introiti di Moccia & Co. fossero a parecchi zeri. I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti. Solo l'intervento di alcune associazioni, che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (una fra tutte, il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l'intervento della stampa, le acque intorno al caso hanno incominciato a smuoversi.I video dei seminari di Arkeon – gli stessi che i giudici hanno esaminato come prove – sono consultabili all'indirizzo internet: http://vimeo.com/arkeon/videos
Mirko Misceo
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