Questi "gruppi" che da "religiosi" si sono trasformati progressivamente sempre più in "scientifici", promettono la "guarigione olistica" partendo dalla mente per poi guarire il corpo. Dice la Trocchi:
"I metodi delle tecniche più reclamizzati fanno ricorso a disperate forme in cui campeggia lo psicodramma, il training autogeno, il rilassamento, oltre a tecniche yoga di meditazione e di concentrazione, completamente avulse, però, dalle tematiche filosofìche e teologiche che in ambito religioso le sostanziavano. Il principio fondamentale identificabile in tali movimenti propone di intervenire sull'anima (o sullo spirito o sulla mente), per guarire il corpo. Molti gruppi nati come forme religiose si stanno oggi orientando verso la terapia o la cura dell'anima. Le modalità di queste terapie sono altrettanto stupefacenti. Basta scorrere il programma del gruppo degli Arancioni legati a Osho-Rajneesh. Vengono proposti gruppi di bioenergetica in cui «respiro ed espressione corporea ci forniscono mezzi efficaci per liberare il corpo e sciogliere le tensioni in un vivido flusso di energia che ridà al corpo la sua naturale grazia e bellezza». Oppure gruppi di Gestalt (inteso letteralmente 'figura', 'forma') nei quali «si può capire il mondo in una disciplina di autosviluppo che ci insegna ad assumere la responsabilità della nostra esistenza». «Attraverso l'esperienza emozionale-corporea di questo contatto col prossimo possiamo rivivere i nostri comportamenti spesso ripetitivi e inadeguati per ritrovare fantasia e stimoli per soluzioni creative e soddisfacenti»; inoltre, esistono corsi di riflessologia plantare nei quali si stimolano le aree di riflesso nella pianta dei piedi, connesse ciascuna con un organo, una ghiandola, e una certa parte del corpo; si tratta di identificare le possibilità terapeutiche e le tecniche per stimolare tutte le aree del corpo. Così si possono impostare diagnosi ed eseguire trattamenti specifici. C'è, poi, il gruppo di lavoro sull'ipnosi (che attraverso il rilassamento fa esplorare spazi interiori nuovi), corsi di massaggio cranio-sacrale, gruppi di sciamanesimo, esperienze di rinascita (cioè della vita prenatale e del parto)".
Con quali tecniche operano il proselitismo? Afferma la Trocchi:
"Pur nella diversità ed estrema varietà delle tecniche e delle impostazioni le psicosette - o quelle forme che ad esse si richiamano - usano per il proselitismo due forze fondamentali.
La prima consiste nel far prendere coscienza al neofita che gli manca qualcosa, per esempio la padronanza di doti o di qualità esistenti ma nascoste che devono essere valorizzate, l'equilibrio, oppure l'armonia, oppure un buon rapporto con gli altri.
La seconda leva consiste nel sottolineare le limitazioni e i condizionamenti che la società ha pesantemente imposto al soggetto il quale ora risulta incapace di essere se stesso.
Quando l'ignaro adepto entra in uno di questi gruppi (vuoi che sia una tecnica sufi volta a prendere contatto con la divinità che è in noi, vuoi che sia un corso di controllo della mente o di autorealizzazione) viene sconvolto da una tempesta emozionale provocata dall'uso di tecniche molto particolari che allentano le difese del soggetto mediante esercizi di vario genere: la danza che dura ore o la respirazione programmata, tecniche di rilassamento profondo o posizioni yoga.
Particolare e interessante è l'esperienza est inventata da Werner Erhard che propone benefici strabilianti e procede con forti manipolazioni emotive.
Nella prassi attiva di tali corsi, incontri ed iniziazioni (chi scrive li ha conosciuti di prima mano attraverso la tecnica della osservazione partecipante) si crea inevitabilmente un rapporto di do-minanza-sottomissione tra i vari aspiranti al corso e gli istruttori. La legittimazione dei direttori o istruttori di questi vari gruppi è determinata da una mitica 'professionalità' che si appoggia a un senso molto particolare di scientificità.