sabato 29 dicembre 2012
NELLE MANI DELLE SETTE
di Piergiorgio Giacovazzo
Lo storico settimanale di approfondimento della testata; rappresenta la migliore tradizione Rai per reportage ed inchieste. È la trasmissione che vanta la più lunga durata dalla riforma della Rai. La sua forza, il suo prestigio ed il suo alto gradimento.
Sono passati 32 anni dall’abrogazione della legge sul plagio da parte della Corte Costituzionale. Puniva i plagiatori con la reclusione fino a 15 anni, ma lasciava troppa discrezionalità ai magistrati. Nel cancellarla i giudici della Consulta chiesero contestualmente al legislatore una nuova legge che contenesse una definizione oggettiva del reato. Quella legge ancora non c’è e il vuoto normativo ha lasciato spazio in Italia al dilagare delle sette, un fenomeno meno marginale di quanto comunemente si pensi che coinvolge adulti di ogni livello sociale, e purtroppo anche minori.
http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/RUBRICHE/PublishingBlock-8f49a286-7527-4264-9979-72b4aca618d8.html
Frasi eclatanti di Moccia :
"i riti woodoo rispetto a queste cerimonie..,sono roba pediatrica"
" Daniela ha un figlio a cui ha cancellato il padre"
domenica 16 dicembre 2012
Psico-setta Arkeon, 46 assoluzioni Il giudice: «Non ci fu calunnia»
Erano accusate di aver detto il falso ai danni di una psicologa e di altre 2 persone in una trasmissione tv
BARI - Il gup del tribunale di Bari Giulia Romanazzi ha prosciolto e assolto «perché il fatto non costituisce reato» tutte e 46 le persone imputate di calunnia ai danni di una psicologa e di altre due persone accusate di aver detto il falso sulla presunta psico-setta Arkeon di Bari, nel corso di una trasmissione televisiva di Canale 5 del 2006. Le decisioni sono state prese contestualmente dal giudice al termine dell'udienza preliminare e del processo con rito abbreviato.
Il pm inquirente, Francesco Bretone, aveva chiesto la condanna e il rinvio a giudizio degli imputati, ritenuti iscritti ad Arkeon. Il 16 luglio scorso il tribunale di Bari, per il reato di associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo della professione medica, ha condannato - a pene comprese tra un anno e sei mesi di reclusione e due anni e 8 mesi - otto degli 11 imputati nel processo sulla cosiddetta psico-setta. Tre persone furono assolte. Il presunto ideatore del metodo Arkeon, Vito Carlo Moccia, 60enne di Noicattaro (Bari), fu riconosciuto unico promotore della presunta associazione per delinquere e per questo condannato a due anni e 8 mesi di reclusione.
Redazione online13 dicembre 2012
Processo alla psico-setta 'Arkeon', condannate otto persone
La condanna più alta, a due anni e 8 mesi di reclusione, per l'ideatore e 'capo carismatico' della setta, Vito Carlo Moccia, 60enne di Noicattaro. Tre le assoluzioni
di Redazione Baritoday - 16 luglio 2012
Il Tribunale di Bari, per il reato di associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo della professione medica, ha condannato - a pene comprese tra un anno e sei mesi di reclusione e due anni e 8 mesi - otto degli 11 imputatinel processo sulla cosiddetta psico-setta Arkeon. Tre le assoluzioni.
Il presunto ideatore del metodo Arkeon, Vito Carlo Moccia, 60enne di Noicattaro (Bari), è stato riconosciuto dai giudici come unico promotore della presunta associazione per delinquere e per questo condannato a due anni e 8 mesi di reclusione. Condanna a due anni (pena sospesa) per i cosiddetti "maestri della setta", Francesco Antonio Morello, Gabriella Fabbri e Francesco Ferrara. Condanna a un anno e 8 mesi (pena sospesa) per Quirino Salerno e Piero Mazza. Un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per Massimo Vavalle e Francesco Locatelli. Assolti Antonio Turi, Isa Calabrese e Grazia Bozzo.
Riconosciuto il risarcimento all'Ordine degli Psicologi di Bari, costituitosi parte civile: il risarcimento è da quantificare in un processo civile. Gli imputati sono stati tutti assolti dai reati di truffa, violenza privata, maltrattamenti, procurato stato di incapacità e calunnia in alcuni casi per prescrizione, in altri "perché il fatto non sussiste" o "il fatto non costituisce reato". I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2008 ma fino al 2004 sono ormai prescritti. Chi soffriva di tumori, Aids o infertilità si rivolgeva alla psico-setta sperando in una guarigione: 10.000 i casi denunciati. Dalle indagini emerge che Moccia induceva le vittime a credere per esempio di aver subito abusi sessuali in tenera età, facendo sborsare fino a 100.000 euro per le terapie.
giovedì 4 ottobre 2012
il Saper Insegnare e la Fine dei Maestri
Quelli veri «Quelli veri non fanno coccole, offrono aiuto sotto forma di azione e pensieri. Indicano una via e la illuminano» Quelli falsi «L' enorme domanda ha portato un' offerta vasta e insidiosa. La parodia del carisma può ingannare chi cerca e ha fretta di trovare»
Secondo la tradizione induista, richiamata da Carlo Maria Martini in un suo libro, esistono quattro età della vita: nella prima si impara, nella seconda si insegna, nella terza si riflette, nella quarta si mendica, preparandosi all' uscita di scena. In Italia abbiamo allungato la prima età, ignorato la terza e complicato la quarta. In quanto alla seconda, viene dimenticata. I maestri hanno preso congedo illimitato. Non parliamo di scuole, ovviamente. Lì i maestri e gli insegnanti ci sono (bravi e meno bravi, motivati e demotivati). Parliamo della trasmissione della saggezza; del piacere di aiutare chi viene dopo. Non si tratta soltanto di trasferire un' esperienza, ma di suggerire una prospettiva. Ogni volta che scompare un personaggio capace di questo sforzo la sensazione è forte e diffusa: se ne va un altro che aveva qualcosa da dirci. Il cardinal Martini, non c' è dubbio, apparteneva a questa categoria. Altri trapassi, negli ultimi anni, hanno lasciato un vuoto. Vuoti diversi, per segno e profondità. Vuoti familiari e privati, spesso. Ma anche vuoti pubblici, avvertiti anche in un tempo superficiale come il nostro. Da Giovanni Paolo II a Steve Jobs, da Indro Montanelli a Enzo Biagi, da Lucio Dalla a Giorgio Gaber, da Giovanni Raboni a Fernanda Pivano, da Oriana Fallaci a Tiziano Terzani. Vuoti sacri e vuoti profani. Vuoti lasciati da persone imperfette, spesso. Accomunate però da una qualità misteriosa: la capacità di toccare il cuore, soprattutto nei più giovani. Non esempi, non necessariamente. Maestri. Non è un titolo che spetta a molti, anche perché pochi sembrano interessati a conseguirlo. Esiste uno speciale egoismo contemporaneo che ha preso forme accattivanti e guadagnato smalto. Qualcuno lo chiama individualismo; altri, realismo. Molti teorizzano la necessità di viziarsi, di salvaguardarsi, di pensare a sé. «Fatevi le coccole» è una delle più fastidiose espressioni pubblicitarie degli ultimi anni: le coccole si fanno ai bambini e a chi si ama, non a se stessi. Esiste l' onanismo del cuore, anche se non ne parla nessuno. I maestri di cui abbiamo bisogno non fanno coccole: offrono aiuto sotto forma di azione e pensieri. Indicano una via e la illuminano: può essere una scala verso il cielo, se uno crede all' aldilà o ai Led Zeppelin; o soltanto un passaggio sicuro nel bosco delle decisioni difficili. I maestri non chiedono niente in cambio: la loro ricompensa è nella possibilità di dare, e nel sentirsi utili. Ci sono rischi, ovviamente. L' enorme domanda di maestri ha portato a un' offerta vasta, varia e insidiosa. La parodia del carisma può ingannare chi cerca e ha fretta di trovare. Psicologi e i filosofi trasformati in santoni; spericolati improvvisatori new-age; sacerdoti che posano da guru; gruppi e sette che dispensano dal pensare e, nel calore del gruppo, addormentano le coscienze. Anche la penuria di leader politici ha pesato (abbiamo i partiti privatizzati, ma è un' altra cosa). Non si chiede al capo di un partito di diventare un guru; ma di offrire ispirazione e speranza, questo sì. Trovare i propri maestri è un' operazione delicata. È bene procedere con cautela, senza informare neppure gli interessati. Notate il plurale: anche in questo campo, è bene infatti diversificare gli investimenti per ridurre il rischio. Rischio di delusioni, rischio di tradimenti, rischio di plagio. Al di fuori delle questioni di fede, è bene scegliere con un po' di ironia. I buoni maestri non si prendono troppo sul serio; non si capisce perché dovremmo farlo noi. Scegliamo con cura i nostri maestri, quindi. Sostituiamoli se ci deludono, non adoriamoli mai e giudichiamoli sempre. Ma troviamone: saranno, come Carlo Maria Martini, termini di paragone e punti di riferimento nel momento delle scelte. L' alternativa è seguire tutti i venti, ma non è un buon modo di navigare la vita.
Severgnini Beppe
Pagina 11
(2 settembre 2012) - Corriere della Sera
(2 settembre 2012) - Corriere della Sera
martedì 25 settembre 2012
Psico-Setta ARKEON: condannati i “guru” per associazione a delinquere
Il Tribunale condanna i “guru” di Arkeon
Psico-Setta ARKEON – Per quasi 10 anni avrebbero raggirato migliaia di persone convincendole a partecipare a costosi corsi con la falsa promessa di riuscire a guarire damalattie quali tumori, Aids, depressioni e infertilità.
Si è concluso quindi con alcune condanne il primo processo controVito Carlo Moccia (fondatore) e gli altri “guru” per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica: due anni e otto mesi per Moccia, due anni (pena sospesa) per i cosiddetti “maestri della setta”, Francesco Antonio Morello, Gabriella Fabbri e Francesco Ferrara, un anno e 8 mesi (pena sospesa) per Quirino Salerno e Piero Mazza, un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per Massimo Vavalle e Francesco Locatelli. Assolti Antonio Turi, Isa Calabrese e Grazia Bozzo.
I giudici hanno anche riconosciuto il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro.
