di Patrice Makabu
Firenze. Il 3 maggio 2009, a Milano, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna a nove anni e sei mesi per truffa a carico della televenditrice Wanna Marchi e a nove anni e quattro mesi per la figlia Stefania. Il 7 ottobre 2011, Wanna Marchi torna in semi libertà, oggi lavora nel bar di proprietà del fidanzato della figlia, anche lei quasi libera. Quando si tratta di finire in carcere in Italia è sempre tempo di saldi, vuoi per la buona condotta, per l'indulto che fino a qualche anno fa è stato una manna dal cielo (come in questo caso), vuoi perchè chi davvero secondo l'opinione pubblica avrebbe bisogno di un confortevole soggiorno di lunga durata in una suite due per tre di solito ha sempre la fortuna di farla franca in qualche modo abbreviando (e non di poco) il periodo di reclusione. Per la giustizia Wanna Marchi ha scontato la sua pena quasi del tutto, oggi ha solo l'obbligo di pernottamento in uno dei tanti mini alloggi adiacenti alla struttura carceraria.
Mamma Ebe, all'anagrafe Maria Gigliola Giorgini (classe 1934), condannata definitivamente a sei anni proprio ieri per truffa, esercizio abusivo della professione medica, associazione a delinquere; reati commessi prima del 2000 vicino Cesena dove riceveva chi si affidava alle sue cure. A causa delle cagionevoli condizioni di salute sconterà la pena ai domiciliari, condizione però che già una volta non le ha impedito di continuare imperterrita la sua attività di guaritrice e santona.
Due storie molto diverse tra loro, Wanna Marchi arrivava a carpire, in modo incredibile, la fiducia delle sue vittime attraverso il mezzo televisivo, sfruttando la credibilità che questo media purtroppo ha ancora oggi ("se lo dice la tv è vero") e facendo leva sulle debolezze, ma io direi spesso anche sull'ingenuità della gente che sperava in un'immediata vincita al lotto che risolvesse ogni problema di ogni sorta, e proprio grazie a questi problemi le vittime venivano arpionate.
A partire dal primo contatto i malcapitati facevano il primo passo all'interno di una fitta e resistente ragnatela da cui era difficile liberarsi, visti i cocktail di minacce accompagnati dal menu del giorno: una serie di ipotetiche disgrazie che si sarebbero verificate qualora non si accettassero i vari rituali prescritti dal "maestro di vita" mago Do Nascimento, figura su cui si incentrava tutto il business spinto da madre e figlia attraverso la società di televendite Asciè. Per anni il gioco ha funzionato.
Mamma Ebe: niente tv, niente giornali, niente urla e strepiti e niente capelli ossigenati che bucano lo schermo insieme ad una voce riconoscibile e mal sopportata persino da un animale domestico, Mamma Ebe è diversa in tutto e per tutto. Appare come un'anziana signora dimessa, dalle buone maniere, dalla voce pacata e dallo sguardo profondo, indagatore, uno sguardo che va oltre quello che dice, che marchia a fuoco. Mamma Ebe veste come una normalissima borghese senza eccessi ma con un certo buon gusto, è arrivata grazie a questa sua immagine tutt'altro che "sospetta" al cuore di chi si è fidato di lei, e dal cuore mano a mano si è spinta fino alla gola di chi nelle sue mani ha poi messo tutte le proprie ricchezze, perchè quale sedicente tramite di Dio a suo dire non avrebbe potuto trasmettere energia positiva ed influssi benefici se dall'altro lato ci fosse stato anche il benchè minimo interesse per la ricchezza.
Ognuno doveva spogliarsi di tutto ciò che aveva (o di buona parte) per entrare davvero in contatto con il Signore attraverso di lei, sempre molto indaffarata a fare del bene, ma che nei giorni in cui aveva bisogno di "staccare la spina" però si concedeva il meritato relax all'interno suo yacht battezzato nientemeno che "Il gioco sapiente". Ville, pellicce, auto di lusso, gioielli di inestimabile valore, conti in banca, una società immobiliare ed una nautica, ma anche tonnellate di psicofarmaci "benedetti" in giacenza in un magazzino adiacente alla villa-studio di Carpineta, in attesa di essere somministrati ai suoi assistiti ed ottenuti grazie alla preziosa collaborazione del medico montianese Mario Martelli, (condannato a tre anni ed otto mesi). Le truffe dell'imprenditoria magica moderna sono una marcatissima piaga che si nutre della debolezza delle persone, della credulità popolare (per cui c'è anche un reato legato al suo abuso ai fini di truffa ed estorsione) e soprattutto della vergogna che sopravviene nello scoprirsi truffati.
