Dieci anni di raggiri denunciati in TV a Mi Manda Raitre e Tutte le Mattine, la striscia quotidiana curata da Maurizio Costanzo, “convegni”in giro per l’Italia e centinaia di migliaia di euro spillati a più di 10.000 persone.
Vito Antonio Moccia era il “Maestro” di una psicosetta che ispirandosi ad alcune credenze del Reiki, una filosofia orientale, si spacciava per guaritore e psicologo. Il cinquantenne barese ha chiamato questo metodo Arkeon ed in questi anni ha organizzato in strutture alberghiere di tutta Italia dei Meeting: 250 euro la tariffa base per prendere parte a questi incontri, ma ci sono persone che hanno sborsato 15.000 euro o come accaduto ad una coppia milanese, 200 milioni di vecchie lire. Tutti questi soldi spesi nella speranza di guarire dai tumori, dall’AIDS, dall’infertilità.
Le indagini partite nel 2006 dopo le denunce televisive di alcuni adepti fuoriusciti dal gruppo hanno portato ad iscrivere nel registro degli indagati sei persone per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica, truffa aggravata, calunnia e violenza privata e sessuale. L’ultimo capo di imputazione si giustifica con le testimonianze delle persone truffate, le quali negli incontri venivano bendate e poste a coppia uno di fronte all’atro e invitate dal Maestro a lasciarsi andare nei comportamenti e nel linguaggio, fino ad abusare sessualmente, soprattutto delle donne. Gli inquirenti hanno rivelato che agli incontri hanno partecipato anche dei minori, almeno quattro ragazzi dai 12 ai 18 anni ma non c’è al momento alcuna certezza che questi siano stati oggetto di violenza: 50 le denunce sulle quali la Digos di Bari ha lavorato di concerto con le sezioni di Roma, Milano, Palermo e Latina, ma il questore Vincenzo Speranza, con Stanislao Schimera, dirigente della sezione pugliese, ha invitato tutti coloro che hanno subito l’influenza di questo santone a denunciare cosa hanno vissuto. L’indagine ha Bari come epicentro, precisamente due vani siti in Via Amendola dove la Sacred Path (questo il nome della setta) aveva sede legale e dove erano allocati i server dei quattro siti internet (oscurati con la collaborazione della Polizia Postale) che pubblicizzavano i Meeting di Vito Moccia: sotto inchiesta altre cinque persone,due a Bari e altre nel resto d’Italia, perché il Santone sicuramente aveva messo su una sorta di franchising per diffondere meglio il suo metodo di circonvenzione delle persone. Le indagini di Francesco Bretone del Tribunale di Bari continuano: non è escluso che il Giudice per le indagini preliminari Vito Fanizzi possa disporre nuovi provvedimenti nei confronti degli inquisiti.
Antonella Ardito