La psicologa Lorita Tinelli del Cesap, artefice dell’indagine che ha portato alla sbarra i vertici di ‘Arkeon’, si è detta soddisfatta per l’ottenimento di queste condanne ed il suo pensiero va al suo collega Carlo Fornisi che “ha sempre combattuto al mio fianco e che nel febbraio del 2011 si è suicidato perché non ce la faceva più a sostenere le spese degli avvocati per difendersi dagli attacchi legali di Arkeon e perché non ha retto alle continue denigrazioni. Oggi sarebbe felice anche lui di questa sentenza. Ora però non bisogna abbassare la guardia perché sappiamo che ci sono ‘maestri’ di Arkeon che continuano la loro attività. Perciò se c’è qualcuno in grado di testimoniare abusi subiti di recente o di fornire notizie utili prima che i reati cadano in prescrizione, lo faccia al più presto”.
Soddisfatto anche il presidente dell’Associazione “Giù le mani dai bambini” Aldo Verdecchia: «Avevo segnalato ufficialmente alle autorità l’attività di questa setta tra le province di Fermo e Ascoli, già più di dieci anni fa. Purtroppo non sono stato preso in considerazione subito e ora, dopo la sentenza di Bari, si capisce quanto fosse pericolosa. Ha rovinato un sacco di persone a Fermo, San Benedetto e nelle zone limitrofe, ma se si fosse agito prima forse i danni si sarebbero potuti limitare. Nel 2000, mi sono infiltrato personalmente nella setta e durante una riunione svoltasi nel Fermano ho potuto vedere con i miei occhi come manipolavano le vittime”.
Sono mancate le condanne per i reati più gravi ed infamanti ma SOLO per la sopraggiunta prescrizione. Chiarisce appunto la sentenza uno degli avvocati di parte civile, avvocato Marco Marzari:
Il giorno 16 luglio 2012 il Tribunale di Bari ha pronunciato una articolata sentenza in esito al processo contro Vito Carlo Moccia ed i suoi adepti e maestri, con lui associati a delinquere, imputati – appunto – del reato associativo (di cui Vito Carlo Moccia è stato riconosciuto promotore e fondatore) e di un’altra serie di reati satellite, consumati in occasione dei
vari seminari tenuti da “The sacred path”.
vari seminari tenuti da “The sacred path”.
A dispetto di dichiarazioni fuorvianti rilasciate nell’immediato dagli imputati, direttamente o tramite i propri difensori, và chiarito che il Tribunale ha assolto gli imputati solo con riferimento al reato di calunnia in danno di Lorita Tinelli e di G. M., mancando la prova della volontà di calunniare. Per tutti gli altri reati contestati, si è invece raggiunta la prova della loro sussistenza! Ed infatti, ferma restando la condanna per il reato di associazione a delinquere e per quello di esercizio abusivo della professione di psicologo, i reati di violenza privata (originariamente contestata come violenza sessuale di gruppo e poi derubricata) e di maltrattamenti sono stati ritenuti consumati, ma dichiarati prescritti (ovverosia è passato troppo tempo perché la pretesa punitiva dello Stato possa continuare ad essere coltivata).
Lo stesso dicasi per le molte truffe perpetrate dagli imputati, che sono state ritenute truffe semplici (senza aggravanti) e quindi perseguibili solo a querela, che nella fattispecie mancava.
Ma ciò che è chiaro, e che gli imputati fingono di ignorare, è che il presupposto per dichiarare l’improcedibilità per prescrizione o per mancanza di querela è l’accertamento della responsabilità, come infatti troveremo spiegato nelle motivazioni della sentenza.
Nessuna assoluzione, quindi, per Moccia ed i suoi associati (salvo che per la calunnia), ma conferma che tutti i gravi fatti denunciati erano veri e comprovati!
Avv. Marco Marzari
Legale delle parti civili del Processo
Consulente del CeSAP
Consulente del CeSAP
mercoledì 19 settembre 2012
Associazione a delinquere, condannati i 'guru' della psicosetta
Raggirate centinaia di persone anche nelle zone di Ascoli e San Benedetto, convinte a partecipare a costosissimi seminari con la falsa promessa di guarire da gravi malattie
Fermo, 17 luglio 2012 - Dal 1999 al 2008 avrebbero raggirato migliaia di persone nel Fermano, nelSambenedettese, nell’Ascolano e in tutta Italia, convincendole a partecipare a costosissimi seminari con la falsa promessa di riuscire a guarire da malattie anche molto gravi, quali depressioni, tumori, Aids, infertilità.
Per questo motivo otto ‘maestri’ della psicosetta Arkeon, tra cui anche il capo, Vito Carlo Moccia, sono stati condannati ieri dal Tribunale di Bari per i reati di associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione medica. Le condanne vanno da un anno e otto mesi in su, per sette dei ‘maestri’, fino ad arrivare a due anni e otto mesi per Moccia, il leader della setta. Assolti invece la moglie del capo carismatico, Isa Calabrese,Antonio Turi e Grazia Bozzo.
I giudici hanno anche riconosciuto il danno recato all’ordine degli psicologi, che hanno chiesto un risarcimento di un milione di euro. Soddisfatta all’uscita dall’aula la psicologa Lorita Tinelli del Cesap, Centro studi abusi psicologici, che, insieme ad altri due fuoriusciti della setta, è stata l’artefice dell’indagine che ha portato alla sbarra i vertici di ‘Arkeon’.
"Il mio primo pensiero va al collega Carlo Fornisi che ha sempre combattuto al mio fianco e che nel febbraio del 2011 si è suicidato perché non ce la faceva più a sostenere le spese degli avvocati per difendersi dagli attacchi legali di Arkeon e perché non ha retto alle continue denigrazioni — dice —. Oggi sarebbe felice anche lui di questa sentenza. Ora però non bisogna abbassare la guardia perché sappiamo che ci sono ‘maestri’ di Arkeon che continuano la loro attività. Perciò se c’è qualcuno in grado di testimoniare abusi subiti di recente o di fornire notizie utili prima che i reati cadano in prescrizione, lo faccia al più presto".
Soddisfazione anche da parte di Aldo Verdecchia, presidente dell’associazione ‘Giù le mani dai bambini’: «Avevo segnalato ufficialmente alle autorità l’attività di questa setta tra le province di Fermo e Ascoli, già più di dieci anni fa. Purtroppo non sono stato preso in considerazione subito e ora, dopo la sentenza di Bari, si capisce quanto fosse pericolosa. Ha rovinato un sacco di persone a Fermo, San Benedetto e nelle zone limitrofe, ma se si fosse agito prima forse i danni si sarebbero potuti limitare. Nel 2000, mi sono infiltrato personalmente nella setta e durante una riunione svoltasi nel Fermano ho potuto vedere con i miei occhi come manipolavano le vittime".
Fabio Castori
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lunedì 17 settembre 2012
Il significato della sentenza su "Arkeon"
NESSUNA ASSOLUZIONE!
martedì 3 luglio 2012
Al termine il processo ‘Arkeon’: lunedì la sentenza?
I giudici della Seconda Sezione Penale decidono sulla presunta psicosetta di Carlo Moccia
Alle battute conclusive, ormai, il dibattimento in corso davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari alla presunta psicosetta denominata ‘Arkeon’. Nel corso delle ultime udienze sono sfilati gli ultimi testimoni a discarico citati dagli avvocati difensori di Carlo Moccia e degli altri imputati, poi nell’aula sono risuonate la requisitoria del pubblico ministero Bretone (che ha chiesto la condanna dell’imputato principale Moccia a tre anni) e le arringhe difensive. Tra le testimonianze che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collegio, il mese scorso, quella resa dal dottor Antonino Caruso, medico chirurgo palermitano anche lui per diec’anni membro dell’associazione guidata da Moccia e da alcuni suoi stretti collaboratori. Il medico siciliano ha confermato d’aver partecipato ai corsi di tutti i livelli, con la propria famiglia, a partire dal ’97 e fino al 2007, allo scopo di approfondire il metodo ‘Reiki’ applicato da Arkeon. Lo scopo, come ha dichiarato sotto giuramento ai giudici, era quello di capire se era vero che c’erano casi di auto-guarigione dalle malattie, per spiegare infine che nel corso delle riunioni c’era una grande forza di rilassamento tra i partecipanti e che, in ogni caso, non si parlava mai nei termini convenzionali di guarigione. Il medico ha partecipato alle riunioni ‘Arkeon’ per libera scelta, come del resto i suoi famigliari, senza aver mai subito costrizioni di sorta, anzi, ha visto donne che rifiutavano di partecipare, per esempio quando si trattava di chiedere elemosine in pubblico. Ma il teste ha anche spiegato di non aver mai assistito a maltrattamenti di alcun genere, precisando che i costi in capo agli associati partivano da un minimo di 100 mila lire (trasformati poi in 100 euro) fino al doppio a seduta, a seconda dei livelli. Ma in aula nel tribunale di Bari ha deposto anche la psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’essa interessata in passato al caso Arkeon. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi, era proprio quello di evitare “condizionamenti” basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati. In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non ha mai presentato le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti – ha precisato l’esperta in aula durante una delle ultime udienze – ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata, anzi inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, invece, Arkeon sarebbe una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere addirittura 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Dopo l’indagine serrata della procura di Bari, infatti, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Sul banco degli imputati c'e’ Vito Carlo Moccia, che diceva di essere psicologo, ma non ne aveva i titoli, anche se nessuno dei testi sfilati a Bari l’ha mai sentito millantare questi titoli. Il processo, come detto all’inizio, è giunto alla conclusione: lunedì o comunque entro la prossima settimana potrebbe già arrivare la sentenza.
Francesco De Martino
(16 Giu 2012)
http://www.quotidianodibari.it/articoli/cronaca/al-termine-il-processo-arkeon-lunedi-la-sentenza/
Alle battute conclusive, ormai, il dibattimento in corso davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari alla presunta psicosetta denominata ‘Arkeon’. Nel corso delle ultime udienze sono sfilati gli ultimi testimoni a discarico citati dagli avvocati difensori di Carlo Moccia e degli altri imputati, poi nell’aula sono risuonate la requisitoria del pubblico ministero Bretone (che ha chiesto la condanna dell’imputato principale Moccia a tre anni) e le arringhe difensive. Tra le testimonianze che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collegio, il mese scorso, quella resa dal dottor Antonino Caruso, medico chirurgo palermitano anche lui per diec’anni membro dell’associazione guidata da Moccia e da alcuni suoi stretti collaboratori. Il medico siciliano ha confermato d’aver partecipato ai corsi di tutti i livelli, con la propria famiglia, a partire dal ’97 e fino al 2007, allo scopo di approfondire il metodo ‘Reiki’ applicato da Arkeon. Lo scopo, come ha dichiarato sotto giuramento ai giudici, era quello di capire se era vero che c’erano casi di auto-guarigione dalle malattie, per spiegare infine che nel corso delle riunioni c’era una grande forza di rilassamento tra i partecipanti e che, in ogni caso, non si parlava mai nei termini convenzionali di guarigione. Il medico ha partecipato alle riunioni ‘Arkeon’ per libera scelta, come del resto i suoi famigliari, senza aver mai subito costrizioni di sorta, anzi, ha visto donne che rifiutavano di partecipare, per esempio quando si trattava di chiedere elemosine in pubblico. Ma il teste ha anche spiegato di non aver mai assistito a maltrattamenti di alcun genere, precisando che i costi in capo agli associati partivano da un minimo di 100 mila lire (trasformati poi in 100 euro) fino al doppio a seduta, a seconda dei livelli. Ma in aula nel tribunale di Bari ha deposto anche la psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’essa interessata in passato al caso Arkeon. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi, era proprio quello di evitare “condizionamenti” basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati. In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non ha mai presentato le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti – ha precisato l’esperta in aula durante una delle ultime udienze – ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata, anzi inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, invece, Arkeon sarebbe una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere addirittura 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Dopo l’indagine serrata della procura di Bari, infatti, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Sul banco degli imputati c'e’ Vito Carlo Moccia, che diceva di essere psicologo, ma non ne aveva i titoli, anche se nessuno dei testi sfilati a Bari l’ha mai sentito millantare questi titoli. Il processo, come detto all’inizio, è giunto alla conclusione: lunedì o comunque entro la prossima settimana potrebbe già arrivare la sentenza.