Mamma Ebe e Wanna Marchi tuttavia sono solo la punta di un iceberg alto chilometri, in Italia l'Osservatorio antiplagio conta, nel rapporto annuale 2008/2009, ben 155 mila maghi e astrologi, 33 mila persone che ogni anno si rivolgono continuativamente a servizi di cartomanzia attraverso svariati canali, dal 1994 in 16 mila hanno sporto denunce per truffe e abusi di vario genere. Secondo le statistiche solo quattro cittadini su cento sporgono querela dopo essere stati truffati, per paura di ritorsioni.L'imprenditoria magica moderna non si ferma qui
Dilagante in Italia è anche il fenomeno delle sette e psicosette, molto diverse tra loro. Il 22 giugno 1999 il Consiglio europeo ha adottato all'unanimità la prima relazione ufficiale in materia di sette del Comitato per gli affari legali e i diritti umani. Già nel 1998 il Rapporto sulle sette redatto dal Dipartimento di Pubblica sicurezza elencava 137 gruppi settari operanti in Italia di cui 76 religiosi e 61 magici, con in totale circa 85 mila membri aderenti, la maggiore concentrazione nella regione Piemonte, seguita da Toscana, Valle D'Aosta ed Emilia Romagna tra le più fiorenti.
Le psicosette fanno girare i propri ingranaggi usando come lubrificante il plagio e la manipolazione mentale e sono un concetto "nuovo" per l'italia, importato dagli Stati Uniti dall'antropologa Cecilia Gatto Trocchi (1939-2005). Le psicosette si presentano molto spesso come centri spirituali, centri di preghiera e del miglioramento di sé, centri in cui ci si dovrebbe riappropriare di valori, ma nascondono invece tecniche assai raffinate e rodate di soggiogamento psicologico, mirando all'assoggettamento delle persone ed all'annullamento della loro autonomia e libertà intellettuale, questo avviene molto spesso facendo uso oltre che di psicofarmaci, della tecnica del Love bombing (bombardamento d'amore).
Il Love bombing è uno sforzo coordinato, generalmente su ordine del capo carismatico, per sommergere reclute e neofiti di lusinghe, seduzione verbale, contatti corporei, mai sessuali ma carichi di affetto, e molta attenzione verso qualsiasi osservazione venga fatta da ogni nuovo o vecchio membro del gruppo durante un confronto verbale. Un'offerta istantanea di compagnia in un momento di estremo sconforto è uno stratagemma ingannevole usato da numerosi reclutatori, è il punto d'inizio di una spirale decrescente che porterà dopo una fase di estrema socializzazione all'isolamento dal mondo esterno alla setta, la setta rappresenterà l'unica vera famiglia capace di comprendere, risolvere e soprattutto chiedere. Persone scomparse o bruschi allontanamenti dalla famiglia senza alcuna spiegazione, massacri senza apparente ragione, morti sospette, conti in banca prosciugati improvvisamente. A partire da questi eventi, si è giunti alla scoperta di raggruppamenti di questo genere e si sono svolte approfondite indagini da parte delle forze dell'ordine e della magistratura atte a debellare questa grigia devianza ideologica e culturale, che vede coinvolte famiglie intere per vie traverse, che oltre a subire danni di vario genere vengono spesso ridotte sul lastrico.
