Monza - 15 Maggio 2008
Il Giudice per le indagini preliminari di Monza, Licinia Petrella, ha accolto la richiesta di archiviazione del Pm Vincenzo Fiorillo, riguardante la denuncia per diffamazione contro il presidente del Centro Studi sugli Abusi Psicologici (Cesap), un ex maestro e un fuoruscito del gruppo Arkeon, il Sentiero Sacro. Attraverso un comunicato il Cesap ha reso note le motivazioni espresse dal giudice, che di seguito riportiamo: “Dopo la partecipazione ad alcune puntate della trasmissione televisiva Tutte le mattine di Maurizio Costanzo, su Canale 5, la Dr.ssa Tinelli e due convenuti alla stessa trasmissione, ricevevano una citazione per diffamazione, con richiesta di oltre 4 milioni di euro di danni dal fondatore di Arkeon e dai rappresentanti di società da lui stesso fondate. Tale massiccia e spropositata azione giudiziaria proseguiva con la richiesta dell’oscuramento del sito del CeSAP (www.cesap.net) e in particolare del forum, ove comparivano le prime testimonianze critiche su Arkeon, e successivamente con centinaia di denunce per diffamazione, uguali tra loro, presentate da membri e maestri del Sentiero Sacro nelle diverse Procure d’Italia. Nell’Ottobre del 2007 il Pm di Bari, Francesco Bretone, dopo una prima fase di indagine, indagava sei membri di Arkeon, tra cui il fondatore, per associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione medica e psicologica, truffa, violenza privata, maltrattamento su minori. Tre di loro, proprio per aver presentato la medesima denuncia per diffamazione già citata, vengono anche indagati per calunnia. Nel frattempo il CeSAP, grazie ad una Ordinanza del Tribunale di Bari, è riuscita a tutelare la libertà di espressione degli utenti che utilizzano il forum, ricevendo un giudizio di merito da parte del Giudice Michele Salvatore per l’attività di tutela da danni derivanti da false psicoterapie. Nel corso del tempo diverse sono state le manifestazioni di solidarietà anche da parte di membri che nel frattempo sono fuorusciti dal Sentiero Sacro, e numerose le richieste di remissione di querela. Lo stesso PM, Dr. Fiorillo nella richiesta di archiviazione, presentata nel giugno del 2007, sottolinea come gli articoli e le affermazioni oggetto di querela non integrino gli estremi del reato per il quale si procede, e ciò sia per il difetto dell’animus diffamandi, sia – soprattutto – per la indeterminatezza del soggetto diffamato. Con riferimento a tale ultimo punto, infatti, si richiama la giurisprudenza della S.C. per la quale “il reato di diffamazione è costituito dall’offesa della reputazione di una persona determinata e non può essere ravvisato nel caso in cui vengano pronunciate o scritte frasi offensive nei confronti di una o più persone appartenenti ad una categoria anche limitata se le persone cui le frasi si riferiscono non sono individuabili” (Cass. Se. V 91/189090); od ancora Cass. Sez. V 89/184516, per cui “la individuazione dell’effettivo destinatario dell’offesa è condizione essenziale ed imprescindibile per attribuire ad essa una rilevanza giuridica-penale …”. Nel caso che ne occupa, le asserzioni delle quali si afferma la lesività riguardano – genericamente – l’associazione “The Sacred Path” ed associazioni similari, o, più in generale, un “metodo” (il metodo Arkeon appunto), senza che venga mai citata l’odierna P.O. né vengano forniti altri elementi che consentano di individuarla. E ancora si evidenzia la insussistenza negli indagati del necessario ‘animus diffamandi’, posto che la Tinelli ha dato voce alle numerose segnalazioni ricevute aventi ad oggetto i supposti rischi (ma anche i supposti vantaggi, data la presenza nel relativo sito Internet anche di svariate missive di sostegno al metodo) cui sarebbero esposti gli aderenti alle associazioni che adottano il “metodo Arkeon”, mentre M. e F. hanno riferito le proprie esperienze personali. In entrambi i casi nel legittimo esercizio del diritto di critica, e senza travalicare il criterio della continenza che non viene violato quando si abbia “una esposizione ed una critica civile, anche se vivace”, che dunque abbia luogo “in termini di adeguatezza e usi forme espressive corrette, anche senza evitare coloriture e toni aspri” e polemici".