Francesco De Martino
(16 Giu 2012)
http://www.quotidianodibari.it/articoli/cronaca/al-termine-il-processo-arkeon-lunedi-la-sentenza/
Violentava pazienti per "curarle" 4 anni e mezzo a pseudo-maestro
Antonio Morello avrebbe stuprato due donne, convincendole a sottoporsi a una terapia per superare traumi infantili inesistenti
Milano, 25 maggio 2012 - Pena ridotta di un anno e mezzo per Antonio Morello, pseudo-curatore accusato di aver violentato due donne convincendole che fosse una terapia necessaria. La decisione è dei giudici della prima Corte d'Appello. Il 70enne tra il 1999 e il 2002 avrebbe violentato due donne, inducendole a credere che l'unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da piccole fosse quello di sottoporsi a una terapia individuale con lui in veste di "maestro" della psico-setta "The sacred path". La corte presieduta dal giudice Malacarne ha confermato la condanna per violenza sessuale, ma ha ridotto da 6 anni a 4 anni e mezzo la pena inflitta il 24 maggio 2011 all'imputato, concedendogli le attenuanti generiche.
Secondo l'avvocato Patrizia De Natale le due presunte vittime, in buonafede, potevano essersi suggestionate dopo aver avuto con il suo assistito rapporti sessuali consenzienti e aveva chiesto quindi l'assoluzione di Morello. All'esito del processo di primo grado il collegio della quinta sezione penale presieduto dal giudice Annamaria Gatto aveva disposto 5mila euro di risarcimento per l'unica donna che si era costituita parte civile, assistita dall'avvocato Marco Marzari. L'altra donna, che si non era costituita parte civile, fu sentita come testimone aveva parlato di "quattro anni di angoscia" prima di rendersi conto dell'accaduto, ma di non aver mai voluto denunciare per dimenticare.
Morello è coinvolto in un altro processo in corso a Bari, dove con altre persone è accusato di aver organizzato in tutta Italia numerosi seminari a pagamento, facendo credere ai partecipanti affetti da cancro o Aids di poter risolvere i loro problemi con il metodo Arkeon ideato da Vito Moccia. La sentenza di primo grado per il procedimento pugliese, di cui quello appena conclusosi a Milano in secondo grado non è che uno stralcio, è attesa per il 18 giugno.
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/05/25/718618-violentava_pazienti_curarle.shtml
Conferma condanna Maestro di Arkeon in secondo grado
Venerdì 25 Maggio 2012 15:02
Stamattina 25 maggio 2012 si è celebrata l'udienza di Appello presso la Corte d'Appello di
Milano. La Corte ha confermato la sentenza di primo grado, ovvero la responsabilità del
maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello circa gli episodi di violenza sessuale e il
risarcimento alla parte civile costituita, difesa dall'Avvocato Marco Marzari. La Corte ha solo
stabilito una diminuizione della pena inflitta, da 6 a 4 anni e mezzo, in virtù della concessione di
attenuanti generiche.
Milano, 25 maggio 2012 - Pena ridotta di un anno e mezzo per Antonio Morello, pseudo-curatore accusato di aver violentato due donne convincendole che fosse una terapia necessaria. La decisione è dei giudici della prima Corte d'Appello. Il 70enne tra il 1999 e il 2002 avrebbe violentato due donne, inducendole a credere che l'unico modo per superare i disturbi derivati da inesistenti molestie sessuali subite da piccole fosse quello di sottoporsi a una terapia individuale con lui in veste di "maestro" della psico-setta "The sacred path". La corte presieduta dal giudice Malacarne ha confermato la condanna per violenza sessuale, ma ha ridotto da 6 anni a 4 anni e mezzo la pena inflitta il 24 maggio 2011 all'imputato, concedendogli le attenuanti generiche.
Secondo l'avvocato Patrizia De Natale le due presunte vittime, in buonafede, potevano essersi suggestionate dopo aver avuto con il suo assistito rapporti sessuali consenzienti e aveva chiesto quindi l'assoluzione di Morello. All'esito del processo di primo grado il collegio della quinta sezione penale presieduto dal giudice Annamaria Gatto aveva disposto 5mila euro di risarcimento per l'unica donna che si era costituita parte civile, assistita dall'avvocato Marco Marzari. L'altra donna, che si non era costituita parte civile, fu sentita come testimone aveva parlato di "quattro anni di angoscia" prima di rendersi conto dell'accaduto, ma di non aver mai voluto denunciare per dimenticare.
Morello è coinvolto in un altro processo in corso a Bari, dove con altre persone è accusato di aver organizzato in tutta Italia numerosi seminari a pagamento, facendo credere ai partecipanti affetti da cancro o Aids di poter risolvere i loro problemi con il metodo Arkeon ideato da Vito Moccia. La sentenza di primo grado per il procedimento pugliese, di cui quello appena conclusosi a Milano in secondo grado non è che uno stralcio, è attesa per il 18 giugno.
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/05/25/718618-violentava_pazienti_curarle.shtml
Conferma condanna Maestro di Arkeon in secondo grado
Venerdì 25 Maggio 2012 15:02
Stamattina 25 maggio 2012 si è celebrata l'udienza di Appello presso la Corte d'Appello di
Milano. La Corte ha confermato la sentenza di primo grado, ovvero la responsabilità del
maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello circa gli episodi di violenza sessuale e il
risarcimento alla parte civile costituita, difesa dall'Avvocato Marco Marzari. La Corte ha solo
stabilito una diminuizione della pena inflitta, da 6 a 4 anni e mezzo, in virtù della concessione di
attenuanti generiche.
giovedì 3 maggio 2012
"Metodo Arkeon" in aula: chiesti 3 anni per il capo della psico-setta
Contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata
di Rosanna Volpe
Bari - Cinque anni fa il caso aveva fatto discutere. A tremare una delle sette più forti dello stivale che anche a Bari aveva trovato terreno fertile. Oggi il processo e le richieste di condanna. Undici, in tutto, comprese tra i tre anni e un anno e sei mesi di reclusione chieste dalla pubblica accusa. L'operazione - condotta allora dalla Digos di Bari - prese il nome di "metodo Arkeon" per evidenziare le modalità della 'psico-setta che dal 1999 al 2008 sarebbe riuscita a raccogliere 10mila adepti in tutta Italia. Non solo: avrebbe truffato molte persone, obbligandole a partecipare a seminari costosi (si parla di un minimo di 260 euro a 15mila man mano che si passava di livello) dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, Aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100mila euro. Nell'indagine vengono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata. Anche alcuni minori sarebbero stati tra le vittime. È il caso di un quattordicenne sottoposto a maltrattamenti consistiti nella manipolazione della mente. Il ragazzino partecipò all'età di 10-11 anni a cinque seminari conseguendo il primo livello, poi partecipò ad un seminario tenuto da Moccia (il capo spirituale della sette) in un albergo vicino Bologna, dove fu coinvolto in una introspezione psicologica che aveva portato la madre ad ammettere pubblicamente di aver giocato con i genitali del figlio per farlo addormentare. Si parla anche di violenze sessuali. Secondo il pm inquirente, Francesco Bretone, a capo dell'associazione criminale c'era appunto Vito Carlo Moccia, di 60 anni, di Noicattaro (Bari), residente a Milano, che diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli. Per Moccia il pm, Francesco Bretone, ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione.
di Rosanna Volpe
Bari - Cinque anni fa il caso aveva fatto discutere. A tremare una delle sette più forti dello stivale che anche a Bari aveva trovato terreno fertile. Oggi il processo e le richieste di condanna. Undici, in tutto, comprese tra i tre anni e un anno e sei mesi di reclusione chieste dalla pubblica accusa. L'operazione - condotta allora dalla Digos di Bari - prese il nome di "metodo Arkeon" per evidenziare le modalità della 'psico-setta che dal 1999 al 2008 sarebbe riuscita a raccogliere 10mila adepti in tutta Italia. Non solo: avrebbe truffato molte persone, obbligandole a partecipare a seminari costosi (si parla di un minimo di 260 euro a 15mila man mano che si passava di livello) dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, Aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100mila euro. Nell'indagine vengono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata. Anche alcuni minori sarebbero stati tra le vittime. È il caso di un quattordicenne sottoposto a maltrattamenti consistiti nella manipolazione della mente. Il ragazzino partecipò all'età di 10-11 anni a cinque seminari conseguendo il primo livello, poi partecipò ad un seminario tenuto da Moccia (il capo spirituale della sette) in un albergo vicino Bologna, dove fu coinvolto in una introspezione psicologica che aveva portato la madre ad ammettere pubblicamente di aver giocato con i genitali del figlio per farlo addormentare. Si parla anche di violenze sessuali. Secondo il pm inquirente, Francesco Bretone, a capo dell'associazione criminale c'era appunto Vito Carlo Moccia, di 60 anni, di Noicattaro (Bari), residente a Milano, che diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli. Per Moccia il pm, Francesco Bretone, ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione.
lunedì 23 aprile 2012
Bari, psico-setta Arkeon: chieste 11 condanne
Truffavano gli adepti promettendo guarigioni miracolose.
Dopo la condanna del tribunale di Milano a uno dei maestri della psico-setta che truffava seguendo il metodo Arkeon, sono arrivate il 23 aprile altre 11 richieste a pene comprese tra i tre anni e i sei mesi da parte della pubblica accusa, al termine del processo in corso presso il tribunale di Bari.