martedì 29 novembre 2011
mercoledì 16 novembre 2011
da Totembluart
In questi giorni è scoppiato un caso che avrebbe dovuto scoppiare molto prima d’ora. Si tratta delle psicosette o movimenti di sviluppo del potenziale umano, come si fanno chiamare.Quando si parla di sette è inevitabile pensare a Satana e ai suoi sedicenti adepti, tristemente noti alle cronache di questi anni. Eppure il satanismo rappresenta solo un piccolo frammento di questo sfaccettato mondo che include nuovi culti, comunità spirituali, movimenti religiosi, magici o new age.Questo fenomeno ancora poco conosciuto ha portato, in questi ultimi giorni dopo anni di indagini, allo smantellamento dell’associazione del maestro Reiki Vito Carlo, The sacred path.Un percorso di ricerca interiore attraverso la guida di un maestro, terapie di gruppo per liberarsi dalle emozioni represse, per combattere le malattie, un cammino nei territori dell’anima attraverso particolari rituali, tra incensi, tamburi, urla e pianti. Queste le pratiche dell’associazione, definite dallo stesso Reiki metodo Arkeon.Ma di cosa si tratta esattamente? Una specie di setta? Una pseudo terapia di gruppo per liberare la psiche? Arkeon sembra un metodo per esaltare l’emotività delle persone, per liberarli da traumi subiti.Unendo insieme metodo Arkeon e trattamenti di pressione psicologica, il maestro scavava nell’interiorità delle persone e le convinceva a sfogare le emozioni represse, ad urlare la propria rabbia di fronte a tutti, a mettere in discussione la propria vita ed i propri rapporti affettivi e familiari. Tutto a pagamento, ovviamente: il primo incontro costava 260 Euro, ma i seminari successivi, i cosiddetti intensivi, arrivavano fino a 1.200 Euro.In questo caso, il maestro, spacciandosi per psicologo psicoterapeuta e trafficando con qualche rudimento di psicologia (ma anche con tecniche più o meno esoteriche) avrebbe indotto pazienti a crearsi delle false memorie contenenti storie di abusi sessuali in età precoce e li avrebbe indotti a rivivere questi momenti nel presente a scopo terapeutico per cancellare il presunto trauma.Questi falsi psicoterapeuti, come spiega la dottoressa Lorita Tinelli, presidente del Cesap (Centro studi sugli Abusi Psicologici) rileggono i problemi, delle persone che si sono rivolte al gruppo per qualche disagio, sempre e solo come conseguenza di traumi inflitti da altri; è un modo per creare conflitti e affievolire i legami affettivi. La fantasiosa ricostruzione del passato arriva a convincere il nuovo affiliato di aver subito torti e persino abusi da un genitore portando l’adepto a prendere le distanze dalla famiglia.Già da molti anni si è a conoscenza di come sia devastante l’azione di queste psicosette che, si afferma nel rapporto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del 1998, sfruttano sistemi scientifici per aggirare le difese psichiche delle persone inducendole ad atteggiamenti acritici e obbiedenza cieca.Negli ultimi decenni, in tutto il mondo occidentale si è assistito al proliferare di simili piccoli gruppi o vere e proprie comunità organizzate ispirate a forme di religiosità nuove, esotiche e comunque alternative rispetto alle confessioni tradizionali, oppure a dottrine di tipo magico.Anche in Italia, Paese poco avvezzo per tradizione storica al pluralismo religioso, risultano essersi moltiplicate, con imprevedibile rapidità, forme associative – più o meno strutturate – dedite a culti di vario tipo o asseritamente depositarie di conoscenze segrete e verità universali.Tra le Psicosette possiamo certamente annoverare le organizzazioni lacaniane (cartels) o quelle kleiniane, ma anche i cosiddetti fagiolini: psicosetta con adepti in tutta Italia, reichiani omeopatici e diverse scuole che propongono una formazione psicoterapeutica, nonché la ormai famosa e discussa Scientology.Da un punto di vista scientifico sono psicosette, dunque, tutti quei centri che propongono una terapia, una psicoterapia o una formazione che sottopongono i partecipanti a forme di pressione psicologica più forte del consueto e per questo denunciate come pseudo-scientifiche.Di fatto, una notevole pressione psicologica è diventata una componente essenziale di certe forme di terapia e di formazione dove si sente chiaramente l’influenza di esponenti come Werner Erhard, Gurdjieff e Osho Rajneesh.Spesso comincia tutto con un corso o con la proposta di una terapia condotta da personale privo di credenziali scientifiche, privo di percorso formativo idoneo ad esercitare psicoterapia, privo di titolo adeguato insomma.Recenti studi sociologici hanno individuato le strategie d’azione delle psicosette: esse metterebbero in atto tecniche di brainwashing (lavaggio del cervello) standardizzate. La fretta di giungere a risultati vistosi, il sovradosaggio delle terapie, l’eccesso di autostima, la deresponsabilizzazione, un certo inaridimento affettivo e la dipendenza dal gruppo sono elementi che concorrono a costruire un quadro allarmante della situazione psico-sociale in cui viene a trovarsi l’adepto.Un’altra caratteristica delle sette è l’utilizzo di un proprio lessico, spiega Mario Di Fiorino, primario di Psichiatria all’ospedale di Viareggio e studioso del condizionamento mentale. Un vocabolario fatto di espressioni che creano un senso di solidarietà (“Qui con noi sei fuori dallo spazio del giudizio”) o di complicità che esclude quelli che stanno fuori (“Gli altri non possono capire”). Ma il gergo del gruppo,continua Di Fiorino, che ha scritto L’illusione comunitaria (Moretti & Vitali), un classico della letteratura scientifica sul tema, tiene lontane anche tutte quelle parole che esprimono dubbio, per ridurre il senso critico e condizionare mentalmente il nuovo adepto.All’occhio inesperto appaiono come gruppi di crescita personale, guidati da un maestro o guru. Si presentano come circoli culturali, associazioni e persino scuole di formazione, osserva Raffaella Di Marzio, psicologa esperta di sette e membro della Società italiana di psicologia della religione (www.dimarzio.it).Come non cadere in queste trappole quindi? Informandosi, scegliendo corsi e seminari consigliati da fonti attendibili: riviste accreditate, siti noti e specializzati, associazioni riconosciute, consiglia la Di Marzio. Ma su questo torneremo nei prossimi numeri.
