giovedì 13 ottobre 2011
Processo Arkeon, in aula l’ideatore della psico-setta
Dalla teoria del pedofilo a quella del fuoco, passando per tecniche di trasgressione creativa. Sono i diversi tipi di percorsi etici, come sono stati definiti dal loro ideatore, a cui venivano sottoposti gli allievi di Vito Carlo Moccia, inventore del “metodo Arkeon”. Per la prima volta da quando è stato arrestato, nel maggio 2007, Moccia ha raccontato in aula la storia della sua “psico-setta”. Il 59enne di Noicattaro è imputato a Bari insieme ad altre 10 persone, accusate di associazione per delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata e maltrattamenti su minori. I fatti contestati si riferiscono al periodo ‘99-2008. Chi soffriva di tumori, aids o infertilità, si rivolgeva a lui sperando in una guarigione: 10mila i casi denunciati. Dalle indagini del pm Francesco Bretone emerge che Moccia induceva le vittime a credere per esempio di aver subito abusi sessuali in tenera età, facendogli sborsare fino a 100mila euro per le terapie. Eppure Moccia, sotto giuramento, ha raccontato di non aver mai promesso guarigioni, nè praticato atti sessuali durante le sedute. I suoi allievi, ha spiegato, venivano accompagnati verso l’equilibrio interiore attraverso gesti di tenerezza, tecniche di respirazione e arti marziali. La teoria del pedofilo, per esempio, consisteva nella ricerca di coloro che incoscientemente tendevano ad abusare dell’innocenza degli altri, non necessariamente bambini. E poi la teoria del fuoco, imparata negli Stati Uniti, che aveva l’obiettivo di cancellare la rabbia bruciando foto e oggetti, come in una sorta di esorcismo. E infine la più suggestiva di tutte: la tecnica della trasgressione creativa, equivalente ad un tradimento autorizzato.