La psico-setta, utilizzando delle tecniche ispirate alle filosofie orientali del Reiki, sarebbe riuscita a raccogliere 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone in dieci anni.
Le persone venivano coinvolte con promesse di guarigione da tumori, Aids o infertilità, oppure da malattie spirituali, con la promessa della serenità.
LE ACCUSE, DA TRUFFA A VIOLENZA PRIVATA. Già un anno fa Antonio Morello, uno dei leader della setta, era stato condannato a sei anni di reclusione, ora agli altri adepti sono state contestate le accuse di associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, truffa, incapacità procurata da violenza e maltrattamenti su minori: tutti reati che sarebbero stati compiuti tra il 1999 e il 2008.
Il mondo della psico-setta di Arkeon era in effetti molto costoso: per partecipare ai seminari, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, fino ai 15.000 euro.
ALCUNI ADEPTI HANNO PAGATO 100 MILA EURO. Tra le testimonianze però, anche quelle di casi limite: una coppia del Nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato.
Secondo il pm inquirente, Francesco Bretone, a capo dell'associazione criminale c'era Vito Carlo Moccia, di 60 anni, di Noicattaro, in provincia di Bari, ma residente a Milano, il quale diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli. Per Moccia il pm, Francesco Bretone, ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione.
Lunedì, 23 Aprile 2012
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Dopo la condanna del tribunale di Milano a uno dei maestri della psico-setta che truffava seguendo il metodo Arkeon, sono arrivate il 23 aprile altre 11 richieste a pene comprese tra i tre anni e i sei mesi da parte della pubblica accusa, al termine del processo in corso presso il tribunale di Bari.
La psico-setta, utilizzando delle tecniche ispirate alle filosofie orientali del Reiki, sarebbe riuscita a raccogliere 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone in dieci anni.
Le persone venivano coinvolte con promesse di guarigione da tumori, Aids o infertilità, oppure da malattie spirituali, con la promessa della serenità.
LE ACCUSE, DA TRUFFA A VIOLENZA PRIVATA. Già un anno fa Antonio Morello, uno dei leader della setta, era stato condannato a sei anni di reclusione, ora agli altri adepti sono state contestate le accuse di associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, truffa, incapacità procurata da violenza e maltrattamenti su minori: tutti reati che sarebbero stati compiuti tra il 1999 e il 2008.
Il mondo della psico-setta di Arkeon era in effetti molto costoso: per partecipare ai seminari, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, fino ai 15.000 euro.
ALCUNI ADEPTI HANNO PAGATO 100 MILA EURO. Tra le testimonianze però, anche quelle di casi limite: una coppia del Nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato.
Secondo il pm inquirente, Francesco Bretone, a capo dell'associazione criminale c'era Vito Carlo Moccia, di 60 anni, di Noicattaro, in provincia di Bari, ma residente a Milano, il quale diceva di essere psicologo ma non ne aveva i titoli. Per Moccia il pm, Francesco Bretone, ha chiesto la condanna a tre anni di reclusione.
Lunedì, 23 Aprile 2012
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lunedì 20 febbraio 2012
Processo ‘Arkeon’, continua la sfilata dei testimoni
Lunedì scorso l’udienza davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale
Continua il dibattimento in corso davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari alla presunta psicosetta denominata ‘Arkeon’. Nel corso della lunga udienza celebrata l’alto giorno, durata fino alla prime ore del pomeriggio anche a causa d’una imprevista sospensione delle udienze verso mezzogiorno, sono sfilati altri testimoni a discarico citati dagli avvocati difensori di Carlo Moccia e degli altri imputati. Tutti in sostanza hanno confermato d’aver partecipato a quelli che loro ritenevano solo corsi terapeutici di vario livello, senza alcun pericolo per chi vi partecipava. Anzi, alcuni testi hanno confermato che alle riunioni ‘Arkeon’ tenute verso la fine degli Anni Novanta tra le sedi di Bari e Roma, erano presenti talvolta anche bambini, accompagnati dai propri genitori. Tra le testimonianze che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collegio, quella resa dal dottor Antonino Caruso, medico chirurgo palermitano anche lui per diec’anni membro dell’associazione guidata da Moccia e da alcuni suoi stretti collaboratori. Il medico siciliano ha confermato d’aver partecipato ai corsi di tutti i livelli, con la propria famiglia, a partire dal ’97 e fino al 2007, allo scopo di approfondire il metodo ‘Reiki’ applicato da Arkeon. Lo scopo, come ha dichiarato sotto giuramento ai giudici, era quello di capire se era vero che c’erano casi di auto-guarigione dalle malattie, per spiegare infine che nel corso delle riunioni c’era una grande forza di rilassamento tra i partecipanti e che, in ogni caso, non si parlava mai nei termini convenzionali di guarigione. Il medico ha partecipato alle riunioni ‘Arkeon’ per libera scelta, come del resto i suoi famigliari, senza aver mai subito costrizioni di sorta, anzi, ha visto donne che rifiutavano di partecipare, per esempio quando si trattava di chiedere elemosine in pubblico. Ma il teste ha anche spiegato di non aver mai assistito a maltrattamenti di alcun genere, precisando che i costi in capo agli associati partivano da un minimo di 100 mila lire (trasformati poi in 100 euro) fino al doppio a seduta, a seconda dei livelli. L’anno scorso in aula ha deposto anche la psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’essa interessata in passato al caso Arkeon. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi, era proprio quello di evitare “condizionamenti” basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati. In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non ha mai presentato le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti – ha precisato l’esperta in aula durante una delle ultime udienze – ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata, anzi inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, invece, Arkeon sarebbe una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere addirittura 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Dopo l’indagine serrata della procura di Bari, infatti, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Sul banco degli imputati c'e’ Vito Carlo Moccia, che diceva di essere psicologo, ma non ne aveva i titoli, anche se nessuno dei testi sfilati l’altro giorno in aula a Bari l’ha mai sentito millantare. Il processo in corso a Bari s’avvia verso la conclusione dell’istruttoria: il 27 febbraio saranno ascoltati gli ultimi testimoni e altri tre consulenti ed entro la prossima primavere, dopo requisitoria del pubblico ministero e arringhe difensive, dovrebbe arrivare la sentenza.
Francesco De Martino
Domenica 19 Febbraio 2012 18:37
Continua il dibattimento in corso davanti al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Bari alla presunta psicosetta denominata ‘Arkeon’. Nel corso della lunga udienza celebrata l’alto giorno, durata fino alla prime ore del pomeriggio anche a causa d’una imprevista sospensione delle udienze verso mezzogiorno, sono sfilati altri testimoni a discarico citati dagli avvocati difensori di Carlo Moccia e degli altri imputati. Tutti in sostanza hanno confermato d’aver partecipato a quelli che loro ritenevano solo corsi terapeutici di vario livello, senza alcun pericolo per chi vi partecipava. Anzi, alcuni testi hanno confermato che alle riunioni ‘Arkeon’ tenute verso la fine degli Anni Novanta tra le sedi di Bari e Roma, erano presenti talvolta anche bambini, accompagnati dai propri genitori. Tra le testimonianze che hanno attirato maggiormente l’attenzione del collegio, quella resa dal dottor Antonino Caruso, medico chirurgo palermitano anche lui per diec’anni membro dell’associazione guidata da Moccia e da alcuni suoi stretti collaboratori. Il medico siciliano ha confermato d’aver partecipato ai corsi di tutti i livelli, con la propria famiglia, a partire dal ’97 e fino al 2007, allo scopo di approfondire il metodo ‘Reiki’ applicato da Arkeon. Lo scopo, come ha dichiarato sotto giuramento ai giudici, era quello di capire se era vero che c’erano casi di auto-guarigione dalle malattie, per spiegare infine che nel corso delle riunioni c’era una grande forza di rilassamento tra i partecipanti e che, in ogni caso, non si parlava mai nei termini convenzionali di guarigione. Il medico ha partecipato alle riunioni ‘Arkeon’ per libera scelta, come del resto i suoi famigliari, senza aver mai subito costrizioni di sorta, anzi, ha visto donne che rifiutavano di partecipare, per esempio quando si trattava di chiedere elemosine in pubblico. Ma il teste ha anche spiegato di non aver mai assistito a maltrattamenti di alcun genere, precisando che i costi in capo agli associati partivano da un minimo di 100 mila lire (trasformati poi in 100 euro) fino al doppio a seduta, a seconda dei livelli. L’anno scorso in aula ha deposto anche la psicologa Raffaella Di Marzio, una delle più importanti esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, anch’essa interessata in passato al caso Arkeon. E il primo passo da compiere, come ha ripetuto la Di Marzio dinanzi ai giudici baresi, era proprio quello di evitare “condizionamenti” basati sulle prese di posizione dei mass-media e di sedicenti esperti non adeguatamente qualificati. In base agli studi effettuati la psicologa ha spiegato che il gruppo Arkeon non ha mai presentato le caratteristiche della setta, pur sottolineando la necessità di ulteriori studi: “Sarebbe stato mio vivo desiderio proseguire con gli approfondimenti – ha precisato l’esperta in aula durante una delle ultime udienze – ma la mia attività scientifica è stata inspiegabilmente ostacolata, anzi inquisita per il solo fatto di aver voluto avviare uno studio, procedimento poi ovviamente archiviato”. Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Francesco Bretone, invece, Arkeon sarebbe una sorta di 'psico-setta' che, utilizzando tecniche vagamente ispirate alle filosofie orientali del Reiki, in dieci anni sarebbe riuscita a raccogliere addirittura 10 mila adepti in tutta Italia e a truffare molte persone, obbligandole a partecipare a costosi seminari dicendo loro che sarebbero guarite da tumori, aids o infertilità, oppure da problemi spirituali. Dopo l’indagine serrata della procura di Bari, infatti, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. Per partecipare ai seminari di Arkeon, il costo minimo si aggirava sui 260 euro e arrivava, a mano a mano che si passava di livello, a 15.000 euro. Ma una coppia del nord Italia che cercava di risolvere la propria crisi matrimoniale ha detto alla polizia di avere pagato 100.000 euro, così come una donna che credeva di aver subito violenza sessuale nel passato. Sul banco degli imputati c'e’ Vito Carlo Moccia, che diceva di essere psicologo, ma non ne aveva i titoli, anche se nessuno dei testi sfilati l’altro giorno in aula a Bari l’ha mai sentito millantare. Il processo in corso a Bari s’avvia verso la conclusione dell’istruttoria: il 27 febbraio saranno ascoltati gli ultimi testimoni e altri tre consulenti ed entro la prossima primavere, dopo requisitoria del pubblico ministero e arringhe difensive, dovrebbe arrivare la sentenza.