12 novembre 2011
12 novembre 2011
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L'illusione comunitaria. La costruzione delle "comunità artificiali"
L’illusione comunitaria
La costruzione moderna delle “comunità artificiali”
Mario Di Fiorino - Moretti & Vitali, Bergamo 1998
L’illusione della modernità è il sogno di costruire “comunità artificiali” per cambiare la realtà e creare l’uomo nuovo. Ciò ha prodotto tanto spinte utopiche quanto isolamenti ideologici e nicchie settarie. Le comunità di cui si parla sono tanto i manicomi quanto le “comuni” antipsichiatriche e le sette religiose.
Autore di questo saggio è Mario Di Fiorino, Primario di Psichiatria dell'Ospedale di Viareggio, direttore e fondatore della rivista "Psichiatria e Territorio".
Il testo si fonda su una felice intuizione: quella, cioè, di tracciare per la prima volta un parallelismo, corredato di richiami storici, tra i movimenti settari religiosi e i modelli psichiatrici di comunità.
Muovendo da questi ultimi, l'Autore esamina dapprima il modello dell'"Asilo psichiatrico", ovvero il Manicomio, diffusosi nella seconda metà del secolo scorso, definito "cimitero dell'intelligenza".
Abolito in tempi recenti dalla nota legge 180, in quanto considerato luogo di segregazione più che di cura, è oggi di fatto sostituito dalle "Comunità Terapeutiche".
Di Fiorino approfondisce, secondo un filo logico che sostiene l'intera trama normativa, l'empatia che nasce tra operatori e pazienti nel microcosmo della comunità terapeutica, tale da generare in alcuni casi la sindrome della Montagna Incantata (dall'omonimo romanzo di Thomas Mann), in cui la comunità diviene un accogliente rifugio dal mondo esterno, percepito duro ed ostile.
L'Autore rivolge poi l'attenzione all'analisi delle tecniche di manipolazione mentale, talora utilizzate nei campi di prigionia, in alcune sperimentazioni psicologiche e in alcune comunità di culto. In queste ultime, il "brain washing" prende inizio con l'allontanamento progressivo del neofita dalla famiglia, dai legami sociali e dallo stile di vita abituale, attraverso ritiri in luoghi isolati con una intensa vita comunitaria volta alla privazione dello spazio personale.
La suggestionabilità dell'individuo viene potenziata dall'utilizzo di tecniche di affaticamento con lunghe ore di seminari, con veglie e con restrizioni dietetiche.
Una volta allontanatosi dai valori e dai legami precedenti, l'adepto trova riferimento unicamente nel gruppo e nel suo pensiero.
Di Fiorino fa quindi seguire, tenendo conto delle premesse di natura psichiatrica, la descrizione di alcune comunità religiose. Troviamo dapprima la comunità Amish, presente principalmente negli Stati Uniti, espressione radicale della religione anabattista, che si fonda sulla rigida osservanza di anacronistiche regole di vita rurale e che contrappone all'individualismo americano una interpretazione altruistica dei rapporti sociali.
Gli Amish si differenziano tuttavia da altre comunità settarie per l'assenza di proselitismo.
Diversamente gli Hare Krisna, anch'essi oggetto di attenzione da parte dell'Autore, che nel campo delle esperienze religiose che vanno proponendo cercano di operare una conversione del mondo occidentale ai valori induisti.