Francesco De Martino
Domenica 19 Febbraio 2012 18:37
giovedì 9 febbraio 2012
Psico-setta Arkeon: a che punto è il processo? A quando la verità?
La “Arkeon”, ribattezzata “psico-setta Arkeon”, contava migliaia di affiliati in tutta Italia ma, a seguito di numerose denunce, finisce nel mirino della giustizia e nelle indagini della Digos. Per 11 indagati l’accusa è di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti di minori e incapacità procurata da violenza. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 1999 e il 2008. A capo della Arkeon si trovava Vito Carlo Moccia che, rifacendosi vagamente ad altre tecniche del Reiki, ha disseminato l’Italia con la sua presenza ed i suoi seminari atti a fare adepti e (a quanto dicono le carte ed i testimoni) a spillargli soldi per trovare la “felice isola della vita”. “Soffrivano di tumori, aids, infertilità, oppure avevano problemi spirituali, affettivi, matrimoniali. Così, si rivolgevano ad “Arkeon”. Le prime volte, per partecipare ai seminari, pagavano intorno ai 260 euro. Man mano che si passava di livello, però, gli adepti arrivavano a pagare cifre sui 15 mila euro” (fonte Il Messaggero).
I testimoni di questo processo avevano sporto denuncia presso le questure di molte città italiane, ma non erano mai stati creduti. L’intervento di alcune associazioni che si battono per la tutela dei fuoriusciti dalle sette religiose (vedi ad esempio il CeSAP: Centro studi per gli Abusi Psicologici), e dopo l’intervento della stampa, qualcosa ha cominciato a muoversi.
E leggiamo: Gli adepti di Arkeon venivano, attraverso riti e cerimonie volte a condizionarne la mente, assoggettati alla volontà di individui che si facevano chiamare “mestri”; si parla di cerimonie in cui, tra musica ad altissimo volume, stridenti gong di tamburo ed urla strazianti, i partecipanti venivano portati a credere di essere stati violentati dai genitori o da un non ben precisato pedofilo durante l’infanzia. Uno degli imputati del processo di Bari, il maestro di Arkeon Francesco Antonio Morello, è stato condannato a Milano a 6 anni di reclusione e 5 mila euro di risarcimento, per aver abusato sessualmente di due sue allieve che frequentavano i suoi seminari. Facendo leva sulle loro debolezze e sul ruolo da lui rivestito, le ha indotte a pratiche sessuali che, secondo lui, sarebbero servite a far riemergere il ricordo di un presunto abuso sessuale vissuto nell’infanzia. A Bari Morello è imputato per i reati di associazione a delinquere finalizzati a truffa, abuso della professione, violenza privata. È inoltre indagato per calunnia, insieme ad altri 46 membri di Arkeon che hanno denunciato due fuorusciti della setta e la presidente del CeSAP, la psicologa Lorita Tinelli. A Febbraio dello scorso anno si è tolto la vita, con un colpo di pistola nel suo studio di Genova, il dottor Carlo Fornesi, il primo a denunciare, insieme ad una altra ex adepta ed alla psicologa Lorita Tinelli, il gruppo Arkeon.
Dopo la sua morte sale la pressione sugli altri testi che si apprestano a parlare ai giudici. La paura più grande è che il processo cada in prescrizione, secondo solo alla paura di subire violenze di ogni tipo da parte delle centinaia di membri cha ancora oggi continuano a minacciare di morte chiunque metta i bastoni tra gli ingranaggi della macchina trita-menti di Arkeon. (fonte: quotidianodibari).
La “trasgressione creativa” secondo un ex maestro di Arkeon. Questa “meraviglia” l’ho vista applicare solo a donne che non avevano intenzione di “piegarsi”. Se la moglie oppone troppa resistenza al “passaggio”, salta fuori la mitica “trasgressione creativa ”, agita o solo minacciata, che è una delle più brutte e cattive violenze psicologiche che si possano fare ad una persona: bisogna assistere al tradimento del proprio partner che rivolge le sue attenzioni a una del gruppo che “ha fatto il passaggio” o comunque è “più affidata” stando zitte e accogliendo quella “punizione” perché non si è fatto il passaggio. Allora, o diventi come vuole il maestro e di conseguenza come vuole il gruppo pilotato dal maestro, o vieni lasciata da tuo marito per un’altra donna più docile e “allineata”. E con quale soddisfazione ho sentito il maestro raccontare come queste donne abbandonate passavano le loro giornate a piangere o urlare la loro impotente rabbia al telefono, con lui che non perdeva occasione di girare il coltello nella piaga. Credo che qui si possa ben parlare di sadismo allo stato puro, che viene mascherato da strumento di evoluzione. Questa situazione porta molto spesso una persona a dover sottostare ad umiliazioni e a prostituirsi, in senso psicologico, per non perdere la persona amata e che spesso è rimasta l’unico riferimento affettivo che ha nella vita. (fonte: ilquotidianodibari)
All’udienza del 5 ottobre dello scorso anno, che ha visto sfilare un’ondata di testimoni, non si è presentato (pare per motivi di salute) Vito Carlo Moccia, fondatore di Arkeon, che è stato rinviato all’ascolto il 12 ottobre stesso: ad oggi compare solo il silenzio.
La lungaggine del nostro ordinamento giuridico stà facendo avvicinare troppo il momento della prescrizione quando invece questo processo, che ha un’importanza nazionale, deve concludersi con la verità su quanto accaduto alle persone dentro Arkeon.
Antonella Paparelli
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giovedì 12 gennaio 2012
Arkeon, un'attività finalizzata alla manipolazione delle coscienze.La psicoanalisi libera, loro isolavano
Un interessante servizio di Chi lo ha visto? ha riproposto con allarmante opportunità, il caso di Arkeon, la pseudo organizzazione psichiatrica che si prefiggeva, in teoria, la cura e la rinascita degli individui. Come é noto, Arkeon e il suo fondatore e guru, sono sotto processo penale. Di Arkeon ed in genere delle psico sette abbiamo parlato col professor Francesco Bruno, criminologo e psichiatra. Professor Bruno, quali sono i danni che determina Arkeon?: " io ho avuto pazienti che hanno cercato cura da me, dopo la infausta esperienza di Arkeon e molti di loro hanno vissuto fatti traumatizzanti e violenti. Questa autentica setta si prefiggeva la cura di patologie psichiatriche attraverso la tattica della manipolazione delle coscienze finalizzata a fini di lucro, ovviamente non per gli associati, ma per chi la dirigeva". Poi aggiunge: " certamente vi é l' esercizio abusivo della professione medica e arrivo a dire che i tarocchi e i maghi ...
... di strada sono molto meno dannosi di questi signori. I primi, indubbiamente ciarlatani, sono nella maggior parte dei casi, di scarso danno, costoro invece, traumatizzano le persone in modo talvolta irreversibile".
Possono essere definiti setta?: " hanno tutte le caratteristiche della setta. Mentre la psicoanalisi vera tende a liberare, Arkeon si prefiggeva in realtà di soggiogare le persone al dominio e alla volontà di una persona senza scrupoli".
Meraviglia il fatto che, secondo quanto accertato, abbia ottenuto parole di elogio da padre Cantalamessa: " non so come abbia fatto e non saprei dire se per innocenza o altro, ma bisogna approfondire, perché é una cosa inquietante e credo che in Italia come Arkeon ve ne siano altre di sette, per esempio a Bari".
Poi fa un paragone: " la preghiera in sé stessa é una cosa buona e nobile e va incoraggiata. Ma se questa diventa non un fatto comunicativo, ma si trasforma in isolamento morboso, in integralismo settario, causa dipendenza, cose che avvengono, spiace dirlo, anche tra cattolici ed islamici.Tutte le forme aggregative che cercando la dipendenza e il numero chiuso sono tendenzialmente settarie, perché vogliono un isolamento al posto dell' apertura. Quest' Arkeon e i suoi guru meritano un giudizio attento, scrupoloso e severo per i danni arrecati".
ARKEON 2011/ Parla una fuoriuscita dalla setta: “Attenti, perché è in gioco la mia vita”.
di Carmine Gazzanni
Associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione, maltrattamento sui minori, violenza privata. Questi sono i reati per i quali oggi una delle sette più attive in Italia, Arkeon, è sottoprocesso a Bari (senza dimenticare una condanna in primo grado a sei anni per violenza sessuale ad uno dei maestri di questa psicosetta). Tra gli imputati anche lui, il leader maximo del movimento, Vito Carlo Moccia. Abbiamo parlato con una fuoriuscita: la sua testimonianza è a dir poco scioccante.
Arkeon nasce nel 1999 e, da lì, comincia ad espandersi a macchia d’olio. Non solo in Puglia, ma in tutta Italia, come ci conferma la fuoriuscita con cui Infiltrato.it è riuscito a mettersi in contatto. Un proselitismo ad ampio raggio tramite cui numerosi adepti sono caduti nella rete di Arkeon. Soprattutto per quanto veniva propagandato: la capacità di compiere veri e propri miracoli. “Pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia”, ci dice il nostro contatto. Insomma, con Arkeon diventi un dio sulla Terra. A patto, però, che rompi i rapporti con i tuoi genitori, con la tua famiglia e con i tuoi amici (leggerete di falsi abusi sessuali che venivano fatti ricordare agli adepti, sebbene non fossero mai capitati. Un bel modo per far tagliare i ponti con i propri familiari). Ma, come ogni setta che si rispetti, la felicità, la serenità, la realizzazione personale sono solo facce di una stessa falsa medaglia. Il vero volto di Arkeon è violenza, è maltrattatamento finanche sui bambini, è calunnia, è minacce, intimidazioni, sfruttamento. Con un solo fine da raggiungere: fare cassa. Anche se questo, molto spesso, significa distruggere la vita di uomo, di una donna, della propria famiglia.
La storia che ci si racconta è una di quelle da leggere attentamente. Con devozione, verrebbe da dire. È una di quelle storie rivelatrici, che aiutano a riflettere, che aiutano a capire la realtà di un fenomeno troppe volte sottovalutato e non tenuto in giusto conto. Le risposte che ci sono state date, infatti, non soltanto hanno il sapore amaro, arido quasi, di un’esperienza che sconvolge. Nelle parole che abbiamo sentito e che voi potrete leggere c’è anche la viva speranza, il desiderio ardente che qualcosa possa cambiare in futuro, che il dramma subìto possa essere da esempio per altri. E possa essere da esempio affinchè le istituzioni prima e la società civile poi prendano coscienza di un fenomeno ormai dilagante. “Spero non sia solo un sogno…”, ci dice al termine dell’intervista. Ci uniamo anche noi a questa speranza. D’altronde un proverbio sudamericano recita: “se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già l’inizio della realtà”.
Quando è entrata in Arkeon?
Nella prima metà degli anni duemila, l’ultimo periodo di attività del gruppo.
E com’è entrata nel gruppo?
Sono stata portata ad una riunione da un mio familiare che era già dentro.
Uno dei caratteri comuni alle sette è la chiusura con l’esterno. Quando lei è entrata è cambiato il rapporto con i suoi familiari e i suoi amici?
Completamente. Arkeon ha subito dato un'interpretazione della relazione con la mia famiglia come negativa per la mia crescita accusandola anche di abusi nei miei confronti, che dovevo affrontare per poter essere felice e riappropriarmi della mia vita. E lo faceva con tutti: agli uomini ad esempio si diceva spesso che le madri impedivano la loro crescita per poter continuare a tenerli morbosamente legati a loro, poiché c'era un'energia sessuale che portava le madri stesse a vederli come propri partner e non come figli; a donne ed uomini si inducevano dubbi sul fatto di essere stati violentati dal padre o da uno zio, spesso e volentieri da un pedofilo della famiglia della madre. Questo perché c’era una teoria sulle perversioni della madre che poi riversava nel far abusare la propria figlia consegnandola ad un altro uomo della sua famiglia, il pedofilo appunto. In questo modo eri disgregata e arrivavi a dubitare di tutto: tutto quello che era la vita prima di Arkeon era sbagliato, famiglia, amici, lavoro, scelte di vita. Se non eri ricco e famoso era perché avevi dei processi da risolvere che erano determinati dall’influenza negativa della famiglia dalla quale dovevi staccarti, a meno che i tuoi parenti non entrassero anche loro nel gruppo per seguire il maestro.
Chiaramente tutto falso, tutto indotto.
Certo. Tutti i problemi erano riconducibili a questi fantomatici abusi. Se non avevi relazioni soddisfacenti, non eri fidanzata o sposata, non avevi una famiglia felice, era perché dovevi risolvere questo tipo di problemi causati dalla tua famiglia, che veniva distrutta ai tuoi occhi: chiaramente, avere il dubbio che tua madre abbia acconsentito a farti abusare sessualmente da qualcuno oppure farti dubitare della purezza dell'amore di un padre, o di tutte le altre persone che non frequentavano il gruppo, era scioccante. Per queste ragioni nel periodo in cui sono rimasta nel gruppo mi sono completamente allontanata dalla mia famiglia e dai miei amici: chi era fuori dal gruppo non era da frequentare.
Qual è il credo, la “professione di fede” che viene inculcata in Arkeon?
Diciamo che la professione di fede oggi la vedo come un delirio, un delirio di onnipotenza: hai il potere di cambiare la tua vita, gli eventi, anche quelli che non sono controllabili dall’uomo. Hai la sensazione di scoprire un altro mondo, rivoluzioni tutte le tue convinzioni, pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia. Diventi immune da tutto ciò che di negativo può capitare, se sei centrato non hai niente da temere: non ti ammali o guarisci anche da malattie gravi. Puoi fare il trattamento con le mani al cibo per purificarlo o all'antibiotico per evitare che ti faccia male allo stomaco. Tracciando nell'aria il terzo simbolo, con la mente, pensi di trovare parcheggio o di poter condizionare l'esito di un colloquio di lavoro. In pratica influenzando gli eventi, questi possono andare come hai deciso tu. Senza Arkeon, non hai il controllo della tua vita, sei condannato ad essere infelice, sei uno sfigato, un fallito. Con Arkeon pensi di poter diventare potente, centrato, sei un vincente e hai la soluzione di tutti i tuoi problemi: economici, sentimentali, lavorativi.
Potere personale, dunque.
Si. Ai seminari intensivi veniva consegnato a ciascuno di noi un bastone per fare esercizi ispirati alle arti marziali, il boken, e che tenevi sempre con te poiché rappresentava il simbolo del tuo potere personale.
Una religione decisamente particolare.
In Arkeon non c’è nulla di religioso: è impensabile credere di imporre le mani e risolvere qualsiasi tipo di problema tracciando i simboli del secondo livello. La nostra religione non dice che l'uomo può fare questo. Sì, nell’ultimo periodo ha cominciato a percorrere il filone religioso, per una facciata di spiritualità e di perbenismo, infatti c’erano anche dei preti che frequentavano il gruppo ed erano conosciuti tra tutti. L’ultimo giorno dell'intensivo, ad esempio, c’era la messa: ma se si pensa che il prete che celebrava (don Angelo De Simone, ndr) ha confessato al cerchio che aveva una relazione di tipo intima da tanti anni con due suore che circolavano nei nostri seminari, si può capire quanto di religioso ci fosse in Arkeon. Era, quello della religione, un argomento che dava credibilità ad Arkeon e chiaramente rassicurava anche noi che frequentavamo: nel momento in cui vedevi perfino preti e suore, ovviamente venivi rassicurato sul fatto che la strada che avevi scelto era giusta.
Torniamo alla “teoria del pedofilo”. Cosa avveniva, in concreto, durante queste sedute?
In pratica venivano inscenati dei lavori durante i quali si era portati a ricordare questo abuso subìto, anche se non era mai avvenuto, influenzati anche dal fatto che tutti quanti gli altri facevano la stessa cosa, tutti venivano incalzati per ricordare abusi legati al fratello, al padre, allo zio. Un giorno, ad esempio, c’era una mamma con una bambina e si diceva che la mamma era stata abusata dal nonno; il maestro dichiarò che solo se la mamma si fosse impegnata a fare il lavoro (frequentare il gruppo, ndr), la piccola non sarebbe stata abusata anche lei. E la stessa pressione l'ho subita io allo scopo che ricordassi gli abusi sessuali legati alla mia infanzia, che né mio padre né mia madre hanno mai messo in atto o permesso che accadessero.
E lì il rapporto genitoriale, in questo modo, si andava a frantumare.
Completamente e non solo quello con i genitori. Erano tutti da evitare: genitori, nonni, fratelli, zii.... Soprattutto i parenti dal lato della madre.
La dottoressa Tinelli, presidente del CeSAP, ci ha detto che tali sedute erano a forte impatto emotivo. Non a caso nel processo è in piedi anche l’accusa di violenza privata.
Si, è così. In lavori molto intensi volevi solo che la smettessero ma se ti rifiutavi venivi vessata, se scappavi venivi fermata, se ti divincolavi venivi bloccata, per continuare ad essere sottoposta a quel tormento che aveva come scopo quello di far emergere la rabbia nei confronti dei tuoi genitori o verso il tuo pedofilo. E nonostante urlassi e piangessi, mi stringevano, mi tenevano ferma, infierivano contro di me. Fisicamente e verbalmente. Con la complicità dei presenti: la cosa assurda è proprio questa, tutti trovano normale andare avanti e non sono solo i maestri, ma anche i semplici frequentatori partecipano attivamente e condividono lavori violenti e scioccanti.
Il leader di Arkeon è Vito Carlo Moccia. Lei l’ha conosciuto?
Si, l’ho conosciuto.
Che persona è? Come appariva in questi seminari?
Lui ha una personalità molto carismatica, appare molto sicuro di sé. Se sei in un momento di confusione o di fragilità, e incontri qualcuno che con assoluta certezza ti dice di conoscere le soluzioni per ogni aspetto della tua vita, la tentazione di aggrapparsi a questa illusione e di affidarti a questa persona è fortissima, specie se ti fa pensare di avere tutte le risposte o ti porta altri ad esempio come casi di “sfigati redenti” o “falliti guariti”. Qualsiasi problema tu abbia, il maestro sa a cosa è dovuto e ha per tutti la soluzione. Soluzione che poi è sempre la stessa, fare il percorso di Arkeon, in tutti i suoi livelli, con sempre più seminari, sempre più costosi.
E com’erano questi seminari?
Erano una miscela di lavori spalmati anche su più giorni (negli intensivi, ad esempio) con momenti drammatici e condivisioni pubbliche tenute nel cerchio, dove il maestro dà le sue indicazioni e direttive sul quello che è giusto che tu faccia nel tuo percorso. Anche questo è un punto fondamentale: poiché tali esercizi e confessioni si tenevano davanti a tutti, se eri criticato dal maestro eri esposto alla pubblica gogna. E quindi, se facevi resistenza o lo contrastavi, avevi tutti gli altri che ti davano addosso insieme a lui, dicendoti che eri in processo e venendo giudicata pesantemente o emarginata. Una pressione psicologica terribile. Sembra incredibile, ma sentirsi dire che se non sei madre, se non riesci ad avere figli è perché in realtà non hai risolto i problemi che potresti risolvere con il percorso di Arkeon o che se fai un incidente, è colpa tua e lo puoi evitare, se solo vuoi, può mandare fuori di testa.
Una pressione psicologica distruttiva, praticamente.
Terribile, una pressione che ti annulla. Anche la stessa teoria del pedofilo, localizzato nella famiglia. Perché adoperano questa strategia? Non so, immagino che sia perché se ti separano dalle tue radici, ti rendono simile ad una barchetta di carta in balia delle onde, ti trovi allo sbando. Senza tutti i tuoi punti di riferimento, la tua famiglia, non hai altra scelta che attaccarti completamente al gruppo perché ti fanno dubitare di tutti i tuoi cari, che allontani e quindi ti ritrovi solo. Molti si sono allontanati dalla loro famiglia e dalla loro città perché gliel’ha suggerito il maestro.
Quindi anche lei ha interrotto proprio fisicamente il rapporto con i suoi genitori?
Per un periodo sì, finchè sono stata nel gruppo.
Rotti i rapporti familiari diventa, dunque, difficile uscire da Arkeon.
Si, se sulla scia di questi lavori fai qualcosa che lesiona irrimediabilmente i rapporti, se vai a muovere accuse tremende ai tuoi parenti è poi difficile uscire e tornare indietro. Conosco persone che sono state in Arkeon per anni e non hanno più rivolto parola ai familiari ma ne sono faticosamente uscite, altre che sono ancora lì, persone che hanno tirato dentro altri membri della loro famiglia, i quali hanno inizialmente acconsentito solo per non perdere definitivamente i contatti... o ancora persone che, nel momento in cui hanno cominciato a manifestare critiche ai maestri e hanno iniziato ad allontanarsi, sono state pressate, vessate o addirittura minacciate.
Abbiamo visto che alcune delle sette attive in Italia si organizzano in vere e proprie comunità. In Arkeon come ci si organizzava?