Di particolare interesse, infine, l'analisi del fenomeno "Scientology".
Fondata sulla dottrina Dianetica, che costituisce la prima fase del pensiero del suo fondatore Hubbard, Scientology coniuga, secondo l'Autore, un aspetto scientifico all'ispirazione religiosa, configurando una sorta di "buddismo tecnologico", in grado di potenziare le facoltà mentali dell'individuo.
Nella descrizione che l'Autore propone della selezione e dell'iter formativo dei neofiti all'interno di Scientology ritroviamo le tecniche di suggestione e manipolazione già analizzate nella prima parte del testo, che determinano "dissonanze cognitive" e abolizione del senso critico.
Di Fiorino pone inoltre l'accento sull'utilizzo, all'interno di questa comunità, di un linguaggio speciale, ricchissimo di neologismi. A questo proposito risulta illuminante la citazione di Orwell che, in "1984", attribuisce alla neolingua l'ostacolo principale all'espressione di un concetto diverso da quelli propugnati, per il venir meno dei corrispondenti verbali.
Vengono così aboliti i mezzi espressivi per considerazioni alternative.
La difficoltà di comprensione genera nel neofita un senso di inferiorità psicologica e i concetti nuovi, espressi con una nuova semantica, scardinano i punti di riferimento accrescendo la suggestionabilità. Troviamo ancora una analogia con le psicopatie: nella schizofrenia la disorganizzazione delle idee e del linguaggio, caratteristiche di questa patologia, si accompagnano alla destrutturazione della personalità.
Secondo l'Autore, Scientology promette la guarigione da vari tipi di disturbi fisici e psichici facendoli risalire a traumi subiti durante la vita fetale. Non riconosce la scienza medica e psichiatrica e scoraggia il ricorso ad esse, sottoponendo gli adepti a "pratiche terapeutiche" i cui effetti non sono noti né dimostrati, somministrate da persone sprovviste di qualificazione professionale.
Appare evidente il grave nocumento che può derivarne per la salute di coloro che si avvicinano a questa comunità, in special modo per gli individui più vulnerabili o addirittura affetti da disturbi mentali.
Pur rispettando la libertà individuale di aderire ad una "religione" non conformista, sulla cui definizione, com'è noto, si sono susseguite sentenze di difforme tenore, non solo in Italia, si avverte comunque la necessità di tutelare la salute mentale e fisica dei soggetti esposti a manipolazioni psichiche, attraverso una analisi medico/psichiatrica del fenomeno.
Concludendo, Di Fiorino legge nell'adesione alle comunità settarie il bisogno di costruire "un'isola felice". La perdita di tradizioni e di valori che caratterizza la società contemporanea rende prevedibile l'accrescersi di questa tendenza.
Il fenomeno settario dunque, per la sua tendenza espansiva, il suo radicale distacco dal mondo esterno, la rigida autoregolamentazione, i rischi per la salute fisica e psichica degli adepti costituisce un potenziale di pericolosità sociale, che, pur senza operare generalizzazioni, deve essere oggetto di costante attenzione.