La gente non viveva assieme, però si tenevano seminari durante i quali per quattro - cinque giorni si dormiva anche assieme e si affrontavano varie tematiche. C’era il seminario sul denaro, durante il quale si arrivava ad andare a chiedere l’elemosina vestita da barbone. C’era il seminario sulla morte, durante il quale si costruiva la propria tomba... ho conosciuto gente che ha frequentato e ha raccontato che ci si seppelliva. Questo per far capire dove arriva il condizionamento. A parte i seminari residenziali, si viveva ognuno a casa propria. C’è da tener presente, come dicevo prima, che qualcuno si è trasferito nella città del maestro per stare più a stretto contatto con lui.
Nell’inchiesta abbiamo visto che dietro la promessa di un Eldorado a portata di mano, in realtà il vero fine delle sette è squisitamente economico. Si può dire lo stesso anche di Arkeon?
Si, di sicuro. Il percorso è molto costoso e man mano che si va avanti lo è sempre di più (e poi non avevamo la ricevuta a tutti i seminari). C’è gente che ha speso tantissimi soldi: ventimila, trentamila euro e anche di più... è circolata voce di una coppia che ha speso fino a centomila euro. Per non parlare, poi, di quello che costa l’adesione in termini di cure: più di qualcuno dopo che è uscito, ha dovuto chiedere un supporto psicologico... Anche io.
Come sappiamo, oggi i maestri di Arkeon sono sottoprocesso a Bari (senza dimenticare la condanna in primo grado per uno dei maestri per violenza sessuale). Tra i reati contestati c’è anche quello di maltrattatamento sui minori.
Si. Basti pensare all’esempio di cui abbiamo parlato prima: c’era questa bambina che ha assistito a tutte le condivisioni, le cose realizzate in Arkeon. Molte di queste condivisioni riguardano argomenti di natura sessuale... quello che accadeva è talmente pesante per un adulto, figuriamoci per un minore. (del resto nell’ultima udienza del processo diversi testimoni hanno confermato che anche bambini di dieci - dodici anni partecipavano a queste confessioni pubbliche a sfondo sessuale, ndr).
Com’è riuscita ad uscire?
Mi sono resa conto che quello che stavo subendo era tremendo e distruttivo da un punto di vista psichico ed emotivo. Una volta uscita, hanno cercato di mettermi contro gli affetti che avevo all'interno e sono stata oggetto di continue pressioni prima per rientrare nel gruppo, che era la condizione per poter ricominciare a frequentarli, e poi affinchè io venissi emarginata e non condividessi con altri i dubbi circa quello che accadeva lì dentro. Ne ho subite di ogni tipo, tra vessazioni e intimidazioni. Ci sono state persone che una volta davanti alle autorità, hanno ritrattato la loro posizione perché temevano di non poter più rivedere loro i figli.
Tutti i fuoriusciti con cui abbiamo avuto modo di parlare erano accomunati dal fatto che scrollarsi di dosso un’esperienza del genere è molto dura. È come un marchio.
Infatti, è molto dura. Gli strascichi sono molto pesanti. Quell’esperienza non va via così, hai bisogno di un supporto anche psicologico per far fronte a tutto questo. C’ho messo tempo e non ancora ne sono completamente fuori.
Chiudiamo con uno sguardo positivo e propositivo per il futuro. Qual è, oggi, il suo desiderio?
Mi ha talmente traumatizzato questa esperienza che vorrei, innanzitutto, che non capitasse a nessun altro. Mi piacerebbe laurearmi in psicologia e fondare un centro di accoglienza, anche con possibilità di alloggio, per chi è uscito da un gruppo distruttivo o per chi ha parenti e amici che si sono persi dietro a qualche santone e non sa cosa fare. Se chi supera questa esperienza vince la vergogna e la paura del giudizio, può metterla al servizio di altri e darle un senso, altrimenti si che ci si sente falliti per aver creduto in un mondo di illusioni. Ma anche polizia e carabinieri, oltre ai magistrati, devono studiare e specializzarsi sulle psicosette, è un fenomeno insidioso e solo se sono sufficientemente preparati possono riconoscere ed accogliere adeguatamente chi decide di raccontare cosa gli è accaduto. Spero non sia solo un sogno...
Associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione, maltrattamento sui minori, violenza privata. Questi sono i reati per i quali oggi una delle sette più attive in Italia, Arkeon, è sottoprocesso a Bari (senza dimenticare una condanna in primo grado a sei anni per violenza sessuale ad uno dei maestri di questa psicosetta). Tra gli imputati anche lui, il leader maximo del movimento, Vito Carlo Moccia. Abbiamo parlato con una fuoriuscita: la sua testimonianza è a dir poco scioccante.
Arkeon nasce nel 1999 e, da lì, comincia ad espandersi a macchia d’olio. Non solo in Puglia, ma in tutta Italia, come ci conferma la fuoriuscita con cui Infiltrato.it è riuscito a mettersi in contatto. Un proselitismo ad ampio raggio tramite cui numerosi adepti sono caduti nella rete di Arkeon. Soprattutto per quanto veniva propagandato: la capacità di compiere veri e propri miracoli. “Pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia”, ci dice il nostro contatto. Insomma, con Arkeon diventi un dio sulla Terra. A patto, però, che rompi i rapporti con i tuoi genitori, con la tua famiglia e con i tuoi amici (leggerete di falsi abusi sessuali che venivano fatti ricordare agli adepti, sebbene non fossero mai capitati. Un bel modo per far tagliare i ponti con i propri familiari). Ma, come ogni setta che si rispetti, la felicità, la serenità, la realizzazione personale sono solo facce di una stessa falsa medaglia. Il vero volto di Arkeon è violenza, è maltrattatamento finanche sui bambini, è calunnia, è minacce, intimidazioni, sfruttamento. Con un solo fine da raggiungere: fare cassa. Anche se questo, molto spesso, significa distruggere la vita di uomo, di una donna, della propria famiglia.
La storia che ci si racconta è una di quelle da leggere attentamente. Con devozione, verrebbe da dire. È una di quelle storie rivelatrici, che aiutano a riflettere, che aiutano a capire la realtà di un fenomeno troppe volte sottovalutato e non tenuto in giusto conto. Le risposte che ci sono state date, infatti, non soltanto hanno il sapore amaro, arido quasi, di un’esperienza che sconvolge. Nelle parole che abbiamo sentito e che voi potrete leggere c’è anche la viva speranza, il desiderio ardente che qualcosa possa cambiare in futuro, che il dramma subìto possa essere da esempio per altri. E possa essere da esempio affinchè le istituzioni prima e la società civile poi prendano coscienza di un fenomeno ormai dilagante. “Spero non sia solo un sogno…”, ci dice al termine dell’intervista. Ci uniamo anche noi a questa speranza. D’altronde un proverbio sudamericano recita: “se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già l’inizio della realtà”.
Quando è entrata in Arkeon?
Nella prima metà degli anni duemila, l’ultimo periodo di attività del gruppo.
E com’è entrata nel gruppo?
Sono stata portata ad una riunione da un mio familiare che era già dentro.
Uno dei caratteri comuni alle sette è la chiusura con l’esterno. Quando lei è entrata è cambiato il rapporto con i suoi familiari e i suoi amici?
Completamente. Arkeon ha subito dato un'interpretazione della relazione con la mia famiglia come negativa per la mia crescita accusandola anche di abusi nei miei confronti, che dovevo affrontare per poter essere felice e riappropriarmi della mia vita. E lo faceva con tutti: agli uomini ad esempio si diceva spesso che le madri impedivano la loro crescita per poter continuare a tenerli morbosamente legati a loro, poiché c'era un'energia sessuale che portava le madri stesse a vederli come propri partner e non come figli; a donne ed uomini si inducevano dubbi sul fatto di essere stati violentati dal padre o da uno zio, spesso e volentieri da un pedofilo della famiglia della madre. Questo perché c’era una teoria sulle perversioni della madre che poi riversava nel far abusare la propria figlia consegnandola ad un altro uomo della sua famiglia, il pedofilo appunto. In questo modo eri disgregata e arrivavi a dubitare di tutto: tutto quello che era la vita prima di Arkeon era sbagliato, famiglia, amici, lavoro, scelte di vita. Se non eri ricco e famoso era perché avevi dei processi da risolvere che erano determinati dall’influenza negativa della famiglia dalla quale dovevi staccarti, a meno che i tuoi parenti non entrassero anche loro nel gruppo per seguire il maestro.
Chiaramente tutto falso, tutto indotto.
Certo. Tutti i problemi erano riconducibili a questi fantomatici abusi. Se non avevi relazioni soddisfacenti, non eri fidanzata o sposata, non avevi una famiglia felice, era perché dovevi risolvere questo tipo di problemi causati dalla tua famiglia, che veniva distrutta ai tuoi occhi: chiaramente, avere il dubbio che tua madre abbia acconsentito a farti abusare sessualmente da qualcuno oppure farti dubitare della purezza dell'amore di un padre, o di tutte le altre persone che non frequentavano il gruppo, era scioccante. Per queste ragioni nel periodo in cui sono rimasta nel gruppo mi sono completamente allontanata dalla mia famiglia e dai miei amici: chi era fuori dal gruppo non era da frequentare.
Qual è il credo, la “professione di fede” che viene inculcata in Arkeon?
Diciamo che la professione di fede oggi la vedo come un delirio, un delirio di onnipotenza: hai il potere di cambiare la tua vita, gli eventi, anche quelli che non sono controllabili dall’uomo. Hai la sensazione di scoprire un altro mondo, rivoluzioni tutte le tue convinzioni, pensi di poter risolvere ogni problema e di sconfiggere anche la malattia. Diventi immune da tutto ciò che di negativo può capitare, se sei centrato non hai niente da temere: non ti ammali o guarisci anche da malattie gravi. Puoi fare il trattamento con le mani al cibo per purificarlo o all'antibiotico per evitare che ti faccia male allo stomaco. Tracciando nell'aria il terzo simbolo, con la mente, pensi di trovare parcheggio o di poter condizionare l'esito di un colloquio di lavoro. In pratica influenzando gli eventi, questi possono andare come hai deciso tu. Senza Arkeon, non hai il controllo della tua vita, sei condannato ad essere infelice, sei uno sfigato, un fallito. Con Arkeon pensi di poter diventare potente, centrato, sei un vincente e hai la soluzione di tutti i tuoi problemi: economici, sentimentali, lavorativi.
Potere personale, dunque.
Si. Ai seminari intensivi veniva consegnato a ciascuno di noi un bastone per fare esercizi ispirati alle arti marziali, il boken, e che tenevi sempre con te poiché rappresentava il simbolo del tuo potere personale.
Una religione decisamente particolare.
In Arkeon non c’è nulla di religioso: è impensabile credere di imporre le mani e risolvere qualsiasi tipo di problema tracciando i simboli del secondo livello. La nostra religione non dice che l'uomo può fare questo. Sì, nell’ultimo periodo ha cominciato a percorrere il filone religioso, per una facciata di spiritualità e di perbenismo, infatti c’erano anche dei preti che frequentavano il gruppo ed erano conosciuti tra tutti. L’ultimo giorno dell'intensivo, ad esempio, c’era la messa: ma se si pensa che il prete che celebrava (don Angelo De Simone, ndr) ha confessato al cerchio che aveva una relazione di tipo intima da tanti anni con due suore che circolavano nei nostri seminari, si può capire quanto di religioso ci fosse in Arkeon. Era, quello della religione, un argomento che dava credibilità ad Arkeon e chiaramente rassicurava anche noi che frequentavamo: nel momento in cui vedevi perfino preti e suore, ovviamente venivi rassicurato sul fatto che la strada che avevi scelto era giusta.
Torniamo alla “teoria del pedofilo”. Cosa avveniva, in concreto, durante queste sedute?
In pratica venivano inscenati dei lavori durante i quali si era portati a ricordare questo abuso subìto, anche se non era mai avvenuto, influenzati anche dal fatto che tutti quanti gli altri facevano la stessa cosa, tutti venivano incalzati per ricordare abusi legati al fratello, al padre, allo zio. Un giorno, ad esempio, c’era una mamma con una bambina e si diceva che la mamma era stata abusata dal nonno; il maestro dichiarò che solo se la mamma si fosse impegnata a fare il lavoro (frequentare il gruppo, ndr), la piccola non sarebbe stata abusata anche lei. E la stessa pressione l'ho subita io allo scopo che ricordassi gli abusi sessuali legati alla mia infanzia, che né mio padre né mia madre hanno mai messo in atto o permesso che accadessero.
E lì il rapporto genitoriale, in questo modo, si andava a frantumare.
Completamente e non solo quello con i genitori. Erano tutti da evitare: genitori, nonni, fratelli, zii.... Soprattutto i parenti dal lato della madre.
La dottoressa Tinelli, presidente del CeSAP, ci ha detto che tali sedute erano a forte impatto emotivo. Non a caso nel processo è in piedi anche l’accusa di violenza privata.
Si, è così. In lavori molto intensi volevi solo che la smettessero ma se ti rifiutavi venivi vessata, se scappavi venivi fermata, se ti divincolavi venivi bloccata, per continuare ad essere sottoposta a quel tormento che aveva come scopo quello di far emergere la rabbia nei confronti dei tuoi genitori o verso il tuo pedofilo. E nonostante urlassi e piangessi, mi stringevano, mi tenevano ferma, infierivano contro di me. Fisicamente e verbalmente. Con la complicità dei presenti: la cosa assurda è proprio questa, tutti trovano normale andare avanti e non sono solo i maestri, ma anche i semplici frequentatori partecipano attivamente e condividono lavori violenti e scioccanti.
Il leader di Arkeon è Vito Carlo Moccia. Lei l’ha conosciuto?
Si, l’ho conosciuto.
Che persona è? Come appariva in questi seminari?
Lui ha una personalità molto carismatica, appare molto sicuro di sé. Se sei in un momento di confusione o di fragilità, e incontri qualcuno che con assoluta certezza ti dice di conoscere le soluzioni per ogni aspetto della tua vita, la tentazione di aggrapparsi a questa illusione e di affidarti a questa persona è fortissima, specie se ti fa pensare di avere tutte le risposte o ti porta altri ad esempio come casi di “sfigati redenti” o “falliti guariti”. Qualsiasi problema tu abbia, il maestro sa a cosa è dovuto e ha per tutti la soluzione. Soluzione che poi è sempre la stessa, fare il percorso di Arkeon, in tutti i suoi livelli, con sempre più seminari, sempre più costosi.
E com’erano questi seminari?
Erano una miscela di lavori spalmati anche su più giorni (negli intensivi, ad esempio) con momenti drammatici e condivisioni pubbliche tenute nel cerchio, dove il maestro dà le sue indicazioni e direttive sul quello che è giusto che tu faccia nel tuo percorso. Anche questo è un punto fondamentale: poiché tali esercizi e confessioni si tenevano davanti a tutti, se eri criticato dal maestro eri esposto alla pubblica gogna. E quindi, se facevi resistenza o lo contrastavi, avevi tutti gli altri che ti davano addosso insieme a lui, dicendoti che eri in processo e venendo giudicata pesantemente o emarginata. Una pressione psicologica terribile. Sembra incredibile, ma sentirsi dire che se non sei madre, se non riesci ad avere figli è perché in realtà non hai risolto i problemi che potresti risolvere con il percorso di Arkeon o che se fai un incidente, è colpa tua e lo puoi evitare, se solo vuoi, può mandare fuori di testa.
Una pressione psicologica distruttiva, praticamente.
Terribile, una pressione che ti annulla. Anche la stessa teoria del pedofilo, localizzato nella famiglia. Perché adoperano questa strategia? Non so, immagino che sia perché se ti separano dalle tue radici, ti rendono simile ad una barchetta di carta in balia delle onde, ti trovi allo sbando. Senza tutti i tuoi punti di riferimento, la tua famiglia, non hai altra scelta che attaccarti completamente al gruppo perché ti fanno dubitare di tutti i tuoi cari, che allontani e quindi ti ritrovi solo. Molti si sono allontanati dalla loro famiglia e dalla loro città perché gliel’ha suggerito il maestro.
Quindi anche lei ha interrotto proprio fisicamente il rapporto con i suoi genitori?
Per un periodo sì, finchè sono stata nel gruppo.
Rotti i rapporti familiari diventa, dunque, difficile uscire da Arkeon.
Si, se sulla scia di questi lavori fai qualcosa che lesiona irrimediabilmente i rapporti, se vai a muovere accuse tremende ai tuoi parenti è poi difficile uscire e tornare indietro. Conosco persone che sono state in Arkeon per anni e non hanno più rivolto parola ai familiari ma ne sono faticosamente uscite, altre che sono ancora lì, persone che hanno tirato dentro altri membri della loro famiglia, i quali hanno inizialmente acconsentito solo per non perdere definitivamente i contatti... o ancora persone che, nel momento in cui hanno cominciato a manifestare critiche ai maestri e hanno iniziato ad allontanarsi, sono state pressate, vessate o addirittura minacciate.
Abbiamo visto che alcune delle sette attive in Italia si organizzano in vere e proprie comunità. In Arkeon come ci si organizzava?
La gente non viveva assieme, però si tenevano seminari durante i quali per quattro - cinque giorni si dormiva anche assieme e si affrontavano varie tematiche. C’era il seminario sul denaro, durante il quale si arrivava ad andare a chiedere l’elemosina vestita da barbone. C’era il seminario sulla morte, durante il quale si costruiva la propria tomba... ho conosciuto gente che ha frequentato e ha raccontato che ci si seppelliva. Questo per far capire dove arriva il condizionamento. A parte i seminari residenziali, si viveva ognuno a casa propria. C’è da tener presente, come dicevo prima, che qualcuno si è trasferito nella città del maestro per stare più a stretto contatto con lui.
Nell’inchiesta abbiamo visto che dietro la promessa di un Eldorado a portata di mano, in realtà il vero fine delle sette è squisitamente economico. Si può dire lo stesso anche di Arkeon?
Si, di sicuro. Il percorso è molto costoso e man mano che si va avanti lo è sempre di più (e poi non avevamo la ricevuta a tutti i seminari). C’è gente che ha speso tantissimi soldi: ventimila, trentamila euro e anche di più... è circolata voce di una coppia che ha speso fino a centomila euro. Per non parlare, poi, di quello che costa l’adesione in termini di cure: più di qualcuno dopo che è uscito, ha dovuto chiedere un supporto psicologico... Anche io.
Come sappiamo, oggi i maestri di Arkeon sono sottoprocesso a Bari (senza dimenticare la condanna in primo grado per uno dei maestri per violenza sessuale). Tra i reati contestati c’è anche quello di maltrattatamento sui minori.
Si. Basti pensare all’esempio di cui abbiamo parlato prima: c’era questa bambina che ha assistito a tutte le condivisioni, le cose realizzate in Arkeon. Molte di queste condivisioni riguardano argomenti di natura sessuale... quello che accadeva è talmente pesante per un adulto, figuriamoci per un minore. (del resto nell’ultima udienza del processo diversi testimoni hanno confermato che anche bambini di dieci - dodici anni partecipavano a queste confessioni pubbliche a sfondo sessuale, ndr).
Com’è riuscita ad uscire?
Mi sono resa conto che quello che stavo subendo era tremendo e distruttivo da un punto di vista psichico ed emotivo. Una volta uscita, hanno cercato di mettermi contro gli affetti che avevo all'interno e sono stata oggetto di continue pressioni prima per rientrare nel gruppo, che era la condizione per poter ricominciare a frequentarli, e poi affinchè io venissi emarginata e non condividessi con altri i dubbi circa quello che accadeva lì dentro. Ne ho subite di ogni tipo, tra vessazioni e intimidazioni. Ci sono state persone che una volta davanti alle autorità, hanno ritrattato la loro posizione perché temevano di non poter più rivedere loro i figli.
Tutti i fuoriusciti con cui abbiamo avuto modo di parlare erano accomunati dal fatto che scrollarsi di dosso un’esperienza del genere è molto dura. È come un marchio.
Infatti, è molto dura. Gli strascichi sono molto pesanti. Quell’esperienza non va via così, hai bisogno di un supporto anche psicologico per far fronte a tutto questo. C’ho messo tempo e non ancora ne sono completamente fuori.
Chiudiamo con uno sguardo positivo e propositivo per il futuro. Qual è, oggi, il suo desiderio?
Mi ha talmente traumatizzato questa esperienza che vorrei, innanzitutto, che non capitasse a nessun altro. Mi piacerebbe laurearmi in psicologia e fondare un centro di accoglienza, anche con possibilità di alloggio, per chi è uscito da un gruppo distruttivo o per chi ha parenti e amici che si sono persi dietro a qualche santone e non sa cosa fare. Se chi supera questa esperienza vince la vergogna e la paura del giudizio, può metterla al servizio di altri e darle un senso, altrimenti si che ci si sente falliti per aver creduto in un mondo di illusioni. Ma anche polizia e carabinieri, oltre ai magistrati, devono studiare e specializzarsi sulle psicosette, è un fenomeno insidioso e solo se sono sufficientemente preparati possono riconoscere ed accogliere adeguatamente chi decide di raccontare cosa gli è accaduto. Spero non sia solo un sogno...
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