martedì 15 novembre 2011
Giustizia: Bari, adesione quasi totale a sciopero penalisti
Le ultime notizieGiustizia: Bari, adesione quasi totale a sciopero penalistiBari, 14 nov. (Adnkronos)
- Adesione allo sciopero di quasi il 100 per cento per i penalisti baresi. Stamane gli avvocati del distretto del capoluogo pugliese hanno incrociato le braccia e si sono astenuti dal presentarsi in aula. Decine di udienze sono saltate, compreso il cosiddetto processo 'Arkeon, contro una psico-setta. ''Ovviamente - precisa in una nota la Camera penale barese - sono stati garantiti i servizi essenziali come i processi per direttissima, le cause per i detenuti e le udienze nella situazione di prossima prescrizione dei reati''. Domani mattina, alle 10,30, presso la prima aula disponibile del Tribunale di via Nazariantz si terra' l'assemblea straordinaria della Camera penale, aperta ai cittadini e a tutti gli operatori giudiziari, nel corso della quale si svolgera' una tavola rotonda in cui gli avvocati penalisti si confronteranno con la politica e la magistratura, associata e non, sulle motivazioni della protesta. Alla tavola rotonda, che sara' moderata dall'avvocato Egidio Sarno, interverranno il gup Marco Guida, presidente della giunta distrettuale dell'Anm, Vincenzo Magista', direttore di Telenorba, Nicola Magrone, gia' procuratore della Repubblica del Tribunale di Larino, l'onorevole Cinzia Capano e l'onorevole Francesco Paolo Sisto, entrambi membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
(14 novembre 2011 ore 17.34)
- Adesione allo sciopero di quasi il 100 per cento per i penalisti baresi. Stamane gli avvocati del distretto del capoluogo pugliese hanno incrociato le braccia e si sono astenuti dal presentarsi in aula. Decine di udienze sono saltate, compreso il cosiddetto processo 'Arkeon, contro una psico-setta. ''Ovviamente - precisa in una nota la Camera penale barese - sono stati garantiti i servizi essenziali come i processi per direttissima, le cause per i detenuti e le udienze nella situazione di prossima prescrizione dei reati''. Domani mattina, alle 10,30, presso la prima aula disponibile del Tribunale di via Nazariantz si terra' l'assemblea straordinaria della Camera penale, aperta ai cittadini e a tutti gli operatori giudiziari, nel corso della quale si svolgera' una tavola rotonda in cui gli avvocati penalisti si confronteranno con la politica e la magistratura, associata e non, sulle motivazioni della protesta. Alla tavola rotonda, che sara' moderata dall'avvocato Egidio Sarno, interverranno il gup Marco Guida, presidente della giunta distrettuale dell'Anm, Vincenzo Magista', direttore di Telenorba, Nicola Magrone, gia' procuratore della Repubblica del Tribunale di Larino, l'onorevole Cinzia Capano e l'onorevole Francesco Paolo Sisto, entrambi membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
(14 novembre 2011 ore 17.34)
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lunedì 7 novembre 2011
Hunziker, una setta e' come l'alcool
Uscirne e' una vittoria, confida la showgirl
06 novembre, 20:35
''Non ho nessun problema a parlare di questo, non l'ho mai fatto perche' ci sono dei tempi tecnici di metabolizzazione. Sicuramente ho vissuto degli anni molto difficili, ma la cosa bella e' che oggi posso dire:'ne sono uscita'. Cadere in una setta e' come essere alcolisti o tossicodipendenti, e' stato molto grave e pesante ed uscirne e' una vittoria''. Con queste parole Michelle Hunzinker si e' confidata a Massimo Giletti, durante la puntata di oggi di Domenica In L'Arena in onda su Rai1.
''Quando mi chiedono cosa si puo' fare per aiutare le persone che sono cadute in una situazione del genere, purtroppo la cosa che dico io oggi, essendoci passata, e' che quando sei dentro devi essere tu a volerne uscire. Il problema e' che bisogna fare piu' prevenzione'', ha spiegato l'artista, prossimamente al Sistina di Roma con un nuovo musical, che ha aggiunto:''Quando hai un momento di difficolta' cosa fai? Cerchi Dio, quando tutti noi perdiamo un nostro caro ci facciamo delle domande ed e' in quel momento che loro si insinuano., capiscono che hai un tallone d'Achille, delle debolezze e delle fragilita', ti dicono 'ti vogliamo bene'''
06 novembre, 20:35
''Non ho nessun problema a parlare di questo, non l'ho mai fatto perche' ci sono dei tempi tecnici di metabolizzazione. Sicuramente ho vissuto degli anni molto difficili, ma la cosa bella e' che oggi posso dire:'ne sono uscita'. Cadere in una setta e' come essere alcolisti o tossicodipendenti, e' stato molto grave e pesante ed uscirne e' una vittoria''. Con queste parole Michelle Hunzinker si e' confidata a Massimo Giletti, durante la puntata di oggi di Domenica In L'Arena in onda su Rai1.
''Quando mi chiedono cosa si puo' fare per aiutare le persone che sono cadute in una situazione del genere, purtroppo la cosa che dico io oggi, essendoci passata, e' che quando sei dentro devi essere tu a volerne uscire. Il problema e' che bisogna fare piu' prevenzione'', ha spiegato l'artista, prossimamente al Sistina di Roma con un nuovo musical, che ha aggiunto:''Quando hai un momento di difficolta' cosa fai? Cerchi Dio, quando tutti noi perdiamo un nostro caro ci facciamo delle domande ed e' in quel momento che loro si insinuano., capiscono che hai un tallone d'Achille, delle debolezze e delle fragilita', ti dicono 'ti vogliamo bene'''
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